Transformers 4 - L'era dell'estinzione |
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Un film di Michael Bay.
Con Mark Wahlberg, Stanley Tucci, Kelsey Grammer, Nicola Peltz, Jack Reynor.
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Titolo originale Transformers: Age of Extinction.
Fantascienza,
durata 127 min.
- USA 2014.
- Universal Pictures
uscita mercoledì 16 luglio 2014.
MYMONETRO
Transformers 4 - L'era dell'estinzione ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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quando il troppo stroppia
di veritasxxxFeedback: 7044 | altri commenti e recensioni di veritasxxx |
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giovedì 24 luglio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Quanto sono brutti questi Transformers. Originariamente una serie televisiva a cartoni animati degli anni 80, coproduzione giappo-americana, prendeva tutti gli elementi dei robottoni giapponesi trasformabili (da Jeeg Robot in poi) ma con disegni made in USA e trame degli episodi tipicamente yankee (i robot buoni, quelli cattivi e il solito happy ending). Tutto ovviamente con l'obiettivo di vendere i giocattoli che si trasformavano in automobili e camion per la gioia dei bambini dell'epoca, quando i videogiochi e gli smartphone non avevano ancora invaso il pianeta. Ora che la computer graphic può riprodurre praticamente tutto, animare un robot che sembra un essere umano è quasi un gioco da ragazzi, per cui per quanto la perfezione delle immagini possa essere estrema, non c'è più l'effetto stupore che poteva avere un film del genere dieci o venti anni fa. Eppure Michael Bay continua a fare film su questa serie già sfruttata, spingendo sempre di più sul lato spettacolare piuttosto che sulla complessità della trama o su sceneggiature convincenti. La prima mezz'ora è quasi entusiasmante: immaginini splendide, dinosauri attaccati da astronavi in un panorama fuori dal tempo, e gli autobot, oramai considerati nemici dell'umanità, vittime di una caccia all'uomo (o meglio al robot) senza tregua. Mark Wahlberg non è molto convincente nella parte dell'inventore squattrinato, almeno stando alla circonferenza dei suoi bicipiti, ma passi; sua figlia sembra una scartata in finale alle selezioni di Miss Mondo più che una adolescente di campagna con problemi di finanze per iscriversi al college, ma ci può stare; il fidanzato sembra uscito da una pubblicità di Armani e casualmente è anche un pilota di rally (e questo giustifica una buona mezz'ora di inseguimenti ovviamente). E sempre casualmente, sparpagliate qua e là troviamo bottiglie di Budweiser e altri prodotti che dopo un po' sembra di trovarsi in uno stacchetto pubblicitario ad alto budget. Come ogni buon videogioco che si rispetti, ce n'è per tutti: corse in auto, inseguimenti tra camion trasformabili, macchine volanti, magneti giganti che risucchiano ogni cosa di metallo da far invidia alla raccolta differenziata, robot permalosi, simpaticoni, fieri e coloratissimi, così sarete costretti a comprare i modellini della serie completa in caso vostro figlio si appassionasse alla saga. Stanley Tucci nella parte dello Steve Jobs della situazione comincia con un'aria seriosa e alla fine si sbraga, come tutto il resto, verso un finale fracassone e scontato quanto le tasse. Dopo mezz'ora ho cominciato ad accusare fastidi alle orecchie tante erano le esplosioni, gli spari, gli scontri tutti ampiamente amplificati dall'impianto surround della sala. Gli effetti speciali sono impressionanti in alcune scene, ma ho trovato le animazioni del transformium piuttosto banali e per niente realistiche (se l'intero film è una finzione al computer, mi aspetto che almeno sia credibile o altrimenti sto a casa e gioco con la Playstation). E i dialoghi...mamma mia. Le battute del robot con la barba e il sigaro, doppiato da Pannofino (che dovrebbe limitarsi a dare la voce a George Clooney e che invece oramai è presente in ogni film e programma televisivo inclusi i commenti calcistici) sono terrificanti e improvvisamente, superate le due ore di proiezione, il giocattolone si rompe. La schiena comincia a far male, la trama è confusa e i continui combattimenti creano l'effetto "ma quando finisce?" che un film di azione non dovrebbe MAI generare nello spettatore. Il film è rumoroso, confuso, troppo lungo, esagerato e dà il mal di pancia come un big menu di McDonalds che fa gola dalla foto ma che poi si ripropone spietato sul vostro stomaco. Eppure alla gente piace.
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