Niente da nascondere

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Un film di Michael Haneke. Con Juliette Binoche, Daniel Auteuil, Annie Girardot, Maurice Bénichou, Bernard Le Coq.
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Titolo originale Caché. Drammatico, durata 117 min. - Francia, Germania, Austria, Italia 2005. - Bim Distribuzione uscita venerdì 14 ottobre 2005. MYMONETRO Niente da nascondere * * * 1/2 - valutazione media: 3,57 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
noia1 venerdì 20 novembre 2015
stupidi topi in gabbia Valutazione 4 stelle su cinque
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No
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Alla porta di una famigliola si presentano cassette da un mittente misterioso, il contenuto poi, metterà tutti a dura prova. Film gelido, Haneke ci ha abituato ai suoi personaggi quasi cadaverici nell’espressività, messi poi alla prova con situazioni oltre le proprie capacità, questa volta non fa eccezione se non che i tratti inquietanti – oltre quelli drammatici – sono più palpabili del solito. Un evidente smembramento progressivo della vita borghese (in questo caso specifico: francese). Si parte dai dialoghi più banali, quelli soliti, curati nei minimi dettagli, quasi indifferenti tanto tutto è scontato. Si prosegue, s’insinua pian piano il veleno di un personaggio i cui messaggi trasformano questa vita in qualcosa d’insopportabile, atroce. [+]

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guidobaldo maria riccardelli mercoledì 6 aprile 2016
la naturale evoluzione dei peccati Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Meticolosa analisi della sofisticata borghesia parigina, immersa nei libri ma incapace di riconoscere i propri peccati, preoccupata della reputazione più che dei rapporti veramente importanti, insidiata nel privato, alveo sicuro ed inviolabile.
Michael Haneke, come al solito, non agevola lo spettatore nella risoluzione degli, invero, poco intricati dilemmi, volendo restare fermamente aderente alla realtà delle cose, dove molto spesso le nubi non si diradano, lasciando aperto il tavolo di conflitto. Puramente europeo questo aspetto, lontano dal manicheismo semplicistico d'oltreoceano: vivido e realistico, non sceglie di accomodarsi su posizioni antipodiche, non assiste nè accudisce lo spettatore verso la destinazione più logica, osserva con occhio inerme il carattere sfaccettato dell'esistenza, così priva di riferimenti solidi. [+]

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eugenio giovedì 13 ottobre 2011
le colpe del mondo occidentale Valutazione 4 stelle su cinque
50%
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Un’inquadratura fissa di una tranquilla via parigina: una casa signorile la cui facciata è parzialmente coperta dal fogliame degli alberi mette sull’attenti lo spettatore catturandone l’attenzione ma ecco che l’immagine inizia a scorrere più velocemente. E’ un fast-forward di una registrazione su nastro che uno sconosciuto ha recapitato ai protagonisti: Georges (Auteil), conduttore televisivo di un talk-show sui libri,Anna (Binoche) moglie di Kiesloswskiana memoria e il figlio adolescente Pierrot. Chi è il grande fratello che spia le quotidiane azioni di un’apparente famiglia perbenista borghese e perché cerca di impaurirli spedendo loro più videocassette avvolte in disegni infantili e sinistri? Cosa nasconde il passato di Georges, segnato da un avvenimento lontano, un torto inflitto al fratellastro? Esiste una correlazione oggettiva tra quest’episodio e il massacro di due militanti del fronte di liberazione nazionale algerino durante la manifestazione di Parigi nel 1961? L’intreccio e la sceneggiatura dell’austriaco Haneke fanno di queste domande il filo conduttore del film, premio speciale della Giuria Cannes 2005, un atipico thriller emotivo incentrato sui sensi di colpa e sui reconditi rimorsi dell’ ”uomo occidentale” figlio della violenza colonialista e dell’intrallazzismo immigratorio. [+]

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panzy mercoledì 23 giugno 2021
quabdo la tensione continua dopo il "the end" Valutazione 3 stelle su cinque
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 L'ho rivisto ieri dopo alcuni anni e devo dire che uno svelamento finale avrebbe rovinato il film. Alla fine il mediocre protagonista resta avviluppato dalle sue meschinerie, dallo scarso coraggio. I figli dei due fratellastri possono loro essere visti come speranza do redenzione e integrazione. E' un film che mette a nudo l'incomunicabilità che spesso si cela dietro l'apparente ed ipocrita serenità famigliare. L'andamento claustrofobico della trama ben riflette la claustrofobia psichica in cui si dibatte il protagonista che non è capace o non vuole sciogliere quei nodi che lo tengono prigioniero e che non fa altro che continuare a stringerli con un comportamento francamente patologico. [+]

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tunaboy martedì 29 giugno 2021
analisi “caché”: il meta-giustizialismo Valutazione 0 stelle su cinque
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Una videocassetta, abbandonata all’entrata di una casa di una benestante famiglia parigina. La videocassetta mostra una ripresa di quell’entrata. Per quanto inquietante, i componenti della famiglia non gli prestano particolare attenzione.
Una seconda videocassetta, contenente lo stesso filmato. Questa volta, però, è avvolta da un disegno infantile, raffigurante quello che sembrerebbe essere un bambino che sputa sangue. [+]

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tunaboy martedì 29 giugno 2021
analisi “caché”: il meta-giustizialismo Valutazione 0 stelle su cinque
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Una videocassetta, abbandonata all’entrata di una casa di una benestante famiglia parigina. La videocassetta mostra una ripresa di quell’entrata. Per quanto inquietante, i componenti della famiglia non gli prestano particolare attenzione.
Una seconda videocassetta, contenente lo stesso filmato. Questa volta, però, è avvolta da un disegno infantile, raffigurante quello che sembrerebbe essere un bambino che sputa sangue. [+]

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bobi mercoledì 11 gennaio 2006
diverticoli d'autore Valutazione 0 stelle su cinque
47%
No
53%

Leggo che questo film, brutto, fatto male, scombiccherato, noioso e quant'altro (quanto e come i suoi altri capolavori), ha pure vinto ultimamente non so che premio europeo. Questo potrebbe voler dire che noi italiani non abbiamo capito niente, e quindi che cos'è, colpa di un pessimo doppiaggio che ci ha portato fuori strada? Può darsi, in effetti era alquanto sciatto, come la maggior parte dei doppiaggi d'oggi, ma non credo si possa scaricar la colpa sull'italica versione. Lo sgangheramento del film è nelle sue immagini, nella sua incongruenza, negli schizzi di sangue inutile con cui quel pornografo del regista cerca di macchiarci fin dall'inizio, di stupirci; ma l'unico stupore che proviamo è solo quello di essere caduti in un tranello idiota ordito da una sapiente campagna promozionale. [+]

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