francesco dondoli
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venerdì 9 ottobre 2020
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ha ragione
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Paride86 ha proprio ragione.
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gommaflex28
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martedì 15 novembre 2016
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italiani traditori
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Non voglio entrare nel merito del film, la cui visione è stata costantemente condizionata dall'immagine degli italiani che viene fornita.
Ciò che emerge è un sottofondo generale di ignoranza, rozzezza e superstizione su cui emerge una tendenza a tradire (i propri compaesani, i propri amici, i commilitoni, ... chiunque). Ah, l'unica figura femminile è una gran ... facilona.
Per il resto il film è abilmente confezionato, ma il contenuto è (per me) amaro.
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rudy82
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martedì 8 gennaio 2013
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grande spyke
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Rivisto ieri sera su rai3 non riesco ancora a capire come mai questo splendido film abbia avuto un accoglienza molto molto tiepida da parte del pubblico!! lasciamo stare i critici saccenti,che come abbiamo visto anche per molti altri film sul lungo periodo hanno sbagliato completamente giudizio dall'alto delle loro scrivanie,ma da parte del pubblico mi aspettavo meno "pecoraggine" e più uso del proprio cervello! per finire vorrei ricordare che i signori partigiani ne hanno combinate anche loro di sporche,andate a leggervi qualcosa in merito all'eccidio di Porzùs in Friuli!!! e dopo ne riparliamo
Saluti
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hatecraft
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giovedì 4 ottobre 2012
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di miracoloso solo il titolo
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l'unica spiegazione è che s. lee abbia intenzionalmente voluto tutte le assurde scelte di sceneggiatura, tra le quali un assurdo e incomprensibile finale che va oltre il grottesco, sfiorato già abbondamente per tutto il film (consapevolmente? ci piacerebbe sperarlo). perchè l'impressione è che una produzione simile sì complessa e in trasferta gli sia sfuggita totalmente dalle mani toccando picchi di grottesco, comicità involontaria e incoerenze davvero plateali. forse la questione della lingua parlata - uguale per americani e toscanacci - è intesa come metafora del linguaggio universale? può darsi, ma il resto?
film rimandato a settembre, magari tagliando 45 minuti sarebbe stato più facilmente digeribile.
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l'unica spiegazione è che s. lee abbia intenzionalmente voluto tutte le assurde scelte di sceneggiatura, tra le quali un assurdo e incomprensibile finale che va oltre il grottesco, sfiorato già abbondamente per tutto il film (consapevolmente? ci piacerebbe sperarlo). perchè l'impressione è che una produzione simile sì complessa e in trasferta gli sia sfuggita totalmente dalle mani toccando picchi di grottesco, comicità involontaria e incoerenze davvero plateali. forse la questione della lingua parlata - uguale per americani e toscanacci - è intesa come metafora del linguaggio universale? può darsi, ma il resto?
film rimandato a settembre, magari tagliando 45 minuti sarebbe stato più facilmente digeribile. 3 stelline solo per la stima e soprattutto perchè fare film con queste tematiche e su questo perìodo storico è sempre ben accetto.
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minnie
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lunedì 9 luglio 2012
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mi sento libero qui, in un paese che non è il mio!
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Ho visto solo questa sera, 8 luglio, su Raimovies, questo splendido film di Spike Lee che riporta la guerra alla sua reale dimensione di azzeramento del senso logico e di pietà, laddove però i soldati del battaglione Buffalo, cercano di mantenere una logica di comportamento, anche di fronte a partigiani italiani ritratti come in eterna lotta fra di loro e abitanti di un piccolo paesino invasati del loro dittatore...La guerra è ripresa alla Coppola di Apocalypse now, perché così è dappertutto e la scena finale, che sembra davvero girata in Paradiso, mette in luce quanto l'azione del soldato sia stata, alla lungam giusta, proprio perché la giustizia si può fare anche attraverso gli anni, anche se le persone non sono più le stesse.
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Ho visto solo questa sera, 8 luglio, su Raimovies, questo splendido film di Spike Lee che riporta la guerra alla sua reale dimensione di azzeramento del senso logico e di pietà, laddove però i soldati del battaglione Buffalo, cercano di mantenere una logica di comportamento, anche di fronte a partigiani italiani ritratti come in eterna lotta fra di loro e abitanti di un piccolo paesino invasati del loro dittatore...La guerra è ripresa alla Coppola di Apocalypse now, perché così è dappertutto e la scena finale, che sembra davvero girata in Paradiso, mette in luce quanto l'azione del soldato sia stata, alla lungam giusta, proprio perché la giustizia si può fare anche attraverso gli anni, anche se le persone non sono più le stesse...Spike Lee ha centrato in pieno l'obiettivo.
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alessanvan
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domenica 8 luglio 2012
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poteva essere un capolavoro ma troppi film uno
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Miracolo a Sant'Anna poteva essere un capolavoro se Spike Lee non avesse commesso troppi errori. Il film iniza come un thriller, prosegue come un film antirazzista, continua come un film di guerra citando un fatto storico realmente avvenuto, diventa sentimentale nell'amicizia tra soldato di colore e bambino italiano e finisce conun lieto fine, troppi film in uno. Inoltre troppi errori storici. Negli anni 40 ci saranno sicuramente state forme di discriminazione o razzismo nei confronti dei soldati di colore, ma che i nazisti siano stati addirittura quasi più gentili nei confronti dei neri degli americani (vedi la scena dell'alttoparlante) è assurdo. Anche che gli italiani (non certo abituati allora a persone di colore) siano stati tutti meno razzisti degli americani appare improbabile.
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Miracolo a Sant'Anna poteva essere un capolavoro se Spike Lee non avesse commesso troppi errori. Il film iniza come un thriller, prosegue come un film antirazzista, continua come un film di guerra citando un fatto storico realmente avvenuto, diventa sentimentale nell'amicizia tra soldato di colore e bambino italiano e finisce conun lieto fine, troppi film in uno. Inoltre troppi errori storici. Negli anni 40 ci saranno sicuramente state forme di discriminazione o razzismo nei confronti dei soldati di colore, ma che i nazisti siano stati addirittura quasi più gentili nei confronti dei neri degli americani (vedi la scena dell'alttoparlante) è assurdo. Anche che gli italiani (non certo abituati allora a persone di colore) siano stati tutti meno razzisti degli americani appare improbabile. La strage di Sant'Anna che ispira il titolo del film viene appena citata, mentre andava più sviluppata. Forse Spike Lee avrebbe dovuto scegliere uno, due temi al massimo e sviluppare solo quelli. Probabilmente poteva anche creare un capolavoro.
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denzel for ever
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sabato 21 aprile 2012
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leggendo i commenti mi aspettavo di peggio
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il film nn è un capolavoro....ma si lascia guardare....certo ci sn degli avvenimenti del tutto improbabili..pero cmq nn è tutto da buttare
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lella sabadini
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lunedì 22 agosto 2011
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troppo di tutto, tanto di troppo....
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Film confuso, con parecchi rimandi a dejà vue... : la scena della testa della statua che l'antiquario identifica subito con una grande opera d'arte e da cui parte il flash back mi ha curiosamente ricordato un delle scene iniziali del Titanic.Troppi temi portati avanti senza il necessario approfondimento e mischiati fra di loro senza che nessuno riesca ad emergere e a toccare in profondità lo spettatore.L'inserimento, che trovo senza senso , del piccolo Angelo che ha delle specie di visioni dà orgine a delle aspettative ma crea confusione: il bambino con il braccio schiacchiato e , secondo logica, spappolato dal peso di una trave risuscita risanato miracolasamente ? E dopo essere stato colpito durante uno scontro a fuoco viene di nuovo miracolato dalla presenza dell'amico che abbiamo visto morire precedentemente ? E' questo il "Miracolo a Sant'Anna" del titolo del film ? Oppure il fatto che fortuosamente Angelo, ormai cresciuto, paghi la cauzione per il protagonista ? L'utilizzo delle truppe di colore con scarsa fiducia da parte del Comando americano è un tema interessante e fa parte delle tematiche di Spike Lee ma è affrontato superficialmente e stona con il tema di base che ci si aspetta venga affrontato con più profondità.
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Film confuso, con parecchi rimandi a dejà vue... : la scena della testa della statua che l'antiquario identifica subito con una grande opera d'arte e da cui parte il flash back mi ha curiosamente ricordato un delle scene iniziali del Titanic.Troppi temi portati avanti senza il necessario approfondimento e mischiati fra di loro senza che nessuno riesca ad emergere e a toccare in profondità lo spettatore.L'inserimento, che trovo senza senso , del piccolo Angelo che ha delle specie di visioni dà orgine a delle aspettative ma crea confusione: il bambino con il braccio schiacchiato e , secondo logica, spappolato dal peso di una trave risuscita risanato miracolasamente ? E dopo essere stato colpito durante uno scontro a fuoco viene di nuovo miracolato dalla presenza dell'amico che abbiamo visto morire precedentemente ? E' questo il "Miracolo a Sant'Anna" del titolo del film ? Oppure il fatto che fortuosamente Angelo, ormai cresciuto, paghi la cauzione per il protagonista ? L'utilizzo delle truppe di colore con scarsa fiducia da parte del Comando americano è un tema interessante e fa parte delle tematiche di Spike Lee ma è affrontato superficialmente e stona con il tema di base che ci si aspetta venga affrontato con più profondità.
Peccato, evidentemente il regista ha voluto avventurarsi in un terreno che in realtà non è nelle sue corde e non ha potuto fare a meno di " contaminarlo" con i temi che sono suoi creando putroppo un prodotto molto al di sotto delle aspettative.
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g2i3o4
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mercoledì 4 agosto 2010
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gran bel film!!!!!!!!!!!
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Una mattinata estiva di temporale non avendo nulla da fare stavo girovagando tra i canali del tigitale terrestre quando su premium cinema mi sono imbattuto in questo film. Il titolo non mi incuriosiva ma visto che stava per cominciare mi sono messo comodo e ho cominciato la visione. Mi è sembrato davvero un bel film ambientato in un piccolo borgo toscano e vede protagonisti un gruppo di soldati americani, un gruppo di partigiani e un bimbo salvato dal "gigante di cioccolato" (un grosso soldato americano di colore) durante un bombardamento nazista. Un film che oltre a raccontare (anche crudelmente) la triste realtà della Seconda Guerra Mondiale tocca argomenti forti come la discriminazione razziale contro le persone di colore nell'america, come del resto in tutto il mondo durante la guerra.
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Una mattinata estiva di temporale non avendo nulla da fare stavo girovagando tra i canali del tigitale terrestre quando su premium cinema mi sono imbattuto in questo film. Il titolo non mi incuriosiva ma visto che stava per cominciare mi sono messo comodo e ho cominciato la visione. Mi è sembrato davvero un bel film ambientato in un piccolo borgo toscano e vede protagonisti un gruppo di soldati americani, un gruppo di partigiani e un bimbo salvato dal "gigante di cioccolato" (un grosso soldato americano di colore) durante un bombardamento nazista. Un film che oltre a raccontare (anche crudelmente) la triste realtà della Seconda Guerra Mondiale tocca argomenti forti come la discriminazione razziale contro le persone di colore nell'america, come del resto in tutto il mondo durante la guerra. Buon cast italiano e ottima recitazione sopratutto del bambino toscano. Recita benissimo in modo particolare quando finge di parlare con il suo amico immaginario Arturo. Consiglio la visione anche nelle scuole per educare di più i giovani su queti temi ahime cosi duri. 160 minuti possono sembrare troppo ma fidatevi, quando iniziate la visione di questo gran film non vi staccherete più dallo schermo. Voto 8 1/2. Al bambino do 10 e lode.
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barebone
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sabato 24 luglio 2010
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anche la storia è un'altra...
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Solo per amor di storia e verità, devo osservare che :
1)La 16° SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS" non era un "battaglione" ma una divisione corazzata delle Waffen-SS.
2)Il comandante della 16° divisione era il Generale Max Simon, e non Reder, che era solo un Maggiore.
3)Della stessa 16° divisione "Reichsführer SS", il maggiore Reder comandava il 16° Reparto Corazzato Ricognitori, che non c'entra nulla con Sant'Anna di Stazzema me che in compenso, insieme alla Wermacht, si rese responsabile di altri orrendi crimini, fra cui l'eccidio di Marzabotto.
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Solo per amor di storia e verità, devo osservare che :
1)La 16° SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS" non era un "battaglione" ma una divisione corazzata delle Waffen-SS.
2)Il comandante della 16° divisione era il Generale Max Simon, e non Reder, che era solo un Maggiore.
3)Della stessa 16° divisione "Reichsführer SS", il maggiore Reder comandava il 16° Reparto Corazzato Ricognitori, che non c'entra nulla con Sant'Anna di Stazzema me che in compenso, insieme alla Wermacht, si rese responsabile di altri orrendi crimini, fra cui l'eccidio di Marzabotto.
4) A Sant'Anna di Stazzema salirono 4 compagnie ( e non 3 ) al comando del capitano Galler, mentre fu il resto del 2° battaglione ( le altre 4 compagnie )che rimase a chiudere la via di fuga a valle.
5) Le SS non agirono con la complicità "dei fascisti locali" ma di uno solo, un certo Aleramo Garibaldi, che le SS usavano già da tempo a mo' di "guida indigena" senza alcuna importanza, tant'è che in quei giorni le stesse SS massacreranno anche sua moglie e le sue due figlie.
6) Le SS non furono accompagnate "da fascisti collaborazionisti". La presenza di soldati tedeschi di lingua italiana ha spesso tratto in errore i testimoni, inducendoli a scambiarli per fascisti nostrani e/o collaborazionisti dell'ultima ora, mentre in realtà, il più delle volte e soprattutto dopo la fine del 43, si trattava solo di semplici prigionieri di guerra italiani diventati poi soldati regolari dell'esercito tedesco per sfuggire a morte certa nei lager nazisti. Ovviamente questo non ne sminuisce le colpe, ma il termine "fascisti collaborazionisti accompagnatori di SS" rimane comunque poco calzante, visto che lascia intravvedere una responsabilità politica "condivisa" del massacro, mentre invece non è così
Premesso che concordo pienamente con chi ha già ribadito che la ricostruzione storica non era comunque un obiettivo primario del film, mi trovo però costretto a rilevare che nella tua esposizione della "verità storica" ci sono un po' troppe inesattezze.
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