Secondo un vecchio detto, “il buongiorno si vede dal mattino” cioè se una giornata comincia bene allora, si spera, tutto andrà per il verso giusto. Viceversa se ci si alza fin dal mattino con la luna storta, la sfiga e il malumore finiranno per rovinare l’andamento dell’intera giornata.
Ne sa qualcosa il buon Carlo Vanzina che, con lo stile soft ed esilarante dei Cinepanettoni, dirige questa commedia in cui da Nord a Sud, attraverso sei simpatici episodi, ci affacciamo su una qualunque giornata degli italiani.
Abbiamo un De Sica principe che, appartenente a quella nobiltà economicamente in decadenza, non perde l’atteggiamento sofisticato scroccando qua e là, tra eventi mondani e vernissage di quartiere. Lino Banfi, invece, è un politico che, accusato di frode e corruzione, deve mettere insieme i voti al Senato che gli eviteranno l’arresto. Paolo Conticini è un tifoso sfegatato della Fiorentina, talmente superstizioso da snervare la storica fidanzata (Chiara Francini) che, dopo nove anni di fidanzamento, vorrebbe sposarsi. Teresa Mannino è una manager di successo che, rifiutando le sue origini meridionali, vive a Milano e ama ogni forma di tecnologia. Diego Abadantuomo è un padre di famiglia non molto amato e rispettato dai suoi familiari che dal Nord si è trasferito in Puglia. Maurizio Mattioli è un evasore fiscale che, avendo ricevuto una soffiata su una prossima visita della Guardia di Finanza, sta a “fa’ sparir tutto” assieme al loquace assistente (Gabriele Cirilli). Vincenzo Salemme è un notaio napoletano che, essendosi azzardato a chiamare una escort, si trova in guai seri con l’isterica moglie (Tosca D’aquino), passando da “Guerra e pace” a “Delitto e castigo”.
E così tra disavventure, truffe, partite allo stadio, corna, tradimenti, ricatti, inaugurazioni, eventi mondani, criceti spappolati, cene sgangherate e quant’altro i nostri protagonisti cercheranno di portare a termine la loro giornata, nel bene e nel male.
Scene molto divertenti sono quelle tra il politico Banfi e la “Bernarda”, mentre altre ci raccontano le disavventure della manager che viene rispedita a Lampedusa e il meridionalissimo e geniale colpo di “mischini”.
Ci fanno troppo ridere i battibecchi dei coniugi napoletani e lo spettacolo delle “Troiane”, come l’arte mima la vita. E ridiamo ancora per lo zio anziano e mezzo rimbambito di Mattioli e per le manie di Conticini per la sua squadra del cuore.
Eccezionale la performance di Christian De Sica che con il suo fare spocchioso e sprezzante ci ricorda tanto il padre Vittorio nell’interpretare personaggi immortali come il Conte Max o lo zio aristocratico di “Uomini e nobiluomini”.
Dulcis in fundo lo sketch finale che, arrivando a coinvolgere Fabrizio Frizzi (chiamato “Frizzoli” da Banfi) nella sua trasmissione “i soliti ignoti”, tira fuori il meglio della comicità degli attori facendoli uscire dai personaggi.
Come sempre, c’è da aspettarsi numerose critiche e giudizi negativi riguardo i film realizzati dai fratelli Vanzina in quanto vengono spesso etichettati come film patetici, squallidi, volgari, superficiali e nemmeno tanto comici. Io, personalmente, non li recrimino più di tanto in quanto penso che paradossali o meno siano comunque un ritratto forse un po’ grottesco della nostra società e, lungi dalla troppa serietà, ci regalano momenti di grande e leggera ilarità.
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