Prima la musica, poi le parole |
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Un film di Fulvio Wetzl.
Con Anna Bonaiuto, Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Jacques Perrin, Barbara Enrichi.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 99 min.
- Italia 1998.
MYMONETRO
Prima la musica, poi le parole
valutazione media:
3,39
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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solo l'iniziativa personale è l'unica salvezzadi Matteo NeriniFeedback: |
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martedì 23 dicembre 2008 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il protagonista è Giovanni, bambino di sette anni vissuti con il solo padre in una grandissima villa, dove l'uomo si dedica ai suoi studi di glottologia e, per dimostrare alcune sue tesi, insegna al figlio un linguaggio costruito secondo un codice la cui decifrazione occupa una parte di rilievo nel complesso di storie che il film abbraccia. Tutto finché all'improvviso la morte stronca lo studioso, con quello che appare un infarto, lasciando nella più completa solitudine il povero bambino. Il piccolo finisce in un ospedale, dove i medici lo esaminano senza capire, e il suo caso viene preso in cura da una psicologa, Marina. Il finale della storia, a cui lo strutturalismo di De Saussure fa da telaio, avviene in Francia anni dopo; lì troviamo Giovanni cresciuto e che gode di una vita normale e lascia aperta l'idea che la ricostruzione del linguaggio non sarebbe possibile per lui in Italia ma che il francese, per le somiglianze con l'italiano e per le caratteristiche che ha in sé, risulta perfetto per reintegrarlo del tutto. Troviamo una velata critica alla nostra società, dietro a questo thriller, non adatta a ricevere i diversi, dove di fatto solo l'iniziativa personale è l'unica salvezza. Tecnicamente mi ha colpito la fotografia che, molto curata, rende estremamente piacevole il film nei momenti un po' meno scorrevoli e inoltre la struttura del personaggio del padre di Giovanni che serve per dare senso ad un tema che io personalmente ho sentito molto. Il fatto che lui abbia «stipulato un contratto» con la moglie per avere un figlio e che abbia sacrificato l'infanzia di lui per dimostrare i suoi scopi mi apre gli occhi su situazioni, solitamente meno eccessive ma tristemente quotidiane. Troppo spesso i sentimenti e i rapporti interpersonali vengono sacrificati per raggiungere i propri scopi. Pervade il film la musica del minuetto di Bach. «La musica è tra tutte le forme di espressione quella che più ci colpisce interiormente anche contro la nostra volontà...» - dice il regista - «agisce contro la nostra razionalità, ci colpisce subliminalmente alle emozioni. Le parole al contrario sono il massimo portato dell'intelligenza razionale «Il titolo «Prima la musica poi le parole» è quello di un'operina di Antonio Salieri che parla del contrasto tra compositore e librettista e, una volta visto il film, risulta emblematico di quello che è stato il percorso per decifrare il linguaggio di Giovanni. Il film è stato notevolmente apprezzato in tutto il mondo a moltissimi festival, trentaquattro per la precisione, dove molti premi e riconoscimenti lo hanno accompagnato, ma in Italia Wetzl lo sta ancora presentando, girando di città in città di cinema in cinema... ed afferma: «Posso dire con orgoglio di essere l'unico regista italiano che ha visto in faccia tutti gli spettatori del suo film».
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