dandy
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lunedì 11 aprile 2011
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la convenzione di ginevra:una nuova carta igenica.
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Più del solito documentario di denuncia,tipo"Farenight 9/11"(contutto il rispetto per Moore").Se all'inizio sembra limitarsi alla semplice condanna di torture mortali al taxista afghano Dilawar(arrestato nel 2002,ucciso a Bagram,e prima vittima accertata della lunghissima serie di soprusi perpetrati durante la guerra,a cominciare da Abu Ghraib)inflitte da soldati che oltre a pentirsi si giustificano nei modi più prevedibili e patetici,pian piano si mostra che non si trattava soltanto di "poche mele marce" come il governo americano aveva dato a intendere.Ma che proprio l'amministrazione Bush,nella persona del vice presidente Dick Cheney e del segretario della Difesa Donald Rumsfeld,una volta saputo dei trattamenti inflitti a Dilawar(alla cui famiglia è stato mandato un certificato di morte con l'omicidio segnato per causa,e non l'hanno capito perchè redatto in inglese),ha incoraggiato a fare altrettanto nel carcere di Abu Ghraib,e in seguito a Guantanamo,dove pochissimi detenuti sono stati effettivamente riconosciuti come terroristi(molti sono stati semplicemente consegnati dalla loro stessa gente in cambio di denaro o altri profitti).
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Più del solito documentario di denuncia,tipo"Farenight 9/11"(contutto il rispetto per Moore").Se all'inizio sembra limitarsi alla semplice condanna di torture mortali al taxista afghano Dilawar(arrestato nel 2002,ucciso a Bagram,e prima vittima accertata della lunghissima serie di soprusi perpetrati durante la guerra,a cominciare da Abu Ghraib)inflitte da soldati che oltre a pentirsi si giustificano nei modi più prevedibili e patetici,pian piano si mostra che non si trattava soltanto di "poche mele marce" come il governo americano aveva dato a intendere.Ma che proprio l'amministrazione Bush,nella persona del vice presidente Dick Cheney e del segretario della Difesa Donald Rumsfeld,una volta saputo dei trattamenti inflitti a Dilawar(alla cui famiglia è stato mandato un certificato di morte con l'omicidio segnato per causa,e non l'hanno capito perchè redatto in inglese),ha incoraggiato a fare altrettanto nel carcere di Abu Ghraib,e in seguito a Guantanamo,dove pochissimi detenuti sono stati effettivamente riconosciuti come terroristi(molti sono stati semplicemente consegnati dalla loro stessa gente in cambio di denaro o altri profitti).Rabbia e sdegno sono giustamente immensi.Forse in certi punti non manca il sensazionalismo,ma il discorso e ampio,e spazia dai metodi di tortura inventati per l'occasione nel 2003-2004(fisici e mentali)a quelli introdotti dalla CIA negli anni 50-60 agli spezzoni sui campi di concentramento nazisti,coi quali è inevitabile fare un confronto con le carceri incriminate americane.C'è anche una breve intervista al candidato John McCain,torturato per per anni in Vietnam,che esprime il suo sdegno.Nonchè quella di Moazzam Begg,cittatdino britannico incarcerato senza motivo apparente a Guantanamo.Emerge così tutto l'orrore di un'America come sempre ben lieta di combattere il nemico con i metodi più bassi e inumani possibili,arrivando ad affermarlo spensieratamente in diretta(i commenti di Bush,Rumsfeld e Cheney sul fatto che dopo l'11 settembre bisogna"diventare cattivi" sono agghiaccianti quasi quanto le famigerate foto dei prigionieri coi soldati ghignanti e i brevi durissimi filmati[quello del prigioniero che prende a testate la porta è terrificante]).Oltre a dimostrare che con la tortura raramente si ottiene la verità dai prigionieri,si capisce che le reazioni dei terroristi saranno in questo modo solo più cruente("Dopo quello che subisci,come puoi non diventare un terrorista?"dice uno dei soldati incriminati).E dal momento che alla fine ad essere puniti sono stati solo i pesci piccoli,o meglio una parte minima di loro,sembra che alla maggiorparte dei cittadini americani vada più che bene così.Ma c'è anche una parte di America sana fortunatamente,che ha fatto si che il documentario vincesse l'Oscar nel 2008.Da noi la solita distribuzione coi piedi,un anno dopo.Sempre nel 2008,Errol Morris ha girato "Standard Operating Procedure-L'orrore della verità".Molto meno incisivo.
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emmeti
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lunedì 1 giugno 2009
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un capolavoro in spiacevole ritardo
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Oscar meritato. Senza le a volte gradevoli ma quasi sempre esagerate (nei toni) sottolineature polemico-moralistiche di Michael Moore, una pellicola che davvero documenta, con un racconto serrato e coinvolgente, e fa riflettere senza obbligare a pensare in modo unidirezionale. Una denuncia che è difficile liquidare con il solito esorcistico richiamo all'"antiamericanismo", solidamente argomentata con le parole e con le immagini, riuscendo a tenere costantemente desta l'attenzione. E' un vero peccato che sia giunto su pochissimi schermi italiani, per altrettanto pochi giorni, e con un anno di ritardo.
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