Rambo III

L'ex commando americano John Rambo si è trasferito in un convento buddista dove spera di trovare la pace interiore e si guadagna da vivere combattendo coi bastoni. Qui viene raggiunto dallanotizie che il suo ex-colonnello Sam Trautman è stato catturato, nel corso di una missione di spionaggio, dalla truppe sovietiche in Afghanistan. Con l'aiuto di alcuni ribelli Rambo riesce a raggiungere il forte dove Trautman è tenuto prigioniero e sottoposto a terribili torture.
Mai un film d’azione come la leggendaria saga di Rambo, ha toppato in questa maniera. Sly che dopo Cobra torna sia attore che sceneggiatore. Però stende una sceneggiatura fin troppo banale e a volte troppo ricca di difetti. Non parliamo dei dialoghi del nostro caro Rambo che cadono addirittura nel ridicolo (Rambo e il colonnello sono circondati dai Russi armati fino ai denti; il colonnello dice: "chefacciamo Rambo?" Rambo: "accerchiarli lo escludo" !!!!) Il messaggio anti-sovietico è più evidente che nel secondo episodio ( dove però c’era anche un po’ di ironia verso i governi americani ), ma la guerra fredda è finita ormai e il tema non interessa più tanto. Dopo un fulminante prologo di venti minuti che faceva sperare, ecco che si entra nel banale, la narrazione si fa insopportabile e neanche le adrenaliniche scene d’azione come il bellissimo duello finale fra l’elicottero e il carro armato, salvano un film che sfiora l’insulsaggine e che rischia ( einfattiaccade ), di essere un po’ troppo ripetitivo, e finisce con il diventare una copia fatta male del secondo episodio in stile Chuck Norris, inoltre è fin troppo evidente la scarsezza registica ( affidata ad un direttore della fotografia ). Forse il film riesce ad avvincere e a divertire, ma le scene d’azione sono identiche a quelle dei precedenti episodi, e alla fine annoiano. Buone solo le scene di guerriglia anche se ripetitive e le musiche di Goldsmith, il resto è forzatura. Non ci siamo, Sly. Non ci siamo affatto.