evoluzione52
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domenica 4 ottobre 2009
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gamberone amore mio, rivincita dell'indipendente
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In un momento in cui tutti gli studios fanno a gara per offrire al pubblico “la più travolgente esperienza in 3D della loro vita”, Peter Jackson, uno dei più illuminati uomini di cinema dell’epoca moderna (pari, in questo, solo a Guillermo Del Toro) sceglie un regista debuttante (Neill Blomkamp), un attore protagonista di cui nessuno ha mai sentito parlare (Sharlto Copley) e, con 30 milioni di dollari (budget ridicolo se si pensa agli standard hollywoodiani) confeziona uno dei film di fantascienza più divertenti ed intelligenti degli ultimi dieci anni. Sì, perché, District 9 non rappresenta solo una boccata di aria fresca nell’asfittico panorama Sci-fi contemporaneo ma, ed è questa la caratteristica più importante, è un film rivoluzionario in quanto ridefinisce i canoni artistico-produttivi del genere e dimostra come non sia necessario spendere centinaia di milioni di dollari per produrre cinema di genere di qualità e raggiungere il grande pubblico.
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In un momento in cui tutti gli studios fanno a gara per offrire al pubblico “la più travolgente esperienza in 3D della loro vita”, Peter Jackson, uno dei più illuminati uomini di cinema dell’epoca moderna (pari, in questo, solo a Guillermo Del Toro) sceglie un regista debuttante (Neill Blomkamp), un attore protagonista di cui nessuno ha mai sentito parlare (Sharlto Copley) e, con 30 milioni di dollari (budget ridicolo se si pensa agli standard hollywoodiani) confeziona uno dei film di fantascienza più divertenti ed intelligenti degli ultimi dieci anni. Sì, perché, District 9 non rappresenta solo una boccata di aria fresca nell’asfittico panorama Sci-fi contemporaneo ma, ed è questa la caratteristica più importante, è un film rivoluzionario in quanto ridefinisce i canoni artistico-produttivi del genere e dimostra come non sia necessario spendere centinaia di milioni di dollari per produrre cinema di genere di qualità e raggiungere il grande pubblico. Basta pensare (solo per citarne uno) al noiosissimo e inutilmente “faraonico” Transformers: la vendetta del caduto, per capire come, spesso e volentieri, “cuore e cervello” valgano molto di più di effetti speciali mirabolanti.
Questa valutazione non deve, però, trarre in inganno: District 9 non ha nessuna carenza da questo punto di vista, al contrario, Blomkamp riesce a trovare un’ottima equilibrio tra CGI e make-up, portando sullo schermo degli alieni credibili ed originali (che parlano come la principessa Leia travestita da cacciatore di taglie in Il ritorno dello Jedi) e che vedono in Christopher Johnson (più umano degli umani) il loro più rappresentativo portavoce. Girato quasi interamente in “guerrilla style”, con una guizzante (pure troppo) camera a mano sempre nel mezzo dell’azione, il film, ambientato a Johannesburg (terra natale del regista) si propone come un’intelligente metafora dell’apartheid e del terribile periodo in cui il Sud Africa viveva schiacciato sotto il peso del “razzismo di stato”. Ma i “gamberoni” ghettizzati (simili da un punto di vista metaforico agli alieni di Alien nation) diventano un simbolo universale, applicabile a tutte le latitudini e, ahinoi, a tutti i periodi storici. District 9, quindi, sviluppando un secondo grado di lettura che non è mai “didattico” o, peggio, soverchiante rispetto all’azione, aderisce perfettamente alle caratteristiche di quel cinema fantastico che, al suo meglio, ha sempre raccontato, meglio di qualsiasi altro genere cinematografico, ansie, paure, desideri di intere generazioni.
Lasciato (appositamente?) con un finale aperto, il film di Blomkamp potrebbe produrre un sequel in tempi brevi ma, quello che davvero ci auguriamo (e chiunque ami il cinema dovrebbe unirsi a noi in questa speranza) è che District 9, si trasformi in un esempio produttivo (anche) per i grandi studio, ovvero: più gamberoni, meno robottoni. Amen.
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rongiu
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domenica 29 maggio 2011
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esseri senzienti.
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"Buon viaggio, piccolo".
Uno stimolante dramma scifi. District 9 può contare su di una storia molto originale. Siamo nel 1992, icieli di Johannesburg \ Sud Africa / ospitano una spacecraft di notevoli dimensioni. District 9 ha una particolare genesi. Bisogna tornare indietro, sulla nostra linea del tempo, al 2005. E’ in quest’anno che prende vita un cortometraggio, low-budget, dal titolo \”Alive in Jo’burg”/. Qual è l’idea di Blomkamp? Quella di documentare dal vivo gli effetti, i contraccolpi, le reazioni delle persone nei confronti dei profughi intergalattici. Perché Johannesburg con le sue baraccopoli o bidonville? Perché fanno parte del passato del regista ed ha voglia di raccontarlo.
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"Buon viaggio, piccolo".
Uno stimolante dramma scifi. District 9 può contare su di una storia molto originale. Siamo nel 1992, icieli di Johannesburg \ Sud Africa / ospitano una spacecraft di notevoli dimensioni. District 9 ha una particolare genesi. Bisogna tornare indietro, sulla nostra linea del tempo, al 2005. E’ in quest’anno che prende vita un cortometraggio, low-budget, dal titolo \”Alive in Jo’burg”/. Qual è l’idea di Blomkamp? Quella di documentare dal vivo gli effetti, i contraccolpi, le reazioni delle persone nei confronti dei profughi intergalattici. Perché Johannesburg con le sue baraccopoli o bidonville? Perché fanno parte del passato del regista ed ha voglia di raccontarlo. La documentazione raccolta, è stata linfa per il film e non solo; la frontiera realtà/finzione si assottiglia e tanto. L’avventura di Blomkamp e del suo co-sceneggiatore è stata l’occasione per meditare bene sulla scelta dei temi e dei protagonisti. Sharlto Copley \ Wikus Van De Merwe / protagonista del film, ha partecipato al cortometraggio come produttore.
Il film
Tutti sono rimasti sorpresi che la navicella non si sia fermata sopra Manhattan o Washington o Chicago, ma si è fermata direttamente sopra la città di Johannesburg.
Esordio documentaristico - E’ imminente uno sfratto di extraterrestri da una baraccopoli (District 9) … appunto. Le dichiarazioni, rese da persone direttamente coinvolte nei fatti di Johannesburg, danno l’immediata idea delle difficoltà di un’operazione di tale portata e non solo.
Grey Bradnam \ Jason Cope /- UKNR Chief Correspondent.
Immobilità, pressioni internazionali ed ipotesi - “Le porte non si sono aperte per 3 mesi. Se ne stava semplicemente lì. Nessuno poteva entrare. Ed hanno deciso, dopo lunghe discussioni, che la cosa migliore da fare sarebbe stata darci un taglio”. “Le creature erano estremamente denutrite, sembravano malate… sembravano non avere uno scopo. C’era molta pressione internazionale su di noi a quel tempo. Quindi abbiamo dovuto fare la cosa giusta. Il governo ha messo in piedi un gruppo di soccorso per iniziare a trasferire gli alieni in un campo provvisorio sotto la loro navicella”. “Ci sono letteralmente un migliaio di teorie differenti sul perché la navicella è inoperabile e si specula anche sul perché. Il modulo di comando si sia separato dalla navicella madre, e poi in qualche modo sia andato perduto”.
Sarah Livingstone \ Nathalie Boltt / – Sociologist, Kempton Park University - 06/03/1982 16:27:38 “Oh mio Dio”
Chi sono, quanti saranno, come andrà a finire? “Eravamo sul punto di un primo contatto. Tutto il mondo ci osservava. Aspettandosi, non so… musica dal cielo e luci luminose”. “Non avevamo un piano. Erano milioni di loro. Quindi, il campo provvisorio divenne recintato, in seguito militarizzato. E prima che ce ne accorgessimo, divenne una topaia”. “Dove c’è un’arma, c’è un crimine. La tensione cresce e cresce. Le persone iniziarono a stufarsi e alla fine iniziò ...”.
Francois Moraneu\Nick Blake/- CIV Engineer Team
Ma cosa nasconde district 9? “Ma la verità è che nessuno sapeva cos’era quel posto. Ci sono parecchi segreti nel Distretto 9. E’ caduto da solo o è stato programmato? Non lo so. Dall’esame metrico di vecchi filmati si nota chiaramente che un ... si stacca ...”.
Dr Katrina McKenzie\Sylvaine Strike/ UIO Aid Worker
Accoglienza iniziale “All’inizio, molte attenzione furono date…a fornire agli alieni un proprio statuto e protezione”. Poi…
Dirk Michaels\William Allen Youn / MNU CEO TALKS ALIEN INTEGRATION
Personale certezza “Voglio essere realistico con tutti. Gli alieni non torneranno a casa. Gli alieni resteranno qui”.
Interviewee\Elizabeth Mkandawie/
L’inevitabile disprezzo (?) “Spesero parecchi soldi per tenerli lì. Quando li avrebbero potuti spendere per qualcos’altro, ma… almeno li tengono separati da noi”.
Les Feldman\John Summer/ - MIL Engineer
Siamo sicuri di averlo visto cadere “L’abbiamo cercato. Abbiamo guardato da tutte le parti. Quel pezzo che è precipitato ci ha causato parecchi problemi”.
Il nostro uomo- Wikus Van De Merwe \ Sharlto Copley / MNU-Alien Affairs
“Lo incontriamo nel quartier generale dello MNU dipartimento degli Affari Alieni. “Quello che facciamo qui, in questo reparto è… cercare di stabilire i contatti con i Gamberi, nell’interesse dello MNU e degli umani”.
Le persone sensibili e di qualsiasi età, durante la visione del film avvertono una naturale intuizione intellettuale; il loro modo di pensare subisce un ulteriore, violento scossone, di lì a poco. Alcuni obiettivi sono rivalutati, altri messi da parte, altri ancora rimodulati. Inizialmente la camcorder a spalla crea un leggero senso di disagio che va via via scomparendo quando inizia il faccia a faccia con i nuovi profughi extragalattici; la loro storia e i tanti punti chiave da accertare e senza filtri. Perché, ad esempio, il governo Nigeriano ha creato un bel po’ di problemi alla Sony per la presenza nel film della figura di Obesandjo \Eugene Khumbanyiwa/ ? Tutto ciò che è sempre stato apparentemente informe, enigmatico, diventa perfettamente comprensibile. Conseguenza di questo nuovo stato dell’essere, mentre la ragione inevitabilmente ne prende atto, è lo scatenarsi di una infinita quantità di emozioni. Anche le fobie, probabilmente, tendono a diminuire. L’esoscheletro fa meno paura; ti rendi conto che sicuramente il vero “nemico” è da individuare in altre forme di vita, magari in quella simile alla nostra? Gamberi, alieni, forestieri, “Poleepkwa” o non-umani sono esseri senzienti, cioè muniti di un cervello e di un sistema nervoso perfettamente sviluppati. E’ senziente qualunque essere che soffre fisicamente e psichicamente. Non ci è dato saper del perché della loro venuta, sono più alti degli umani, hanno un guscio esterno duro ed una massa facciale piena di viticci, probabilmente coinvolti nella masticazione, ma non è stato provato. Sono dotati di una notevole forza. Christopher Johnson è uno di loro, è un non-umano, ma molto, molto, particolare … la sua storia impatta violentemente con quella di Wikus Van De Merwe\ Sharlto Copley /
Un quesito ed alcuni temi trattati dal regista.
Sarà facile per Wikus dare il via alle operazioni di sgombero?
Nepotismo e faziosità.
Il ruolo della burocrazia.
Apartheid, sue conseguenze.
Il DNA dei galaxy.
Armi illegali e cibo per gatti. \ Un non troppo felice connubio /.
Eliminazione, sgombero ed allontanamento di massa; conseguenze.
Le scelte del Potere vs Il poter scegliere.
Malattia e solitudine.
Mutazione genetica.
Armi di distruzione totale.
Scienza e Potere.
Il gusto del Potere.
I mezzi di Informazione.
Crisi e fine di un regime.
Il diversamente proveniente. \ un nuovo amico /
Sir Peter Jackson \ produttore / conosciuto dal grande pubblico per il suo lavoro Il Signore degli Anelli, ha fiutato nello script di Neill Blomkamp \ regista e co-sceneggiatore / con Terri Tatchell un nuovo, penetrante modo di presentare un dramma, epico; unito nel contempo ad un sottile, corporeo humor. Ha puntato ed a vinto. Così mi par di capire.
Good Click!
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leo93aq
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sabato 26 settembre 2009
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finalmente la fantascienza ci fa riflettere
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District 9 tratta una storia apparentemente lontana da noi e impossibile da realizzarsi: il solito ,tanto atteso incontro tra umani e alieni. Sarebbe potuto rimanere un film come tanti e invece da una storia fantascientifica il film tratta in modo diretto e quindi terribilmente crudo il tema del razzismo. Non a caso è ambientato a Johannesburg, per anni centro di una politica di segregazione contro la popolazione di colore. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un incontro uomini-alieni in cui i mostri sono gli umani: spietati, violenti, avari esseri che ci sembrano quasi estranei ma che ,in fondo, siamo noi.
Il film è inoltre terribilmente realistico, per questo lo spettatore vive immedesimato nel film il dolore degli alieni torturati dagli umani e, durante il corso della pellicola, si affeziona sempre di più ai ''mostri'' fino a desiderare la loro salvezza nel finale.
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District 9 tratta una storia apparentemente lontana da noi e impossibile da realizzarsi: il solito ,tanto atteso incontro tra umani e alieni. Sarebbe potuto rimanere un film come tanti e invece da una storia fantascientifica il film tratta in modo diretto e quindi terribilmente crudo il tema del razzismo. Non a caso è ambientato a Johannesburg, per anni centro di una politica di segregazione contro la popolazione di colore. Ci troviamo, quindi, di fronte ad un incontro uomini-alieni in cui i mostri sono gli umani: spietati, violenti, avari esseri che ci sembrano quasi estranei ma che ,in fondo, siamo noi.
Il film è inoltre terribilmente realistico, per questo lo spettatore vive immedesimato nel film il dolore degli alieni torturati dagli umani e, durante il corso della pellicola, si affeziona sempre di più ai ''mostri'' fino a desiderare la loro salvezza nel finale. Il montaggio dal ritmo incalzante, la camera a spalla e le interviste a coloro che avevano vissuto in modo diretto gli avvenimenti, tratto tipico di un film documentario, fanno si che l'idea di realismo del regista si realizzi appieno nella sua pellicola.
Da notare sono inoltre gli effetti speciali, che non mirano a generare nello spettatore pura meraviglia fine a se stessa, rimanendo ''staccati'' dal resto della scena, ma si amalgamano perfettamente, contribuendo a rendere il film spietatamente vero.
Concludendo, il regista attraverso una pellicola che lo spettatore affronta con il desiderio di rimanere incantato dalla pura spettacolarità, riesce a farci riflettere sulla nostra mentalità xenofoba che ci spinge a segregare il ''diverso'', vedendolo esclusivamente come nemico, senza saperne apprezzare i pregi e senza imparare nulla da quest'ultimo.
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[+] animali spaventati (noi)
(di antvr)
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[+] finalmente la fantascenza torna a farci riflettere
(di sgargio)
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francesco gatti
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sabato 26 settembre 2009
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siamo lontani anni luce...
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DISTRICT 9. VOTO 8 ½. Johannesburg, 1982: un’enorme astronave si ferma sullo skyline stomachevolmente più spettacolare della terra, altro che Manhattan o Champs-Elisee… Dopo mesi d’attesa, una spedizione di umani trova all’interno dell’immenso “barcone” un milione di immigrati alieni, che, denutriti ed allo stremo vengono ospitati in un gigantesco CPT chiamato District 9. Hanno un aspetto non gradevole e vengono subito derisi e chiamati “Prawns” (gamberoni). Ghettizzati ed emarginati, non conoscono, né comprendono, le regole sociali terrestri: mangiano tutto, non tollerano la proprietà privata, e vivono nell’immondizia come se fossero nei sobborghi di Dehli o San Paolo o Johannesburg (eh sì, in effetti siamo a Johannesburg), fin quando l’associazione paraumanitaria che ne ha cura decide di portarli, 20 anni dopo, in altri ghetto nel deserto, perché gli umani (bianchi e neri) non li amano e non li vogliono, come si dice, “in their back yard”.
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DISTRICT 9. VOTO 8 ½. Johannesburg, 1982: un’enorme astronave si ferma sullo skyline stomachevolmente più spettacolare della terra, altro che Manhattan o Champs-Elisee… Dopo mesi d’attesa, una spedizione di umani trova all’interno dell’immenso “barcone” un milione di immigrati alieni, che, denutriti ed allo stremo vengono ospitati in un gigantesco CPT chiamato District 9. Hanno un aspetto non gradevole e vengono subito derisi e chiamati “Prawns” (gamberoni). Ghettizzati ed emarginati, non conoscono, né comprendono, le regole sociali terrestri: mangiano tutto, non tollerano la proprietà privata, e vivono nell’immondizia come se fossero nei sobborghi di Dehli o San Paolo o Johannesburg (eh sì, in effetti siamo a Johannesburg), fin quando l’associazione paraumanitaria che ne ha cura decide di portarli, 20 anni dopo, in altri ghetto nel deserto, perché gli umani (bianchi e neri) non li amano e non li vogliono, come si dice, “in their back yard”. Durante le operazioni di sgombero, comicamente burocratizzate, accadrà l’irreparabile. Girato a mo’ di documentario (presente Zelig?), spettacolare e realistico, non è esattamente un film di fantascienza, ma è più che altro un film sulla nostra realtà quotidiana: sui milioni di “alieni” venuti da altri mondi, per noi, che hanno perduto la loro cultura e la loro dignità, e che ci circondano. E’ un film sull’apartheid nella terra delle “case diverse”, il Sudafrica, e questo farebbe anche ridere, se non fosse la tragedia più grande del secolo passato dopo l’olocausto. Regista e sceneggiatore sudafricano trentenne, sconosciuto ai più, che ha dato vita ad un film che diventerà un cult. All’uscita della sala un velo di tristezza ci copre il volto, perché in Italia siamo ancora lontani anni luce da tutto ciò (e la fantascienza non c’entra).
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wynorski guiaz '80s
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martedì 29 settembre 2009
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i segreti del distretto 9
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Il nuovo responsabile della multinazionale MNU Vickus Van Der Merwe è incaricato dal suocero di organizzare un piano di sfollamento verso gli abitanti-alieni del Distretto 9, una (quasi) metropoli fatta di baracche e che, da più di vent'anni, ospita degli inusuali alieni detiti alla raccolta di rifiuti e agli atti di vandalismo. Giunto sul posto, Vickus comincia però ad entrare in contatto con la famigerata popolazione del Distretto 9. Per la recensione del film dell'ottimo regista esordiente Neill Blomkamp basterebbero pochi ma incisivi aggettivi e qualche frase di elogio a questa splendida e toccante pellicola. La sorpesa di vedere un film come District 9 è più unica che rara nell'universo cinematografico contemporaneo, ed infatti, stupisce non poco il montaggio creato su una costante ed efficace alternanza tra film/documentario e Sci-Fi buonistica.
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Il nuovo responsabile della multinazionale MNU Vickus Van Der Merwe è incaricato dal suocero di organizzare un piano di sfollamento verso gli abitanti-alieni del Distretto 9, una (quasi) metropoli fatta di baracche e che, da più di vent'anni, ospita degli inusuali alieni detiti alla raccolta di rifiuti e agli atti di vandalismo. Giunto sul posto, Vickus comincia però ad entrare in contatto con la famigerata popolazione del Distretto 9. Per la recensione del film dell'ottimo regista esordiente Neill Blomkamp basterebbero pochi ma incisivi aggettivi e qualche frase di elogio a questa splendida e toccante pellicola. La sorpesa di vedere un film come District 9 è più unica che rara nell'universo cinematografico contemporaneo, ed infatti, stupisce non poco il montaggio creato su una costante ed efficace alternanza tra film/documentario e Sci-Fi buonistica. Per non parlare poi, della sceneggiatura, punto brillante e forte dell'intera pellicola che, in poco più di due ore, racchiude e mostra al pubblico, gli aspetti più scottanti e scioccanti della società, della politica, del film di fantascienza e della(ovvia) morale finale della pellicola. E in due ore, il pubblico non si annoia per niente, anzi, partecipa con interesse al film di Blomkamp, geniale e incisivo regista che promette di far carriera nel mondo del cinema. Girato con appena 30 milioni di dollari, prodotto dal veterano Peter Jackson e giocato interamente sull'idea di un documentario, District 9 applica tutta la sua 'potenza' in un buon inizio, una parte centrale ed un finale rivelatorio e non del tutto scontato; lasciando lo spettatore soddisfatto a metà dal punto di vista dei personaggi. Questi ultimi, non da definire in modo cattivo, al contrario; il più del cast è di supporto mentre il protagonista è uno; affiancato da due alieni(nel film soprannominati Gamberoni) padre e figlio. Questo e altro nel Distretto 9, ma per non scontentare il possibile pubblico, non si rivela nient'altro. In fondo, se un film è ottimo e giustamente(non necessariamente con metodo) ben realizzato è inutile spenderci su delle parole: bisogna solo guardarlo.
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philtklan
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venerdì 30 luglio 2010
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la fantascienza non è mai stata così reale
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District 9 per me è stata una vera rivelazione sotto tutti gli aspetti, un film davvero pregevole e godibile.
L'idea di Jackson e del "Novellino" Blomkamp di girare quasi metà film come un documentario non è mai stata così azzeccata,lo spettatore si ritrova totalmente immerso nel piano di ricollocazione del Distretto 9 e nelle vicende di Wikus (interpretato in maniera davvero eccezionale dallo sconosciuto Sharlto Copley)
Nella prima ora si presenta come un classico film di fantascienza dalla trama molto originale, ma la vera sorpresa è vedere come la storia man mano che il film prosegue diventi intrigante e affascinante.
Non provare tristezza e compassione per Wikus e gli alieni è impossibile.
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District 9 per me è stata una vera rivelazione sotto tutti gli aspetti, un film davvero pregevole e godibile.
L'idea di Jackson e del "Novellino" Blomkamp di girare quasi metà film come un documentario non è mai stata così azzeccata,lo spettatore si ritrova totalmente immerso nel piano di ricollocazione del Distretto 9 e nelle vicende di Wikus (interpretato in maniera davvero eccezionale dallo sconosciuto Sharlto Copley)
Nella prima ora si presenta come un classico film di fantascienza dalla trama molto originale, ma la vera sorpresa è vedere come la storia man mano che il film prosegue diventi intrigante e affascinante.
Non provare tristezza e compassione per Wikus e gli alieni è impossibile. perchè per quanto possa essere un film molte scene le possiamo vedere nella vita di tutti i giorni.
Jackson riesce a farci capire quanta paura abbiamo della diversità, anche se il diverso è un essere umano come noi.
Disctrict 9 a mio parere è un ottimo film che consiglio a tutti, non solo agli amanti della fantascienza, perchè l'uso sapiente degli effetti speciali mixato con delle interpretazioni davvero ottime ne fà un film da tenere nella videoteca di casa e vedere ogni volta che si può.
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the man of steel
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martedì 7 settembre 2010
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capolavoro di genere...
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Fresco come Star Wars appena uscito, duro come Terminator, efficace come Avatar, innovativo come 2001 Odissea nello spazio! Ok, sto esagerando coi paragoni xD ma district 9 è veramente una figata pazzesca e uno dei migliori film del 2009 senza ombra di dubbio, di grande successo, di grande produzione (Peter Jackson) e di grande talento alla regia il film vede la sua prima parte svolgersi a mò di documentario finto televisivo e la seconda parte come un film d'azione fantascientifico kolossal nonostante l'esiguo budget di 30 milioni di dollari. Sharlto Copley perfetto e storia fantastica per un film stupendo
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alfie81
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mercoledì 30 settembre 2009
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immigrazione aliena
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Siamo nell'89 e gli alieni sono giunti sulla Terra, soffermandosi con la loro gigantesca astronave sui sobborghi di Johannesburg. Non hanno nessun intento bellico, fuggiti dal loro pianeta per uno sconosciuto motivo, sono denutriti e disperati. Dopo le iniziali diffidenze, gli umani li ospiteranno in un immenso centro d' accoglienza chiamato Distretto 9 che diventerà una specie di baraccopoli, divenendo sempre più ingestibile nell'arco di vent'anni. A causa del loro aspetto sgradevole sono chiamati "gamberoni"e non conoscendo il linguaggio e le regole sociali terrestri verranno ghettizzati ed emarginati, fino a quando la corporation privata che gestisce e controlla il distretto, la MNU, deciderà per il loro sgombero definitivo ad opera di un suo funzionario, Wikus Wan der Merwe, che durante le operazioni di sfratto coatto rimane infettato da una strana sostanza che alterando il suo DNA lo muta gradualmente in alieno.
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Siamo nell'89 e gli alieni sono giunti sulla Terra, soffermandosi con la loro gigantesca astronave sui sobborghi di Johannesburg. Non hanno nessun intento bellico, fuggiti dal loro pianeta per uno sconosciuto motivo, sono denutriti e disperati. Dopo le iniziali diffidenze, gli umani li ospiteranno in un immenso centro d' accoglienza chiamato Distretto 9 che diventerà una specie di baraccopoli, divenendo sempre più ingestibile nell'arco di vent'anni. A causa del loro aspetto sgradevole sono chiamati "gamberoni"e non conoscendo il linguaggio e le regole sociali terrestri verranno ghettizzati ed emarginati, fino a quando la corporation privata che gestisce e controlla il distretto, la MNU, deciderà per il loro sgombero definitivo ad opera di un suo funzionario, Wikus Wan der Merwe, che durante le operazioni di sfratto coatto rimane infettato da una strana sostanza che alterando il suo DNA lo muta gradualmente in alieno.
Peter Jackson garantisce e produce l'esordio del promettente regista e sceneggiatore sudafricano Neill Blomkamp, che dirige una pellicola interessante sia nello script, utilizzando il genere dello sci-fi come metafora della condizione degli immigrati nel mondo -il riferimento al Distretto 6 di Johannesburg nel periodo drammatico dell'apartheid è eloquente- sia come nell'impostazione narrativa da mockumentary, utilizzando varie tecniche di ripresa per inscenare una sorta di reportage, realizzato a posteriori sugli eventi narrati.
Sharlto Copley è bravo a riuscire ad empatizzare la sua condizione di mutante che ricorda molto il film cult degli anni 80 La mosca di Cronenberg; ottimi anche gli effetti speciali - gli alieni interagiscono fluidamente con gli umani- e seppur le inquadrature frenetiche che cambiano spesso i punti di vista (siano esse cineprese a mano, telecamere a circuito chiuso o semplici telefonini) risultino a tratti confuse e fastidiose, la narrazione non subisce brusche interruzioni, riuscendo a tenere alta la suspense per tutta la durata della pellicola.
Costato 30 milioni di dollari, il film, è stato accompagnato da forti polemiche da parte del governo nigeriano, ed in America ne ha incassati già più di 100, e già si prevede il solito sequel.
Blomkamp ci regala un film spettacolare che induce alla riflessione, situandosi in quella zona scomoda ma affascinante tra l'entertainment e la critica sociale, che spesso è sinonimo di intelligenza e talento cinematografico.
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[+] nel film non era il 1989 ma il 1982
(di jimmylsanto)
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wendyclarke369
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venerdì 2 ottobre 2009
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il mio parere
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Per come è impostata la storia, gli alieni di District 9 diventano presto aliens nell'accezione americana del termine (che comprende gli immigrati) e come tali vengono trattati e discriminati. Il film è efficace come metafora della condizione degli immigrati in molti paesi del mondo, non per ultimo il nostro, e nel sottolineare come le condizioni di vita critiche in cui si trovano possano degenerare facilmente nell'illegalità e nella clandestinità. E non è un caso che sia stato scelto proprio il Sud Africa come scenario per la storia, considerando che anche il titolo stesso del film fa riferimento al District Six di Johannesburg ed agli eventi verificatisi durante l'apartheid; così come non sono casuali i soprusi da parte dei Nigeriani, pronti a sfruttare la nuova razza considerata inferiore.
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Per come è impostata la storia, gli alieni di District 9 diventano presto aliens nell'accezione americana del termine (che comprende gli immigrati) e come tali vengono trattati e discriminati. Il film è efficace come metafora della condizione degli immigrati in molti paesi del mondo, non per ultimo il nostro, e nel sottolineare come le condizioni di vita critiche in cui si trovano possano degenerare facilmente nell'illegalità e nella clandestinità. E non è un caso che sia stato scelto proprio il Sud Africa come scenario per la storia, considerando che anche il titolo stesso del film fa riferimento al District Six di Johannesburg ed agli eventi verificatisi durante l'apartheid; così come non sono casuali i soprusi da parte dei Nigeriani, pronti a sfruttare la nuova razza considerata inferiore.
Si tratta di un ulteriore livello di lettura che arricchisce la visione, ma che non va a discapito di una trama ben costruita, articolata ed avvincente, con la giusta dose di effetti cruenti ed una certa passione per il gore ed il sangue, che non arriva però alla gratuità del volontario cattivo gusto del Bad Taste (Fuori di testa) di Peter Jackson, che del film è produttore.
Il regista Neill Blomkamp riesce a creare situazioni dal forte impatto visivo, sia grazie alle proprie scelte nella messa in scena, sia grazie alla bravura di Sharlto Copley nel farci empatizzare con il povero protagonista Wikus, sia grazie ad un buon livello qualitativo degli effetti speciali, che rendono del tutto realistica l'emotività degli alieni e la loro interazione con le controparti umane.
L'unico appunto che ci sentiamo di fare è nella scelta della tecnica narrativa adottata: il film è impostato come il reportage, realizzato a posteriori, sugli eventi narrati, con l'ausilio di riprese da telecamere di sicurezza ed interviste alle persone coinvolte. Questi contributi dal sapore più amatoriale, però, vengono alternati per esigenze narrative ad altri puramente cinematografici, con un risultato d'insieme che, almeno inizialmente, crea un certo effetto straniante. Probabile che Blomkamp, coautore anche dello script, si sia reso conto di non poter gestire tutto il film con una struttura da docu-fiction, ma non se la sia sentita di accantonare completamente un'idea di partenza che lo intrigava.
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weach
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martedì 6 marzo 2012
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sfiora il capolavoro!!!!!!!!! e la genialità
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District 9
regia di di Neill Blomkamp
prodotta da Peter Jackson
contatto con il pubblico nel 2009
Per non cadere nella banalità riteniamo di poter individuare nel film il progetto di mettere in scena le sensazioni che si percepiscono nell'essere messi in contatto con la diversità, con 'l'alieno" che alberga un poco ovunque.
Parliamo di una diversità prima percepita come qualcosa di inaccettabile , e da temere ; questa diversità poi , una volta assimilata , assume contorni " familiari" tipici della frequentazione quotidiana , comunque una frequentazione che resta conflittuale .
Lo spazio di essere in questo contesto deve affrontare dei conflitti spesso insanabili; il processo di consapevolezza porta verso una nuova percezione che stigmatizza un nuovo modo di percepire il diverso, il mostro , l’ignoto che dilaga nelle nostre vite.
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District 9
regia di di Neill Blomkamp
prodotta da Peter Jackson
contatto con il pubblico nel 2009
Per non cadere nella banalità riteniamo di poter individuare nel film il progetto di mettere in scena le sensazioni che si percepiscono nell'essere messi in contatto con la diversità, con 'l'alieno" che alberga un poco ovunque.
Parliamo di una diversità prima percepita come qualcosa di inaccettabile , e da temere ; questa diversità poi , una volta assimilata , assume contorni " familiari" tipici della frequentazione quotidiana , comunque una frequentazione che resta conflittuale .
Lo spazio di essere in questo contesto deve affrontare dei conflitti spesso insanabili; il processo di consapevolezza porta verso una nuova percezione che stigmatizza un nuovo modo di percepire il diverso, il mostro , l’ignoto che dilaga nelle nostre vite.
Poi straripa un concetto forte: dove alberga il vero mostro? Fra gli umani o gli alieni? ?Forse è così la possibile lettura !
Sullo sfondo una Johannesburg ,teatro permanente di un conflitto sociale disumano, si rinnova una differente apartheid, non più quella fra bianchi e neri ma questa volta fra umani e non: una segregazione che comunque prende corpo alimentata dall''ignoranza , dalla paura , dal timore del diverso ma anche dalla paura di un confronto paritario.
Mentre questo giovane regista , alla prima esperienza con un lungometraggio , sta ancora assorbendo l'improvvisa notorietà che gli è piovuta addosso con District 9, cerchiamo di mettere insieme un parere sulla sua personalità espressa da novello regista: l'action, il digitale , la percezione veloce, le intuizioni geniali sono gli ingredienti della sua cinematografia; una cinematografia che comunque non disdegnare di affrontare con compiutezza e sensibilità contenuti esistenziale fondamentali .
District 9 è vincente perché contiene una storia originale ,mai noiosa, che ci invita a guardarci allo specchio e comprendere meglio le mostruosità che siamo capaci di partorire; e tutta questa intima riflessione prende corpo con un linguaggio cinematografico agile , intuitivo, quello di Neill Blomkamp ;un linguaggio che tutto osserva e , come una spugna, sa assorbire e decodificare la cinematografica del genere fantascientifico che lo ha preceduto con grande senso di innovazione e duttilità.
Complimenti alla regia!!!!!!!!!!!
Che questa opere di fantascienza resti gelosamente nelle nostre private cineteche come esempio eccellente di innovazione.
Vale 4 stelle d'oro ed il piacere di " viaggiare" con lei
buona visone
weach illuminati
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