Sempre peggio per Haneke. Thriller appassionante? Da cosa ha estrappolato la passione di questo film Francesca Felletti? Dalla peggiore interpretazione di Juliette Binoche? Dall'inadeguatezza di Daniel Auteuill? Dall'esilissima storia? Dalla lentezza morente della narrazzione? Dov'è la passione? Il fulcro del film, le cassette con le registrazioni spia, è dimenticata man mano che il film scorre, facendo finta di niente, come se fossero mai esistite. Come si può giudicare bene un film che si dimentica dell'elemento chiave con cui è nato? Come può essere un thriller appassionante se non si vede mai lo stalker? Non c'è investigazione, questo film non è niente. Non è da me, ma a questo preferisco American Pie (Mi pentirò di quello che ho detto!). In più la rozzezza degli effetti speciali è terrificante più quanto Haneke avrebbe voluto con la sua storia, intendo la scena del taglio dell'arteria carotidea, in cui il sangue digitale schizza in stile Liquidator...
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beppe baiocchi
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sabato 16 giugno 2012
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il senso del film
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Con tutto il rispetto forse non hai capito molto del film. Il film non è un thriller comune, è qualcosa di più. E' una lenta (te lo concedo, la narrazione è molto lenta, ma non lo ho trovato un elemento di disturbo, anzi) ricerca psicologica nella mente, non dello stalker ma del protagonista, che lo portano a riflettere sulle colpe di un passato forse dimenticato.Il regista con questo film ci vuole dire che non si possono seppellire le colpe passate come se niente fosse, ma c'è sempre qualcuno che ci osserva sempre e che conosce i nostri segreti più nascosti. La trama è esile perchè una trama troppo complessa avrebbe tolto l'attenzione dello spettatore dai sentimenti e dalle paure del protagonista (credo).
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Con tutto il rispetto forse non hai capito molto del film. Il film non è un thriller comune, è qualcosa di più. E' una lenta (te lo concedo, la narrazione è molto lenta, ma non lo ho trovato un elemento di disturbo, anzi) ricerca psicologica nella mente, non dello stalker ma del protagonista, che lo portano a riflettere sulle colpe di un passato forse dimenticato.Il regista con questo film ci vuole dire che non si possono seppellire le colpe passate come se niente fosse, ma c'è sempre qualcuno che ci osserva sempre e che conosce i nostri segreti più nascosti. La trama è esile perchè una trama troppo complessa avrebbe tolto l'attenzione dello spettatore dai sentimenti e dalle paure del protagonista (credo). Almeno così la penso io ;D
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(di nick castle)
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brando fioravanti
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venerdì 25 ottobre 2013
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american pie
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Il problema non è lo stalker, il problema è avere qualcosa da nascondere che viene allo scoperto. Ne parlava anche freud nel suo perturbante. Ma forse a te importa di vedere film di facile consumo, con il classico psicopatico che viene smascherato
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amd68
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domenica 28 agosto 2016
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...per scoprire il meglio
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Credo semplicemente che la risposta alle tue domande sia che ogni regista parla una lingua cinematografica diversa. Sta allo spettatore cercare di comprenderla. Alcune lingue sono facili da comprendere e ci danno sicurezza, altre sono complesse e ci lasciano insicurezza e frustrazione. La frustrazione dell'evidente mancanza di un colpevole certo, l'incertezza della verità ed anche la frustrazione che si legge tra le tue domande lanciate come una richiesta d'aiuto, di certezza, di un colpevole piuttosto che di un verdetto, Heneke è riuscito a fartele provare. Sinceramente anch'io come te le ho provate assuefatto come sono dal semplice cinema statunitense che appaga lo spettatore medio fornendogli quelle certezze che nella vita reale nessuno riesce ad avere.
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Credo semplicemente che la risposta alle tue domande sia che ogni regista parla una lingua cinematografica diversa. Sta allo spettatore cercare di comprenderla. Alcune lingue sono facili da comprendere e ci danno sicurezza, altre sono complesse e ci lasciano insicurezza e frustrazione. La frustrazione dell'evidente mancanza di un colpevole certo, l'incertezza della verità ed anche la frustrazione che si legge tra le tue domande lanciate come una richiesta d'aiuto, di certezza, di un colpevole piuttosto che di un verdetto, Heneke è riuscito a fartele provare. Sinceramente anch'io come te le ho provate assuefatto come sono dal semplice cinema statunitense che appaga lo spettatore medio fornendogli quelle certezze che nella vita reale nessuno riesce ad avere. Credo che il regista volesse proprio cercare di descrivere le sensazioni della vita reale, dell'assenza di una verità facilmente distinguibile e dei sensi di colpa che ci portiamo dietro. Credo ci sia riuscito e la tua recensione ne è la conferma.
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nickcastle91
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sabato 29 febbraio 2020
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ragazzi
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che dire, non vi posso dare torto, all'epoca ne ho ricordo di un film fin troppo diverso dai generi, ma già all'epoca ero comunque attratto dalla diversità al cinema e dal diverso. Sicuramente dovrei rivederlo.
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