La zona

Un film di Rodrigo Plà. Con Daniel Giménez Cacho, Maribel Verdú, Carlos Bardem, Daniel Tovar, Alan Chávez.
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Drammatico, durata 97 min. - Spagna, Messico 2007. - Sacher uscita venerdì 4 aprile 2008. MYMONETRO La zona * * * - - valutazione media: 3,42 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
luanaa venerdì 21 luglio 2017
notevole Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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MI HA COLPITO E COMMOSSO DEL FILM IL RAPPORTO TRA QUESTI DUE ADOLESCENTI MINORENNI; CHE HANNO IN LORO SPONTANEO IL VERO SENSO DELLA GIUSTIZIA E DELLA SEPARAZIONE TRA BENE E MALE ( LA SCENA DELLA RIPRESA NELLA TELECAMERA DICE TUTTO CIO') CHE NON PUO' ESSERE DISUNITA DAL SENSO DI UMANITA '. LE ULTIME SCENE SONO DAVVERO TOCCANTI: IL RAGAZZO RICCO ALEJANDRO IMPARERA' AD ACCETTARE ATTRAVERSO IL RAPPORTO CON LA MORTE ED IL DOLORE CHE COMPORTA, LA REALTA' E COSI' POTRA' RICOMINCIARE O COMINCIARE A VIVERE: UN FINALE SPLENDIDO,ESTREMAMENTE SIMBOLICO DI QUESTA RINASCITA, DI QUESTO DISTACCO DAL CORDONE OMBELICALE:E DAL MODELLO PATERNO: DA VEDERE!!!!.

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filippo catani mercoledì 13 marzo 2013
homo homini lupus Valutazione 4 stelle su cinque
25%
No
75%

Città del Messico. Un gruppo di persone benestanti stanche della criminalità sono riuscite a farsi autorizzare da un giudice ad erigere una vera e propria città nella città definita da tutti come la zona. Vi è una solo motivo che porterebbe allo scioglimento: il verificarsi di un fatto di sangue. Quando ciò avviene, i cittadini che autogestiscono la zona si trasformeranno in veri e propri giustizieri.
Villette a schiera, giardini ben curati, telecamere a ogni incrocio; sembra un ridente isolato di una città qualsiasi. Invece ci troviamo nella città più popolosa al mondo, Città del Messico con i suoi alti tassi di criminalità e una polizia che viene percepita come corrotta. [+]

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salvatore scaglia lunedì 29 ottobre 2012
l'uomo, oltre gli schematismi di ricchi e poveri Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

La zona è un'intensa pellicola ambientata in Messico, su una zona, appunto, d'elite, del tutto separata dalla città circostante, in cui imperversano invece miseria ed ingiustizia. Il film è la rappresentazione di una sorta di ghetto al contrario, in cui dei ricchi possidenti vivono auto-barricati: telecamere dappertutto, vigilantes e persino un loro, tracotante, capo della polizia, che si confronta con la polizia del resto della città, dopo che, durante un forte temporale, alcune persone entrano nella "zona" per un furto, che finisce tragicamente nell'omicidio di una benestante e anziana signora. Quando interviene la polizia ufficiale è troppo tardi, anche perchè persino questa, all'inizio apparentemente incorruttibile, scende a patti col diavolo. [+]

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denzel for ever martedì 17 luglio 2012
gran bel film Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

è un bel film che nn stanca mai...e fa riflettere molto...da vedere

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splitz domenica 20 maggio 2012
un mondo senza muri è un mondo più umano Valutazione 4 stelle su cinque
50%
No
50%

 Al mondo, in tutto il mondo, esistono i ricchi e i poveri. In alcuni angoli di mondo, però, il divario tra ricchezza e povertà è abissale. Città del Messico è uno di questi angoli. A Città del Messico i poveri sono  troppi, mentre i ricchi sono talmente ricchi che possono permettersi di creare un mondo recintato e protetto, abitato da poche decine di individui e dalle loro famiglie, che possono così essere al sicuro da quella miseria che costringe tutti gli altri a rubare per sopravvivere.
Nella Zona - è questo il nome di questa fortezza circondata da alte mura, filo spinato e cavi elettrici a prova di ladro - le madri possono mandare tranquille a scuola i loro figli, mentre – con i loro mariti architetti, medici e ingegneri – possono condurre una vita agiata e asettica, scandita da precise regole condominiali e decisioni prese a votazione in assemblea. [+]

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fradad martedì 23 agosto 2011
apologo intenso e toccante sulla violenza Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Apologo intenso e toccante sulla violenza intesa come isteria collettiva, nonchè fosca ed inquietante metafora sociale, "La zona" è un esempio di come si possa fare centro al primo colpo e senza spese folli se ci sono le idee giuste e la capacità di rappresentarle. I temi, che si intersecano senza creare confusione o ridondanza, sono riconducibili alla degenerazione morale  alla quale perviene l'uomo allorquando perde di vista la propria dimensione "sociale" e che, ammantata dietro le patinate villette borghesi, si nutre dell'illusione di poter curare il proprio giardino ignorando quanto c'è fuori. Troppi muri ci hanno insegnato, nella Storia, che isolarsi non serve; troppe tragedie, piccole e grandi, hanno insanguinato l'umanità quando troppo ampio è divenuto il divario tra le fasce sociali e troppo spesso la follia umana ha voluto trovare un capro espiatorio alle proprie inadeguatezze (che si tratti di una minoranza etnica, di una strega da bruciare sul rogo o di un innocente da condannare poco importa). [+]

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britannico mercoledì 20 ottobre 2010
la intolleranza e i muri. Valutazione 3 stelle su cinque
50%
No
50%

Film che ci fa comprendere l'inutilità dei muri, e risaputo che solo la integrazione sociale, la solidarietà e la comunicazione risolleva i deboli dalla  povertà,  la dove l'integrazione sociale è rifiutata, addirittura
arrogandosi la facoltà di interpretare la giustizia, le disperazioni aumentano e conseguentemente anche i fatti criminosi,un po' di speranza nel  commissario di polizia che tenterà di ristabilire la legalità ma sarà anchegli travolto dalla corruzione, film duro di denuncia, vita impossibile senza le istituzioni, fa riflettere.

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mario_platonov domenica 17 ottobre 2010
la miseria di una fortezza dorata Valutazione 3 stelle su cinque
82%
No
18%

Un interessante film, quasi un piccolo saggio di geografia urbana: il contatto fisico tra la miseria di un quartiere periferico e le comodità (conservate con molta fatica) di un'area residenziale è reso con potenza attraverso il crollo accidentale di un muro. Il punto forte della pellicola è la capacità del regista di mescolare al meglio tutte le fazioni “in gioco”: polizia, abitanti del ghetto dorato, poveri, portano tutti dietro il marchio della paura, della corruzione, dell’assenza di legge. In questa mancanza di punti fissi c’è l’aspetto più significativo, solo in parte scalfito dalla presenza di due personaggi per i quali il regista mostra chiaramente compassione. [+]

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chiarialessandro giovedì 11 giugno 2009
storie di ordinaria disperazione Valutazione 4 stelle su cinque
40%
No
60%

Quando finisce la pellicola e senti l’urgenza, la necessità di scrivere un commento; quando finisce lo spettacolo e ti chiedi (sconsolato), come mai è già finito; quando ti sembra di essere stato inchiodato alla sedia con la convinzione che non ti saresti alzato nemmeno se fosse arrivato un leone; quando il tempo è volato con la rapidità della saetta che attraversa il cielo nella notte tempestosa, significa che hai visto un gran bel film anche se, masticando, senti un senso di amaro talmente forte in bocca da rimanerci appiccicato per molto tempo ancora. Regista a me sconosciuto; interpreti anche; storia avvincente che, pur non approfondendoli, fa toccata e fuga su tanti argomenti: ricchezza (esagerata?), paradiso, inferno, povertà, miseria, degrado, corruzione, delirio di onnipotenza, violenza, presunzione, giustizia fai da te, giustizia usa e getta. [+]

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petronius arbiter sabato 9 maggio 2009
da vedere Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Da vedere non c'e' che dire. Non ho capito bene il finale pero';lui va si' a seppellire il ragazzino ma in fondo non da retta alla povera madre che aspetta notizie del figlio fuori della zona,e non solo non dimostra particolare partecipazione alle furtive esequie ma alla fine se la gode mangiandosi un ricco taco alla bancarella all'angolo. Non so...io l'ho interpretato come un finale sarcastico e amarognolo piuttosto che come la ribellione al padre e al sistema.

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