Fight Club

L’Everyman Norton è un uomo solo, con un lavoro alienante, che ha coltivato obiettivi deboli quali l’avere un guardaroba rispettabile o moderni mobili Ikea.
Per un uomo acuto come lui, la situazione non è sostenibile e il suo inconscio bussa alla porta nelle sembianze di Tyler, una parte della propria Volontà seppellita che riemerge con violenza perché rimasta inascoltata per troppo tempo. Tyler predica l’autodistruzione perché combatte la concezione di vita consumistica, dell’avere, delle necessità fasulle, insomma tutto ciò che rappresenta Norton: lui è il primo nemico da combattere, è la prima persona cui far abbattere le proprie convinzioni sull’esistenza e la quotidianità.

La critica è spietata verso la società ed i valori che inculca, ma soprattutto verso noi stessi, animali inebetiti, concentrati sulla rappresentazione del sé e incredibilmente influenzabili, esseri che vagano senza meta alla ricerca disperata di uno scopo da perseguire.

La violenza del FC risveglia la vitalità dei partecipanti altrimenti atrofizzata dalla routine dei propri lavori poco stimolanti:  questo è il regalo di Tyler al mondo e tanto gli basta per garantirsi un esercito ultra-motivato e fedele. Tyler affascina perché semplice ed estremo, mostra il problema e ci si scaglia con tutta la sua forza: il consumismo e il mondo delle apparenze. D’altra parte la sua furia cieca unità alla sua genialità lo porta a manipolare gli altri e a trattarli come degli automi, utilizzandoli allo stesso modo di come fa la società, per perseguire i suoi ideali distruttivi.

Se dalla prima parte del film la critica si rivolge alla società consumistica e ai suoi valori, dall’ultima emerge una critica all’uomo, alle sue debolezze, all’incapacità di coltivare motivazioni forti e, proprio a causa di ciò, essere facilmente influenzabile e manovrabile. Personalmente trovo questa doppia critica condivisibile ed equilibrata perché ci ricorda che per quanto il mondo esterno ci possa influenzare, la responsabilità di come agiamo è nostra ed il nemico di ognuno è se stesso, proprio come Tyler lo diventa per Norton.