daniele'80
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sabato 1 ottobre 2005
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respiro europeo
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Dopo il minimalismo sottovoce di 'Risorse umane' dal regista francese Laurent Cantet e prima del provincialismo nostrano de 'Il posto dell'anima' dal regista italiano Riccardo Milani,anche il cinema spagnolo firma e lancia il suo 'j'accuse' contro un tema oggigiorno tanto scottante quanto,ahimè,sottovalutato:la disoccupazione che sta schiacciando inesorabilmente il vecchio continente ormai non più in grado di reggere il confronto con i mercati asiatici sempre più competititvi.Ne esce un ritratto corale dal respiro europeo perfettamente riuscito che si muove intorno al protagonista,Santa,interpretato da uno strepitoso Javier Bardem,qui giunto ad una maturità professionale e ad una sensibilità artistica davvero molto solide ed espressive:è lui l'eroe vinto,sconfitto(quindi l'antieroe)di una società che reagisce alla disfatta con sarcasmo e risentimento ma non cedendo mai,neppure per un momento,ai compromessi(Santa paga ingiustamente il lampione rotto,ma subito dopo ne rompe un altro)e non rinunciando alla dignità,anche solo apparente,di vestirsi come un normale 'lavoratore borghese' (e in effetti il suo guardaroba è letteralmente da assaltare).
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Dopo il minimalismo sottovoce di 'Risorse umane' dal regista francese Laurent Cantet e prima del provincialismo nostrano de 'Il posto dell'anima' dal regista italiano Riccardo Milani,anche il cinema spagnolo firma e lancia il suo 'j'accuse' contro un tema oggigiorno tanto scottante quanto,ahimè,sottovalutato:la disoccupazione che sta schiacciando inesorabilmente il vecchio continente ormai non più in grado di reggere il confronto con i mercati asiatici sempre più competititvi.Ne esce un ritratto corale dal respiro europeo perfettamente riuscito che si muove intorno al protagonista,Santa,interpretato da uno strepitoso Javier Bardem,qui giunto ad una maturità professionale e ad una sensibilità artistica davvero molto solide ed espressive:è lui l'eroe vinto,sconfitto(quindi l'antieroe)di una società che reagisce alla disfatta con sarcasmo e risentimento ma non cedendo mai,neppure per un momento,ai compromessi(Santa paga ingiustamente il lampione rotto,ma subito dopo ne rompe un altro)e non rinunciando alla dignità,anche solo apparente,di vestirsi come un normale 'lavoratore borghese' (e in effetti il suo guardaroba è letteralmente da assaltare)...La pellicola si muove così,lentamente,fra le giornate vuote di questo gruppo di amici,ciascuno con la propria storia e con il proprio dramma perfettamente tratteggiati da una sceneggiatura rigorosa ed essenziale ma comunque risolta.Così come rigoroso,essenziale ed asciutto è lo stile del regista che predilige inquadrature nitide,pulite(sul modello di 'Hable con ella' del connazionale Almodovar) e una grande sensibilità nel cogliere particolari e dettagli.Tuttavia il regista sembra volersi soffermare,aldilà del dramma tutto umano ed esistenziale dei protagonisti,anche su un inesorabile senso di solidarietà che sembra legare fra loro persone accomunate da un destino crudele e che li porta ad interrogarsi continuamente se i datori di lavoro sappiano quanta umanità ci sia in un impiego:ecco perchè Santa sostiene che,per lui che è disoccupato,8000 Pesetas 'moralmente' valgono molto più di 8000 Pesetas.Ottima l'ambientazione che non ritrae la Spagna colorata e vivace a cui siamo abituati ma una squallida e degradata zona portuale nei sobborghi di una città della costa iberica,quasi una sorta di specchio della desolazione dell'animo dei protagonisti.Ottimo anche il commento musicale che sapientemente dosato,interviene in modo evocativo a riempire gli interstizi che si aprono quando il dialogo si interrompe.Voto:Sei e mezzo.
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luca scial�
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sabato 15 agosto 2015
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il dramma della disoccupazione
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de Aranoa affronta il dramma della disoccupazione, provocato dalla globalizzazione, con aziende che preferiscono investire all'estero mietendo migliaia di disoccupati. D'altronde questo regista ha, nella sua breve filmografia, sempre affrontato tematiche relative ai diseredati, agli ultimi. Con film sempre realistici, semplici, diretti. Per questo sempre riusciti.
Ottima l'interpretazione dei protagonisti, con mattatore Javier Bardem, nei panni del disoccupato ideologo pronto a dire sempre la sua idea in modo esplicito. A costo di beccarsi improperi da parte degli altri. Tra un insuccesso e una disavventura, sono tanti i lunedì passati sotto il sole, dinanzi al mare, i loro.
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de Aranoa affronta il dramma della disoccupazione, provocato dalla globalizzazione, con aziende che preferiscono investire all'estero mietendo migliaia di disoccupati. D'altronde questo regista ha, nella sua breve filmografia, sempre affrontato tematiche relative ai diseredati, agli ultimi. Con film sempre realistici, semplici, diretti. Per questo sempre riusciti.
Ottima l'interpretazione dei protagonisti, con mattatore Javier Bardem, nei panni del disoccupato ideologo pronto a dire sempre la sua idea in modo esplicito. A costo di beccarsi improperi da parte degli altri. Tra un insuccesso e una disavventura, sono tanti i lunedì passati sotto il sole, dinanzi al mare, i loro.
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