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mercoledì 15 settembre 2010
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fiori freschi d'amore
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Questo Stanley kubrick nel film "lolita"tocca un tema universale: fin quando l'amore, i sentimenti , il desiderio,il sesso con minori sono giustificabili?,Quando tali approcci divengono pedofilia e quindi attività perseguibile penalmente?Quale è lo spartiacque fra un sentimento possibile e quello aberrante ?
La risposta richiede prima una collocazione culturale:le differenti età non contano in molti paesi indiani ed islamici ma anche in molti paesi poveri: la differente età viene vista anche per la donna come occasione di" maggior sicurezza sociale".
.C’è chi ribatterà dicendo: ma in questi paesi la donna è sottomessa , quasi schiavizzata, esautorata di potere decisionale.
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Questo Stanley kubrick nel film "lolita"tocca un tema universale: fin quando l'amore, i sentimenti , il desiderio,il sesso con minori sono giustificabili?,Quando tali approcci divengono pedofilia e quindi attività perseguibile penalmente?Quale è lo spartiacque fra un sentimento possibile e quello aberrante ?
La risposta richiede prima una collocazione culturale:le differenti età non contano in molti paesi indiani ed islamici ma anche in molti paesi poveri: la differente età viene vista anche per la donna come occasione di" maggior sicurezza sociale".
.C’è chi ribatterà dicendo: ma in questi paesi la donna è sottomessa , quasi schiavizzata, esautorata di potere decisionale..
Si è vero. Vorrei ora parlare di questo problema con il cuore. E'possibile che due si amino "senza carta di identità"?La nostra risposta e si: però si ama solo una donna ,non una bambina , e donna cioè colei che ha oramai fisicamente ed sessualmente tutti i comportamenti e richiami sessuali in senso lato;colei che ,avendo un fisico da donna, anche se ancora molto giovane, ha in se tutti i richiami normali che possono risvegliare un uomo.
La tutela giuridica della parte più debole, nel nostro caso la minore ,è giustificata dal timore , anzi dalla certezza che la volontà di una ragazza può essere "coartata per mancanza di consapevolezza". Bene , anche se so che troverò dissenzienti,affermo.,da uomo libero ,che l'amore vero ,raramente è possibile anche per una minore. L'amore è un energia che comanda l'intero universo: ma la società giudica, condanna ,imprigiona libertà ,anche se pulite,fissando regole rigide, "indiscutibili" :l'amore di un maggiorenne con una minore è reato e va perseguito ma se è amore vero e libera scelta? Per tornare al film del grande Kubrick la risposta a questo tema è drammatica:"il tempo separa e quindi non unisce:"l'amore tra generazioni diverse è sempre drammatico"Jams Meson e Sua Lyon non potranno mai unirsi perché il gioco delle parti non lo consente e neppure la società. lo vuole.
Gradite repliche
voto 8
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(di arnaco)
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weach
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sabato 30 luglio 2011
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lolita sospesa fra desiderio e sottomissione
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Lolita di Stanley kubrick
liberamente ispirato dall'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov.
Sue Lyon è Lolita;
Sheilley Winters è Charlotte Haze;
James Meson è il professor Humbert;
Peter Sellers è Quilty.
Stanley Kubrick ha per il suo film un unico dolore : non ha potuto rappresentare il sesso, come passione incontrollabile, potente, con scene manifeste di sesso per ovvi motivi di censura ;ha temuto di che tale limitazione potesse rendere inadeguata la comunicazione di sessualità che si voleva trasmettere.
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Lolita di Stanley kubrick
liberamente ispirato dall'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov.
Sue Lyon è Lolita;
Sheilley Winters è Charlotte Haze;
James Meson è il professor Humbert;
Peter Sellers è Quilty.
Stanley Kubrick ha per il suo film un unico dolore : non ha potuto rappresentare il sesso, come passione incontrollabile, potente, con scene manifeste di sesso per ovvi motivi di censura ;ha temuto di che tale limitazione potesse rendere inadeguata la comunicazione di sessualità che si voleva trasmettere.
A nostro modo di vedere questo sesso consumato ma immaginifico in una storia di pedofilia ha reso "lolita di Kubrick" storia meno torbida e con delle sfaccettature complesse,multi direzionali, tipiche del grande regista. nonostante il tema della pedofilia, per altro lolita appare più carnefice che preda; Humbert a tratti padre , a tratti amante, a tratti maschio ,è sempre colui che soccombe per un desiderio sessuale mescolato alla passione ,;Lolita lo ricambia , giocando, sottomettendolo alle sue volontà o capricci; addirittura Lolita gioca con i sogni del professor Humbert decidendo sempre lei le sorti del suo destino che comunque appaiono legato ad Humbert solo nell' esercitare un gioco di dominio , controllo e sottomissione .Alla fine Lolita è artefice ad affatto disponibile a concedere repliche importanti al "maturo "innamorato e appassionato di lei.
In questa narrazione che comunque ha del grottesco, del cinico, del diabolico, si inserisco le figura altrettanto perverse come Quilty, impersonato dal poliedrico ed incontenibile Peter Sellers e quella didella mammadi Lolita Charlotte Haze alias Sheilley Winters .
In questa narrazione nulla è "nelle righe ";tutti i personaggi eccellono per cattiveria,per un pensare malato o eccessivo dove tutto e offuscato da un gioco" a far male" sempre e comunque;si, un poco tutti sono malati di un sesso eccessivo, squilibrato, affatto sentimentale :due adulti che giocano con una adolescente; l'adolescente che ha la consapevolezza di essere l'oggetto del desiderio e di avere il potere per far annaspare i suoi pretendenti maturi; la mamma di Lolita che in qualche modo vuole anche lei esercitare il potere di sottomettere Humpbert ma che alla fine rimane drammaticamente soccombente .
Concludo con il messaggio che Kubrick ci lascia con Lolita:l'amore ,nel nostro caso la passione, è un' energia che comanda l'intero universo ma la società giudica, imprigiona libertà, condanna,separa , nega l'opzione di un sentimento fra anime lontane per età; la passione di un adulto con una minore è reato e va perseguito penalmente. Ma se fosse un vero sentimento o libera scelta?
La condanna è ineluttabile: James Meson e Sua Lyon non potranno mai unirsi perché il gioco delle parti non lo consente e neppure la società lo vuole .
Ma voleva va poi dirci questo Stanley Kubrick?Forse ! Sicuramente con Lolita mette in scena un capolavoro e tutta la sua incontrollata irrequietudine .
buona visione e buone riflessioni
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giovedì 18 agosto 2011
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un sentimento?una passione? una follia?
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Lolita di Stanley Kubrick non so se sia poi una storia di sesso proibito ,di passione , d'amore, di fuga dalla vecchiaia ineluttabile,o di follia pura; resta , alla fine del film ,un sapore di sofferenza,di inadeguatezza,la sensazione di un dramma consumato esasperato da un perfido cinismo.
Liberamente ispirato dall'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov Sue Lyon è Lolita; Sheilley Winters è Charlotte Haze;James Meson è il professor Humbert;Peter Sellers è Quilty.
Stanley Kubrick ha per il suo film un unico cruccio : non aver potuto rappresentare il sesso, come passione incontrollabile, potente, con scene manifeste per le limitazioni di censura ; ha temuto che tale circostanza possa aver reso inadeguata l'intensità del "desiderio "che si voleva trasmettere.
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Lolita di Stanley Kubrick non so se sia poi una storia di sesso proibito ,di passione , d'amore, di fuga dalla vecchiaia ineluttabile,o di follia pura; resta , alla fine del film ,un sapore di sofferenza,di inadeguatezza,la sensazione di un dramma consumato esasperato da un perfido cinismo.
Liberamente ispirato dall'omonimo romanzo di Vladimir Nabokov Sue Lyon è Lolita; Sheilley Winters è Charlotte Haze;James Meson è il professor Humbert;Peter Sellers è Quilty.
Stanley Kubrick ha per il suo film un unico cruccio : non aver potuto rappresentare il sesso, come passione incontrollabile, potente, con scene manifeste per le limitazioni di censura ; ha temuto che tale circostanza possa aver reso inadeguata l'intensità del "desiderio "che si voleva trasmettere.
Sbagliato, o meglio, a nostro modo di vedere questa sensualità latente , ma mai manifesta ,in una storia di amore pedofilia ha reso "lolita di Kubrick" storia meno torbida e con delle sfaccettature complesse,multi direzionali, tipiche del grande regista:se vogliamo i condizionamenti della censura hanno reso più intima e personale la lettura di questa storia perversa e malata concedendo al regista potenzialità di comunicazione inarrivabili, comunque intese e profonde :si Kubrick ha saputo perfettamente comunicare tutta l'intensità che voleva condividere lasciando a noi spettatori il privilegio di immaginare lo sviluppo dell'azione .
Nonostante il tema della pedofilia, per altro Lolita appare più carnefice che preda;Humbert ,a tratti padre , a tratti amante, a tratti maschio ,è sempre colui che soccombe per un desiderio sessuale mescolato alla passione ;Lolita lo ricambia , giocando, sottomettendolo alle sue volontà o capricci; addirittura Lolita gioca con i sogni del professorHumbert decidendo sempre lei le sorti del suo destino che comunque appaiono legato ad Humbert solo nell' esercitare un gioco di dominio , controllo e sottomissione .
Alla fine Lolita è artefice ad affatto disponibile a concedere repliche importanti al "maturo "innamorato e appassionato di lei.
In questa narrazione che comunque ha del grottesco, del cinico, del diabolico, si inseriscono le figura altrettanto perverse come Quilty, impersonato dal poliedrico ed incontenibile Peter Sellers e quella didella mammadiLolita Charlotte HazealiasSheilley Winters .
In questa narrazione nulla è "nelle righe ";tutti i personaggi eccellono per cattiveria,per un pensare malato o eccessivo dove tutto e offuscato da un gioco" a far male" sempre e comunque;si, un poco tutti sono malati di un desiderio eccessivo, squilibrato, affatto sentimentale ma essenzialmente basato sul gusto del possesso. sottomissione , controllo :due adulti che giocano con una adolescente; l'adolescente che ha la consapevolezza di essere l'oggetto del desiderio e di avere il potere per far annaspare i pretendenti maturi; la mamma di Lolita che in qualche modo vuole anche lei esercitare il potere di sottomettere Humbert e la figlia ma che alla fine rimane drammaticamente soccombente .
Concludo con il messaggio che Kubrick ci lascia con Lolita:l'amore ,nel nostro caso la passione, è un' energia che comanda l'intero universo ma la società giudica, imprigiona libertà, condanna,separa , nega l'opzione di un sentimento fra anime lontane per età; la passione di un adulto con una minore è reato e va perseguito penalmente. Ma se fosse un vero sentimento o libera scelta?
La condanna è ineluttabile: James Meson e Sue Lyon non potranno mai unirsi perché il gioco delle parti non lo consente e neppure la società lo vuole .
Ma voleva va poi dirci questo Stanley Kubrick?Forse ! Sicuramente con Lolita mette in scena un capolavoro e tutta la sua incontrollata irrequietudine .
buona visione e buone riflessioni
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greatsteven
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mercoledì 23 agosto 2017
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intellettuale sedotto va incontro alla disfatta.
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LOLITA (UK, 1962) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da JAMES MASON, SUE LYON, SHELLEY WINTERS, PETER SELLERS, MARIANNE STONE, DIANA DECKER
Humbert, uomo di mezz’età, professore di letteratura francese e traduttore di opere della stessa lingua, si trasferisce dopo la morte della moglie a Ramsdale, nel New Hampshire, pensionante nella lussuosa villa di Charlotte Haze, anch’ella vedova, borghese benestante inserita perfettamente nel contesto sociale del ceto medio cui appartiene e che ha una figlia quattordicenne, Dolores, ma da tutti soprannominata col lezioso e sdolcinato Lolita. La passione per Lolita che scocca nel cuore dell’uomo è immediata e insopprimibile, e allora l’insegnante escogita un piano: sposare Charlotte per poter rimanere in eterno vicino alla ragazza.
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LOLITA (UK, 1962) diretto da STANLEY KUBRICK. Interpretato da JAMES MASON, SUE LYON, SHELLEY WINTERS, PETER SELLERS, MARIANNE STONE, DIANA DECKER
Humbert, uomo di mezz’età, professore di letteratura francese e traduttore di opere della stessa lingua, si trasferisce dopo la morte della moglie a Ramsdale, nel New Hampshire, pensionante nella lussuosa villa di Charlotte Haze, anch’ella vedova, borghese benestante inserita perfettamente nel contesto sociale del ceto medio cui appartiene e che ha una figlia quattordicenne, Dolores, ma da tutti soprannominata col lezioso e sdolcinato Lolita. La passione per Lolita che scocca nel cuore dell’uomo è immediata e insopprimibile, e allora l’insegnante escogita un piano: sposare Charlotte per poter rimanere in eterno vicino alla ragazza. Le sue mosse vengono però continuamente e fruttuosamente intralciate da Clair Quilty, trasformista per vocazione, uomo dallo straordinario camaleontismo che, spacciandosi per commediografo, poliziotto e psichiatra, tenterà di mettere i bastoni fra le ruote alla relazione sentimentale, o meglio, alla perversa ossessione sessuale che Humbert nutre per la ragazzina. Quando poi Charlotte, in una giornata piovosa, muore in un incidente stradale, Humbert coglie la palla al balzo per prendere in custodia Lolita e trasferirla in un istituto artistico dove farle studiare danza, recitazione e pianoforte. Ma i sensi messi in allarme dalla provocante fanciulla e l’incontrollabile ricorso di Quilty ad ascoltare un’unione che fin dal principio presenta punti di rottura pronti ad infrangersi, fa sprofondare Humbert in una depressione spaventosa e psicotica che lo conduce, alla fine di un irrazionale alterco interiore, all’omicidio del trasformista presso un malmesso negozio di antiquariato. Come molti critici intuirono, il primo film britannico di Kubrick migliora ogni anno che passa: costoro notarono pure che S. Lyon, tredicenne all’epoca delle riprese, dimostrava molti anni in più col suo sviluppatissimo sessappiglio, ma io credo che le lodi maggiori vadano alla geniale trasposizione del romanzo omonimo di Vladimir Nabokov che Kubrick adattò riuscendo a mantenere il velo di pacata, ma irreale, tranquillità dietro cui si agitano le passioni sfrenate, gli incubi ricorrenti, le mosse azzardate e gli intenti malvagi degli ambigui personaggi che popolano questa storia che scende nell’inferno della perversione sessuale, analizzando un erotismo sempre orecchiato e giustamente mai soddisfatto o messo in pratica, con un piglio lucido che denota un controllo eccezionale della tensione drammatica. Nonostante compaia solo nella prima ora, la Winters assolve il suo ruolo di donna emancipata ma disillusa col cipiglio di un’attrice consumata ma pur sempre in vena di recitare con vivacità, simpatia e anche un curioso e quasi impercettibile accento di crudeltà. Mason è un protagonista divorato dai suoi miasmi interiori, un individuo colto che però non è affatto aiutato dalla cultura, un cercatore d’oro fuori luogo che desidererebbe vivere il suo amore perduto e impossibile scoprendolo poi irraggiungibile e irrealizzabile per una serie di eventi concatenati che lo allontanano dal suo mistico e parossistico oggetto del desiderio: la sua interpretazione da Oscar vale molto più per l’inquietudine mossa nella raffigurazione di una tragedia mordente intima che per una caricatura volutamente ridicola e accentuata di un fuoco che si autoalimenta per poi spegnersi in modo prevedibile e automatico. P. Sellers, eccellente come sempre nella sua dote precipua di cambiare abito e calarsi in svariati e diversissimi personaggi nella medesima pellicola, aggiunge un saporoso tocco di comicità, ma si rivela pur sempre il carattere più drammatico, in quanto finisce per fare le spese del gioco di cui regge abilmente i fili come un esperto marionettista, ma non solo: la sua insistenza nel rendere la vita impossibile a Humbert gli fa ispezionare ogni sua dote per sopprimere i talenti artistici della figliastra e farlo sentire inadatto e fallito come patrigno. Risultato ottenuto appieno, perché Lolita si realizza soltanto in un magnifico finale in cui Humbert la scopre incinta di un compagno di scuola, mentre per il resto della vicenda riesce esclusivamente a rinfocolare l’erotismo latente dell’uomo che la brama come un cavaliere moderno la sua donzella novecentesca in età puberale. Un bianco e nero di forte impressione che cancella ogni sorta di comicità e, assieme ad un montaggio che sa privilegiare con arguzia precisa l’utilizzo della dissolvenza innumerevoli volte e mai al momento sbagliato, si affianca ad una colonna sonora non troppo intensa, ma pur tuttavia esatta nell’esaudire il ritmo sardonico e cavalcante dell’opera, creando un connubio davvero impressionante che rimanda ai dubbi esistenziali di stampo shakespeariano. Le sequenze migliori si annoverano a decine, e tutte contengono pezzi di bravura imperdibili, ma per non far torti a nessuno è doveroso rammentare il primo incontro fra il professore e la borghese nella casa riccamente arredata con tappezzeria di prima mano e la comparsa di Lolita in costume da bagno con la radiolina ad alto volume; il ballo al gran galà dove si danza sotto le insegne luminose in cui Charlotte presenta ad Humbert i due coniugi, amici di vecchia data, che avranno un ruolo importante nella storia e che lo prendono subito in simpatia per la sua cultura e i suoi modi signorili; le litigate fra madre e figlia per i reiterati ritardi notturni senza uno scopo; l’incidente d’auto in cui, sotto una pioggia incalzante, il cadavere della donna viene rimosso dalla scena del reato; i viaggi innumerevoli in automobile per le strade dell’Ohio e del Gran Canyon in cui assistiamo alle discussioni concitate, ma sempre a lieto fine, fra la figlioccia e il padre putativo che esprimono opinioni contrastanti; la telefonata notturna di Quilty che, evitando di rivelare la propria identità, mette in allarme il professore; la visita del falso psicologo filotedesco che parla di repressione e diversi stili di educazione, più adeguati alla crescita emotiva dell’adolescente in questione; il diario che Humbert tiene di nascosto, ma non troppo, in cui annota, comparendo anche come voce narrante, il che è un’ottima scelta stilistica, le impressioni procurategli dall’incontro con quella che diverrà la sua nostra disastrata famiglia; lo spettacolo serale in cui Lolita indossa ali da fata e viene bruscamente riportata a casa da Humbert per impedirle di combinare altri spiacevoli guai; e infine, il sottofinale in cui la giovincella rivela la sua maternità e fa conoscere al patrigno il compagno di scuola col quale convive e al quale ha parlato molto di lui in termini cortesi e l’assassinio del perfido, mellifluo, manipolatore e furbissimo Clair Quilty attraverso la tela del quadro che raffigura una donna matura che sorride placidamente. Forse proprio quella che Charlotte non costituiva adeguatamente per il marito e che Lolita non diventerà mai, troppo appagata dalla sedicente via della dissolutezza e intesa a non assecondare le intenzioni educative e le sagge proposte caritatevoli della madre naturale e del padre adottivo. Un film che resterà ancora per lunghissimo tempo un’insostituibile pietra miliare nel mondo del cinema britannico perlomeno per quanto riguarda il dramma psicologico che scava come la vanga di un coraggioso, avido becchino nei recessi della mente umana, esaminandone gli aspetti più contorti, controversi e inesplicabili della psiche, pur riuscendo a fornire risposte che si avvicinano al vero più di quanto voglia ammettere chi non possiede l’ormai rarissimo talento di raccontare storie.
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weach
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venerdì 16 settembre 2011
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fra nabokov lyne e kubrick
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gradita
Lolita di Nabocov e relative trasposizioni cinematografiche di Stanley Kubrick del 1962 - ed di Adrian Lyne del 1997
Imprescindibile è la lettura del romanzo che ci da il "sapore" che Vladimir Nabokov: voleva narrare la storia di Humbert Humbert, narrata in prima persona, una storia di possesso, di passione erotica di un quarantenne per una dodicenne. Cosa dice il romanzo in proposti?
Pedissequamente riportiamo alcune frasi che Nabokov fatte di re ad Humbert."Adesso voglio esprimere il seguente concetto. Accade volte che talune fanciulle , comprese fra i nove ed i quattordici anni,rivelino a certi ammalianti viaggiatori, i quali hanno due vote o molte volte la loro età, la propria vera natura , che non è umana , ma di ninfa,intendo designare queste elette creature con il nome di ninfette(pagina 26).
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gradita
Lolita di Nabocov e relative trasposizioni cinematografiche di Stanley Kubrick del 1962 - ed di Adrian Lyne del 1997
Imprescindibile è la lettura del romanzo che ci da il "sapore" che Vladimir Nabokov: voleva narrare la storia di Humbert Humbert, narrata in prima persona, una storia di possesso, di passione erotica di un quarantenne per una dodicenne. Cosa dice il romanzo in proposti?
Pedissequamente riportiamo alcune frasi che Nabokov fatte di re ad Humbert."Adesso voglio esprimere il seguente concetto. Accade volte che talune fanciulle , comprese fra i nove ed i quattordici anni,rivelino a certi ammalianti viaggiatori, i quali hanno due vote o molte volte la loro età, la propria vera natura , che non è umana , ma di ninfa,intendo designare queste elette creature con il nome di ninfette(pagina 26)..........inoltre poiché il concetti di tempo ha in questa faccenda un ruolo così magico. il ricercatore non dovrebbe stupirsi nell'apprendere che tra la vergine e l'uomo , affinché costui possa cadere vittima della malia , deve esserci un divario di diversi anni, mai meno di dieci direi, generalmente trenta o quaranta,e in alcuni casi conosciuti anche novanta(p. 27)" ancora sempre Humbert."per me non aveva importanza dove avremmo abitato, pur di rinserrare la mia lolita in un posto qualunque (p221)."ancora " sapevo di essermi innamorato di Lolita per sempre;ma sapevo; entro un paio di anni avrebbe cessato di essere una ninfetta e si sarebbe trasformata e in una ragazza e poi, orrore degli orrori, in una collegirl pag86"Ancora:," la mia amante invecchia( p. 238)"Ancora."perché vedete non c'ra altro posto al mondo dove 8lolita ) potesse andare . p. 180".
Humbert:"vediamo infine cosa succede se tu, minorenne, accusata di aver attentato alla vitrù di un adulto....... che cosa succede se vai alla polizia e lamenti che ti ho rapita o violentata?..D'accordo vado in prigione,ma cosa ne è di te, orfanella mia ?..Mentre io mi aggrappo alle sbarre , tu , felice bambina, derelitta. potrai scegliere fra l'istituto di correzione, il riformatorio, il carcere minorile.(p 190)
Quali le deduzioni ? Vladimir Nabokov ci propone solo una storia di un pedofilo ? Una storia d'amore?oppure la storia di una persona perversa, di una persona matura ,che si impossessa , sequestra, confisca la vita di una adolescente per soddisfare solo il proprio egoismo sfrenato, senza pietà, con il ricatto,ed il più bieco cinismo e con premeditazione ?Oppure la lotta per il possesso e sottomissione è azione che compete sia a Lolita che a Humbert visto che Nabockov lo suggerisce apertamente:Lolita preda con le sue doti di ammaliare appare a sua volta carnefice nei confronti di un debole malato ,insicuro quale è Humbert mentre recita confusamente il ruolo di padre , amante, maschio ?
Entriamo ora nel merito delle due trasposizioni cinematografiche .
Iniziamo da quella del maestro Stanley kubrick che propone nel 1962 una libera trasposizione de citato romanzo;le quattro figure del romanzo appaiono tutte ben caratterizzate: Sue Lyon è Lolita; Sheilley Winters è Charlotte Haze; James Meson è il professor Humbert; Peter Sellers è Quilty : rispetto al romanzo assumono maggior risalto le figure di Charlotte Haze e di Quilty che esaltano la visione diversa di Stanley kubrick mettendo in scena una complessità che ora sfocia nel dramma, ora nell'ironia , ora nel cinismo ,ora nella commedia quasi brillante; tutto appare drammaticamente surreale. In questa narrazione che comunque ha del grottesco, del cinico, del diabolico, nulla è "nelle righe:tutti i personaggi eccellono per cattiveria,per un pensare malato o eccessivo dove tutto e offuscato da un gioco" a far male" sempre e comunque;si, un poco tutti sono malati di un desiderio eccessivo, squilibrato, affatto sentimentale ma essenzialmente basato sul gusto del possesso. sottomissione , controllo :due adulti che giocano con una adolescente; l'adolescente che ha la consapevolezza di essere l'oggetto del desiderio e di avere il potere per far annaspare i pretendenti maturi; la mamma di Lolita che in qualche modo vuole anche lei esercitare il potere di sottomettere Humbert e la figlia ma che alla fine rimane drammaticamente soccombente .
Kubrick,graziato dalla censura e dal suo genio,ha potuto trasporre il romanzo di Nebokov in modo personale, quasi restando il romanzo un vago spunto.
Nel remake, di Adrian Lyne, pur nel dramma, sono assenti la verve ironica alimentata da un incontenibile ed eclettico Peter Sellers e dallo stesso James Meson .
La lolita impersonata da Sue Lyon è inarrivabile mentre la discreta interpretazione di Domenique Swain di Lolita al confronto sbiadisce.
Jeremy Irons,attore di spessore ,sarebbe perfetto se fosse alimentato da una regia ispirata come invece lo è stato James Meson dalla luce di kubrick.
Adrian Lyne , con rispetto ,non è kubrick ; per la verità non parlerei neppure di remake per Kubrick visto che la "sua " Lolita non è la storia di Nabokov ma la storia così come la ha voluta sentire l'immenso Stanley generando qualcosa che alimenta dibattito e tanta interpretazione.
La lolita di Lyne , meno casta, è sprovvista di spunti,e di idee; anzi forse banalizza il romanzo di Nabocov , privando lo spettotore di alcuni spunti del romanzo.
Nota personale "Un remake è quasi sempre fuori luogo ed inutile ;per essere vivo deve essere creativo ed innovativo ;Adrian Lyne ha poco o nulla da dire ; forse solo il suo non tanto velato gusto pruriginoso!!!!!!!!!"Concludo con il messaggio che Kubrick ci lascia con Lolita:l'amore ,nel nostro caso la passione, è un' energia che comanda l'intero universo ma la società giudica, imprigiona libertà, condanna,separa , nega l'opzione di un sentimento fra anime lontane per età; la passione di un adulto con una minore è reato e va perseguito penalmente. Ma se fosse un vero sentimento o libera scelta?
La condanna è ineluttabile: James Meson e Sue Lyon non potranno mai unirsi perché il gioco delle parti non lo consente d anche la società lo nega.
buona visone
weaach illuminati
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pisciulino
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venerdì 21 ottobre 2011
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una chiave di volta per kubrick
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Un grande film in cui sono presenti tutti i temi e le soluzioni cinematografiche che Kubrick svilupperà nei film successivi. Grazie al contratto firmato sull'attesa del film, che ebbe un grande successo in America, il regista ebbe l'indipendenza economica che gli permise di realizzare gli sconcertanti titoli del seguito della sua opera. Kubrick riforma il testo di Nabokov dirigendo una commedia nera, incastonata in un flashback tragico, che è anche una satira dell'America. Tra le sue qualità che la rendono inossidabile la recitazione di un proteiforme Peters Sellers, un James Mason ai vertici della sua carriera, una Shelley Winters con sottile senso del patetico e della caricatura e ovviamente Sue Lyon, che il regista trovò così eccezionale da modificare il montaggio in funzione di lei (con certi primi piani in cui Kubrick si concede anche qualche compiacimento fotografico).
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Un grande film in cui sono presenti tutti i temi e le soluzioni cinematografiche che Kubrick svilupperà nei film successivi. Grazie al contratto firmato sull'attesa del film, che ebbe un grande successo in America, il regista ebbe l'indipendenza economica che gli permise di realizzare gli sconcertanti titoli del seguito della sua opera. Kubrick riforma il testo di Nabokov dirigendo una commedia nera, incastonata in un flashback tragico, che è anche una satira dell'America. Tra le sue qualità che la rendono inossidabile la recitazione di un proteiforme Peters Sellers, un James Mason ai vertici della sua carriera, una Shelley Winters con sottile senso del patetico e della caricatura e ovviamente Sue Lyon, che il regista trovò così eccezionale da modificare il montaggio in funzione di lei (con certi primi piani in cui Kubrick si concede anche qualche compiacimento fotografico). Il fatto che Nabokov sia stato ampiamente rimaneggiato (a differenza della versione di Lyne che lo segue fedelmente) non è detto che sia un difetto: si può ben parlare di una "Lolita" di (Nabokov e) Kubrick la cui reputazione, alla lunga, potrebbe superare quella del libro originario.
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paolo 67
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venerdì 1 giugno 2012
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come hanno potuto fare un film da "lolita"?
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Geoffrey Sherlock della MPAA: “Non daremmo un sigillo a un film che mostra una relazione tra un adulto e una ragazzina di 12 anni: questa è l'età di Lolita nel romanzo”.
James B. Harris fa una ricerca sulle leggi in tutti i cinquanta Stati d'America e ne trova uno che fa alla causa: “Geoffrey, lasciate che vi chieda una cosa: se una cosa è legale, si può davvero dire che è immorale?” “No, credo di no”. “Perché in uno degli stati del sud è (era) lecito sposare una ragazza di 12 anni. Pensi che possiamo ottenere un sigillo?” “Sì, purché non ci sia nulla di esplicito.
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Geoffrey Sherlock della MPAA: “Non daremmo un sigillo a un film che mostra una relazione tra un adulto e una ragazzina di 12 anni: questa è l'età di Lolita nel romanzo”.
James B. Harris fa una ricerca sulle leggi in tutti i cinquanta Stati d'America e ne trova uno che fa alla causa: “Geoffrey, lasciate che vi chieda una cosa: se una cosa è legale, si può davvero dire che è immorale?” “No, credo di no”. “Perché in uno degli stati del sud è (era) lecito sposare una ragazza di 12 anni. Pensi che possiamo ottenere un sigillo?” “Sì, purché non ci sia nulla di esplicito.” Grazie alla legge di uno Stato il soggetto non rientrava nell'ambito della perversione sessuale, la cui rappresentazione era allora in qualunque maniera proibita dalla censura.
Ma il film non doveva contenere nulla di offensivo. Sue Lyon fu scelta perchè non trasmetteva il senso di una bambina ancora più piccola, non assecondando così l'immaginario perverso “che raffigurava le ragazzine dodicenni come bambine di nove o dieci anni” (Kubrick). Il film fu persino criticato perchè molti (tra cui lo stesso Nabokov) trovarono Sue Lyon troppo matura per la parte. Per quanto mago del cinematografo, Kubrick non poteva rendere lo stile ellittico con cui Nabokov esercitava la sua trasfigurazione letteraria. D'altra parte Sue Lyon è abbastanza credibile per la parte perchè le ragazzine americane, anche nel sud conservatore, si vestivano e truccavano come donne adulte, o in modo abbastanza disinibito. La cattolica Legione della Decenza non condannò il film, a patto che venisse scritto sulla locandina che era vietato ai minori.
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paolo pacitti
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giovedì 6 dicembre 2012
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una moderna alienazione
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Lolita è una chiave dell'universo artistico di Kubrick. Il grande regista prende qui piena coscienza della sua poetica che diventa stile, un virtuosismo capace di spostare in continuazione i riferimenti di genere, in corrispondenza col disorientamento del protagonista. Non capito alla sua uscita da buona parte della critica, è una commedia nera incorniciata in un flashback tragico caratterizzata da un umorismo bizzarro e sardonico, farsesco e mordace, una satira anche surreale della società americana e occidentale. Ricco di spunti geniali che prefigurano opere successive del regista come Arancia Meccanica o Shining, film a cui è segretamente legato, è caratterizzato dal confronto tra America ed Europa in cui è centrale il personaggio di Quilty, doppio volgare del protagonista, più sincero e meno ipocrita di lui, uno spudorato artista trasformista che conferisce l'inquietante ambiguità di un personaggio amorale simpatico, uno degli spiazzamenti tipici del cinema kubrickiano, che si aggiunge all'ossessione di anormalità che conduce il protagonista alla follia criminale, ossessione psichica più che sessuale, che è il tema fondamentale del film.
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Lolita è una chiave dell'universo artistico di Kubrick. Il grande regista prende qui piena coscienza della sua poetica che diventa stile, un virtuosismo capace di spostare in continuazione i riferimenti di genere, in corrispondenza col disorientamento del protagonista. Non capito alla sua uscita da buona parte della critica, è una commedia nera incorniciata in un flashback tragico caratterizzata da un umorismo bizzarro e sardonico, farsesco e mordace, una satira anche surreale della società americana e occidentale. Ricco di spunti geniali che prefigurano opere successive del regista come Arancia Meccanica o Shining, film a cui è segretamente legato, è caratterizzato dal confronto tra America ed Europa in cui è centrale il personaggio di Quilty, doppio volgare del protagonista, più sincero e meno ipocrita di lui, uno spudorato artista trasformista che conferisce l'inquietante ambiguità di un personaggio amorale simpatico, uno degli spiazzamenti tipici del cinema kubrickiano, che si aggiunge all'ossessione di anormalità che conduce il protagonista alla follia criminale, ossessione psichica più che sessuale, che è il tema fondamentale del film. Data l'epoca, l'erotismo non poteva che essere che allusivo o "indiziario"; la morbosità (e i mostri) del film vengono dall' odissea nella mente umana e i suoi errori e misteri che si rivelerà sempre più come un senso riconosciuto del cinema di Kubrick e della sua filosofia del mondo.
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angelino67
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martedì 17 maggio 2016
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la chiave di volta per kubrick (parte seconda)
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Nel film Kubrick adotta l'estetica del genere noir, col quale si era formato, per raccontare una commedia nera incorniciata in un flashback che crea un clima tragico nel quale si calerà senza difficoltà un umorismo sardonico. L'ironia che avvolge i personaggi in una distorsione caricaturale fa del film una satira della società americana e occidentale. Da tale ironia sono esclusi i personaggi di Mason e Sue Lyon, che in Lolita non è una “ninfetta”, e questo rende ancora più torbido il film aggiungendo mistero all'inquietudine del protagonista. Humbert si muove da goffo, imbarazzato ed emarginato in una società ipocrita di cui non vuole, non sa o non può essere complice. L'ossessione che gli riempie la mente, fino a condurlo alla follia, è quella della anormalità.
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Nel film Kubrick adotta l'estetica del genere noir, col quale si era formato, per raccontare una commedia nera incorniciata in un flashback che crea un clima tragico nel quale si calerà senza difficoltà un umorismo sardonico. L'ironia che avvolge i personaggi in una distorsione caricaturale fa del film una satira della società americana e occidentale. Da tale ironia sono esclusi i personaggi di Mason e Sue Lyon, che in Lolita non è una “ninfetta”, e questo rende ancora più torbido il film aggiungendo mistero all'inquietudine del protagonista. Humbert si muove da goffo, imbarazzato ed emarginato in una società ipocrita di cui non vuole, non sa o non può essere complice. L'ossessione che gli riempie la mente, fino a condurlo alla follia, è quella della anormalità. Un'ossessione psichica più che sessuale. La forza satirica delle immagini kubrickiane denota una consapevolezza intellettuale che ne determina anche la dimensione tragica. Il film è ricco di spunti geniali, folgoranti, che preannunciano le opere successive. Ad esempio lo straordinario piano-sequenza di Lolita truccata alla recita scolastica prefigura Alex di Arancia Meccanica, o la soggettiva di Mason che progetta di uccidere la moglie anticipa la follia del protagonista di Shining. L'universo culturale di Lolita – la quale come nel romanzo è simbolo anche dell'America − sono i romanzetti, i film di Hollywood, la «Reader's Digest». Lolita mette di fronte la morbosità dell'anima europea e la mostruosità della vitalità americana (di cui Kubrick racconterà gli spettri sanguinari nella favola nera di Shining). È significativa l'attrattiva che Lolita mostra verso Quilty, più “in gamba” di Humbert («è un genio, l'unico che abbia veramente amato»), come ne Il delitto perfetto Hitchcock mostra una voluttuosa ambigua espressione di ammirazione sul volto di Grace Kelly quando scopre la criminale doppiezza del marito. Quilty è un orco cattivo ma simpatico, più libero, liberale e amato di Humbert, più sincero e meno ipocrita. Egli rappresenta la superiorità volgare ma efficace della popolarità delle immagini rispetto all'isolamento della cultura raffinata rappresentata da Humbert. Quilty, forte innanzitutto del denaro, è una star della tv, è sulle riviste e nella pubblicità. È un artista spudorato, che si traveste per depistare. Nella recita scolastica (dove Lolita interpreta una ninfetta) mette in ridicolo Humbert nell'allusione delle parole pronunciate da Lolita. I suoi “film artistici” cui si riferisce Lolita nell'ultimo colloquio con Humbert sono probabilmente pornografici.Prima di Eyes Wide Shut, che descrive finalmente un matrimonio felice o quantomeno normale, i rapporti d'amore nei film di Kubrick sono sempre monchi, senza scambio, non corrisposti. Humbert si innamora di Lolita che si prende gioco di lui (come quando trova “un po' scema” la poesia di Edgar Allan Poe che Humbert le legge), Lolita ama Quilty che vuole solo sfruttarla per i suoi film “artistici”, Charlotte si innamora di Humbert che la disprezza, i personaggi spesso litigano. Un vero rapporto intimo tra Humbert e Lolita non è mai realizzato. Il successo di Quilty risiede nel suo cinismo, nella sua leggerezza e disinvoltura. Non a caso Humbert si nasconde dietro ai libri e Quilty dietro ai fumetti.
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paolino77
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martedì 16 agosto 2016
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la bimba atomica
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Questo film segna il passaggio consapevole della critica intellettuale verso un Kubrick libertario conservatore rispetto al progressista con cui era stato confuso dopo i suoi primi film. In una società impazzita e ipocrita gli individui sono in preda ai vizi e alle perversioni, e il protagonista intellettuale moralista ci casca come una pera matura, fagocitato dalla mostruosa vitalità dell'America, che per mezzo della sua "ambasciatrice" Dolores Haze (detta "Lolita") e della sua degna madre Charlotte, gli spazza via la sua razionalità per farlo diventare unom psicopatico assassino verso la parte di sè che non sopporta di riconoscere in una società corrotta rappresentata da Quilty (che allude a guilty, colpevole), un personaggio surreale reso possibile dal fregolismo di Peter Sellers - capace di interpretare uno psichiatra nazista come nel film successivo Adlai Stevenson e Henry Kissinger -, che interpeta le diverse ossessioni del protagonista.
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Questo film segna il passaggio consapevole della critica intellettuale verso un Kubrick libertario conservatore rispetto al progressista con cui era stato confuso dopo i suoi primi film. In una società impazzita e ipocrita gli individui sono in preda ai vizi e alle perversioni, e il protagonista intellettuale moralista ci casca come una pera matura, fagocitato dalla mostruosa vitalità dell'America, che per mezzo della sua "ambasciatrice" Dolores Haze (detta "Lolita") e della sua degna madre Charlotte, gli spazza via la sua razionalità per farlo diventare unom psicopatico assassino verso la parte di sè che non sopporta di riconoscere in una società corrotta rappresentata da Quilty (che allude a guilty, colpevole), un personaggio surreale reso possibile dal fregolismo di Peter Sellers - capace di interpretare uno psichiatra nazista come nel film successivo Adlai Stevenson e Henry Kissinger -, che interpeta le diverse ossessioni del protagonista. In esso soprattutto Kubrick satireggia la società americana (gli unici personaggi non distorti in maniera caricaturale sono Lolita e Humbert)e non manca un riferimento alla cultura tedesca, una delle ossessioni (e fascinazioni) di Kubrick, che ha sposato la nipote (qualcuno maligna la figlia) di un regista nazista. Kubrick mostra come le idee e i modi sulla propaganda, la pubblicità (e altre cose) dei nazisti siano state ben recepite dall'Occidente e dall'America, che in quegli anni era complessata dall'Unione Sovietica che stette per un periodo in vantaggio nella corsa allo spazio e a cui forse si deve più ad essa che non agli USA (a cui Kubrick regalerà "Il dottor Stranamore", per il quale più di un falco americano manifestò per Kubrick un aggressivo disprezzo), più a Krusciov che a Kennedy il mancato terzo conflitto - termonucleare - mondiale. Lolita è una bomba atomica, che fa tabula rasa di quella razionalità dalla quale pure proviene. Sue Lyon, dopo un tentativo con Hayley Mills su cui Walt Disney pose il veto, fu scelta sia per le sue qualità davanti alla macchina da presa sia perchè sembrava più grande della sua età, come le adolescenti americane tendevano ad apparire col trucco e l'abbigliamento. L'argomento che convinse la censura fu che il matrimonio con una dodicenne era all'epoca legale in uno degli Stati d'America (come è legale oggi il rapporto tra una dodicenne e un uomo adulto in alcuni Stati del mondo). Il film non doveva contenere nulla di osceno, ma Kubrick lascia trasparire, a un occhio e a un orecchio smaliziati, pure troppo (anche se fu semrpe rammaricato di non aver potuto dare il giusto peso erotico). Il film sembra più imbarazzante oggi, dove si è allargata la mentalità sulla omosessualità - all'epoca reato in Inghilterra - ma si è ristretta quella sul sesso adolescenziale (sarebbe possibile oggi girare "Maladolescenza", dove due ragazzine undicenni appaiono nude - e in verità sviluppate e non vergini nè ingenue -, senza finire in galera?), almeno ufficialmente (la "tolleranza", come quella che si vede nel film, della grande pubblica opinione al di là della facciata, non pare a me tanto cambiata). Secondo Kubrick sempre lì stiamo, in ogni ambiente e luogo (si confronti cosa dice Lolita a Humbert nell'ultima scena del film con quanto Kubrick svela in "Eyes Wide Shut"). E "Maladolescenza" venne girato in Austria...
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