E' una triste parabola verso il basso quella che traccia la saga cinematografica di Transformers.
Il quarto capitolo decide di rompere col passato con un cambio di cast e un restiling degli amati robottoni, ma nello stesso tempo propone una soluzione di continuità con quanto accaduto in Dark side of the Moon. Soluzione che purtroppo si mantiene anche per quanto riguarda la qualità della pellicola. Già in Transformers 3 eravamo stati costretti ad assistere al brusco passaggio da un gruppo esiguo di robot all'invasione aliena, ritrovando l'irritante dogma di Spielberg con tutte le sue caratteristiche astronavi con barbigli. Irritante ho detto, perchè dopo Thor 2, The Avengers, L'uomo d'acciaio, sembra che negli studi americani, Spielberg a parte, non si pensi ad altro. Saturi di questa sovraesposizione ci ritroviamo a fare di tutta l'erba un fascio e a notare troppe somiglianze nel design delle navicelle, nei loro rumori, nelle armature. Non rimane più niente di caratteristico, solo uno stereotipo per sollazzare i disegnatori in CGI.
Transformers 4 si inscrive in questo Leitmotiv e si sfalda come una statua d'argilla. Eccessivamente lungo, più tragicomico che ironico, totalmente inverosimile negli scontri, il lungometraggio si rivela un pesante agglomerato di banalità.
Wahlberg non è La Beouf, Tucci non è Turturro, come la Huntington non era la Fox: la mancanza si sente. Il pubblico è stato fidelizzato sulla peculiare verve ironica degli attori, e ora si ritrova a dover rifare l'abitudine a personaggi completamente nuovi. L'abitudine si rifà, anche volentieri, a patto che ci sia sotto una minima caratterizzazione dei personaggi e una trama minimamente pensata. Tutto questo manca.
Wahlberg inscena un padre ultrageloso di una figlia supersexy che va in giro mezza nuda, Tucci inizialmente è il viscido antagonista e poi diventa la stella 'comica' del film, senza che si dica qualcosa di più, senza che la storia dei personaggi abbia qualcosa di minimamente interessante. A livello robotico, Optimus parte come un rottame visibilmente indebolito, per poi tornare agli antichi splendori senza il minimo apporto dell'Allspark. Fucilato, bastonato, trapassato, missilato: nulla può distruggere il campione degli Autobot. Nemmeno non uno, ma ben due antagonisti, tra cui un rinato Megatron che ci fa chiedere se non fosse stato meglio lasciarlo vivere, piuttosto che farlo ritornare in questa maniera. Giusto per solleticare i ricordi d'infanzia esordiscono poi anche i Dino-transformers, personaggi dal concept intrigante e piazzati in campo come metallo d'assalto.
Infine, per chi si fosse chiesto chi ha creato cosa, appaiono i Creatori che ci immergono in un ulteriore salto all'indietro dopo The Fallen e Sentinel.
A che pubblico è rivolto questo L'era dell'estinzione? A bambini? A ragazzi? Agli affezionati? Transformers 4 non dice nulla, se non che gli animatori sono bravi a disegnare in digitale. Transformers 4 non intrattiene nemmeno, annoia. Ogni azione ha la fluidità narrativa del piombo, i dialoghi sono basilari, la comicità è forzata, l'introspezione inesistente.
Se vogliamo vedere un padre geloso fatto come si deve si guardi a Khal Lightman; se vogliamo vedere una bella invasione aliena si giochi a Mass Effect 3; se vogliamo vedere un Transformers fatto bene, guardiamo il primo e il secondo.
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