renato volpone
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mercoledì 15 giugno 2011
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amore e violenza
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Non perdere mai il controllo e, soprattutto, se vuoi sopravvivere, non avere pietà. Film crudele, di amore e odio, ben recitato ma di gratuita violenza, un concentrato di forza e di passione che si avvolge attorno a Mitchell, il protagonista, che pur tentando di riabilitarsi dagli anni passati in carcere viene, suo malgrado, riportato in un vortice di odio cui non riesce a sottrarsi, trasformandosi da vittima in carnefice, ma il cuore tenero non perdona. Splendidi anche gli altri personaggi, Charlotte e il suo amico artista in particolare. Meravigliosa la colonna sonora.
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bigdrugo
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mercoledì 15 giugno 2011
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london boulevar
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Uno dei più temuti malviventi di Londra esce dal carcere e cerca di rifarsi una vita, una di quelle che percorrono la giusta via, prova a farsi assumere come bodyguard di una celebrità, ma il passato, quel passato non è così semplice da lasciare alle spalle.
Scritto, diretto e prodotto da William Monahan, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura (non originale) di The Departed, London Boulevar è molto ben diretto ed ha un retrogusto da commedia nera, anche se di fatto è un film drammatico con un pò di romanticismo. Molto belli i dialoghi e la caratterizzazione dei personaggi, tutti di contorno ad un bravissimo Colin Farrell, protagonista della storia con il suo introverso Mitchel.
Nei cinema italiani da oggi, ma il film è del 2010.
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(di boyracer)
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andrea giostra
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venerdì 24 gennaio 2014
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violenza genera violenza!
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Bel film, da vedere assolutamente per gli appassionati di noir. Molto lento all'inizio. Incalzante e coinvolgente nella seconda parte. La violenza e la prepotenza generano solo violenza e prepotenza. Non vince mai nessuno. Perdono tutti. Sempre. E chi vuole cambiare rinnegando il proprio passato, spesso, non ha possibilità di scelta alcuna, ed il destino si rivelerà inesorabile come i misfatti compiuti.
La sceneggiatura è tratta dal romanzo di Ken Bruen, pubblicato prima in Inghilterra e subito dopo negli U.S.A. nel 2009, che descrive una Londra di periferia cupa e violenta che fa da contraltare alla bellissima e lussuosissima city. La regia e la sceneggiatura sono di William Monahan, che acquisisce i diritti del romanzo di Bruen e nel 2010 fa il suo debutto alla produzione e alla regia con “London Boulevard” dopo una brillante carriera di scrittore e sceneggiatore di successo suggellati nel 2007 con il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale per “The Departed” di Martin Scorsese.
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Bel film, da vedere assolutamente per gli appassionati di noir. Molto lento all'inizio. Incalzante e coinvolgente nella seconda parte. La violenza e la prepotenza generano solo violenza e prepotenza. Non vince mai nessuno. Perdono tutti. Sempre. E chi vuole cambiare rinnegando il proprio passato, spesso, non ha possibilità di scelta alcuna, ed il destino si rivelerà inesorabile come i misfatti compiuti.
La sceneggiatura è tratta dal romanzo di Ken Bruen, pubblicato prima in Inghilterra e subito dopo negli U.S.A. nel 2009, che descrive una Londra di periferia cupa e violenta che fa da contraltare alla bellissima e lussuosissima city. La regia e la sceneggiatura sono di William Monahan, che acquisisce i diritti del romanzo di Bruen e nel 2010 fa il suo debutto alla produzione e alla regia con “London Boulevard” dopo una brillante carriera di scrittore e sceneggiatore di successo suggellati nel 2007 con il Premio Oscar per la migliore sceneggiatura non originale per “The Departed” di Martin Scorsese.
Il finale è imprevedibile e lascia l'amaro in bocca allo spettatore abituato ai rassicuranti e sdolcinati “the end” americani.
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lizzy
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martedì 21 luglio 2020
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...e non resterà nessuno...
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Film come questo non si possono/devono descrivere: si devono vedere.
Un racconto suburbano sulle (varie) bassezze e debolezze umane.
Come dire "anche se ti dicono cosa ti succederà tu continuerai, imperterrito, nella tua personale strada verso l'autodistruzione".
Niente ha senso in questa pellicola, ma proprio per questo un senso tutto lo ha.
In fondo non è altro che un mettere in piazza delle verosimili storie che succedono veramente tutti i giorni.
Perchè se alla fine dentro di noi c'è una bestia che ha in mano le redini dei nostri destini questo film è la celebrazione di essa/ella.
Bellissimo film.
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Film come questo non si possono/devono descrivere: si devono vedere.
Un racconto suburbano sulle (varie) bassezze e debolezze umane.
Come dire "anche se ti dicono cosa ti succederà tu continuerai, imperterrito, nella tua personale strada verso l'autodistruzione".
Niente ha senso in questa pellicola, ma proprio per questo un senso tutto lo ha.
In fondo non è altro che un mettere in piazza delle verosimili storie che succedono veramente tutti i giorni.
Perchè se alla fine dentro di noi c'è una bestia che ha in mano le redini dei nostri destini questo film è la celebrazione di essa/ella.
Bellissimo film.
Ma un sequel con lui che, si scopre, preso per i capelli e salvato in extremis, no???
Uhmmmmmmmmmmmmm
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rosenkreutz
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mercoledì 6 luglio 2011
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il ventre marcio di una londra spitata e crudele
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A Londra, Mitchell (un Colin Farrel molto convincente) esce dal carcere dopo 3 anni di detenzione, deciso a rigare dritto. Ma è difficile uscire dal giro, specialmente se il boss Gant s’incaponisce a volerlo al suo servizio, prima blandendolo e poi minacciandolo pesantemente. Nel frattempo Mitchell trova lavoro presso la splendida star del cinema Charlotte (Keira Knightley), sempre sull’orlo di una crisi di nervi e perennemente assediata da torme di aggressivi papaparazzi. Mitchell è incapace di sottrarsi a un crescendo di violenza che - in un finale a sorpresa- ne decreterà la morte per mano di un feroce sedicenne, giovane promessa del calcio inglese. Il regista William Monahan ce lo fa capire in due distinti momenti del film: la prima volta quando Mitchell vuole personalmente vendicare la morte di un vecchio barbone e la seconda quando, pur avendo la possibilità di trasferirsi a Los Angeles insieme a Charlotte, decide di dare la precedenza al definitivo regolamento di conti con Gant.
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A Londra, Mitchell (un Colin Farrel molto convincente) esce dal carcere dopo 3 anni di detenzione, deciso a rigare dritto. Ma è difficile uscire dal giro, specialmente se il boss Gant s’incaponisce a volerlo al suo servizio, prima blandendolo e poi minacciandolo pesantemente. Nel frattempo Mitchell trova lavoro presso la splendida star del cinema Charlotte (Keira Knightley), sempre sull’orlo di una crisi di nervi e perennemente assediata da torme di aggressivi papaparazzi. Mitchell è incapace di sottrarsi a un crescendo di violenza che - in un finale a sorpresa- ne decreterà la morte per mano di un feroce sedicenne, giovane promessa del calcio inglese. Il regista William Monahan ce lo fa capire in due distinti momenti del film: la prima volta quando Mitchell vuole personalmente vendicare la morte di un vecchio barbone e la seconda quando, pur avendo la possibilità di trasferirsi a Los Angeles insieme a Charlotte, decide di dare la precedenza al definitivo regolamento di conti con Gant. Mitchell sconta così la propria incapacità ad abbandonare il vecchio stile di vita che si regge sul primato dell’uso distorto della forza. Un film spietato, disseminato di efferatezze, in cui domina un oscuro istinto di morte. I comportamenti sono quasi sempre auto distruttivi, come se i personaggi cercassero di spingersi fino a un esiziale punto di non ritorno.
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[+] se permetti...
(di hollyver07)
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flyanto
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lunedì 13 giugno 2011
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mio commento personale
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Film noir su di un ex-galeotto ormai assoldato come guardia del corpo di una famosa attrice. Un pò violento ma perfettamente consono al tema, talvolta anche ironico al fine di smorzare la tensione e con una bellissima rappresentazione della Londra contemporanea. Sempre più bravo Colin Farell che qui rimanda subito all'altro suo personaggio di "In Bruges".
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august
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domenica 26 giugno 2011
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homo homis lupos est
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il film di Willilam Mortan è bello e molto interessante nella forma per la fotografia molto realistica e quasi documentaria di Chris Menges ma anche per il montaggio di Robb Sulivan Colin Farell interpreta con la solita vena amletica il ruolo del ganster Mitchelsuo malgrado che si muove in un mondo malato e pieno di un'aggressività atavica
feroce che sembra colpire tutti. O si è degli psicopatici anche omosessuali (irritante quest’equazione ) come Gant che è incaprettato con grande carisma da Ray Winstone oppure dei piccoli delinquenti malati e vigliacchi come Billy che ha il viso e la maestria di ben Chaplin. Tutti mangiano tutti non ci sono né regole e neanche bellezza come si vede nella scena molto dura del locale a luci rosse dove Mitchel prende i suoi due inseguitori il genster serbo bosniaco Stobor magistralmente interpretato da Velibor Topic e il giovane debosciato inglese White Boy benissimo interpretato da Jamie Campbell Bower.
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il film di Willilam Mortan è bello e molto interessante nella forma per la fotografia molto realistica e quasi documentaria di Chris Menges ma anche per il montaggio di Robb Sulivan Colin Farell interpreta con la solita vena amletica il ruolo del ganster Mitchelsuo malgrado che si muove in un mondo malato e pieno di un'aggressività atavica
feroce che sembra colpire tutti. O si è degli psicopatici anche omosessuali (irritante quest’equazione ) come Gant che è incaprettato con grande carisma da Ray Winstone oppure dei piccoli delinquenti malati e vigliacchi come Billy che ha il viso e la maestria di ben Chaplin. Tutti mangiano tutti non ci sono né regole e neanche bellezza come si vede nella scena molto dura del locale a luci rosse dove Mitchel prende i suoi due inseguitori il genster serbo bosniaco Stobor magistralmente interpretato da Velibor Topic e il giovane debosciato inglese White Boy benissimo interpretato da Jamie Campbell Bower. In questo mondo fatto di case popolari tutti sembrano odiare ed ammazzare tutti come i nigeriani. Stranamente Willilam Mortan che interpreta un film durissimo nei confronti dei paparazzi ma anche dell’ambiente del cinema con il personaggio diabolico di Jordan (un David Thewlis in sostanza perfetto) non, indugia in particolari violenti che sembrano essere una costante di molti film attuali soprattutto britannici. Keira Knightley in sostanza irriconoscibile e imbruttita sembra presentare tante delle sue colleghe che vivono per droga e orge e forse non è troppo a suo agio complice gli ambienti in alcune scene che ricordano luoghi che assomigliano troppo a quelli d’orgoglio e pregiudizio.bravissima intelligente e misurata Anna Friel nel ruolo di Briony la scapestrata sorella di Mitchel che è autodistruttiva. Un film da vedere e da gustare come una birra belga.
Robert Fogelberg Rota
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(di jayfra80)
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(di jakeblues)
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gian palmer
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martedì 14 giugno 2011
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london boulevard: smog & gangsta
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William Monahan, sceneggiatore Premio Oscar del capolavoro di Scorsese "The Departed" scrive e dirige un altro "gangster" intitolato "London Boulevard". Dai toni british, come suggerisce già il nome, il film punta dritto al cuore. In una Londra cupa, si svolgono e si intrecciano le storie dell'ex-galeotto Mitchell (Colin Farrell), della diva ossessionata dai paparazzi (Keira Knightley) la quale chiederà aiuto a Mitchell, del boss Gant (Ray Winstone) che vuole il ritorno Mitchell tra i suoi scagnozzi.
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William Monahan, sceneggiatore Premio Oscar del capolavoro di Scorsese "The Departed" scrive e dirige un altro "gangster" intitolato "London Boulevard". Dai toni british, come suggerisce già il nome, il film punta dritto al cuore. In una Londra cupa, si svolgono e si intrecciano le storie dell'ex-galeotto Mitchell (Colin Farrell), della diva ossessionata dai paparazzi (Keira Knightley) la quale chiederà aiuto a Mitchell, del boss Gant (Ray Winstone) che vuole il ritorno Mitchell tra i suoi scagnozzi. Monahan non si ferma solo nella presentazione dei personaggi, ma da bravo sceneggiatore ne analizza la psicologia, tirando fuori dei personaggi mai banali e tutti interessanti. Con un continuo crescendo il film spicca il volo, condito da una buona colonna sonora dai toni western. Interpreti sensazionali: oltre a Colin Farrell abbiamo il fantastico Ray Winstone (The Departed, La Leggenda di Beowulf), David Thewlis (Dragonheart, la saga di Harry Potter) senza lasciare Keira Knightley, che dimostra inoltre di essere una buona professionista. Da anni confeziona meno film da tutti di indubbia qualità (vedi La Duchessa, Non Lasciarmi ed il capolavoro Last Night). Sulla riga del fantastico Rock 'N' Rolla di Ritchie questo film merita un posto nella videoteca di tutti.
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hollyver07
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domenica 12 giugno 2011
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ottimo film d'atmosfera spietatamente noire
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Ciao. Pregevole prova registica di William Monahan che dirige un buddy-movie caratterizzato da una cupa ambientazione londinese, dove le vicende dei protagonisti sono alineate su percorsi paralleli regolati dalla violenza ed un asfissiante pessimismo. Mitchell (a mio avviso un eccellente ed inspirato Colin Farrell - al pari dell'interpretazione vista in "In Bruges") il protagonista, non veste i panni dell'eroe, è un uomo appena uscito di prigione che vorrebbe scrollarsi di dosso il fango di un'esistenza violenta. Nel suo incedere attraverso vari eventi si ritroverà, suo malgrado ancor più invischiato nella melma dalla quale cercava di affrancarsi.
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Ciao. Pregevole prova registica di William Monahan che dirige un buddy-movie caratterizzato da una cupa ambientazione londinese, dove le vicende dei protagonisti sono alineate su percorsi paralleli regolati dalla violenza ed un asfissiante pessimismo. Mitchell (a mio avviso un eccellente ed inspirato Colin Farrell - al pari dell'interpretazione vista in "In Bruges") il protagonista, non veste i panni dell'eroe, è un uomo appena uscito di prigione che vorrebbe scrollarsi di dosso il fango di un'esistenza violenta. Nel suo incedere attraverso vari eventi si ritroverà, suo malgrado ancor più invischiato nella melma dalla quale cercava di affrancarsi. Intorno ed in collisione con Mitchell, ruotano le vicende degli altri personaggi: un amico barbone che pare essere l'unico vero amico di Mitchell - Charlotte, un'attrice in crisi esistenziale assediata dai paparazzi ed i suoi timori (un ruolo teso e fragile per una ben valida Keira Knightley) - una sorella alcoolizzata e senza più riferimenti vitali - un ex attore, ambiguo, drogato che ricopre il ruolo di amico/assistente dell'attrice in crisi - Gant, un boss a dir poco spietato e senza il minimo scrupolo, ottimamente interpretato da Ray Winstone, il cui (riuscito) feroce personaggio sembra un'ulteriore, malevola estensione del "signor French" di "The departed". Inoltre, anche gli altri personaggi secondari sono contraddistinti da una "melma morale" di fondo che rendono l'ambiente emotivo quasi claustrofobico... ovvero... in quel contesto la speranza è solo un'ipotesi e può solo morire. Estremamente curati la fotografia ed il montaggio; molto ben ambientata la colonna sonora, dialoghi diretti, duri e ben poco leziosi. Effettivamente degna di nota la frase di Charlotte, nella quale stigmatizza "il ruolo di una attrice". Il regista da spazio alle potenzialità espressive degli attori, a mio avviso in particolar modo nei confronti di Farrel e Winston (splendida una rabbiosa scena di confronto a "muso duro" tra i due nella quale la loro natura violenta è percepibile anche senza il diretto confronto fisico). In tema di violenza, Monahan pur narrando una vicenda crudele, a tratti efferata, mette in mostra una notevole cura nel non scivolare con le immagini in contesti quasi splatter, i quali spesso inficiano le pellicole del genere; in sostanza la violenza c'è... e non viene ammorbidita... ma è molto simile a ciò che la cruda realtà quotidiana ci propone. Il film, ispirato ma non copiato, a "Sunset boulevard" con ulteriori riferimenti ad altre pellicole, viaggia spedito dall'inizio sino al termine, permettendo di apprezzare le doti da regista di Monahan e le ottime performance degli attori. Apparentemente il film appare improntato al più cupo pessimismo delle situazioni senza via d'uscita, in un'ambiente dove la delinquenza non ha età ed è l'unica legge riconosciuta ed applicata. Nonostante questo, mi è apparso evidente che fossero le azioni e le scelte pratiche ed emotive del protagonista, più che il suo specifico ambiente delinquenziale d'origine, ad affogarlo sempre più nella violenza nel quale si troverà a dibattersi. Pellicola chiaramente destinata ad un pubblico adulto che personalmente ho gradito parecchio e mi sento di consigliare a coloro che prediligano storie crude e sordide.
Saluti a tutti
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strix
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lunedì 28 agosto 2017
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opinioni personali
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Mi sono imbattuta per caso in questo film e mi ha lasciata con delle sensazioni contrastanti.
Da una parte il cast.
Colin Farrell, che ammetto di apprezzare di più ogni volta che lo vedo, David Thewlis, che costituisce un "tocco di classe" in ogni situazione in cui viene coinvolto , Ben Chaplin, quasi sempre, e ingiustamente, relegato a ruoli secondari e poi c'è lei...Keira Knightely...che in questo film salvo solo perché il portamento da "Cameriera secca dei signori Montagné"(per citare la compianta Anna Marchesini) si associa abbastanza bene al personaggio un po' scombinato, altrimenti continuo a domandarmi perché debba essere considerata una da ruoli di prim'ordine.
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Mi sono imbattuta per caso in questo film e mi ha lasciata con delle sensazioni contrastanti.
Da una parte il cast.
Colin Farrell, che ammetto di apprezzare di più ogni volta che lo vedo, David Thewlis, che costituisce un "tocco di classe" in ogni situazione in cui viene coinvolto , Ben Chaplin, quasi sempre, e ingiustamente, relegato a ruoli secondari e poi c'è lei...Keira Knightely...che in questo film salvo solo perché il portamento da "Cameriera secca dei signori Montagné"(per citare la compianta Anna Marchesini) si associa abbastanza bene al personaggio un po' scombinato, altrimenti continuo a domandarmi perché debba essere considerata una da ruoli di prim'ordine.
Per il resto beh siamo sempre lì...personaggi validi tanti ma storia al di fuori di loro poca, comunque gestita gradevolmente, violenza sì ce n'è un po', a volte gratuita, ma considerato tutto quello che si vede in giro poteva andare molto peggio.
Colonna sonora e locandina un po'troppo a scimmiottare il mio adorato Rocknrolla di Guy Ritchie, che secondo me è stato molto d'ispirazione per questo film al quale però manca troppo la componente comico-grottesca che mi ha fatto amare il film sopracitato.
Comunque scorre bene e si guarda volentieri.
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