Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia, Canada |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Xavier Dolan |
Attori | Anne Dorval, Suzanne Clément, Antoine Olivier Pilonn, Patrick Huard, Alexandre Goyette Michèle Lituac, Viviane Pacal, Natalie Hamel-Roy, Isabelle Nélisse, Ted Pluviose, Pierre-Yves Cardinal, Reda Guerinik, Justin Laramée, Sabrina Bisson, Huguette Gervais, Vincent Fafard, Jean-Philippe Baril-Guérard, Dominic Desnoyers, Guenièvre Sandré, Isabeau Blanche, Catherine Brunet, Johanne Garneau, Michael Rudder, Robin-Joël Cool, Guillaume Laurin, Mathieu Dufresne, Stéphane Julien, Julie De Lafrenière, Sylvie Lemay, Danielle Lepine, Jeanne Roux-Cote, Rosalie Fortier. |
Uscita | giovedì 4 dicembre 2014 |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | Good Films |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,74 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 marzo 2015
Diretto da Xavier Dolan, il film ha trionfato ai Canadian Screen Awards 2015 vincendo, tra gli altri premi, anche quelli come Miglior Film e Miglior Regia. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, ha vinto un premio ai Cesar, In Italia al Box Office Mommy ha incassato 614 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Diane è una madre single, una donna dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti. Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.
C'è spazio per una persona sola nei fotogrammi di Mommy. Letteralmente.
Il formato scelto da Xavier Dolan per il suo nuovo film infatti è più stretto di un 4:3. Inusuale e con un altezza leggermente maggiore della larghezza, costringe a prevedere una persona sola in ogni inquadratura o a strizzarne due per poterle guardare da vicino. Come un letto a una piazza. Attraverso questa visione simile a una gabbia, Dolan racconta di nuovo di un figlio e una madre, cercando di cogliere una complessità inedita nella storia della rappresentazione di questo rapporto al cinema e finendo per creare tre personaggi lontani da qualsiasi paragone o altri esempi già visti, che si presentano come destinati all'infelicità sebbene condannati a provare a sfuggirgli. Intrappolati in un formato claustrofobico, non gli rimane che sognare la libertà e serenità di un irraggiungibile 16:9.
Nonostante infatti un inizio di gran ritmo e divertimento, lentamente i medesimi eccessi che suscitano risate diventano una catena. Le battute e le interazioni non cambiano ma dal ridicolo si passa alla compassione quando da un livello superficiale di osservazione si entra dentro alla famiglia e ciò che ci appariva divertente si trasforma in un inferno. E' solo una delle tante piccole raffinatezze di questo quinto film di Xavier Dolan, sempre caratterizzato dalla volontà di non negarsi il piacere della sottolineatura (i consueti ralenti, il gioco con i formati, l'uso di musiche molto note) in storie che nulla hanno di normale. La grande dote del cineasta ragazzino è di immaginare archi narrativi diversi da quelli cui siamo abituati, storie che cercano il coinvolgimento senza ricorrere al consueto ma anzi stimolando curiosità nuove, e di saper condire tutto ciò con una capacità di generare immagini come pochi altri sanno inventare. Steve che zittisce la madre mettendole una mano sulla bocca e poi bacia il dorso della mano stessa frapposta tra le loro labbra è un momento di inusitata forza, perfetto per chiarire d'un colpo il loro rapporto fatto di soprusi e violenza che alimentano e rendono difficile comunicare amore.
Dolan ha il merito indubbio di cercare le sensazioni forti unito al pregio di trovarle, fa di tutto per strappare lacrime ed è quindi molto difficile non commuoversi di fronte ad un certo pietismo per l'illusoria ricerca di un'impossibile felicità che anima le speranze dei personaggi. Confondere il desiderio di catarsi di un'autore che sa picchiare come un pugile professionista con il bieco arruffianamento del pubblico sarebbe però una prospettiva miope incapace di comprendere il più bel film passato al Festival di Cannes.
Dopo tre film che in un modo o nell'altro mettevano in contrasto madri disamorate con figli bisognosi di comprensione, ora Dolan è passato dall'altra parte della barricata e il risultato ne guadagna. Steve è il meno gestibile dei figli possibili, malato e bisognoso d'affetto è capace di distruggere tutto quel che gli è intorno e sua madre forse è il soggetto meno indicato per curarlo, prendere una parte questa volta è impossibile, perchè ci vorrebbe la migliore delle famiglie per Steve, invece si ritrova una donna incapace a gestire anche se stessa. Da qui Mommy parte verso i lidi meno prevedibili, perchè nella violenza che caratterizza il loro rapporto lentamente emerge una delle forme d'amore più genuine che si possano immaginare, comunicato senza nessuna sottigliezza, solo urlando e passando per clamorose scenate. Mentre il mondo intorno a loro pensa che si odino, lo spettatore lentamente comprende che non è così.
Il salto di qualità però Mommy lo fa non puntando unicamente su un contrasto titanico che da solo basterebbe ad animare il film. Ambientando la storia in un futuro a breve termine (solo un anno in avanti) introduce elementi di fantasia come una legge inesistente che gli consente di piegare gli eventi in maniere altrimenti impossibili (oltre ad affermare una libertà creativa dissetante), in più tra madre e figlio posiziona anche un terzo personaggio che alla lunga si rivela il più interessante: una vicina di casa con problemi psicosomatici di balbuzie e una vita che forse non l'aiuta. Remissiva, specie se confrontata ai due tifoni umani che comincia a frequentare, la Kyla di Suzanne Clement introduce lo spettatore nell'assurda vita della famiglia Deprés ma dopo poco supera lo statuto di "personaggio osservatore" e diventa un terzo polo d'attrazione sentimentale, lasciando entrare un'emotività sommessa da dove nessuno se l'aspetterebbe.
Ci tengo ad annunciarlo qui e ora: Mommy è il miglior film del 2014. Così, con un mese d’anticipo e senza troppi fronzoli. Perché? Perché raramente un lungometraggio è riuscito a emozionarmi ininterrottamente per tutta la sua durata e a colpirmi così nel profondo da spingermi a desiderarne una seconda visione(forse l’ultimo in ordine di tempo era stato nel 2004 Million Dollar Baby).
Mommy è un film impegnativo e inquietante che costituisce una riflessione sulla malattia mentale, sulla sua difficoltà di cura e sulla problematicità del conviverci. In un Canada che non appare particolarmente avanzato nelle ricerche scientifiche di cura della sofferenza psichiatrica, una madre (una fantastica Anne Doral) rimasta sola ancora giovane, un po’ impudica e un [...] Vai alla recensione »
Il puro ritratto dell’amore verso un figlio. Un figlio “voluto da Dio”, e non “pazzo”, e una madre che disegna una famiglia, colpita si, ma ancora in piedi. Il tutto raccordato dall’amicizia di un’amica, compagna di vita, segnata ma con la speranza di continuare per sempre ad esser felice. Il merito di Dolan è colpire con estrema eleganza, gusto e [...] Vai alla recensione »
A venticinque anni, un (bel) po’ di sana incoscienza è inevitabile e allora il canadese francofono Dolan scrive e dirige queste montagne russe di emozioni che mischiano tocchi di commedia, in maggioranza nella prima parte, e scene grondanti melodramma che dominano il tratto conclusivo, utilizzando schemi e situazioni che finiscono per alternare il teatro da camera a tocchi di pura estetica [...] Vai alla recensione »
Inquietudine e senso di soffocamento dato dal restringimento dello spazio entro cui Xavier Dolan ci racchiude, sono sensazioni immediate da cui si avverte l’urgenza di sottrarsi, di scappare. Ma Dolan non ci lascia tempo per proteggerci, ci inchioda alla poltrona trascinandoci fino allo strazio in uno spazio angusto dove si respira aria di amore malato con un’energia esplosiva, [...] Vai alla recensione »
Mommy di Xavier Nolan Diane Després (Anne Dorval), una bella signora 40enne, è vedova da alcuni anni; gran fumatrice e bevitrice, affronta un grave problema in aggiunta alla recente perdita del lavoro: suo figlio Steve (Antoine-Olivier Pilon), recluso in un istituto di correzione canadese per minori, ha procurato gravi ustioni ad un altro ragazzo internato, avendo appiccato il fuoco all’aula scolastica. [...] Vai alla recensione »
E' stupefacente come un ragazzo/regista di 25 anni sappia fare un film così. Tutti lo dicono ma questa volta ..... è la verità. Prova difficile, una mattonata allo stomaco dall'inizio alla fine, senza bisogno di nomi altisonanti come attori; forse meglio così ----- se penso a qualche italiano nei panni di Steve o Diane .
Film in cui si racconta di una mamma che deve prendersi cura del proprio figlio affetto dal deficit di attenzione, e pertanto abbastanza disturbato psicologicamente, il quale, dopo numerose azioni vandaliche, è stato cacciato dall'istituto presso cui era in cura. Non volendo rinchiuderlo nuovamente in un altro istituto o, peggio, nel riformatorio, ella decide di tenerlo in casa con [...] Vai alla recensione »
La potenza espressiva di Xavier Dolan è ormai indiscussa. Film dopo film, il regista canadese attua una ricerca formale sempre più interessante che si manifesta con un sapiente uso di ogni elemento cinematografico: dalla fotografia al montaggio, dai formati dell’immagine alla colonna sonora. In Mommy quest’importanza del sonoro emerge in modo assai marcato.
Voglio dedicare queste note soprattutto al tipo di inquadratura che il regista sceglie per quasi tutto il film. Essa occupa poco più di un terzo dello schermo e fin da subito lo spettatore avverte che non si tratta di un film facile, anche perché le immagini lo costringono a un'attenzione nervosa e composta al tempo stesso. Non ci si può distrarre perché non si sa dove far riposare lo sguardo: tutto [...] Vai alla recensione »
Questo flm è come le medicine: si dice che più siano cattive, più siano efficaci. Regia coinvolgente con la trovata geniale di restringere il formato a un quadrato perfetto, ma claustrofobico per quasi tutto il film, alllargandolo solo in due occasioni : un raro periodo di felicità e spensieratezza (bruscamente interrotto da una citazione in giudizio) e [...] Vai alla recensione »
Il primo elemento che colpisce in questo film è il formato con cui ci viene presentato, un rettangolo stretto, dove c'è posto per poche persone alla volta, si capisce così, dopo pochi minuti, che siamo su un piano molto introspettivo del racconto, il seguito dimostra che il lettino dello psicoanalista è per soli tre posti.
Toccante, delicato, mai esagerato e mai banale, una storia di vita, come ce ne sono tante nel mondo, ma raccontata e interpretata ,sia dal regista che dagli attori, così realisticamente e mi viene da dire così "naturalmente", da venire conpletamente risucchiati nel vortice di emozioni che la storia ha in sè. Le musiche che accompagnano le varie situazioni della storia, [...] Vai alla recensione »
Il regista racconta una splendida storia d'amore familiare , attraverso personaggi multiproblematici ,complessi, ma allo stesso tempo fragili e teneri. Il linguaggio dei protagonisti non sfiora ma il melenso ,anzi talvolta si propone come lama tagliente nel petto delle educande,ma riesce a non scadere nel volgare. Madre , figlio e una vicina di casa finiscono per formare un originale [...] Vai alla recensione »
Un film che entra lentamente dentro come l affilatissima lama di un coltello, lancinante e con un dolore che non si avverte quasi come il lieve tocco della punta della sua lama. All’ inizio sembra il solito stilema di film su grandi traumi elaborati o meno, ma il suo taglio è originale, senz’altro autoriale, soprattutto la scelta di attori caratteristi, la mamma e il figlio Steve, poi la lama entra [...] Vai alla recensione »
Siamo nel Quebec, in un futuro prossimo. Sin dalle prime scene, capiamo che è stato approvata dallo stato una discutibile legge, tal S-14, che consente ai parenti di minori difficili, in caso di emergenza, di effettuare un ricovero coatto presso un istituto psichiatrico. Diane e il figlio Steve, due volti per una storia concitata dalle tinte drammatiche.
Sono rimasta basita leggendo su questo film recensioni di critici accreditati su importanti quotidiani che utilizzano termini tipo melo', commedia, videoclip,o addirittura "fondamentalmente divertente". Nella sala dove ho visto il film c'era un silenzio denso di tensione ed emozione e quando si sono accese le luci molte persone sono rimaste sedute quasi a voler [...] Vai alla recensione »
Xavier Dolan alla quinta pellicola , finalmente esce in italia e lo fa con un film maturo e artisticamente sopra le righe, il miglior film dell 'anno. Buona sceneggiatura basata su un ottimo soggetto , Mommy regala emozioni sonore e visive ad ogni inquadratura. Dolan ragazzo canadese , giovane e capace , eccede a tratti nel voler far vedere quello che sa fare , ma tutto gli riesce a meraviglia [...] Vai alla recensione »
Diane Després (Anne Dorval), un po’ sfrontata, un po’ indifesa, improbabile in un abbigliamento per cui non ha più l’età, in guardia verso un mondo ostile, irrompe aggressivamente sulla scena quando la direttrice di una scuola/collegio di recupero le riconsegna il figlio adolescente Steve (Antoine Pilon), che ha tentato di dar fuoco alla mensa, ustionando [...] Vai alla recensione »
Premessa: siamo in presenza di un grande film, di quelli che per intensità e spessore artistico, non si vedono di frequente. Opera tanto più straordinaria se si considera che il regista canadese (oltre che attore e doppiatore) Xavier Donan a 25 anni non è neppure un esordiente. Talento precocissimo, Donan stupisce per la capacità di penetrare e descrivere senza steccati [...] Vai alla recensione »
Mommy (2014) Regia di Xavier Dolan. Il 5° film del 25enne regista franco-canadese - che firma anche sceneggiatura, costumi e montaggio - è uno psicodrammaIl che racconta di un rapporto madre-figlio a dir poco 'claustrofobico', come il formato che Dolan sceglie per il film, in 4:3. Diane, è una madre continuamente divisa tra l’amore per il figlio Steve e il [...] Vai alla recensione »
Canada. Una donna vedova e con un lavoro più che precario cerca di occuparsi del figlio con problemi comportamentali coadiuvata da una insegnante vicina di casa. Premio della giuria a Cannes per uno dei film più angoscianti ma belli degli ultimi tempi. Impossibile non provare compassione per questa famiglia disfunzionale rapidamente caduta in disgrazia dopo un periodo di relativo benessere [...] Vai alla recensione »
Un film impegnativo e molto toccante, una bellissima storia d'amore e odio tra i tre protagonisti, la madre Diane, il figlio Steve (affetto da deficit di attenzione e iperattivo) e la amica-vicina di casa Kyla (insegnate in anno sabatico affetta da balbuzie invalidante). Durante il fim i personaggi si incontrano ed è come se si salvassero a vicenda dalle loro vite complicate.
Diane Deprés (Dorval) è una madre disperata: suo figlio Steve (Pilon) ha un deficit di attenzione e iperattività, è violento, non cattivo, ma oggettivamente pericoloso, inoltre ha perso un lavoro, ed è sommersa dalle spese da pagare per le malefatte del figlio. In una nuova casa, dopo aver recuperato Steve dal centro di riabilitazione, cercherà di costruire, [...] Vai alla recensione »
Xavier Dolan, Québec, ventisei anni e sei film alle spalle. Una mente d’altri tempi, non c’è che dire. Sì, perché Dolan non è solo un regista prolifico da un film all’anno, ma è soprattutto un autore di sostanza, che pensa, scrive e modella i suoi film, dall’inizio alla fine. Basta citare Heartbeat, Tom à la ferme e Laurence [...] Vai alla recensione »
Forse manca ancora un pezzetto, poi questo regista sarà definitivamente nell'olimpo. Una incredibile capacità di guida degli attori, lasciandoli liberi e nel contempo prigionieri di una camera che sembra assente quanto riesce ad entrare dentro le psicologie anzi le psicosi di questo struggente terzetto. Una madre tormentata e torturata dalla vita, un figlio dolcissimo e pieno di [...] Vai alla recensione »
Quando Steve entra nel locale karaoke accompagnato dalla madre e da un uomo che le fa la corte, chiede di poter fare un duetto, cantando una canzone intitolata “vivo per lei”. Quando inizia a cantare viene subito deriso dall’umanità sfinita che lo circonda. In quella scena, fino a che non smette di cantare, Steve diventa un idiota Dostoievskijano, e riesce a capire [...] Vai alla recensione »
A Xavier Dolan, giovanissimo cineasta canadese, un fragoroso applauso! È quasi incredibile cosa è riuscito a creare con poca esperienza cinematografica alle spalle; secondo me già solo per questo avrebbe meritato la Palma d'Oro a Cannes. Non mi dilungo sulla trama che già fu esposta da altri. Peccato con lo vidi nella versione originale in francese québécois, che sembra fosse molto più pregnante ed [...] Vai alla recensione »
Nel suo essere imperfetto- Ed io non nego che lo sia, non credo che questo giovanissimo regista l'abbia "volutamente" fatto così- "Mommy" resta comunque, secondo me, un grande film, per come esplora tutte le valenze dell'amore. Che non è solo quello "In coppia" -Nella sua accezione romantica e/o carnale-, ma anche quello [...] Vai alla recensione »
Steve è un adolescente con gravi disordini del comportamento. All’ennesimo gesto violento che compie nell’istituto di riabilitazione che frequenta, di fronte alla prospettiva del riformatorio o dell’applicazione della nuova legge canadese (che rende possibile per un parente fare internare per sempre una persona con disturbi psicologici) la mamma Diane, rimasta vedova, prova [...] Vai alla recensione »
La nomea del film è completamente esagerata. La pellica resta e rimane un film dotato di una storia interessante, ma che viene giocata su toni che definire "americani" parrebbe riduttivo. La scena in cui il protagonista, poi, va sullo skateboard ascoltando la musica e lievita quasi come il genio autistico di Shine rasenta l'inguardabile. Visto in lingua originale, oltretutto, quindi neanche si possa [...] Vai alla recensione »
Ecco a voi il film che vi farà pensare due volte prima di decidere di avere un figlio. Ebbene sì, perchè la vostra creatura potrebbe soffrire di deficit dell'attenzione, essere iperattivo, avere crisi di violenza incontrollata e insultare o dare fuoco ad ogni essere vivente che gli respira accanto fino a rendere la vostra vita un inferno.
Un applauso alla Good Films e alla famiglia Agnelli, che oltre al business si concede il lusso di portare un raggio di luce nelle nostre sale, a riconferma che non bisogna passare per forza attraverso le maglie di Medusa, Rai - da un lato - e di Fandango, Bim, 01 - dall'altro. Perché, "d'accordo l'essai, ma che tiri su dei soldi, anche!" è una formula da cui neanche [...] Vai alla recensione »
Pur apprezzando la bravura degli attori, perfettamente immedesimati nei loro ruoli, ed anche la bravura del regista che costruisce una storia su pochi elementi, non condivido l'entusiasmo per questo film. Il motivo è che ha una metafora di base. Racconta una storia avvolta su se stessa senza riuscire a trasformare le immagini in un messaggio universale: ti prende sino a quando sei seduto sulla poltrona [...] Vai alla recensione »
Mommy è un pugno allo stomaco, emozionante, incisivo, ti rimane dentro per giorni. Regia sublime e geniale. Imperdibile. Un grande modo di fare cinema.
CHE VINCA TUTTO , NIENTE ESCLUSO. UN OPERA D'ARTE. TRE INTERPRETI DA OSCAR.
Ho letto in una recensione il desiderio di vedere il film una seconda volta, bè io non sono riuscito a vederlo tutto neanche la prima volta, mi ha creato un tale stato di ansia, stress, sofferenza fisica vera e propria che sono dovuto uscire prima ( quando alla fine la madre si decide a portarlo in riformatorio). Bello ma a tratti insopportabile, vorresti prendere la testa di quel ragazzo e [...] Vai alla recensione »
A volte non servono le parole per decrivere la bellezza di un'opera artistica. Basta vederla! Non c'è altro da aggiungere... Un film che emoziona e che considero tra i migliori degli ultimi anni
non si possono giudicare scelte estreme, condizionate da fattori superiori, film molto bello. Ottimi i dialoghi, la musica le riprese.
Davanti alla cinepresa di Xavier Dolan c'è posto solo per un personaggio alla volta. Personaggi ognuno a suo modo complesso, analizzati con una leggerezza mai banale, a tratti malinconica a volte violenta , un pò com'è il personaggio principale, il giovane Steve. Un racconto formativo, forse un pò troppo lungo, che descrive il tormentato rapporto fra madre e figlio [...] Vai alla recensione »
Un film ben realizzato, con una eccezionale Anne Dorval che interpreta il ruolo di madre con una profondità davvero rara. Credo che Dolan abbia voluto con questo film far entrare il cinema d'autore nelle grandi sale, renderlo ''accessibile'' a tutti. Il che non è assolutamente qualcosa di negativo. L'unico appunto che mi sento di fare è che nelle due ore [...] Vai alla recensione »
Mommy ci coinvolge perché parla di libertà, osando non poco. Una libertà sia espressiva sia tecnica, con la sapiente e provocatrice ripresa con un rapporto visivo fastidioso al primo impatto. E proprio quest’ultimo riesce a dilatarsi in alcune occasioni. In una bellissima scena il figlio riesce, con le proprie mani, ad allargare il rapporto 1:1 portandolo al 16:9, sentendosi [...] Vai alla recensione »
Ciao mi chiamo Francesca. Sono amante dei films drammatici e psicologici. Scusate: non conoscevo e non ne avevo neppure sentito parlare del film "Mommy"..... Per curiosità l'ho guardato. Non ho parole! È uno dei film più belli che ho visto: drammatica la storia, difficile il rapporto di amore-odio fra madre e figlio ed estremamente commovente!!!!! Lo [...] Vai alla recensione »
Bellissimo ed emozionante dall'inizio alla fine, non riesco a trovargli un punto debole
Un film che lascia senza fiato dall'inizio alla fine. Onestamente gli attori ed il regista mi erano del tutto ignori, ma la loro ineccepibile interpretazione di personaggi non facili da portare in scena, mi ha lasciata in uno stato di completa estasi. La pellicola dà uno spaccato sfacciatamente reale di una vita complicata, optando per un'inquadratura ridotta rispetto al solito (chiedo [...] Vai alla recensione »
E' tutto verissimo, bravo regista, bravissimi attori, storia plausibile e drammaticamente comune. Ma vedere un film per questo non basta. E' difficile e angosciante e bisognerebbe saperlo, prima di andare al cinema; bisognerebbe che le recensioni e i commenti rilevassero questa pesantezza, ne dessero idea a chi va a vedere qualcosa di importante, sì, ma desidera anche uno svago e non [...] Vai alla recensione »
Regista fino ad oggi sconosciuto, è stato per me una piacevolissima sorpresa. Non so decidermi, tra Mommy e Boyhood, su quale sia il miglior film dell'anno.
ME LA LASCIATE DIRMELA UNA COSA? FORZA DOLAN......SEMPRE! BHE', RAGAZZI, QUESTO GIOVANE REGISTA CANADESE SEMBRA AVERE ALMENO DUE MARCE IN PIU' RISPETTO AI SUOI PIU' ANZIANI COLLEGHI FAMOSI (PENSATE A CHI VOLETE) CHE SEMBRANO ORMAI CROGIOLARSI NELLE GLORIE DI UN PASSATO SEMPRE PIU' LONTANO E PERSI IN UN PRESENTE SENZA PIU' GENIALITA'. FORSE SOLO IL VECCHIO CLINT E' IN GRADO DI MANTENERSI SU STANDARD [...] Vai alla recensione »
Non è stato candidato agli OSCAR? Non ho mai creduto alla sincerità di holliwood. Ma un poco di ipocrisia ce la potevano mettere candidando questo film.
Nel 2015 il Québec approva una legge che permette ai genitori di liberarsi dei figli problematici facendoli internare per sempre. Diane, detta Die, vedova sulla quarantina, è la madre del quindicenne Steve, nel quale deficit di attenzione e iperattivismo sfociano in crisi di violenza. Tuttavia Diane decide di tenerlo con sé. Benché i due si amino molto, la convivenza è piena di urla, litigi, malintesi. [...] Vai alla recensione »
In una cittadina del Quebeq del futuro prossimo, Diane è la madre single di Steve, adolescente affetto da ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione) e dunque difficilmente gestibile, figuriamoci per una donna sola e precaria. Ciononostante il legame tra i due è solido, costruito sulla complicità di codici indecifrabili dall'esterno. Nel duetto trova spazio una terza figura, Kyla, vicina di casa prima [...] Vai alla recensione »
Il più allegro e impudico, il più disperato e colorato, il più imprevedibile e "palmabile" dei film visti quest'anno a Cannes (anche se poi si sarebbe "accontentato" del premio alla regia ex aequo con Godard) si intitola semplicemente Mommy: e trattandosi di una storia d'amore, anche se sui generis, giustamente arriva in sala per Natale. Difficile etichettarlo, come vorrebbe la dittatura del marketing [...] Vai alla recensione »
A Cannes ci era sembrato che l'ex-aequo della Giuria a Adieu au Langage e Mommy, consacrando l'84enne Jean-Luc Godard nel suo aureo crepuscolo avesse penalizzato il 25enne Xavier Dolan nel suo irruento emergere. Ma è indubbio che, oltre a rappresentare un onore in sé, il premio a pari merito col maestro della Nouvelle-Vague ha ben sottolineato il carattere sperimentale/spericolato del cinema del regista [...] Vai alla recensione »
Sfibrante dramma canadese, una storia d'ordinario squallore con triplice crisi esistenziale. È affetto dalla sindrome di deficit di attenzione l'irrequieto quindicenne Steve. Cacciato dall'istituto, è affidato alla madre, la combattiva e squattrinata vedova Dìalle. Che strana amicizia con la giovane dirimpettaia, la timida insegnante balbuziente Kyla.