Prima la musica, poi le parole

Un film di Fulvio Wetzl. Con Anna Bonaiuto, Amanda Sandrelli, Gigio Alberti, Jacques Perrin, Barbara Enrichi.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 99 min. - Italia 1998. MYMONETRO Prima la musica, poi le parole * * * - - valutazione media: 3,39 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
fabriziocolamartino lunedì 6 gennaio 2014
l’affetto : musica = le parole : crescita Valutazione 5 stelle su cinque
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Fin dal titolo, Prima la musica, poi le parole, il film di Wetzl rimanda a un modo totalmente diverso di concepire l’ordine delle cose: quello di Giovanni, il piccolo protagonista, il cui linguaggio è incomprensibile agli altri poiché strutturato su schemi logici differenti da quelli convenzionali, ma anche quello proprio di chi compone canzoni, la cui regola principale è di creare prima la melodia per poi cercare le parole giuste da accompagnarvi. Al di là dell’illustrazione di un caso del tutto particolare e paradossale come quello del piccolo Giovanni, ciò cui allude il titolo è la necessità, reale e vitale per ogni individuo, di costruire le strutture logiche del proprio pensiero (e quelle del linguaggio anzitutto) a partire da un substrato affettivo forte che può essere dato soltanto in presenza di un nucleo familiare al cui interno le varie componenti coesistano in un rapporto di reciproco equilibrio. [+]

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albenedetti mercoledì 1 agosto 2012
bisogna solo imparare ad ascoltarlo Valutazione 5 stelle su cinque
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 "Prima la musica poi le parole" ci cattura in un vortice di emozioni in cui è facile riconoscersi quando si soffre il peso dell'incomprensione: non solo quella che si subisce quando non si è capiti ma anche quella che si fa patire all'altro quando non si riesce a capirlo o non si vuole capirlo, perché magari ci costa sacrificio. Basti pensare all'esperienza del significato e del significante della parola "relazione": ci si può sforzare di individuare una convenzione per attribuire un'immagine e una spiegazione alla parola, ma questa viene svilita se il valore che le diamo non combacia con quello dato dalla persona a cui ci relazioniamo. [+]

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federica domenica 1 marzo 2009
entusiasmo di dire dire e ancora dire Valutazione 5 stelle su cinque
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> Il film invita a riflettere sulla comunicazione, sul linguaggio, sulla convenzionalita' e l'artificiosita' delle lingue umane, su quali devono essere i veri scopi di uno psicologo (capire lui il paziente o costringere il paziente a seguire una strada diversa dalla propria), sulla maternita' etc etc. Il film ha forse il difetto che mette troppa carne al fuoco. Ma mi e' molto piaciuto questo entusiasmo di dire dire e ancora dire, in un cinema come quello italiano dove si ricerca troppo spesso il modo piu' lezioso per dire qualcosa senza troppa attenzione a quello che si dice.

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federica domenica 1 marzo 2009
una storia originale e bella Valutazione 5 stelle su cinque
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Un gran bel film, pieno di spunti di discussione, una storia originale e bella, ed una strepitosa Bonaiuto. Devo dire che poi i primi 20 min del film sono bellissimi proprio perche' non spiegano nulla, e ti lasciano in questo clima di attesa, di colui che non capisce, ed appena inizi a sentir parlare il bambino pensi quasi sia normale (con due genitori cosi' strani): io mi ero messa in testa che stesse declamando dei versi.

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albertofar domenica 1 marzo 2009
la logica nascosta dietro le strambe frasi Valutazione 4 stelle su cinque
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A me e' piaciuto parecchio. Un po' freddo, d'accordo: ma il bello per me stava nel gioco enigmistico, e nello scoprire solo a poco a poco quale sia la logica nascosta dietro alle strambe frasi del bambino. L'ho visto, insomma, come un giallo... col gusto di capire che diavolo succedeva, piu' che di affezionarmi ai personaggi. L'idea di fondo mi sembra talmente ricca di implicazioni da far dimenticare qualche difettuccio (per lo piu' nella descrizione all'inizio del rapporto fra Perrin e la Sandrellina). E il film -salvo qualche compiacimento di regia di troppo verso la meta'- e' girato bene... in senso piu'intellettualistico che viscerale, certo, ma che mi pare meriti ammirazione.

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fabrizio mercoledì 4 febbraio 2009
un ottimo film Valutazione 4 stelle su cinque
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ho visto questo film lo scorso lunedì al cinema roma a barga^^ è stato davvero divertente sono stato preso dal film e mi è piaciuto un sacco il finale solo che all'inizio non si capiva bene e portava alla noia, la moglie che non si sapeva che fine aveva fatto e le parole incomprensibili del bambino.

[+] che il film non si capisca all'inizio è voluto (di fulvio wetzl)
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matteo nerini martedì 23 dicembre 2008
solo l'iniziativa personale è l'unica salvezza Valutazione 4 stelle su cinque
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Il protagonista è Giovanni, bambino di sette anni vissuti con il solo padre in una grandissima villa, dove l'uomo si dedica ai suoi studi di glottologia e, per dimostrare alcune sue tesi, insegna al figlio un linguaggio costruito secondo un codice la cui decifrazione occupa una parte di rilievo nel complesso di storie che il film abbraccia. Tutto finché all'improvviso la morte stronca lo studioso, con quello che appare un infarto, lasciando nella più completa solitudine il povero bambino. Il piccolo finisce in un ospedale, dove i medici lo esaminano senza capire, e il suo caso viene preso in cura da una psicologa, Marina. Il finale della storia, a cui lo strutturalismo di De Saussure fa da telaio, avviene in Francia anni dopo; lì troviamo Giovanni cresciuto e che gode di una vita normale e lascia aperta l'idea che la ricostruzione del linguaggio non sarebbe possibile per lui in Italia ma che il francese, per le somiglianze con l'italiano e per le caratteristiche che ha in sé, risulta perfetto per reintegrarlo del tutto. [+]

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matteo nerini lunedì 22 dicembre 2008
si può parlare anche attraverso la musica Valutazione 5 stelle su cinque
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Il protagonista è Giovanni, bambino di sette anni vissuti con il solo padre in una grandissima villa, dove l'uomo si dedica ai suoi studi di glottologia e, per dimostrare alcune sue tesi, insegna al figlio un linguaggio costruito secondo un codice la cui decifrazione occupa una parte di rilievo nel complesso di storie che il film abbraccia. Tutto finché all'improvviso la morte stronca lo studioso, con quello che appare un infarto, lasciando nella più completa solitudine il povero bambino. Il piccolo finisce in un ospedale, dove i medici lo esaminano senza capire, e il suo caso viene preso in cura da una psicologa, Marina. Il finale della storia, a cui lo strutturalismo di De Saussure fa da telaio, avviene in Francia anni dopo; lì troviamo Giovanni cresciuto e che gode di una vita normale e lascia aperta l'idea che la ricostruzione del linguaggio non sarebbe possibile per lui in Italia ma che il francese, per le somiglianze con l'italiano e per le caratteristiche che ha in sé, risulta perfetto per reintegrarlo del tutto. [+]

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thomas martinelli lunedì 22 dicembre 2008
ecco la lingua dei bambini Valutazione 5 stelle su cinque
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Cosa può succedere a un bambino sano ed intelligente se cresce isolato dai suoi coetanei e fatto oggetto di sperimentazioni linguistici di suo padre? Parte di questa situazione estrema il nuovo film di Fulvio Wetzl «Prima la musica, poi le parole», presentato ieri al 29 Giffoni Film Festival. Girato totalmente in Toscana fra Colle Val d'Elsa e Volterra passando per Firenze, è la storia del piccolo Giovanni (il russo Andrej «Kolya» Chalimon) a cui, per la fredda e maniacale ragione accademica del padre professore di linguistica (Jacques Perrin), viene insegnato un italiano alla rovescia. Computer e giardino nella splendida villa «alla Colombaia», il film apre con la madre «a contratto» (Amanda Sandrelli) incinta, istintiva e poco colta. [+]

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marrani lunedì 22 dicembre 2008
film intrigante ed attento Valutazione 4 stelle su cinque
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Con «Prima la musica poi le parole» il coltissimo Fulvio Wetzl ci propone un film intrigante ed attento, anche se non sempre di facile lettura. Un «thriller» tessuto sul linguaggio incomprensibile di un bambino rimasto fortemente scosso per l'improvvisa morte del padre e con una psicologa che si assume il non facile compito di trovarne la chiave (un'Anna Bonaiuto in grande forma). Girato due anni fa - e soltanto ora distribuito - il film di Wetzl ha ricevuto frattanto apprezzamenti lusinghieri in decine di festival internazionali: Giffoni 1999, S. Francisco, Shangai, Annecy.

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