enigma lover
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mercoledì 3 novembre 2004
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enigma lover time love ling
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18 ore dopo...
Futuro remoto
TIME LOVE LING
Mi guardo allo specchio strano non ho gli occhi a mandorla?
E' il mattino dopo il ritorno dallo struggente
viaggio/visione di 2046.. 2 ore di fascinazione, piccoli dettagli
che delicatamente, cinicamente, tragicamente raccontano
con la regia di Wong Kar Wai
della paura di amare davvero o la paura di amare troppo.
...può essere troppo presto per il vero amore o troppo tardi...
Toni Leung (Chow Mo Wan) in un film stranamente fantascientifico
si trasforma nel suo viaggio immaginario verso il 2046
dove il tempo non cambia mai,
in questa ricerca continua del passato,
dell'unica donna che abbia veramente amato
(la prima Su Li interpretata da Maggie Cheung),
la quale abitava proprio nella stanza accanto alla sua, la 2046.
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18 ore dopo...
Futuro remoto
TIME LOVE LING
Mi guardo allo specchio strano non ho gli occhi a mandorla?
E' il mattino dopo il ritorno dallo struggente
viaggio/visione di 2046.. 2 ore di fascinazione, piccoli dettagli
che delicatamente, cinicamente, tragicamente raccontano
con la regia di Wong Kar Wai
della paura di amare davvero o la paura di amare troppo.
...può essere troppo presto per il vero amore o troppo tardi...
Toni Leung (Chow Mo Wan) in un film stranamente fantascientifico
si trasforma nel suo viaggio immaginario verso il 2046
dove il tempo non cambia mai,
in questa ricerca continua del passato,
dell'unica donna che abbia veramente amato
(la prima Su Li interpretata da Maggie Cheung),
la quale abitava proprio nella stanza accanto alla sua, la 2046.
Nel viaggio è Così rivelato dagli androidi il segreto del bosco...
Come nell'"Aidoru" coincidenze, sincronicità, "punti nodali",
anche il mio segreto "Loveling" custodito
dagli alberi amanti è così rivelato...
e per dirla alla William Gibson "Adesso l'Aidoru è là,
ombra fra le ombre,
ma distinguibile. E io la raggiungerò."
Nella tensione dell'immaginazione è con gli occhi della mente
che riusciamo davvero a "vedere nessuno"
(magari per sposarlo).
Wo ai ni
Tan Mang Ling... Ling Ku Pictures dedicated to you
http://www.artling.it/picture.html
Commento dal futuro remoto di Mauro Nobilini 30 10 2046
http://www.artling.it/2046.html
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magda
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lunedì 1 novembre 2004
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trasfigurazione dell'amore
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Stagione autunnale,umida , introspettiva…..invito al raccoglimento e all'intimità.
i 90 minuti di una pellicola possono trasportarci tra i nostri mondi paralleli fantastici o appiattirci nella banalità piu' assoluta di "Ovunque sei" caro Placido, rimanici!
Bisogna soffrire davvero per girare dei film esistenzialistici o introspettivi,
gli italiani maestri nella commedia, si rivelano copie mal riuscite nel trattare di inquietudini e tormenti interiori.
Meglio gli originali Wim Wenders e Truffaut.
Cambiamo sala e spostiamoci nell'immaginario erotico di Wong Kar-Wai.
Altro registro interpretativo 2046:una parola,un suono, una data,il numero di una camera d'albergo? grande potere dei segni e della loro multiforme capacità semiotica.
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Stagione autunnale,umida , introspettiva…..invito al raccoglimento e all'intimità.
i 90 minuti di una pellicola possono trasportarci tra i nostri mondi paralleli fantastici o appiattirci nella banalità piu' assoluta di "Ovunque sei" caro Placido, rimanici!
Bisogna soffrire davvero per girare dei film esistenzialistici o introspettivi,
gli italiani maestri nella commedia, si rivelano copie mal riuscite nel trattare di inquietudini e tormenti interiori.
Meglio gli originali Wim Wenders e Truffaut.
Cambiamo sala e spostiamoci nell'immaginario erotico di Wong Kar-Wai.
Altro registro interpretativo 2046:una parola,un suono, una data,il numero di una camera d'albergo? grande potere dei segni e della loro multiforme capacità semiotica.
Sulla poliedricità ermeneutica si snoda questo film che con la perfezione geometrica della fotografia celebra l'imperfezione dell'amore collocando il sublime sentimento in uno spazio temporale completamente anacronistico,diacronico,assente.
Il treno verso il futuro, metafora del viaggio esistenziale interiore,sposta le nostre passioni non vissute verso proiezioni future, dove cio' che non è stato e cio' che non sarà mai si collega al filo rosso dell'immaginazione, del ricordo,dell'onirico, del fantastico.
L'istanza temporale del presente è assente,quasi a dirci che l'amore si nutre solo di ricordi e di speranze ed è condannanto a non vivere hic et nunc.
L'adesso dell'amore è cio' che passa, è lo sbattere di corpi copulanti di cui non rimmarà nulla………..molto nostalgico e anelante.
Molto Proustiano……………..
La sola donna amata è quella trasfigurata, ricordata,proiettata, immaginata.
L'amore come catarsi evocativa dei nostri turbamenti e dei nostri limiti, supera le dimensioni del tempo e ci costringe a misurarci con le nostre finitezze...la scrittura del malinconico giornalista attraverso la narrazione del se, cura,evoca,sublima,da respiro ai desideri, agli struggimenti,ai sentimenti inespressi(rimando al testo “autoanalisi per non pazienti” di Duccio Demetrio).
Le donne? immagini pittoriche di estrema eleganza erotica,muse ieratiche,delirii omnicomprensivi magnificamente rappresentate.
Celebrazione della figura femminile in chiave poetica e divina.
Ringrazio, come donna, il regista Wong Kar-Wai, per l’idea di femminilità che ci regala.
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(di pier)
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anonimo
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venerdì 5 novembre 2004
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perdenti nell'incanto tragico del molteplice
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Un guanto nero lungo un passamano conduce suadente verso il viaggio dei(non) ritorni, dei (non) luoghi, dei (non) tempi. Non basta guardarlo (e sarebbe già abbastanza) questo nuovo film di Wong Kar Wai,è necessario ingoiarlo, ingoiare i soli colori, le sole forme, i soli movimenti, i soli corpi.
Corpi di donne, dee, puttane, misteri luccicanti e insondabili. I loro occhi vedono, sanno, hanno sempre saputo.
Ma il cinema è inganno, l'inganno più vero del vero, più dolce, più amaro, quello da cui vorremmo continuare ad essere ingannati. Perchè non ne possiamo fare a meno.
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(di ff)
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giovj
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lunedì 26 marzo 2012
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una raffinata sofferenza interiore
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I segni della vita vissuta sorreggono lo spettatore nella visione del film 2046 del regista Wong Kar Wai.
Lo stile rigorosamente e piacevolmente discontinuo, si veste di di immagini, colore,suoni e si fonde alle
asimmetrie delle inquadrature attente al dettaglio, al contrasto di luce, agli ambienti che emanano una
raffinata sofferenza interiore.
Tutto ci investe e ci turba drammaticamente e al contempo ci lega poeticamente ai ricordi forse perduti
e ai segreti sigillati per l'eternita'.
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kubrhitch
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giovedì 10 aprile 2008
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alla ricerca dell'umanità perduta
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Dopo il successo tributato a "In the mood for love" Wong si è potuto regalare un'opera arditamente personale di non facile lettura. Una lezione di coreografia cinematografica di grande eleganza. Un patchwork di tranches de vie che altera il rapporto convenzionale tra finzione e realtà, tra oriente ed occidente producendo una possibile sintesi in cui sono i sentimenti a farla da padrone. L'ostico per il pubblico occidentale sta proprio nella resistenza a lasciarsi andare. La nostra è una società frigida ed anestetizzata tendente all'asettico perfetto. Wong è più vicino a Lynch di quanto si possa pensare. Entrambi gli artisti si concentrano su ciò che è più propriamente umano - alla ricerca dell'umano perduto - nel non-sense degli eventi reali.
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Dopo il successo tributato a "In the mood for love" Wong si è potuto regalare un'opera arditamente personale di non facile lettura. Una lezione di coreografia cinematografica di grande eleganza. Un patchwork di tranches de vie che altera il rapporto convenzionale tra finzione e realtà, tra oriente ed occidente producendo una possibile sintesi in cui sono i sentimenti a farla da padrone. L'ostico per il pubblico occidentale sta proprio nella resistenza a lasciarsi andare. La nostra è una società frigida ed anestetizzata tendente all'asettico perfetto. Wong è più vicino a Lynch di quanto si possa pensare. Entrambi gli artisti si concentrano su ciò che è più propriamente umano - alla ricerca dell'umano perduto - nel non-sense degli eventi reali. Cos'è vero e universale? Purtroppo il grande pubblico non sa andare oltre un piano superficiale di lettura. Ma Lynch e Wong ci provano. L'ultimo scampolo di fiducia. Il pubblico vuole il responsabile, il volto del colpevole, la successione rassicurante degli eventi, la spiegazione dei fatti, la chiusura del cerchio, la soluzione consolatoria che ci rafforzi nelle nostre abitudini nascostamente alienanti o falsamente felici. Non chiede al cinema di aprirgli gli occhi, un metro per guardare la realtà nel modo giusto. Tutto questo è tanto faticoso che la nostra coscienza superficiale finisce per identificarlo con la noia. Wong Kar Wai è proprio quello che ci vuole oggi, in questi tempi terribili da Urlo di Munch. Invito a non fare troppo gli schizzinosi e gli snob al rovescio rispetto a ciò che richiede un maggior senso dell'osservazione. Mi rivolgo a quanti facilmente bollano le opere come intellettualistiche o manieristiche. Anche Kubrick e Fellini hanno subito la stessa sorte. Accettare di non capire è un grande passo per l'umanità. Lascirsi andare è un passo ulteriore. A proposito di Fellini 2046 mi ha rimandato all'ormai imprescindibile "8 e 1/2".
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[+] circa un quarto d'ora
(di angelo s.)
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alberto s
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venerdì 9 gennaio 2009
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meraviglia senza tempo
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Dopo 'In the mood for love',capolavoro inarrivabile e fisso nel tempo come qualcosa di impossibile da cancellare, tentare di fare una sorta di sequel (perchè tratta di questo '2046') sarebbe stato difficile, o quasi proibitivo, per chiunque.
Non per Wong Kar-wai, uno dei cineasti più straordinari della contemporaneità, uno di quelli che credono ancora nella forza espressiva, anche violenta, del cinema.
Uno che crede nei silenzi, nelle nostalgie di una vita e nei piccoli drammi quotidiani che poi diventano malesseri eterni.
2046 è un anno, è un Pianeta sconosciuto e lontano, è un numero di una stanza d'albergo, è persino il titolo di un libro; 2046 è tutto e, paradossalmente, non è nulla.
E'il vuoto di un uomo che adora essere amato ma sa amare solo una persona, che continua a cercare in ogni incontro che la vita gli riserva.
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Dopo 'In the mood for love',capolavoro inarrivabile e fisso nel tempo come qualcosa di impossibile da cancellare, tentare di fare una sorta di sequel (perchè tratta di questo '2046') sarebbe stato difficile, o quasi proibitivo, per chiunque.
Non per Wong Kar-wai, uno dei cineasti più straordinari della contemporaneità, uno di quelli che credono ancora nella forza espressiva, anche violenta, del cinema.
Uno che crede nei silenzi, nelle nostalgie di una vita e nei piccoli drammi quotidiani che poi diventano malesseri eterni.
2046 è un anno, è un Pianeta sconosciuto e lontano, è un numero di una stanza d'albergo, è persino il titolo di un libro; 2046 è tutto e, paradossalmente, non è nulla.
E'il vuoto di un uomo che adora essere amato ma sa amare solo una persona, che continua a cercare in ogni incontro che la vita gli riserva.
Per lui le donne sono un passatempo, lo dice lui stesso, forse si diverte a vederle innamorate di lui, di lui che ama solo lei; ma poi, lui, non è così insensibile come sembra e sorride amaramente se la sua amata è felice con un altro uomo.
Continuerà a vivere i piaceri effimeri e repentini che le occasioni della vita gli offriranno, farà l'amore con donne di cui non ricorderà il nome e vedrà il tempo scorrere inesorabile e la sua malinconia crescere a dismisura.
Penserà solo a lei, quando, andato e tronato dal 2046, si renderà conto ancora una volta che lei, e solo lei, poteva dare un senso alla sua esistenza.
penserà comunque sempre a lei.
Così lontana, eppure così vicina.
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john doe
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giovedì 4 marzo 2021
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oltre il tempo della vita
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Il film gemello di “In the Mood for Love” il cui progetto nacque in concomitanza con quest’ultimo è “2046” dello stesso regista. Anche in questa pellicola Wong Kar-wai tratta i temi già proposti nel film precedente, ma in maniera e con una struttura narrativa completamente differenti. Il film presenta più piani narrativi temporali e spaziali. La trama narra della vita del protagonista Chow, uno scrittore, che ricerca assiduamente in relazioni di una notte con donne sempre diverse frammenti del ricordo dell’unica donna che abbia mai amato. La vicenda si snoda tra passato e presente ed inoltre subentra un mondo fantascientifico rappresentato nel romanzo scritto dal signor Chow.
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Il film gemello di “In the Mood for Love” il cui progetto nacque in concomitanza con quest’ultimo è “2046” dello stesso regista. Anche in questa pellicola Wong Kar-wai tratta i temi già proposti nel film precedente, ma in maniera e con una struttura narrativa completamente differenti. Il film presenta più piani narrativi temporali e spaziali. La trama narra della vita del protagonista Chow, uno scrittore, che ricerca assiduamente in relazioni di una notte con donne sempre diverse frammenti del ricordo dell’unica donna che abbia mai amato. La vicenda si snoda tra passato e presente ed inoltre subentra un mondo fantascientifico rappresentato nel romanzo scritto dal signor Chow. Il 2046 indica il numero della stanza dove si incontravano i due amanti, ma è anche un luogo e un tempo nel romanzo del protagonista. Questo numero indica il sito della memoria passata, dove la mente fugge alla ricerca dei ricordi perduti. Un luogo nel quale rifugiarsi, ma dal quale è difficile riemergere. In “2046” la passione e il sentimento esplodono in un’esasperazione dell’amore, del desiderio e dell’eros. E’ interessante il parallelismo tra il signor Chow del film “In the Mood for Love”, amorevole e giudizioso, e quello di “2046”, impulsivo e passionale. Ogni elemento di “2046” sembra portare alla massima espressione visiva e rappresentativa il tema del desiderio e della memoria, del peso del ricordo e della passione incontrollata. Anche qui la fotografia di Christopher Doyle struttura e domina le scene e la narrazione con le scenografie e con il cromatismo dei colori. L’immagine si scalda e la scena condivide diverse realtà dove i colori diventano protagonisti e si adattano al tempo e al luogo. Le tonalità del rosso e i contrasti dominano le sequenze fantascientifiche e in una sequenza particolare subentra perfino l’utilizzo del bianco e del nero a sottolineare il ricordo flebile quanto profondamente radicato nel cuore e nella memoria. Ricorrono anche in questa pellicola la simbologia delle mani, gli oggetti che attraversano il tempo e i rapporti umani, il ricordo come fuga dalla realtà e come peso da sopportare. Perfino nel romanzo del protagonista vengono trattati i temi dell’amore impossibile e del desiderio incontrollabile. Anche qui il peso del ricordo dell’amore diviene un segreto inconfessabile, un desiderio inesprimibile, un passato insopportabile da poter sussurrare a qualcosa di inanimato ed eterno come la cavità di un albero.
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cris
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giovedì 28 settembre 2006
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alla ricerca nei sogni dell'amore!
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2046, è un film celebrato per le sue intense e svariate sfaccetature, ma nel volersi imporre in mille modi diversi, perde la capacità di legare insieme i numerosi fili intrecciati, e da una tessitura incompleta, poco si percepisce del diario autobiografico, del cammino esistenzialista, del viaggio enigmatico e della ricerca dei ricordi perduti! Ad una seconda visione, si cominciano a notare particolari appena percepibili all'impatto, il suo voler essere poetico e filosofico, il suo concetto esaltante dell'amore, il viaggio ipotetico verso i ricordi smarriti! Ma tutto appare troppo rarefatto per coglierlo al momento, e la narrazione eccessivamente lenta, unita agli schemi monotoni e ripetitivi, danno l'idea di un colossale e paradossale fiasco cinematografico e non di un poema encomiastico
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2046, è un film celebrato per le sue intense e svariate sfaccetature, ma nel volersi imporre in mille modi diversi, perde la capacità di legare insieme i numerosi fili intrecciati, e da una tessitura incompleta, poco si percepisce del diario autobiografico, del cammino esistenzialista, del viaggio enigmatico e della ricerca dei ricordi perduti! Ad una seconda visione, si cominciano a notare particolari appena percepibili all'impatto, il suo voler essere poetico e filosofico, il suo concetto esaltante dell'amore, il viaggio ipotetico verso i ricordi smarriti! Ma tutto appare troppo rarefatto per coglierlo al momento, e la narrazione eccessivamente lenta, unita agli schemi monotoni e ripetitivi, danno l'idea di un colossale e paradossale fiasco cinematografico e non di un poema encomiastico tributato ai valori veri! In questo vortice di concetti e di pensieri idolatrati, non si cerca un mondo vagheggiato e di perduti sentimenti, e non c'è un bisogno reale d'amore da parte del protagonista, ma un conflitto interiore in cui egli stesso cade continuamente, e per essere sinceri fa davvero poco per rialzarsi da solo, e pur conoscendo il suo limite di amare, non ha scrupoli a sedurre fanciulle e poi abbandonarle senza un'apparente ragione! C'è poco in tutto questo di poetico e di esaltante, e il ciclo in cui si ripetono sempre le stesse situazioni lascia capire che lo scrittore non riescie assolutamente ad uscire dal suo degrado; per giustificare poi la sua mancanza di sensibilità e la sua indolente pigrizia, si abbandona a vagheggiamenti estatici e a sentimenti di autocommiserazione!Chissà perchè infine, quando trova l'amore, la donna è sempre quella impossibile e lontana! Direi anche, che questo capita il 99% delle volte, ma dato i suoi precedenti, ho paura che l'unica fonte dell'amore sia proprio la lontananza! Se poco poco, la stessa storia divenisse possibile, svanirebbe anche l'idea della donna angelicata! Se l'intento del regista era quello di far passare un tango per una tarantella, allora in questo obbiettivo è fallito completamente e non bastano critiche esageratamente positive per nascondere un polmone di questo genere! E non parliamo di muse ispiratrici, perchè dietro l'incanto di donne irraggiungibili, si cela la sofferenza vera di persone come tutte, che poco si confà al potere mediatico di una creatura ultraterrena! Come calcio di rigore, si può puntare però sulla loro eccezionale bellezza, e in particolare sul contrasto Gong Lì e Ziyi Zhang, il fascino gelido e glaciale della prima, con il fuoco erotico e conturbante della seconda!
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[+] emozionantissimo film !
(di ponkia)
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