astromelia
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domenica 10 giugno 2012
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ad ognuno la propria scelta
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ognuno decide per se e la sua vita,difficile determinare se la scelta di questa donna sia stata corretta,quando ci sono di mezzo gli affetti è sempre duro propendere per la libertà di un popolo che ancor oggi sembra non avere,dunque dopo che il marito è morto senza vederlo.i figli le sono cresciuti lontano e lei stessa non goda di una totale indipendenza nel suo paese fa riflettere,non so ma il film non morde quanto dovrebbe,forse troppo enfatizzato e reso commedia ,credo che le vicende siano state ben più esasperate nella realtà...
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gando
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martedì 5 giugno 2012
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film eccezionale
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ho visto il film solo ieri ,ritengo sia un bel film, bisognerebbe passarlo intv parecchie volte per far nascere nei ragazzi la voglia di appassionarsi alla libertà e alla vera politica. ciao Gando
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giuliabo
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martedì 1 maggio 2012
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la storia di una donna forte e coraggiosa
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Con questo film Luc Besson ha avuto il merito di trasferire sul grande schermo una storia di cui probabilmente il pubblico conosce solo alcuni aspetti. Il film è interamente focalizzato sulla figura di Aung San Suu Kyi, sulla sua battaglia politica e personale, senza tralasciare tuttavia un ritratto delle persone che l'hanno sostenuta e ostacolata. Ho trovato molto positiva e forte l'immagine che viene data del marito, il professore Michael Aris e dei figli che, pur nei momenti più angoscianti, non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno e affetto.
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erostrato
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lunedì 23 aprile 2012
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banalizzare un simbolo
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E' davvero un'occasione mancata, ed è un peccato. Portare sullo schermo un'icona della resistenza nonviolenta come Aung San Suu Kyi, forse non era cosa facile, certo era difficile fare peggio. Si è voluto ridurre solo a ruolo di madre e di moglie, un personaggio che credo abbia altro da dire e trasmettere all'umanità intera. Aggiungiamo a tutto questo, un uso scriteriato del rallentatore ed una colonna sonora invadente e la frittata è fatta. Peccato, davvero un peccato.
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michela papavassiliou
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domenica 22 aprile 2012
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un'orchidea fresca tra i capelli
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Pellicola intensa fin dalle prime battute, dove un padre racconta la sua Birmania rigogliosa e antica, fatta di tradizione e ricchezze nascoste. Rubini di un vermiglio mozzafiato, elefanti sacri simbolo di fertilita', natura e liberta'. La figlioletta San Suu di pochi anni ascolta incantata la voce avvolgente del padre, protetta in un abbraccio che sa di bellezza e magia. L'uomo infine e' chiamato a partire, le infila tra i capelli un fiore appena colto e si allontana. Sara' questa l'ultima volta che San Suu vedra' il leader di un popolo, che di li a poco verra' sopraffatto da un regime violento. E' il giorno del colpo di stato, il generale Aung San Suu Kyi morira' sotto i colpi d'arma da fuoco di nemici spietati, che bagneranno la terra birmana di sangue e la priveranno dei diritti primi di dignita' umana ed emancipazione.
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Pellicola intensa fin dalle prime battute, dove un padre racconta la sua Birmania rigogliosa e antica, fatta di tradizione e ricchezze nascoste. Rubini di un vermiglio mozzafiato, elefanti sacri simbolo di fertilita', natura e liberta'. La figlioletta San Suu di pochi anni ascolta incantata la voce avvolgente del padre, protetta in un abbraccio che sa di bellezza e magia. L'uomo infine e' chiamato a partire, le infila tra i capelli un fiore appena colto e si allontana. Sara' questa l'ultima volta che San Suu vedra' il leader di un popolo, che di li a poco verra' sopraffatto da un regime violento. E' il giorno del colpo di stato, il generale Aung San Suu Kyi morira' sotto i colpi d'arma da fuoco di nemici spietati, che bagneranno la terra birmana di sangue e la priveranno dei diritti primi di dignita' umana ed emancipazione. San Suu Kyi cresce all'estero, sposa un britannico e diviene madre di due ragazzi . Vive ad Oxford dedicandosi amorevolmente alla famiglia, ma le notizie delle oppressioni di un regime efferato ed incostituzionale, che giungono attraverso la televisione nella sua vita e l' imminente morte della madre, la richiamano in patria . Mikey marito affettuoso, professore ad Oxford, da sempre alleato con la moglie nella sua vocazione alla pace, alla democrazia ed al riconoscimento dei diritti umani, riuscira' a raggiungerla nel corso di un periodo che durera' anni e la vedra' protagonista di una rinascita del paese, costata vite umane, soprusi ed indicibili violenze. San Suu rimarra' agli arresti domiciliari per anni, lontana dagli affetti ed isolata. Simbolo di una continuita' col pensiero paterno conquistera' presto la fiducia del suo popolo, a cui regalera' la vita intera. Interpretazione straordinaria quella della cino-malese Michelle Yeoh che riesce ad immedesimarsi cosi mirabilmente nella parte da non credere a volte possibile che stia recitando. Dallo schermo sembra pulsare la sofferenza vera di una donna votata al suo ruolo. San Suu sara' premio Nobel per la Pace, infine eletta nel 2012. Film epocale diretto in modo impeccabile dal regista Luc Bellon. Imperdibile. Michela Papavassiliou
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g_andrini
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mercoledì 18 aprile 2012
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bel film.
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Quasi due ore e un quarto, all'inizio, mi ha quasi "spaventato". Ma, con una pausa a metà film, la visione è risultata piacevole. Il film in sé è ottimo, nulla da eccepire, con Michelle Yeoh in gran forma.
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aria55
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venerdì 13 aprile 2012
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un valore condiviso
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La ragione delle 4 stelle che ho aggiudicato a questo film sta nel suo valore di assoluta necessità. Forse non è il film più bello che io abbia visto nell'ultimo mese dal punto di vista tecnico e stilistico, ma certamente ritengo sia un film necessario, uno di quei testi che si impongono alla nostra attenzione, che ci chiedono di essere mostrati ai nostri figli perché imparino la Storia e dalla Storia. Perché la libertà è un valore non negoziabile, perché è giusto combattere perché tutti vivano nel rispetto di questo valore inalienabile degli esseri umani. Belle, indubbiamente, anche le interpretazioni dei protagonisti di questa straordinaria storia del nostro tempo.
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heimat
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giovedì 12 aprile 2012
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un uomo e una donna (solitudine condivisa)
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Il rischio di chi intende realizzare un 'opera incentrata sulla vita di un personaggio pubblico è, da una parte, di esagerare con toni retorici e solenni e, dall'altra, di concentrarsi su determinati episodi preferendoli ad altri di ben più meritoria considerazione,Questo è il caso dell' ultimo film di Besson focalizzato su una figura-simbolo per la salvaguardia dei diritti civili e democratici e per la lotta contro la dittatura del propio paese;Aung San Suu Kyi.In riferimento a quanto detto precedentemente bisogna sottolineare che non si contesta la scelta artistica del regista di selezionare determinati eventi della vita di Suu Kyi ma la mancanza d' approfondimento di alcune tematiche politiche e sociali facilmente ravvisabile come una mancanza di profondità.
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Il rischio di chi intende realizzare un 'opera incentrata sulla vita di un personaggio pubblico è, da una parte, di esagerare con toni retorici e solenni e, dall'altra, di concentrarsi su determinati episodi preferendoli ad altri di ben più meritoria considerazione,Questo è il caso dell' ultimo film di Besson focalizzato su una figura-simbolo per la salvaguardia dei diritti civili e democratici e per la lotta contro la dittatura del propio paese;Aung San Suu Kyi.In riferimento a quanto detto precedentemente bisogna sottolineare che non si contesta la scelta artistica del regista di selezionare determinati eventi della vita di Suu Kyi ma la mancanza d' approfondimento di alcune tematiche politiche e sociali facilmente ravvisabile come una mancanza di profondità.Tra gli aspetti positivi del film c'è la scelta del regista di valorizzare il forte legame tra Suu Kyi e suo marito Aris mettendo in evidenza il rapporto simbiotico ed elettivo che li tiene uniti nonostante le continue difficoltà che ostacolano il loro ricongiugimento;entrambi sono consapevoli del loro destino e delle decisioni prese ma al tempo stesso la lontananza che li divide non fa altro che fortificare il loro rapporto.Si tratta di una solitudine corale e quindi condivisa, che risente delle responsabilità e delle fatiche dell' altra parte come se fossero le proprie, ma che porterà Aung San e suo marito a sentirsi uniti.Su questo aspetto il regista si è soffermato a lungo ma in tal modo ha reso i dialoghi spenti e ripetitivi con sequenze pletoriche che hanno prosciugato il film dal vero sentimento suscitando nello spettatore solo facili emozioni.
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sofiadelcurto
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martedì 10 aprile 2012
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lunga vita ad assk!!!
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Finalmente il film The Lady é arrivato anche a Sondrio.Lo aspettavo con impazienza avendo vissuto a Rangoon dal 1990 al 1996.
Ho avuto il grosso privilegio di incontrare Aung San Suu Ky in occasione di una breve liberazione tra un arresto domiciliare e l'altro. Come si diceva a scuola"E' una persona che non dimenticherò mai" Nella mia non breve e movimentata vita penso che sia in assoluto la persona più carismatica e determinata che abbia mai incontrato.
Difficile rendere un film su una persona come lei, sia per il regista che per gli interpreti che non credo l'abbiano potuta conoscere prima della recente liberazione. Il film ha comunque il pregio di far conoscere, attraverso la vita di ASSK,la situazione del meraviglioso popolo birmano, la cui mitezza é limite e forza, e soprattuto di aver evidenziato lo spessore della scelta di ASSK che ha sacrificato i suoi affetti agli ideali politici di democrazia e libertà che sapeva di impersonare per il suo popolo.
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Finalmente il film The Lady é arrivato anche a Sondrio.Lo aspettavo con impazienza avendo vissuto a Rangoon dal 1990 al 1996.
Ho avuto il grosso privilegio di incontrare Aung San Suu Ky in occasione di una breve liberazione tra un arresto domiciliare e l'altro. Come si diceva a scuola"E' una persona che non dimenticherò mai" Nella mia non breve e movimentata vita penso che sia in assoluto la persona più carismatica e determinata che abbia mai incontrato.
Difficile rendere un film su una persona come lei, sia per il regista che per gli interpreti che non credo l'abbiano potuta conoscere prima della recente liberazione. Il film ha comunque il pregio di far conoscere, attraverso la vita di ASSK,la situazione del meraviglioso popolo birmano, la cui mitezza é limite e forza, e soprattuto di aver evidenziato lo spessore della scelta di ASSK che ha sacrificato i suoi affetti agli ideali politici di democrazia e libertà che sapeva di impersonare per il suo popolo.
Ma la sceneggiatura é piuttosto banale e a volte ridicola. Mi piacerebbe poter conosceree il parere della diretta interessata che sicuramente avrà visto il film almeno in video.Vi assicuro che non é così sdolcinata, non per durezza ma per il grande self-control acquisito con anni di meditazione e di riflessione senza lussi,privilegi o distrazioni.Ho ammirato la sua identificazione con la gente e soprattutto con i suoi compagni di lotta che ha voluto sempre coinvolgere nelle sue richieste e nei riconoscimenti internazionali.Bell'esempio per i nostri politici occidentali, e soprattutto italiani, così affetti da ego espansi!!!!!!!!Mi auguro di vederla Primo Ministro in Birmania ma temo che debba passare ancora molto tempo.
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