La promessa dell'assassino |
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Un film di David Cronenberg.
Con Viggo Mortensen, Naomi Watts, Vincent Cassel, Armin Mueller-Stahl, Sinéad Cusack.
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Titolo originale Eastern Promises.
Thriller,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Canada 2007.
- Eagle Pictures
uscita venerdì 14 dicembre 2007.
MYMONETRO
La promessa dell'assassino
valutazione media:
3,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Buio capolavoro di stile ed emozionedi QciFeedback: 0 |
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lunedì 17 dicembre 2007 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I colori dell’ultimo film di Cronenberg sono il giallo e il rosso. Frutta, palloncini, addobbi. Ma sopratutto, carne e sangue. Non credo di sbilanciarmi se dico che il regista arriva con questo film all’equilibrio assoluto, al punto più alto di una ricerca passata in una decina di pellicole, quella sul corpo, o meglio sulle mutazioni del corpo. E lo fa limando gli aspetti grotteschi di lavori precedenti comunque sempre di altissimo livello come Il pasto nudo, Videodrome o Existenz; Cronenberg costruisce un mondo terrificante ai confini di una quotidianità che conosciamo bene: la Londra mostrata non ha nulla della cartolina, è un labirinto di palazzi periferici come ce ne sono a migliaia. Lavora sui corpi, Cronenberg, e sui personaggi. Tutti, dai protagonisti alle figure secondarie, hanno una profondità invidiabile. Mortensen regala una performance che definire indimenticabile è eufemistico: teso, mai compiaciuto, asciutto e assolutamente convincente: ipnotico, direi. Il suo personaggio riesce ad oscure i seppure bravi Watts e Cassel. Non esistono buoni o cattivi, e per una volta non è un luogo comune. Se sulla carta la famiglia di russi mafiosi poteva sembrare una brutta copia de Il Padrino, Cronenberg dà una lezione di regia ridefinendo i limiti del cinema di genere. Trama non lineare, colpi di scena misurati, nessun vero protagonista se non, ripeto, il corpo. E la violenza. Quella raccontata in A history of violence fa da introduzione a questo lavoro. Qui la violenza è essa stessa personaggio, si fa carne e sangue e sudore nella scena di combattimento della sauna che sta già entrando nel mito. Violenza in allucinante scena di stupro spiata dalla soglia di una porta. Violenza di immagini e suoni. Il film picchia forte e va sempre a segno, mantenendo un’intensità e una tensione altissime e senza scivolare nell’errore di tanto cinema violento, cioè creare distacco nello spettatore. Se una storia si può raccontare sulla pelle, scritta con i tatuaggi, è una storia che vale la pena di raccontare. Questo film non può piacere: deve disturbare. Non si può vedere un lieto fine, anche se pare ci venga concesso: non se ci si chiede, come fa Cronenberg, quanto è vicino tutto questo? È già dentro di noi? Grande cinema, viscerale, che può (forse deve, sicuramente vuole) far stare male. Da vedere.
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