mickey97
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domenica 28 dicembre 2014
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capolavoro! baymax è fantastico
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Il film è ambientato nella metropoli futuristica San Fransokyo ( un mix architettonico fra Tokyo e San Francisco ) dove Hiro, un genietto della robotica spende le sue virtù nelle competizioni clandestine di robot, a salvarlo da questo ambiente è proprio il fratello maggiore Tadashi, il quale cerca di convincerlo ad entrare a far parte del San Fransokyo Institute of Tecnology. Dopo aver visitato questa facoltosa università e conosciuto Baymax, un robot gonfiabile in vinile programmato per fornire ausilio fisico e psicologico, riesce a convincersi che quello è proprio il posto ove può sfruttare tutto il suo ingegno ma durante la sera della fiera di presentazione, nella quale riesce a primeggiare grazie ai suoi Microbot, l'istituto è improvvisamente avvolto dalle fiamme e suo fratello Tadashi perde la vita.
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Il film è ambientato nella metropoli futuristica San Fransokyo ( un mix architettonico fra Tokyo e San Francisco ) dove Hiro, un genietto della robotica spende le sue virtù nelle competizioni clandestine di robot, a salvarlo da questo ambiente è proprio il fratello maggiore Tadashi, il quale cerca di convincerlo ad entrare a far parte del San Fransokyo Institute of Tecnology. Dopo aver visitato questa facoltosa università e conosciuto Baymax, un robot gonfiabile in vinile programmato per fornire ausilio fisico e psicologico, riesce a convincersi che quello è proprio il posto ove può sfruttare tutto il suo ingegno ma durante la sera della fiera di presentazione, nella quale riesce a primeggiare grazie ai suoi Microbot, l'istituto è improvvisamente avvolto dalle fiamme e suo fratello Tadashi perde la vita.
Big Hero 6 è un prodotto in chiave moderna e l'ennesimo capolavoro targato Disney. Baymax si afferma sullo schermo e si rivela estremamente simpatico con tutta la sua goffagine, diciamo che è a dir poco irresistibile e le risate sono a dir poco assicurate. Egli viene sempre più valorizzato così come Hiro e gli altri personaggi, il film inoltre tratta di temi importanti quali l'elaborazione del lutto affiancata dal valore dell'amicizia, il sacrificio e la vendetta, da qui deriva un insegnamento per tutti noi, vendicarsi non serve a nulla poichè la persona che non c'è più ( in questo caso Tadashi ) non avrebbe mai voluto questo. Questo film riesce ad alternare le parti comiche con quelle drammatiche senza falsare la narrazione che procede invece in maniera pulita ed ordinata, si ride e si rischia di piangere ma con piacere. In Big Hero 6 ci sono proprio tutti gli ingrendienti che rendono felice e soddisfatto lo spettatore più piccolo e più grande, un film da non perdere assolutamente.
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jacopo b98
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mercoledì 24 dicembre 2014
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un trionfo!
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A San Fransokyo il piccolo ragazzino Hiro è un genietto di robotica e inventa piccoli robottini per vincere combattimenti clandestini. Il fratello maggiore Tadashi invece va all’università di robotica, dove crea il “coccoloso” robot Baymax. Quando scopre della passione illegale del fratello, Tadashi lo invita a smettere e a sfruttare il suo genio in modo più costruttivo, frequentando anch’egli la prestigiosa università. Per entrare nella scuola ogni aspirante allievo deve presentare un’invenzione che lasci a bocca aperta il preside. Hiro crea un’invenzione rivoluzionaria e pericolosissima, che però gli viene rubata.
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A San Fransokyo il piccolo ragazzino Hiro è un genietto di robotica e inventa piccoli robottini per vincere combattimenti clandestini. Il fratello maggiore Tadashi invece va all’università di robotica, dove crea il “coccoloso” robot Baymax. Quando scopre della passione illegale del fratello, Tadashi lo invita a smettere e a sfruttare il suo genio in modo più costruttivo, frequentando anch’egli la prestigiosa università. Per entrare nella scuola ogni aspirante allievo deve presentare un’invenzione che lasci a bocca aperta il preside. Hiro crea un’invenzione rivoluzionaria e pericolosissima, che però gli viene rubata. In seguito alla morte del fratello in un incendio, Hiro si mette sulle tracce del ladro, aiutato da Baymax e dagli amici del defunto fratello. È il 54° classico Disney, ma è tratto da un fumetto MARVEL, che Don Hall e Jordan Roberts hanno brillantemente adattato per lo schermo. È un altro ennesimo esempio di quando anche l’animazione computerizzata possa essere creativa, commovente, geniale. Perché di fatto Big Hero 6 ha il suo cuore pulsante non tanto nella sua peraltro indubbia potenza visiva, quanto più nella caratterizzazione brillante dei personaggi, e in particolare dei protagonisti: Hiro e Baymax. Uno è uno dei più bei personaggi Disney di sempre, l’altro è senza dubbio il robot cinematografico meglio riuscito degli ultimi anni e non solo. Gli sceneggiatori vanno a fondo su temi importanti e complessi e li rendono comprensibili a tutti, ai più piccoli e ai più grandi, ed è anche per questo che Big Hero 6 è così riuscito: perché è universale nella trasmissione del suo universale messaggio. E non è cosa da poco. Non mancano sequenze spassosissime e l’azione è spettacolare come non mai. Insomma: un trionfo!
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giacomo95
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mercoledì 7 gennaio 2015
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ciao, io sono baymax!
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Baymax è un robot gonfiabile costruito per aiutare le persone nei momenti di dolore psicologico e/o fisico; una sorta di infermiere, che sia di aspetto tranquillizzante per i pazienti, e sappia cosa fare nel momento del bisogno. Nel corso della prima parte del film, accade un evento tragico. A seguito del quale appare un nemico, che parrebbe esserne il responsabile. Baymax si ritroverà a dover cercare di catturare il nemico, grazie al protagonista - Hiro, che "potenzierà" il robot rendendolo in grado di combattere - e ai suoi amici, che diverranno anch'essi dei combattenti super-accessoriati.
Un film piuttosto ben riuscito, adatto a tutta la famiglia, che sicuramente entrerà nella lista dei classici Disney da vedere e rivedere.
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killbillvol2
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martedì 3 marzo 2015
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la disney (purtroppo) sa quello che fa.
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La Disney ha comprato la Marvel. E se qualcuno non se ne fosse accorto, con l'arrivo puntuale, perenne e ormai inarrestabile di cinefumetti nelle sale di tutto il mondo, la casa di produzione che ha fatto sognare migliaia di bambini, con animazione magnifica, che ha forgiato l'immaginario collettivo, ha deciso di farne uno anche per i più piccoli.
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La Disney ha comprato la Marvel. E se qualcuno non se ne fosse accorto, con l'arrivo puntuale, perenne e ormai inarrestabile di cinefumetti nelle sale di tutto il mondo, la casa di produzione che ha fatto sognare migliaia di bambini, con animazione magnifica, che ha forgiato l'immaginario collettivo, ha deciso di farne uno anche per i più piccoli. Come? Si prende un fumetto misconosciuto, si ridisegnano i personaggi per renderli più vendibili anche come peluche alle mandrie di piccolini appena usciti dal cinema, ed ecco che il successo commerciale e critico è servito. E' proprio quest'ultimo fatto che sorprende di più: ovazioni critiche ovunque. Big Hero 6 è stato definito come un nuovo classico, un capolavoro, forse un nuovo inizio per la Disney. Se ciò è vero, si preferisce chiudersi in casa a riguardarsi in loop i vecchi film di animazione, quelli che trasudavano artigianalità, che erano completamente diversi da un videogioco, nel quale si stanno trasformando tutti i cartoni animati e, ahinoi, anche questo Big Hero 6. La CGI usata a dovere potrebbe rappresentare davvero un'avanguardia (come per i capolavori della Pixar, Monsters & Co. e Wall-E) e riuscire a salvare film dall'oblio (il mediocrissimo Ribelle-The Brave), ma nell'ultimo film della Disney l'uso è pari a quello di uno dei più scarsi blockbuster degli ultimi anni. Non perché sia scadente, tutt'altro. Perché non è volta a creare immagini e invenzioni visive, come accadeva nelle pellicole citate, ma solamente per impasticciare tutta la (minima e prevedibile) trama con scene d'azione troppo lunghe, mai divertenti (non capisco come non si annoino i bambini) o coinvolgenti, a volte persino ardue da comprendere, come nella peggior tradizione fumettistica. Non bastano brevi scorci di una San Fransokyo, città futuristica davvero sbalorditiva, per risollevare il piano visivo di un film fatto di contaminazioni poco riuscite. E poi, arriva lui, Baymax, il robot ciccione, soffice e infermiere che tutti aspettavano. Peccato che compaia dopo una mezz'ora di film ai limiti del noioso, infarcita di stereotipi per far appassionare i nerd, con un protagonista antipatico la cui acconciatura è già servita per un cosplay. Personaggio principale che, all'entrata in scena del robot, slitta facilmente in secondo piano, e, per almeno un quarto d'ora, sembra quasi un bene: la furia adorabile e anarchica di Baymax è davvero irresistibile e non si può non adorarlo come degli infanti mentre consola Hiro a causa della mancanza del fratello, morto misteriosamente. Questi pochi minuti sono l'unica cosa che, a fine visione, rimane. Rimane una gioia infantile ritrovata, rimane lo stupore verso la vita e le bellezze che essa nasconde, anche nei momenti più bui (un lutto in famiglia), tema affrontato in modo adulto ed efficace. Tutto però, ricade miseramente nel banale, nella rincorsa di un colpo di scena, di una svolta che abbia anche solo la parvenza di essere originale che, puntualmente, non arriva mai, e si finisce, come già detto, con le solite e noiose botte da orbi inutili. Ciò, però, dimostra che la Disney sa perfettamente ciò che sta facendo, lo sa fin troppo bene. Nello sfornare film mirati a un certo sesso (l'anno scorso Frozen era spiccatamente per le bambine), nel realizzare prodotti che possano essere sfruttati fino allo sfinimento, che esso sia dentro la sala cinematografica o nel più vicino negozio a tema, trasformando il tutto in una vera e propria industria, in una factory. Non si vuole criticare la computer graphica e neanche l'evidente eccesso di azione, ma il modo con cui questi sono utilizzati. Comparando quest'ultimo lavoro disneyano al recente The LEGO Movie (entrambi operazioni smaccatamente commerciali ed entrambi composti da personaggi vendibili fuori dal cinema), il secondo ne esce completamente vincitore: se il film di Lord e Miller è un inno al non far parte di un sistema fatto di mode imposte da altri (e riesce ad esserlo facendone parte), al non essere un mattoncino incollato, Big Hero 6 è uno di questi ultimi lego, destinati non solo a rimanere loro stessi fissi per sempre e schiavi di qualcuno, ma anche a convincere i propri spettatori a fare lo stesso. La Disney sa quello che sta portando avanti ormai da qualche anno. E ciò fa (mi piange letteralmente il cuore a dirlo) terribilmente paura. Speriamo nel ritorno di Pete Docter e della Pixar, perché l'unica cosa che è riuscita a cogliere l'attenzione di Big Hero 6 è il cortometraggio che lo ha preceduto (Winston).
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(di renato c.)
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paperstreet
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venerdì 26 dicembre 2014
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da vedere.
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Emozionante. Trovate molto carine. Un film decisamente per tutti a discapito del format che parrebbe interessare soprattutto il pubblico dei più piccoli. Visto il periodo (supereroi) e vista la produzione (Disney) è lecito attendersi un sequel. Vedremo. Per adesso, non perdetelo.
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andrea diatribe
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domenica 28 dicembre 2014
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un baymax al giorno toglie il medico di torno
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Big Hero 6 è il nuovo film d’animazione della Disney, e il primo ispirato a un fumetto sui supereroi omonimo della Marvel (di proprietà della casa di Topolino).
Il film ci catapulta immediatamente nei vicoli notturni della metropoli futuristica San Fransokyo (un mix architettonico di San Francisco e Tokyo), dove Hiro Hamada, un giovane prodigio della robotica, impiega il suo genio nei bot fight, combattimenti clandestini in cui i duellanti utilizzano robot. Hiro è uno scapestrato adolescente che non impiega bene le sue virtù, se non fosse per suo fratello maggiore Tadashi – artefice di Baymax, un robot gonfiabile XXXL in vinile che si presta come infermiere tuttofare – che lo incoraggia a iscriversi alla prestigiosa San Fransokyo Institute of Technology, scuola d’avanguardia nella ricerca scientifica composta da giovani talenti.
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Big Hero 6 è il nuovo film d’animazione della Disney, e il primo ispirato a un fumetto sui supereroi omonimo della Marvel (di proprietà della casa di Topolino).
Il film ci catapulta immediatamente nei vicoli notturni della metropoli futuristica San Fransokyo (un mix architettonico di San Francisco e Tokyo), dove Hiro Hamada, un giovane prodigio della robotica, impiega il suo genio nei bot fight, combattimenti clandestini in cui i duellanti utilizzano robot. Hiro è uno scapestrato adolescente che non impiega bene le sue virtù, se non fosse per suo fratello maggiore Tadashi – artefice di Baymax, un robot gonfiabile XXXL in vinile che si presta come infermiere tuttofare – che lo incoraggia a iscriversi alla prestigiosa San Fransokyo Institute of Technology, scuola d’avanguardia nella ricerca scientifica composta da giovani talenti. Hiro sostiene il test d’ammissione positivamente portando i microbot, minuscoli robot che, tramite controllo mentale, possono aggregarsi per assumere qualsiasi forma. Una scomparsa improvvisa si abbatterà però sulla vita di Hiro che, per fortuna, troverà accanto a sé un aiuto sia sanitario che emotivo da Baymax e da un gruppo di studenti che si uniranno per smascherare un criminale chiamato Yokai, il quale sta sfruttando l’invenzione di Hiro a sua insaputa.
Dopo il film Pixar Gli Incredibili - Una "normale" famiglia di supereroi, il cinema americano d’animazione ritorna a parlare di supereroi. La volontà di portare sul grande schermo un comics Marvel viene affrontata per la prima volta dalla Disney inserendo, nella sua cultura tradizionalmente occidentale, una ventata di gusto asiatico: lo si vede bene nella città esotica di San Fransokyo – che per la sua creazione digitale si è servita di un software di rendering, Hyperion, appositamente sviluppato per il film – in cui le luci al neon e l’energia della capitale giapponese si amalgamano all’architettura storica di San Francisco; altri esempi di questo fenomeno si trovano nel protagonista, disegnato con tratti e capelli tipicamente orientali, e nel cattivo di turno che porta una maschera kabuki (dalla tradizione teatrale giapponese). Questa scelta di ibridazione architettonica è di riflesso anche culturale e sociale, e farà contento non solo il mercato statunitense ed europeo ma anche quello orientale.
Don Hall e Chris Williams, registi del film, propongono un racconto di formazione con una coppia insolita, Hiro e Baymax, che può essere affiancata a quella – pur essendo al tempo stesso diversa – del giovane e del drago vista nei recenti gioiellini DreamWorks Dragon Trainer e Dragon Trainer 2. L’affiatamento che si va a creare lentamente nei due protagonisti, nelle sequenze delle cavalcate aeree, viene riproposto nel film Disney, in una delle scene più mozzafiato del film, dove Hiro vola, piroettando sulla città, con Baymax, che indossa un’armatura con razzi costruita dal ragazzo. Viene anche da pensare che tutto questo sia anche una sottile frecciatina artistica e commerciale alla casa concorrente della Disney.
Pur avendo un buon gruppo di personaggi che vanno a formare il gruppo di supereroi, il pezzo forte per grandi e piccini è vistosamente dato dal personaggio extralarge di Baymax che invade lo schermo con la sua simpatica andatura e il suo altruismo “programmato”, con gag fisiche basate sulla lentezza (almeno inizialmente) dei suoi movimenti che vanno controcorrente a un montaggio dal ritmo altrimenti veloce, e che sostiene una trama che si sviluppa in maniera lineare e ordinata, che fa scorrere la visione del film senza intoppi che possano annoiare lo spettatore. Il tema del lutto e della sua elaborazione (come nei classici capolavori Bambi e Il Re Leone) viene affrontato nel racconto insieme ai valori dell’amicizia, della giustizia che può rischiare di divenire vendetta, e lo spirito di sacrificio che è tipicamente un valore cardine dell’animazione giapponese.
Dopo il successo precedente di Frozen - Il Regno di Ghiaccio, la Disney ha cambiato completamente rotta, portando il racconto da un’ambientazione nordica a una città futuristica, in cui a dominare non è la tradizione delle fiabe, ma quella più moderna dei supereroi.
I pregi maggiori di Big Hero 6 rimangono la bellezza esotica di San Fransokyo – pensando anche alla sua folla caratterizzata da ben 670 personaggi diversi, che sono un record – una colonna sonora su cui spicca la canzone appositamente incisa per il film dai Fall Out Boy, Immortals, e il robot-infermiere (doppiato sorprendentemente bene da Flavio Insinna) che, se da una parte fa ridere e riesce a commuovere tanto (specialmente in due scene), dall’altra risulta troppo ingombrante e scioccamente ripetitivo in qualche scena: per questo rimane un gradino più in basso di Frozen e non riesce a essere un capolavoro.
Il film è preceduto dal corto Winston e dopo i titoli di coda di Big Hero 6 c’è una scena con un cameo di un signore piuttosto conosciuto nella Marvel.
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pathisas
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lunedì 29 dicembre 2014
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classico film alla disney, ma con qualcosa in più.
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Non c'è nulla da fare, bisogna arrendersi all'evidenza: la Disney ha fatto di nuovo il colpaccio.
Avevo qualche perplessità all'inizio, considerando che questo è statop il primo progetto Disney con lo stampo "marveliano". Robot, cose futuristiche... temevo che la Disney stesse facendo il passo più della gamba. E invece no. Mi ha sorpreso. Grafica praticamente perfetta, una storyboard un pò banale ma buona ( ricordiamo che comunque è un film destinato ai bambini), ottima caratterizzazione dei personaggi, soprattutto di Bay-Max, che pur non avendo espressività facciale, riusciva comunque ad essere comunicativo al massimo, mostrandosi sempre morbidosamente coccoloso ed estremamente dolce. Tutti i personaggi sono nel genere costruiti abbastanza bene, anche i clichè sono davvero tanti.
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Non c'è nulla da fare, bisogna arrendersi all'evidenza: la Disney ha fatto di nuovo il colpaccio.
Avevo qualche perplessità all'inizio, considerando che questo è statop il primo progetto Disney con lo stampo "marveliano". Robot, cose futuristiche... temevo che la Disney stesse facendo il passo più della gamba. E invece no. Mi ha sorpreso. Grafica praticamente perfetta, una storyboard un pò banale ma buona ( ricordiamo che comunque è un film destinato ai bambini), ottima caratterizzazione dei personaggi, soprattutto di Bay-Max, che pur non avendo espressività facciale, riusciva comunque ad essere comunicativo al massimo, mostrandosi sempre morbidosamente coccoloso ed estremamente dolce. Tutti i personaggi sono nel genere costruiti abbastanza bene, anche i clichè sono davvero tanti. Il punto debole del film, oltre alla storyboard, è qualche scelta stilistica, come il nome della città (San Fransokyo), che è decisamente imbarazzante, ma credo che la colpa più che della Disney sia di di Steven T. Seagle e Duncan Rouleau (i creatori del fumetto originale). La trama, nonostante tutto, è risultata comunque essere coinvolgente, da scene elettrizzanti e divertenti a scene commoventi e toccanti. Io non lo considero un capolavoro, ma ci si avvicina molto, ed è un film estremamente piacevole da vedere. I fazzoletti portateli, non si sa mai
Bah-la-la-la-la-la!
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harry manback
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mercoledì 31 dicembre 2014
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un quasi capolavoro
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Ennesima sorpresa ben gradita questo nuovo prodotto Disney.
Dopo un film come "Frozen - Il regno di ghiaccio", che ha praticamente spaccato pubblico e critica (io sono tra quelli che l'hanno adorato), forse la Disney riuscirà a mettere tutti quanti d'accordo con questo ottimo film d'animazione tratto da un fumetto Marvel (sconosciuto, forse , anche ai più accaniti lettori).
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Ennesima sorpresa ben gradita questo nuovo prodotto Disney.
Dopo un film come "Frozen - Il regno di ghiaccio", che ha praticamente spaccato pubblico e critica (io sono tra quelli che l'hanno adorato), forse la Disney riuscirà a mettere tutti quanti d'accordo con questo ottimo film d'animazione tratto da un fumetto Marvel (sconosciuto, forse , anche ai più accaniti lettori).
"Big Hero 6" ha tutti gli ingredienti che un buon film d'animazione dovrebbe avere, anche di quelli più banali, dalla comicità infantile tipicamente disneyiana, ai buoni sentimenti, ma anche un ingrediente nascosto, che lo si può gustare con la morte del fratello di Hiro, non che la morte non sia mai stata presente nei film Disney, come qualcuno ha affermato, secondo me, sbagliando (potrei citare "Bambi", "Il Re Leone" o il sottovalutato "Koda, fratello orso"), ma sicuramente non è mai stata così vicina a noi, considerato anche che i film da me citati hanno per protagonisti animali.
Tra l'altro, ho trovato molto interessante tutto lo snodo narrativo successivo alla morte di Tadashi, con la sua fitta rete di misteri intricati, compresa la caratterizzazione di Hiro, che è stata criticata di essere troppo scarna e vuota, ma che secondo me trova proprio in questa dimensione di vuoto il suo punto di forza. Scusate ma come volete che venga caratterizzato un povero ragazzino che ha perso tutto ?
Ottima anche la caratterizzazione dei personaggi secondari, dal tenerissimo Baymax, che con la sua ingenuità da robot farà riflettere lo stesso Hiro sulle scelte della sua vita, agli amici nerd di Hiro, che lo aiuteranno ad acciuffare l'uomo con la maschera kabuki che ha rubato i suoi microbot, alla simpaticissima zia Cass.
Peccato per la caduta di stile finale con il prevedibilissimo sacrificio di Baymax (per carità, sicuramente emozionante ed intenso, ma telefonatissimo) e lo svelamento dell' identità dell'uomo con la maschera, sotto cui si celava il prof. Callaghan.
Anche questa scelta non è del tutto sbagliata, perché effettivamente sono gli indizi che ti dà il film a presupporre che ci sia lui sotto la maschera, ma è il motivo per cui ruba i microbot e diventa una sorta di super cattivone (lo devo ammettere, molto ben elaborato esteticamente) che non riesce a convincere appieno.
Probabilmente, senza questi difetti che, mio malgrado, non sono riuscito a reggere, avrei considerato "Big hero 6" un capolavoro a tutti gli effetti.
Per il resto il divertimento è garantito, il ritmo scorre perfettamente ed i personaggi sapranno farvi divertire ma anche scaldarvi il cuore.
VOTO 8
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(di harry manback)
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mattomarinaio
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lunedì 12 gennaio 2015
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ii regalo di natale
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Sembra facile ottenere un film animato di successo. Si mormora che basti un’animazione al passo con i tempi, personaggi dalla forma accattivante e tante tante battute divertenti. Ma la simpatia di scoiattoli, pinguini o Minions , non può prolungare il sorriso oltre i 90 minuti di permanenza nel cinema. Big hero 6 invece rientra nella categoria dei film che sollecitano il buonumore per tutta la giornata, fino al momento della buonanotte. Ok, è vero, l’argomento è stato già sf[+]
Sembra facile ottenere un film animato di successo. Si mormora che basti un’animazione al passo con i tempi, personaggi dalla forma accattivante e tante tante battute divertenti. Ma la simpatia di scoiattoli, pinguini o Minions , non può prolungare il sorriso oltre i 90 minuti di permanenza nel cinema. Big hero 6 invece rientra nella categoria dei film che sollecitano il buonumore per tutta la giornata, fino al momento della buonanotte. Ok, è vero, l’argomento è stato già sfruttato e ci sono decine di pellicole che propongono un amico gentile ma potente, in grado di proteggerci e di prendere ordini solo da noi. Ma Baymax (il robot protagonista) è più dolce di Atom (Real Steel), più veloce di Sdentato (Dragon Trainer) più coccoloso del Gigante di ferro, ed è capace di farci diventare eroi, strizzando l’occhio all’universo supereroistico giapponese (nel film c’è un po’ di Marvel ma anche e un po’ di Mazinga, di Astroganga, e di Tekkaman). Infatti Big Hero 6 è sì un prodotto per famiglie, da guardare immersi nel popcorn e nelle gelatine alla cocacola, ma riesce a toccare alcune corde che da tempo pensavamo insensibili e inaridite. Per bambini, ma anche per adulti che ricordano e si compiacciono di essere stati bambini. Un regalo inaspettato di questo Natale.
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ultimoboyscout
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sabato 28 febbraio 2015
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il robot ultra-soft.
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Il cartone celebra per la prima volta l'unione fra due major, Disney e Marvel. Il team Big Hero 6, infatti, è in origine un fumetto che ha debuttato nel 1997 sulle pagine di "Alpha Flight nr. 17" per poi guadagnarsi una propria e indipendente miniserie. Rispetta i tre classicissimi canoni Disney ovvero azione, divertimento e avventura ma si avvertono forti venature marveliane, con l'armatura di Baymax che rimanda a quella di "Iron Man". E' la storia di un'amicizia molto particolare, tra un bambino fin troppo sveglio e un robot infermiere gonfiabile creato per aiutare il prossimo, nella fantomatica metropoli futuristica di San Fransokyo, ibrido di San Francisco e Tokyo, Ovest ed Est.
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Il cartone celebra per la prima volta l'unione fra due major, Disney e Marvel. Il team Big Hero 6, infatti, è in origine un fumetto che ha debuttato nel 1997 sulle pagine di "Alpha Flight nr. 17" per poi guadagnarsi una propria e indipendente miniserie. Rispetta i tre classicissimi canoni Disney ovvero azione, divertimento e avventura ma si avvertono forti venature marveliane, con l'armatura di Baymax che rimanda a quella di "Iron Man". E' la storia di un'amicizia molto particolare, tra un bambino fin troppo sveglio e un robot infermiere gonfiabile creato per aiutare il prossimo, nella fantomatica metropoli futuristica di San Fransokyo, ibrido di San Francisco e Tokyo, Ovest ed Est. Il ragazzino, Hiro, grazie al robot Baymax scopre che c'è un cattivo in circolazione che si cela dietro una maschera del teatro kabuki e per salvare la sua città forma una squadra di amici nerd e geek pronti ad assecondarlo assieme al robot, ora dotato di fantastici upgrades. La cosa più complicata, probabilmente, era dare il giusto equilibrio ad azione ed emozioni, ed in questo i due registi, due autentici veterani quali Hall e Williams, sono stati bravissimi: il rapporto fra Hiro e Baymax nasce, cresce e si evolve fortificandosi e ciò regala sia risate che qualche singhiozzo. C'era molta attesa dovuta anche all'introduzione del nuovo e sofisticato software Denizen che permette di creare un numero impressionante di personaggi diversi, quasi delle comparse, come succede nei film. Non mancano battaglie, inseguimenti, scontri e microbot ma al centro della storia c'è un'amicizia vera e fortissima con uno spessore emotivo di assoluto rilievo che va ben oltre le aspettative. Un cartoon davvero ben fatto, "necessario" dopo il clamoroso successo dello scorso anno di "Frozen", preceduto da un simpatico corto che ha per protagonista il cane Winston. E l'Oscar è arrivato senza troppi patemi.
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