alessandra verdino
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venerdì 13 febbraio 2009
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audrey
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Cosa si può dire di Audrey Hepburn che non sia mai stato scritto?
Assolutamente nulla.
Grandissima attrice, grandissima donna, grandissima icona di stile.
Un musetto da cerbiatto che scruta la vita,
cercando di ricavarne la bellezza.
La bellezza che é, in realtà, dentro di lei.
Recentemente eletta la più bella donna del mondo: per cosa?
Ce ne sono migliaia più belle di lei: basti pensare che Marilyn Monroe é solo al quarto posto.
Audrey: signorilità, stile, grazia.
Gli occhi birichini, il sorriso assolutamente spontaneo.
Ha avuto un'enorme capacità di interpretare la signora nascosta in ogni donna.
In "Vacanze Romane", un meraviglioso spot su Roma e l'Italia, é, infatti, una principessa.
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Cosa si può dire di Audrey Hepburn che non sia mai stato scritto?
Assolutamente nulla.
Grandissima attrice, grandissima donna, grandissima icona di stile.
Un musetto da cerbiatto che scruta la vita,
cercando di ricavarne la bellezza.
La bellezza che é, in realtà, dentro di lei.
Recentemente eletta la più bella donna del mondo: per cosa?
Ce ne sono migliaia più belle di lei: basti pensare che Marilyn Monroe é solo al quarto posto.
Audrey: signorilità, stile, grazia.
Gli occhi birichini, il sorriso assolutamente spontaneo.
Ha avuto un'enorme capacità di interpretare la signora nascosta in ogni donna.
In "Vacanze Romane", un meraviglioso spot su Roma e l'Italia, é, infatti, una principessa.
Con grazia, enorme abilità interpretativa,
eleganza.
Come é stata nella vita.
Una vera signora. Negli affetti, nella grazia, nella beneficienza.
Ha rilanciato, e completamente, l'Unicef.
Una donna che non stava solo a guardare, ma che agiva, esponendosi in prima persona.
Una donna che ha vissuto le sue infelicità personali con stile, sobrietà, amore per se stessa e per gli altri.
Ogni altra parola risulta inutile: grandissima.
Bellissima. Elegantissima. Tutto
Ciao, Audrey.
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camilla
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lunedì 31 marzo 2008
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vacanze romane (1953)
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Considerato un capolavoro per la dolcezza dei suoi temi e l'eleganza dei suoi personaggi, "Vacanze Romane", un film del 1953 di William Wyler, con Gregory Peck nel pieno del suo successo e con Audrey Hepburn nel suo primo ruolo da protagonista, è la storia di una giornata, di un amore e di una Roma che mostra i suoi lati più belli. E' la storia della principessa Anna (Audrey Hepburn), piena di impegni noiosi, di sorrisi forzati e priva di svaghi per assolvere un ruolo che le è stretto e scomodo come le sue scarpe. Trovandosi a Roma per una serie di appuntamenti organizzati ora per ora, la principessa decide di scappare dal suo palazzo, per vivere una giornata fuori da qualsiasi ordine e orario.
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Considerato un capolavoro per la dolcezza dei suoi temi e l'eleganza dei suoi personaggi, "Vacanze Romane", un film del 1953 di William Wyler, con Gregory Peck nel pieno del suo successo e con Audrey Hepburn nel suo primo ruolo da protagonista, è la storia di una giornata, di un amore e di una Roma che mostra i suoi lati più belli. E' la storia della principessa Anna (Audrey Hepburn), piena di impegni noiosi, di sorrisi forzati e priva di svaghi per assolvere un ruolo che le è stretto e scomodo come le sue scarpe. Trovandosi a Roma per una serie di appuntamenti organizzati ora per ora, la principessa decide di scappare dal suo palazzo, per vivere una giornata fuori da qualsiasi ordine e orario. Interamente ambientato a Roma, il film mostra semplici azioni della principessa nella città, quali comprarsi scarpe nuove, tagliarsi i capelli e mangiarsi il gelato. In questa sua avventura romana la accompagneranno il bel Joe Bradley (Gregory Peck), giornalista squattrinato che, smascherata la vera identità di Anna, cercherà di scrivere un articolo su di lei, ma come Clark Gable in "Accadde una notte" finirà per innamorarsene, e il suo amico fotografo Irving Radovich (Eddie Albert) che immortalerà i momenti più significativi della giornata della principessa, quali la sua prima sigaretta, la visita al Colosseo, alla Bocca della Verità, e persino una rissa. Un film dinamico e divertente, in cui la Hepburn riesce a trasmettere attraverso i suoi occhi lo stupore di vedere le cose per la prima volta. Vincitore di molti Premi Oscar tra cui quello di Miglior Attrice per la Hepburn, che svolge un ruolo davvero femminile ed elegante, trasgredendo alle regole senza mai mancare di grazia in una giornata ricca di emozioni ed avventure per un finale commovente.
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riccardo-87
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mercoledì 13 gennaio 2010
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un soffio di libertà per la principessa audrey
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Capolavoro di indescrivibile delicatezza, “Vacanze romane” si fa latore di un messaggio non compreso dai più, di quelli che si leggono solo tra le righe; certo il genere a cui si attribuisce questo splendido film – a cui è una vergogna dare solo due stelle e mezzo – è quello della commedia, ovviamente sullo stile romantico, eppure io noto in questo una fortissima attenzione al concetto di “libertà”. La principessa Anya Smith (la splendida Audrey Hepburn), stanca della monotona vita di palazzo, nella quale sì è di continuo costretti a fare inchini, partecipare a conferenze e ad usare “cordialità e discrezione”, decide di fuggire dalla reggia per unirsi alla vita esterna, per provare ad essere una persona comune –desiderio che credo abbiano un po’ tutti coloro che vivono costantemente “in prima pagina”; così evade da palazzo ed incontra il giornalista Joe Bradley (Gregory Peck), che, scoperta l’identità di lei, decide di strapparle di nascosto informazioni personali e far soldi con un articolo in esclusiva sulla fuga della bella principessa.
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Capolavoro di indescrivibile delicatezza, “Vacanze romane” si fa latore di un messaggio non compreso dai più, di quelli che si leggono solo tra le righe; certo il genere a cui si attribuisce questo splendido film – a cui è una vergogna dare solo due stelle e mezzo – è quello della commedia, ovviamente sullo stile romantico, eppure io noto in questo una fortissima attenzione al concetto di “libertà”. La principessa Anya Smith (la splendida Audrey Hepburn), stanca della monotona vita di palazzo, nella quale sì è di continuo costretti a fare inchini, partecipare a conferenze e ad usare “cordialità e discrezione”, decide di fuggire dalla reggia per unirsi alla vita esterna, per provare ad essere una persona comune –desiderio che credo abbiano un po’ tutti coloro che vivono costantemente “in prima pagina”; così evade da palazzo ed incontra il giornalista Joe Bradley (Gregory Peck), che, scoperta l’identità di lei, decide di strapparle di nascosto informazioni personali e far soldi con un articolo in esclusiva sulla fuga della bella principessa. A questo scopo si mette d’accordo con un amico fotografo (Eddie Albert), insieme al quale porta Anya a fare un giro per Roma. Tutto sembra andare nel verso giusto per i due e lo scoop è alle porte quando un rimorso di coscienza frena Gregory Peck, il quale, innamoratosi della bella Audrey Hepburn, decide di rinunciare all’articolo e ai soldi. Il film si conclude con il ritorno della principessa a palazzo e con un ultimo incontro tra i due, separati da un cordone che divide i reali dai giornalisti, in cui Irving Radovich (Albert) consegna alla principessa le foto scattatele nel suo giorno di “vacanza”. Il messaggio di “libertà negata”, se così lo si vuole chiamare, ci è dato dalla figura di Audrey Hepburn, che non solo scappa per trovare un po’ di respiro dalle ipocrisie e i sorrisi forzati a cui è sottoposta tutti i giorni, ma soprattutto dalla scena del suo ritorno a palazzo, dove, in risposta ad un commento sulle sue responsabilità, la principessa risponde: “non mi si venga a parlare delle mie responsabilità. Se non avessi un forte senso di dovere verso il mio paese e i miei obblighi, non avrei fatto ritorno a palazzo, ne stasera, ne mai”. Io credo che questo desiderio di evasione dagli obblighi quotidiani accomuni un po’ tutte le persone, ma, pensando alla monotonia della vita delle persone sempre “sotto i riflettori”, come politici, calciatori, attori o cantanti, ritengo che tale desiderio di libertà possa divenire un’ossessione, e che una vita così pregna di ipocrisie rischi di distruggere la loro vitalità, specie se giovani come la Hepburn nel film. Comunque, al di là di questa riflessione sulla libertà, il film è un vero capolavoro in miniatura, allegro e rilassante, simpatico e mai demenziale, con una Audrey Hepburn quanto mai deliziosa, principessa nel ruolo e nel sorriso. Una sorta di “Cenerentola” al contrario.
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mondolariano
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mercoledì 4 maggio 2011
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indimenticabile hepburn
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Commedia che per alcuni anni tenne bando, soprattutto per essere stato il trampolino di lancio della bellissima Audrey Hepburn. L’attrice vinse la gara niente meno che con Liz Taylor, candidata per la parte, come Gregory Peck vinse su Cary Grant. I primi piani della ragazza sono dunque protagonisti, specialmente il taglio di capelli giustificato - nel film - dal desiderio di evasione della principessa. Peck è impeccabile, simpatico ma esageratamente distinto: la rinuncia al suo scoop giornalistico è quasi scontata fin dall’inizio, dimostrando una nobiltà d’animo inverosimile per un cronista in vista del gran colpo. Resta l’emozione, la tenerezza, quel sentirsi in balia degli eventi che traspare da certe occhiate della Hepburn, acuite da un finale molto malinconico che costituisce un ottimo contrasto con la comicità brillante di numerose gag.
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Commedia che per alcuni anni tenne bando, soprattutto per essere stato il trampolino di lancio della bellissima Audrey Hepburn. L’attrice vinse la gara niente meno che con Liz Taylor, candidata per la parte, come Gregory Peck vinse su Cary Grant. I primi piani della ragazza sono dunque protagonisti, specialmente il taglio di capelli giustificato - nel film - dal desiderio di evasione della principessa. Peck è impeccabile, simpatico ma esageratamente distinto: la rinuncia al suo scoop giornalistico è quasi scontata fin dall’inizio, dimostrando una nobiltà d’animo inverosimile per un cronista in vista del gran colpo. Resta l’emozione, la tenerezza, quel sentirsi in balia degli eventi che traspare da certe occhiate della Hepburn, acuite da un finale molto malinconico che costituisce un ottimo contrasto con la comicità brillante di numerose gag.
Certo che vedere una coppia simile a spasso per Roma è davvero uno spasso. La scena davanti alla bocca della verità è improvvisata: Peck non disse a nessuno che si sarebbe nascosto la mano per fare uno scherzo e la reazione della Hepburn è dunque spontanea.
Intramontabile.
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luigi chierico
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giovedì 7 maggio 2015
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film epocale
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La Seconda Guerra Mondiale in Italia è finita da appena 8 anni ma a Roma gli americani ci tornano in vacanza, fra i tanti il regista William Wyler con gli attori Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power.
Il regista, forse affascinato dal Colosseo e dai Fori Romani girerà pochi anni dopo Ben Hur, il colossal che collezionerà 11 Oscar. In questo bellissimo film invece prenderà l’Oscar soltanto Audrey Hepburn. A loro completo agio si trovano tutti i protagonisti con particolare rilievo Gregory Peck e Audrey Hepburn, rispettivamente nelle parti del giornalista americano Joe Bradley e della principessa Anna, la stessa che sarà contessa Natascia Rostova in Guerra e Pace, un Oscar.
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La Seconda Guerra Mondiale in Italia è finita da appena 8 anni ma a Roma gli americani ci tornano in vacanza, fra i tanti il regista William Wyler con gli attori Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power.
Il regista, forse affascinato dal Colosseo e dai Fori Romani girerà pochi anni dopo Ben Hur, il colossal che collezionerà 11 Oscar. In questo bellissimo film invece prenderà l’Oscar soltanto Audrey Hepburn. A loro completo agio si trovano tutti i protagonisti con particolare rilievo Gregory Peck e Audrey Hepburn, rispettivamente nelle parti del giornalista americano Joe Bradley e della principessa Anna, la stessa che sarà contessa Natascia Rostova in Guerra e Pace, un Oscar. Il film è tra la commedia,la farsa,il romantico,il patriottico,il sentimentale. Nessuna coppia all’epoca avrebbe potuto fare meglio.
La protagonista che conduce la strana coppia per le vie, i monumenti, i borghi,i bar della nostra capitale, è veramente speciale. E’ una Vespa Piaggio nata proprio con la fine del conflitto. Joe si troverà a suo totale agio nel circolare per le strade di Roma conducendo il due ruote più famoso nel mondo con a bordo Anna,principessa sbarazzina, con la gonna svolazzante ed il sorriso e la gioia che sprizza da tutti i pori. Quella Vespa ha fatto poi il giro del mondo con Joe ed Anna. Ottima la sceneggiatura, per la scenografia Roma è insostituibile, tuttavia si sono aggiunte scene spettacolari quale quella fotografata e da pubblicare come “la principessa incoronata”. Il rapporto tra i due protagonisti è dolcissimo, anche se il giornalista ce la mette tutta per fare lo scoop giornalistico con le foto imbarazzanti per la principessa Anna che vive un sogno. I bellissimi occhi della giovanissima attrice ventiquattrenne recitano la parte migliore, dalla malinconia alla felicità, dalla tristezza alla gioia, dalla sicurezza di sé all’abbandono, dalla fierezza al terrore della verità nascosta. Joe è il più attento accompagnatore nelle scorribande della bellissima e felice Anna libera dai vincoli della casta, degli obblighi imposti dal rango, libera nella sua giovinezza all’aperto sotto “er sole ed er venticello de Roma”, piuttosto che in camere d’albergo, saloni per feste,cerimonie e colloqui. Indisturbata può gustare un cono gelato sulla scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, o urlare di spavento dinanzi alla Bocca della Verità. La rassegna stampa è la fine del sogno, non più bagordi, non più “er vino dei Castelli” che è “mejo de lo sciampagna” ed “er venticello de Roma che aiuta a sognà”. Lo scandalo è nelle mani di Joe e del suo fotografo Irving Radovich, un ottimo Edddie Albert, sempre pronto a scattare con l’accendino da immortalare momenti scandalistici che possono fruttare una fortuna, ma anche le mani sono comandate dal cuore e l’amore lo si esprime anche col silenzio.
Film epocale dunque.chibar22@libero.it
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minnie
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giovedì 21 maggio 2015
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cenerentola anni cinquanta
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“Vacanze romane” ovvero quando un film, girato in pochi mesi in stato di grazia, rappresenta il fim perfetto: scoperta di una nuova star, soggetto ricalcato su una favola universale, descrizione di un periodo della vita che tutti, più o meno, abbiamo attraversato, che segna l’impercettibile passaggio dalla giovinezza all’età adulta, la linea d’ombra di conradiana memoria.
William Wyler aveva nel 1952, quando il film , vincitore l’anno dopo di tre Oscar, fu girato fra giugno e settembre, 50 anni: forse l’età in cui con più rammarico si guarda a quell’età in cui ci si poteva davvero divertire, quando si avevano a casa mamma e papà eppure (o proprio per questo, sapendoli lì, al ritorno) si tentavano i primi passi da soli nel mondo...come accade alla principessa Anna. Ovvero Audrey Hepburn, un’incantevole 23enne dal vitino di vespa, sulla Vespa mitica insieme al giovane (37enne) Gregory Peck: la dolcezza, la bellezza di questo film sta tutta qui. In un incontro, in una breve vacanza, holiday, nella santità come sembra suggerire la parola inglese (il titolo originale è proprio “roman holiday”), che c’è in certi momenti della vita, attimi che non si ripeteranno. Wyler lo sapeva: quando alla fine del film fa girare Joe Bradley, il giornalista, verso la sala dell’incontro con la stampa, conclusosi poco prima, a palazzo Colonna, uno dei più fastosi di Roma, con lui ci giriamo tutti noi, noi che abbiamo adesso l’età del regista di origini ebraiche, poi diventato un’icona di Hollywood (nel 1959 girerà Ben-Hur), e diamo un’occhiata alle foto di quand’eravamo giovani, di quando vedevamo questo film con la speranza d’incontrare un Joe e un’Anna in giro per la città. O comunque di vivere qualche giorno a Roma così, in totale spensieratezza, protetti magari da un’anonimato che ci rendesse ancor più liberi. Meraviglioso il soggetto di Dalton Trumbo (Oscar), sommo sceneggiatore e soggettista, che ricorda sin dalle prime inquadrature la favola di Cenerentola, anche se qui Anna è da subito una principessa e la scarpa non la perde, ma piuttosto se la toglie durante la presentazione ufficiale, subito soccorsa da un suo cerimoniere che la invita a ballare. Una favola anche la scelta di Audrey, allora attrice alle prime armi seppure già molto attiva a Hollywood: “Come sono andata, bene?” chiese quando credette che il provino fosse finito, mentre Wyler aveva continuato a girare e rimase stupefatto dell’adesione della bella sconosciuta al personaggio, esclamando: “E’ lei!” E con molta galanteria Gregory Peck scommise sull’Oscar alla miglior attrice protagonista fin da subito: seconda statuetta. E terza statuetta (oltre alle nomination per Wyler stesso e per la sua regia) alla mitica costumista Edith Head: questo film è una summa dell’eleganza degli anni Cinquanta. Vitino davvero minimo, pochi incredibili centimetri, camicette con le maniche rimboccate, foularino al collo, ballerine e per la scena finale, un meraviglioso abito di pizzo macramè. E capelli corti, tagliati in una barberia che fu per molti anni meta turistica, come tutto in questa pellicola: quando la principessa Anna, richiesta di quale città abbia ammirato di più nel suo giro, risponde “Roma”, da sola sarà ed è valsa più di mille depliant. Audrey poi sarebbe stata maestra di eleganza, fin dal ritiro di quel primo Oscar, con un abito a fiori di cui si serba ancora memoria. E l’appartamento da single del giornalista Joe Bradley, in via Margutta 51, dove lo mettiamo? E il fascino di una professione, quella del paparazzo, interpretato da Eddie Albert (ed ebbe la nomination per questo film, davvero segnalatissimo nella premiazione del 1953) che anticipa di molto gli anni della dolce vita? Così “Vacanze romane” è un film universale, lo si vede da giovani e ha un senso, lo si vede anni dopo e ha ancora un altro senso. Resta il fatto che è un capolavoro, in un bianco e nero memorabile. E non dimentichiamo la musica, deliziosa, a firma di una grande compositore come fu il francese Georges Auric (1899-1983), con echi di note mitteleuropee, quella cara vecchia ciciltà di cui questo film è leggermente intriso.
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renato c.
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sabato 10 luglio 2010
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bello e romantico!
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Ci sono due tipi di films americani girati in Italia: quelli che vorrebbero fare giochetti turistici e vengono fuori films simili ai nostri "musicarelli" con degli strafalcioni tipo i gondolieri veneziani che cantano canzoni napoletane! Quelli che invece vogliono valorizzare alcuni aspetti delle bellezze dell'Italia e del caratere degli Italiani, ed allora vengono fuori dei bei films come "Vacanze romane"! Un Gregory Peck in piena forma ed una Audrey Hepburn al debutto come protagonista sullo sfondo di una bellissima Roma del dopoguerra diretti dal maestro Wyler ci donano una bellissima fiaba! La storia della principessa che esce di nascosto e si mescola alla gente comune la troviamo anche nel disneyano "Alddin" e nella celentanata "Innamorato pazzo!"(che è poi la parodia di "Vacanze roman
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Ci sono due tipi di films americani girati in Italia: quelli che vorrebbero fare giochetti turistici e vengono fuori films simili ai nostri "musicarelli" con degli strafalcioni tipo i gondolieri veneziani che cantano canzoni napoletane! Quelli che invece vogliono valorizzare alcuni aspetti delle bellezze dell'Italia e del caratere degli Italiani, ed allora vengono fuori dei bei films come "Vacanze romane"! Un Gregory Peck in piena forma ed una Audrey Hepburn al debutto come protagonista sullo sfondo di una bellissima Roma del dopoguerra diretti dal maestro Wyler ci donano una bellissima fiaba! La storia della principessa che esce di nascosto e si mescola alla gente comune la troviamo anche nel disneyano "Alddin" e nella celentanata "Innamorato pazzo!"(che è poi la parodia di "Vacanze romane")! Il giornalista che scopre l'inganno e vuol farne uno scoop ma poi rinuncia perchè si innamora può non essere una novità ma funziona molto bene, specie nell'interpretazione di Gregory Peck, che poi rinuncia per vero amore, in quanto non ha speranza di un fututo con la donna amata! Audrey Hepburn anche stavolta moderna Cenerentola che deve in ogni caso "tornare" è bellissima e piena di un fascino puro ed innocente come in "Sabrina" ed in "My fair lady"! Ottimi i contorni tipo l'amico fotografo e le partecipazioni di attori italiani come il "barbiere" Paolo Carlini e la "domestica" Paola Borboni! Un film di culto da rivedere e da conservare!
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(di peppy)
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lady libro
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martedì 16 novembre 2010
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la scoperta di una stella
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Un film bellissimo. Un film che ha permesso al mondo di conoscere una delle sue stelle più belle e luminose del cinema: Audrey Hepburn.
E' questo il film che l'ha lanciata nel mondo dello spettacolo e nella mente e nel ricordo di infinite persone: una principessa oppressa dai suoi doveri che si concede un giorno di vacanza a Roma, trovando, oltre ad un giorno di riposo e completo divertimento, il vero amore.
In questo film Audrey incarna la personalità di un po' tutti noi. Forse è per questo che il film ebbe (e ha ancora) un grandissimo successo: per la realtà che riuscì a rappresentare e a trasmettere.
Uno dei film più belli della storia del cinema, un autentico capolavoro.
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emmylemmon xd
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mercoledì 31 luglio 2013
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delizioso giro in vespa con gregory peck
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Durante uno dei suoi numerosi viaggi diplomatici, la principessa Anna (Audrey Hepburn) giunge a Roma. Una notte però, sfinita dai numerosi obblighi che la sua posizione richiede, fugge da palazzo desiderosa di libertà... Mentre vagabonda per Roma sotto l'effetto di un sedativo, Anna s'imbatte in Joe (Gregory Peck), un affascinante giornalista, che, provando tenerezza per lei, la ospita a casa sua, ignaro della sua vera identità. Il giorno dopo viene a scoprire che la fanciulla è effettivamente la famosa principessa e,promettendo un' intervista esclusiva al suo direttore, passerà una magnifica giornata con lei, finendo per innamorarsene... Diretto da William Wyler, "Vacanze Romane" è una splendida commedia romantica, che ha fatto conoscere al mondo un'attrice impareggiabile, dallo sguardo docile e gli occhi da cerbiatta: la straordinaria Audrey Hepburn.
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Durante uno dei suoi numerosi viaggi diplomatici, la principessa Anna (Audrey Hepburn) giunge a Roma. Una notte però, sfinita dai numerosi obblighi che la sua posizione richiede, fugge da palazzo desiderosa di libertà... Mentre vagabonda per Roma sotto l'effetto di un sedativo, Anna s'imbatte in Joe (Gregory Peck), un affascinante giornalista, che, provando tenerezza per lei, la ospita a casa sua, ignaro della sua vera identità. Il giorno dopo viene a scoprire che la fanciulla è effettivamente la famosa principessa e,promettendo un' intervista esclusiva al suo direttore, passerà una magnifica giornata con lei, finendo per innamorarsene... Diretto da William Wyler, "Vacanze Romane" è una splendida commedia romantica, che ha fatto conoscere al mondo un'attrice impareggiabile, dallo sguardo docile e gli occhi da cerbiatta: la straordinaria Audrey Hepburn. Destinata a diventare una delle star più amate di tutti i tempi, la Hepburn ha reso il personaggio di Anna talmente realistico e commuovente da vincere la preziosa statuetta d'oro. Anche Gregory Peck è bravissimo, riuscendo a non dar peso alla differenza di età con l'attrice; molto bravo anche Eddie Albert, che aggiunge un pizzico di ironia al film, interpretando l'amico fotografo squattrinato. "Vacanze Romane" è un film stupendo, che fa sognare, sorridere, commuovere. Una pietra miliare del cinema sentimentale. Un inno alla felicità e alla libertà. Semplicemente indimenticabile. Celeberrimo il giro in Vespa.
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samanta
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domenica 23 giugno 2019
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una roma indimenticabile
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Quando un film è un capolavoro? E' difficile una risposta o meglio ci possano essere tante risposte, una potrebbe essere: quando per un insieme di elementi rimane un ricordo indimenticabile sia nella storia ufficiale del cinema che nel sentire degli spettatori, ricordo che rimane a lungo nel tempo, un film cult insomma.
Vacanze Romane è un film che sicuramente ha i requisiti sopra descritti, certo la si potrebbe considerare come una commediola un pò convenzionale, ma d'altra parte Casablanca che cos'é se non una storia raccontata abbastanza convenzionalmente che però crea un'empatia formidabile con chi la vede anche a distanza di più di 70 anni?
Il primo elemento da considerare è la regia di William Wiler regista tra i migliori dell'epoca d'oro di Hollywood (3 Oscar: La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Ben Hur e ben 11 nomination tra cui questo film), regista tra i più eclettici (anche nel musical con Funny Girl) abilissimo con la macchina da ripresa per cercare di inquadrare la scena e la sequenza con la visione ottica dello spettatore e in questo film lo si vede a più riprese, ad esempio nella scena in cui la pricipessa Anna (Audrey Hepburn) dà l'addio all'uomo di cui si è innamorata Joe (Gregory Peck) per ritornare nell'ambasciata.
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Quando un film è un capolavoro? E' difficile una risposta o meglio ci possano essere tante risposte, una potrebbe essere: quando per un insieme di elementi rimane un ricordo indimenticabile sia nella storia ufficiale del cinema che nel sentire degli spettatori, ricordo che rimane a lungo nel tempo, un film cult insomma.
Vacanze Romane è un film che sicuramente ha i requisiti sopra descritti, certo la si potrebbe considerare come una commediola un pò convenzionale, ma d'altra parte Casablanca che cos'é se non una storia raccontata abbastanza convenzionalmente che però crea un'empatia formidabile con chi la vede anche a distanza di più di 70 anni?
Il primo elemento da considerare è la regia di William Wiler regista tra i migliori dell'epoca d'oro di Hollywood (3 Oscar: La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Ben Hur e ben 11 nomination tra cui questo film), regista tra i più eclettici (anche nel musical con Funny Girl) abilissimo con la macchina da ripresa per cercare di inquadrare la scena e la sequenza con la visione ottica dello spettatore e in questo film lo si vede a più riprese, ad esempio nella scena in cui la pricipessa Anna (Audrey Hepburn) dà l'addio all'uomo di cui si è innamorata Joe (Gregory Peck) per ritornare nell'ambasciata.
Un altro elemento sono il racconto il soggetto e la sceneggiatura di Dalton Trumbo, uno dei migliori di Hollywood che per questo soggetto vinse l'Oscar, senza trascurare i costumi di Edith Head la famosta costumista della Paramount che per questo film anche lei vinse l'Oscar (Il buio oltre la siepe). Altro elemento sono gli attori: innanzitutto Gregory Peck allora ancora giovane attore di 36 anni ma già con una notevole carriera alle spalle che contnuerà per molti anni vincendo un Oscar (Il buio oltre la siepe) in un cinema che di grandi attori ne aveva a iosa (non dimentichiamoci che i concorrenti si chiamavano Spencer Tracy, Humphrey Bogart, James Stewart e il più giovane Burt Lancaster e così via ...). L'altra protagonista è un'indimenticabile Audrey Hepburn che viene nei titoli di testa presentata al suo primo film, Gregory Peck attore già affermato aveva ottenuto che nei titoli di testa il suo nome fosse più grande nei caratteri dell'altra protagonista, quando si accorse della sua bravura e della sua classe telefonò al suo agente perchè Audrey avesse caratteri uguali, più tardi affermò non voleva fare la figura dell'invidioso sciocco.
Ma c'é un altro grande protagonista: Roma in cui tra il giugno e l'ottobre 1952 vennero girati interamente tutte le riprese esterne e gli interni, una Roma vista ancora integra (senza spazzatura e gabbiani e il caos del traffico), nelle sue infinite bellezze: Trinità dei Monti, Piazza Venezia e Piazza di Spagna, via Condotti, la Bocca della verità e il Colosseo e tanti altri monumenti e palazzi, e poi il modo di vivere che non esiste più: i battelli sul Tevere in cui si ballava, la polizia che aveva le jeep, la Fiat Topolino e la Vespa usate da Joe. Penso che sia un grande spot pubblicitario, l'immagine della Hepburn e di Peck sulla vespa è ancora presente nei calendari che si vendono dai giornalai, un film che descrive una città e una civiltà (una volta tanto senza ridicolizzare gli italiani) .
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