usonian
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lunedì 14 aprile 2008
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lo straniero, la minaccia, il fratello.
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Attualissimo il film di Rodrigo Plà: una comunità che vive, protetta e controllata, i suoi esclusivi privilegi a ridosso di un mondo lacerato e consumato da povertà e indifferenza (la nostra). Un residence per pochi eletti che per difendere i suoi privilegi è disposto ad uno dei più alti sacrifici: l'umanità. Un ladruncolo del mondo esterno si trova a imprigionato nella "Zona", costretto a nascondersi, braccato dalla comunità colpita dal morbo xenofobo. È su di lui che ricadono tutte le responsabilità di un mondo visto come minaccia dei propri privilegi. È lui che incarna il caos, il nemico. Ma lui è solo una ragazzo, come i figli dei residenti che imbracciano fucili e bastoni. Solo un suo coetano ne prenderà atto, e non sarà facile.
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Attualissimo il film di Rodrigo Plà: una comunità che vive, protetta e controllata, i suoi esclusivi privilegi a ridosso di un mondo lacerato e consumato da povertà e indifferenza (la nostra). Un residence per pochi eletti che per difendere i suoi privilegi è disposto ad uno dei più alti sacrifici: l'umanità. Un ladruncolo del mondo esterno si trova a imprigionato nella "Zona", costretto a nascondersi, braccato dalla comunità colpita dal morbo xenofobo. È su di lui che ricadono tutte le responsabilità di un mondo visto come minaccia dei propri privilegi. È lui che incarna il caos, il nemico. Ma lui è solo una ragazzo, come i figli dei residenti che imbracciano fucili e bastoni. Solo un suo coetano ne prenderà atto, e non sarà facile. Per gli altri rimarrà la maschera delle paure che lo abbiamo costretto ad indossare, come se fosse colpa sua se ci siamo chiusi qui dentro, per non sentire la colpa di averlo, in realtà, chiuso fuori da un mondo troppo piccolo per contenere entrambi.
Finale agghiacciante.
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isola
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domenica 13 aprile 2008
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io non ho paura......
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questo film, mi ha ricordato io non ho paura, vi ho trovato delle analogie, un bambino/ adolescente vittima e un bambino adolescente figlio del persecutore. in entrambi " il buono" aiuta il coetaneo trasgredendo agli ordini del padre, in entrambi il mondo degli adulti è mostruoso. la vittima nella cantina o nella botola buia sotterranea, l'altro si muove liberamente, appunto un sapra-sotto, dentro/fuori, aperto/chiuso, luce/ombra. in entrambi l'aiuto è un segreto da non rivelare nel ( bambino) adolescente che si ribella, la strada più dolorosa per diventare adulti. Alejandro non rispetta le regole aberranti degli adulti neanche michele, e si distinguono anche dal gruppo dei coetanei che per la gran parte sono i figli dei loro padri.
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questo film, mi ha ricordato io non ho paura, vi ho trovato delle analogie, un bambino/ adolescente vittima e un bambino adolescente figlio del persecutore. in entrambi " il buono" aiuta il coetaneo trasgredendo agli ordini del padre, in entrambi il mondo degli adulti è mostruoso. la vittima nella cantina o nella botola buia sotterranea, l'altro si muove liberamente, appunto un sapra-sotto, dentro/fuori, aperto/chiuso, luce/ombra. in entrambi l'aiuto è un segreto da non rivelare nel ( bambino) adolescente che si ribella, la strada più dolorosa per diventare adulti. Alejandro non rispetta le regole aberranti degli adulti neanche michele, e si distinguono anche dal gruppo dei coetanei che per la gran parte sono i figli dei loro padri. uno ambientato nel sud del mondo l'altro nel nostro sud. uno ricco l'altro povero.l'abisso delle differenze sociali genera una violenza inaudita........
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ali
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sabato 12 aprile 2008
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?????
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ma cosa dici? neanche tu capisci quello che vuoi dire....cambia mestiere...
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diedro
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mercoledì 9 aprile 2008
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criticastra
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la recensione di Bertarelli è penosa oltre che gravemente imprecisa, tanto da far pensare che neppure abbia visto tutto il film o capito il suo svolgimento. Una superficialità arrogante che stonerebbe su qualunque giornale.
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rodrigo
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mercoledì 9 aprile 2008
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da vedere!
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cice
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mercoledì 9 aprile 2008
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il mondo e i muri: "la zona" grigia.
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Una riproduzione in scala ridotta delle paure nel mondo di oggi.
Un microcosmo in cui l'alterita' e' vissuta come ostacolo, la tentazione di abbandonarsi ad istinti belluini vince sul ricorso alle vie legali, quest'ultime che anche se adite partono viziate in origine o conducono ad esiti fallimentari,il bisogno di un capro espiatorio e di sicurezza che annidano il dubbio anche sui vicini di casa...
a me e' piaciuto davvero molto, soprattuto perche' non si riesce a capire dove stia il giusto, del resto questa e' spesso la realta', non bianca o nera, ma necessariamente una "Zona" grigia.
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gerryto
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mercoledì 9 aprile 2008
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che tutto il mondo se ne vada lì
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Pure io non sapevo niente del film, mi piaceva la locandina che è molto originale e perche il mio ragazzo lo voleva vedere. Sono uscito dalla sala con una rabbia talmente grande che per alcuni bei minuti non sono riuscito a esprimere una critica senza la rabbia interiore. Molto bello come film, e pur di sembrare molto "domestico" sembra più reale. Cerco, l'idea di un quartiere lontano, allienato da tutto non è molto originale (mi ricorda molto The Village), ma è veramente un pugno allo stomaco, una realizzazione della società attuale, della vita moderna, del egoismo e dal cosiddetto amore ai soldi. Bello, da vedere...
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davide
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martedì 8 aprile 2008
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la zona
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Ma questa si può considerare una critica?Bertarelli chi è?Perchè non va a fare il salumiere?
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sergio
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martedì 8 aprile 2008
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fuori zona
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La zona
Non c’è che dire, un bel film... un film che è un pugno nello stomaco.... un film che svela l’animo umano sempre assetato di vendetta.... un film che ci offre la ostilità verso il diverso (per benessere) del protagonista Alejandro, tramutata in piene consapevolezza di uomo.... anche se l’inquadratura finale ci fa pensare che le abitudini sono dure da dimenticare e fatto il suo dovere (anche se in ritardo) e bene non pensarci più.
Un film che suscita orrore nella sequenza del linciaggio del ragazzino, ma allo stesso tempo c’è indignazione nell’autodifesa della zona non colpevolizzata a colpi di mazzette.... il tutto girato con estrema bravura e le immagine riflettono lo stato dell’anima di un tempo non tanto lontano da noi.
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La zona
Non c’è che dire, un bel film... un film che è un pugno nello stomaco.... un film che svela l’animo umano sempre assetato di vendetta.... un film che ci offre la ostilità verso il diverso (per benessere) del protagonista Alejandro, tramutata in piene consapevolezza di uomo.... anche se l’inquadratura finale ci fa pensare che le abitudini sono dure da dimenticare e fatto il suo dovere (anche se in ritardo) e bene non pensarci più.
Un film che suscita orrore nella sequenza del linciaggio del ragazzino, ma allo stesso tempo c’è indignazione nell’autodifesa della zona non colpevolizzata a colpi di mazzette.... il tutto girato con estrema bravura e le immagine riflettono lo stato dell’anima di un tempo non tanto lontano da noi.
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