shiningeyes
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mercoledì 25 settembre 2013
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ritratto di un guerrafondaio.
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“Patton” è uno dei migliori film di guerra mai fatti, probabilmente, un kolossal di vaste dimensioni che gli ha fruttato ben sette statuette agli Oscar.
Il merito sta in una solida sceneggiatura (anche un po' pompata) di Francis Ford Coppola e Edward North, e in una regia dettagliata e massiccia, che ha visto in campo numerosi chili di tritolo per rendere più veritiere possibili le scene di battaglia.
Il film serve certamente ad esaltare la classica figura dell'americano sempre vincente ed eternamente coraggioso, con qualche slancio fin troppo retorico, ma serve anche a dare lustro ad una figura particolare e curiosa come il generale Patton; generale duro, impavido e scalmanato come non pochi che adorava la guerra più di qualunque altra cosa e sempre alla ricerca di gloria.
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“Patton” è uno dei migliori film di guerra mai fatti, probabilmente, un kolossal di vaste dimensioni che gli ha fruttato ben sette statuette agli Oscar.
Il merito sta in una solida sceneggiatura (anche un po' pompata) di Francis Ford Coppola e Edward North, e in una regia dettagliata e massiccia, che ha visto in campo numerosi chili di tritolo per rendere più veritiere possibili le scene di battaglia.
Il film serve certamente ad esaltare la classica figura dell'americano sempre vincente ed eternamente coraggioso, con qualche slancio fin troppo retorico, ma serve anche a dare lustro ad una figura particolare e curiosa come il generale Patton; generale duro, impavido e scalmanato come non pochi che adorava la guerra più di qualunque altra cosa e sempre alla ricerca di gloria.
George C.Scott fece un lavoro da manuale sul personaggio, rendendoci un Patton decisamente all'altezza del suo nome, tra isterismi sulla sua frequente inattività sul fronte (colpa di molte dichiarazioni molto infelici che facevano arrabbiare le alte sfere) ed eccessi d'ira contro i soldati sconvolti dalle crude battaglie vissute. Un personaggio che a tratti fa sorridere, ma che a tratti preoccupa per la sua sete di battaglie; stessa sete che comunque gli farà vincere tante battaglie contro i nazisti.
Tecnicamente il film sembra avanzato per l'epoca e pieno di spettacolari scenari di guerra (meravigliose le scenografie) e di esplosioni di carri armati, Il tutto per darci una sicura impressione di ciò che è stata la seconda guerra mondiale, aggiungendo anche una massiccia dose di morti e mutilati.
“Patton”, per quanto sia fin troppo filoamericano, è senz'altro un grande esempio di film di guerra che ha di sicuro avuto la sua influenza in quelli successivi (a parte quelli anti-guerra) e che ha dipinto un uomo unico nel suo genere, che in fondo lo si potrebbe ritenere simpatico per le sue manie di grandezza o per la sua passione delle vecchie battaglie dell'antichità.
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pedro
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domenica 26 gennaio 2020
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non elogerei un film su un criminale
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Potrà anche essere un film magnifico, anche se hanno usato modelli di carri armati posteriori alla guerra e “girato” la sicilia in Spagna.
Ma non va dimenticata questa frase di Patton, prima dello sbarco in Sicilia: «Se si arrendono quando tu sei a 200-300 metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! E’ finito il momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una divisione di killer, perché i killer sono immortali! ».
La immediata conseguenza sono stati i massacri di Biscari, in Sicilia. Quasi un centinaio di soldati italiani, e alcuni tedeschi (tra cui Luz Long, atleta tedesco amico di Jessi Owens), massacrati per ordine di Patton.
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Potrà anche essere un film magnifico, anche se hanno usato modelli di carri armati posteriori alla guerra e “girato” la sicilia in Spagna.
Ma non va dimenticata questa frase di Patton, prima dello sbarco in Sicilia: «Se si arrendono quando tu sei a 200-300 metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! E’ finito il momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una divisione di killer, perché i killer sono immortali! ».
La immediata conseguenza sono stati i massacri di Biscari, in Sicilia. Quasi un centinaio di soldati italiani, e alcuni tedeschi (tra cui Luz Long, atleta tedesco amico di Jessi Owens), massacrati per ordine di Patton.
Gli USA processarno quasi immediatamente gli autori materiali, ufficiali della 45 divisione di fanteria (il cui simbolo era, fino al 1939, la svastica...non scherzo). Uno venne condannato all’ergastolo, ma liberato pochi mesi dopo. Sembra sia morto nel suo letto nel 1974. L’altro fu assolto per aver semplicemente obbedito all’ordine del generale Patton (mori poi a montecassino).
Uno dei pochi superstiti italiani (era sopravissuto a 3 pallottole) è morto nel 2016 a 99 anni. Non ha mai avuto giustizia.
Queste stragi sono poco conosciute in Italia, ma sembra ampiamente dibattute negli USA.
Il film mostra la “punizione” a Patton per il caso dell’aggressione al soldato “codardo”, ma sembra che la ragione reale fosse il suo comportamente criminale.
Da non dimenticare...anche nella valutazione di un film
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