Roberto Nepoti
La Repubblica
Pioniere del "cinema diretto" all'inizio degli anni '60, D. A. Pennebaker è un nome dei più brillanti nella galassia semisconosciuta del documentario. Specializzatosi in seguito nel "rockumentary" ( Monterey Pop), Pennebaker torna ora con un film co-diretto assieme al collega Chris Hegedus, che da una ventina d'anni realizza assieme a lui documentari dedicati alla musica popolare americana, talvolta alla politica del suo Paese.
Girato tra il 1999 e il 2001, presentato a Cannes l'anno scorso, Only the Strong Survive va alla riscoperta dei grandi interpreti della musica soul e del rythm & blues. Il loro repertorio è passato di moda per lasciare spazio al funk, nondimeno questi grandi artisti hanno continuato a cantare, registrare, tenere concerti; anche se, in più di un caso, defraudati dei diritti d'autore a profitto di società che, fino dall'inizio, hanno imposto loro contratti-capestro. Passano sullo schermo Wilson Pickett, Isaac Hayes, Ann Peebles, Sam Moore, Mary Wilson (una delle Supremes), Carla e Rufus Thomas (morto poco dopo la realizzazione della pellicola), Jerry Butler, portando la propria testimonianza con esibizioni musicali e interviste.
Dimostrano di non avere perduto nulla del loro fascino, della loro forza comunicativa né del loro senso dello humour; ma indirettamente rievocano anche, attraverso la storia del soul, sessant'anni di Storia americana. Se il risultato è buono, una regia più energica lo avrebbe reso anche migliore.
Da La Repubblica, 23 agosto 2003
di Roberto Nepoti, 23 agosto 2003