Il petrolio e il tormento del vichingo
di Stefano Balassone La Repubblica
Okkupert è una serie norvegese che Netflix intitola Occupied , in inglese. Alle due stagioni già presenti sta per aggiungersi la terza. Siamo nel solito futuro immaginario ma non troppo, in cui gli Usa isolazionisti stanno da soli fuori dalla Nato oltre che dal Medio Oriente, perché il petrolio ormai se lo fanno in casa propria. L' Unione europea invece continua a dipendere dall' oro nero prodotto da Arabi, Russi e Norvegesi.
Senonché un brutto giorno - ed è qui che Okkupert inizia a prender forma - tra arabi di opposte fedi scoppia un conflitto che blocca gli oleodotti e sbatte l' Europa spalle al muro. Tanto più che proprio in quei frangenti i norvegesi, colpiti dagli tsunami indotti da CO2 e riscaldamento, annunciano la chiusura dei loro pozzi secondo il programma del primo ministro verde, che punta a sostituire le centrali fossili con quelle al torio (una specie di uranio, ma perbene). La Ue, siccome quell' energia pulita le arriverebbe "a babbo morto", si risolve a lasciare mano libera ai russi, che col petrolio ci campano, perché occupino i pozzi e ricattino il governo di Norvegia attraverso la loro, fascinosa, ambasciatrice in loco.
Ovviamente ogni spettatore è istintivamente portato a farsi norvegese, con ciò costringendosi a scegliere fra due opzioni: opporsi eroicamente all' occupante per esserne senz' altro sterminati (mentre la Ue bada soltanto alla conta dei barili) o chinare il capo, accettare di pompare il petrolio e lasciare che si calmino le acque per spaccare l' odiata convergenza fra russi ed europei?
Siamo così al dramma della sovranità a dir poco limitata che ai norvegesi rimembra il precedente di quel Quisling, che gli fu messo in capo dai nazisti quando invasero il Paese. Stavolta scegliere è ancora più difficile e i protagonisti si tormentano, e noi con loro per l' affanno di questo corso di realpolitik accelerato.
Cose che capitano quando gli eroi, benché nipoti dei fierissimi Vichinghi, sono di carne e ossa e non di marmo.
Da La Repubblica, 12 maggio 2020
di Stefano Balassone, 12 maggio 2020