eugen
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domenica 21 gennaio 2024
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notevole documento d''epoca
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Film notevole, documento di unepoca trascorsa(era il 1953), questo"ROman Holiday"(William Wyler, scritto da Dalton Trumbo), nel quale le escapades di una principessa molto giovane che si risente delle regole dell'etichetta per una notte e una giornata, per le vie di Roma, fuggendo quasi in compagnia di un giornalista USA , salvo il giorno dopo, impegnata diplomaticamente, tornare seria e"politica", come si riichiede a persona che occupa quel ruolo. Bianco e nero, film come dicevo d'poca, scritto dal grande sceneggiatore Dalton Trumbo, perseguitato nei"democratici"States dal senatore Joseph McCarthy, fanatico"occidentalista"-anche con connotazioni religiose-in quanto comnista(ricordo che nel 1953 scompare Stalin, inter cetera.
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Film notevole, documento di unepoca trascorsa(era il 1953), questo"ROman Holiday"(William Wyler, scritto da Dalton Trumbo), nel quale le escapades di una principessa molto giovane che si risente delle regole dell'etichetta per una notte e una giornata, per le vie di Roma, fuggendo quasi in compagnia di un giornalista USA , salvo il giorno dopo, impegnata diplomaticamente, tornare seria e"politica", come si riichiede a persona che occupa quel ruolo. Bianco e nero, film come dicevo d'poca, scritto dal grande sceneggiatore Dalton Trumbo, perseguitato nei"democratici"States dal senatore Joseph McCarthy, fanatico"occidentalista"-anche con connotazioni religiose-in quanto comnista(ricordo che nel 1953 scompare Stalin, inter cetera...)e dunque per anni non accreditato(ak suo pposto altri due ingoti"screenplayers"(, "ROman Holiday"ha avuto solo alcuni "ricocchi romanizzanti" da parte di Ennio Flaiano e Suso Cecchi Amico, bravi scrittori itaiani, che appunto situano maggiormenete il film a Roma. Bel film anche turistico, che aveva fatto ammirare la"caput mundi"-non ancora invasa dai rifiuti-a bujona parte del mondo nella quale il film s'era/s'e'visto. Gregory Perck e Audrey Hepburn, all'epoca molto"efebica"sono interpreti sicuri, nel seno del francese"valeur sur", bravissimi nei ruoli, Eddie Alberrt comprimario convincente come fotoreporter, bene alcuni comprimari italiani, dove emerge Paola Borboni quale donna delle pulizie nell'appartamento occupato da Peck, quando la Hepburn vi soggiorna per poco, ovviamente. E'da sottolineare poi, sul piano sociologico, che all'epoca si credeva ancora al ruolo"alto"del principe o della principessa, che poteva per un po'amoreggiare con un"comune mortale", ma non innanmorarsi al punto tale da sposarsi con lui(llei. Oggi va meglio, essendo veneuta meno la"sacralita'dello status"e dunque ogni principe/essa dei film di Natale si sposa con unUuna "borghese qualuqnue"(ma non si vedono ancora matrimoni gay o LGBTQ..). Poco da dire di piu', in questa brave nota che invece meriterebbe di sfociare in un saggio, per evidenziare la bravura tecnica del reigsta Wyler, la scrittura efficace di Trunbo, la bravura degli interpreti e molot altro ancora.... Eugen
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lorenzodv
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domenica 18 agosto 2019
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il dovere innanzitutto
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La principessa Anna non ne può più. Forse non sopporta di passare ore a spazzolare i capelli lunghi, forse detesta il protocollo, forse vorrebbe soltanto poter scrivere personalmente i discorsi dei quali assume la responsabilità o forse ha soltanto voglia di un gelato, fattostà che scappa. Fugge dalla propria corte, mettendo in atto uno scontro generazionale tra la ragazza ed il re suo padre, mediato dai funzionari ma anche uno scontro tra i desideri delle persone e le aspettative della società, brevemente trattato nella conversazione sul lavoro del padre, funzionario statale che si lamenta ma non può lasciare il lavoro (nel contesto ci si sarebbe attesi che si fosse definito sottopagato).
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La principessa Anna non ne può più. Forse non sopporta di passare ore a spazzolare i capelli lunghi, forse detesta il protocollo, forse vorrebbe soltanto poter scrivere personalmente i discorsi dei quali assume la responsabilità o forse ha soltanto voglia di un gelato, fattostà che scappa. Fugge dalla propria corte, mettendo in atto uno scontro generazionale tra la ragazza ed il re suo padre, mediato dai funzionari ma anche uno scontro tra i desideri delle persone e le aspettative della società, brevemente trattato nella conversazione sul lavoro del padre, funzionario statale che si lamenta ma non può lasciare il lavoro (nel contesto ci si sarebbe attesi che si fosse definito sottopagato). In mezzo a tutto questo finisce il reporter, inizialmente soltanto interessato ed un po' falso si dimostra man mano sensibile alla persona in quanto tale e le dimostra rispetto ed amicizia.
I temi della libertà e del dovere sono trattati con delicatezza ed eleganza con la suspense aggiunta dall'ingrombrante presenza del reporter e della sua decisione. Come tutti i capolavori finisce bene ma troppo presto.
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samanta
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domenica 23 giugno 2019
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una roma indimenticabile
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Quando un film è un capolavoro? E' difficile una risposta o meglio ci possano essere tante risposte, una potrebbe essere: quando per un insieme di elementi rimane un ricordo indimenticabile sia nella storia ufficiale del cinema che nel sentire degli spettatori, ricordo che rimane a lungo nel tempo, un film cult insomma.
Vacanze Romane è un film che sicuramente ha i requisiti sopra descritti, certo la si potrebbe considerare come una commediola un pò convenzionale, ma d'altra parte Casablanca che cos'é se non una storia raccontata abbastanza convenzionalmente che però crea un'empatia formidabile con chi la vede anche a distanza di più di 70 anni?
Il primo elemento da considerare è la regia di William Wiler regista tra i migliori dell'epoca d'oro di Hollywood (3 Oscar: La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Ben Hur e ben 11 nomination tra cui questo film), regista tra i più eclettici (anche nel musical con Funny Girl) abilissimo con la macchina da ripresa per cercare di inquadrare la scena e la sequenza con la visione ottica dello spettatore e in questo film lo si vede a più riprese, ad esempio nella scena in cui la pricipessa Anna (Audrey Hepburn) dà l'addio all'uomo di cui si è innamorata Joe (Gregory Peck) per ritornare nell'ambasciata.
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Quando un film è un capolavoro? E' difficile una risposta o meglio ci possano essere tante risposte, una potrebbe essere: quando per un insieme di elementi rimane un ricordo indimenticabile sia nella storia ufficiale del cinema che nel sentire degli spettatori, ricordo che rimane a lungo nel tempo, un film cult insomma.
Vacanze Romane è un film che sicuramente ha i requisiti sopra descritti, certo la si potrebbe considerare come una commediola un pò convenzionale, ma d'altra parte Casablanca che cos'é se non una storia raccontata abbastanza convenzionalmente che però crea un'empatia formidabile con chi la vede anche a distanza di più di 70 anni?
Il primo elemento da considerare è la regia di William Wiler regista tra i migliori dell'epoca d'oro di Hollywood (3 Oscar: La signora Miniver, I migliori anni della nostra vita, Ben Hur e ben 11 nomination tra cui questo film), regista tra i più eclettici (anche nel musical con Funny Girl) abilissimo con la macchina da ripresa per cercare di inquadrare la scena e la sequenza con la visione ottica dello spettatore e in questo film lo si vede a più riprese, ad esempio nella scena in cui la pricipessa Anna (Audrey Hepburn) dà l'addio all'uomo di cui si è innamorata Joe (Gregory Peck) per ritornare nell'ambasciata.
Un altro elemento sono il racconto il soggetto e la sceneggiatura di Dalton Trumbo, uno dei migliori di Hollywood che per questo soggetto vinse l'Oscar, senza trascurare i costumi di Edith Head la famosta costumista della Paramount che per questo film anche lei vinse l'Oscar (Il buio oltre la siepe). Altro elemento sono gli attori: innanzitutto Gregory Peck allora ancora giovane attore di 36 anni ma già con una notevole carriera alle spalle che contnuerà per molti anni vincendo un Oscar (Il buio oltre la siepe) in un cinema che di grandi attori ne aveva a iosa (non dimentichiamoci che i concorrenti si chiamavano Spencer Tracy, Humphrey Bogart, James Stewart e il più giovane Burt Lancaster e così via ...). L'altra protagonista è un'indimenticabile Audrey Hepburn che viene nei titoli di testa presentata al suo primo film, Gregory Peck attore già affermato aveva ottenuto che nei titoli di testa il suo nome fosse più grande nei caratteri dell'altra protagonista, quando si accorse della sua bravura e della sua classe telefonò al suo agente perchè Audrey avesse caratteri uguali, più tardi affermò non voleva fare la figura dell'invidioso sciocco.
Ma c'é un altro grande protagonista: Roma in cui tra il giugno e l'ottobre 1952 vennero girati interamente tutte le riprese esterne e gli interni, una Roma vista ancora integra (senza spazzatura e gabbiani e il caos del traffico), nelle sue infinite bellezze: Trinità dei Monti, Piazza Venezia e Piazza di Spagna, via Condotti, la Bocca della verità e il Colosseo e tanti altri monumenti e palazzi, e poi il modo di vivere che non esiste più: i battelli sul Tevere in cui si ballava, la polizia che aveva le jeep, la Fiat Topolino e la Vespa usate da Joe. Penso che sia un grande spot pubblicitario, l'immagine della Hepburn e di Peck sulla vespa è ancora presente nei calendari che si vendono dai giornalai, un film che descrive una città e una civiltà (una volta tanto senza ridicolizzare gli italiani) .
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fabio57
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venerdì 13 novembre 2015
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mitico
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Affascinante e accattivante,questo film anche se visto e rivisto tante volte, regala sempre grande divertimento e finale con la lagrimuccia.Come la Hepburn anche noi ci inoltriamo nelle strade di Roma per catturarne le immagini,sentire i rumori ,carpire la magia di questa città millenaria e come la meravigliosa attrice anche noi finiamo con l 'amarla e col pensare"Si è la più bella del mondo"
Mitico
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minnie
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giovedì 21 maggio 2015
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cenerentola anni cinquanta
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“Vacanze romane” ovvero quando un film, girato in pochi mesi in stato di grazia, rappresenta il fim perfetto: scoperta di una nuova star, soggetto ricalcato su una favola universale, descrizione di un periodo della vita che tutti, più o meno, abbiamo attraversato, che segna l’impercettibile passaggio dalla giovinezza all’età adulta, la linea d’ombra di conradiana memoria.
William Wyler aveva nel 1952, quando il film , vincitore l’anno dopo di tre Oscar, fu girato fra giugno e settembre, 50 anni: forse l’età in cui con più rammarico si guarda a quell’età in cui ci si poteva davvero divertire, quando si avevano a casa mamma e papà eppure (o proprio per questo, sapendoli lì, al ritorno) si tentavano i primi passi da soli nel mondo...come accade alla principessa Anna. Ovvero Audrey Hepburn, un’incantevole 23enne dal vitino di vespa, sulla Vespa mitica insieme al giovane (37enne) Gregory Peck: la dolcezza, la bellezza di questo film sta tutta qui. In un incontro, in una breve vacanza, holiday, nella santità come sembra suggerire la parola inglese (il titolo originale è proprio “roman holiday”), che c’è in certi momenti della vita, attimi che non si ripeteranno. Wyler lo sapeva: quando alla fine del film fa girare Joe Bradley, il giornalista, verso la sala dell’incontro con la stampa, conclusosi poco prima, a palazzo Colonna, uno dei più fastosi di Roma, con lui ci giriamo tutti noi, noi che abbiamo adesso l’età del regista di origini ebraiche, poi diventato un’icona di Hollywood (nel 1959 girerà Ben-Hur), e diamo un’occhiata alle foto di quand’eravamo giovani, di quando vedevamo questo film con la speranza d’incontrare un Joe e un’Anna in giro per la città. O comunque di vivere qualche giorno a Roma così, in totale spensieratezza, protetti magari da un’anonimato che ci rendesse ancor più liberi. Meraviglioso il soggetto di Dalton Trumbo (Oscar), sommo sceneggiatore e soggettista, che ricorda sin dalle prime inquadrature la favola di Cenerentola, anche se qui Anna è da subito una principessa e la scarpa non la perde, ma piuttosto se la toglie durante la presentazione ufficiale, subito soccorsa da un suo cerimoniere che la invita a ballare. Una favola anche la scelta di Audrey, allora attrice alle prime armi seppure già molto attiva a Hollywood: “Come sono andata, bene?” chiese quando credette che il provino fosse finito, mentre Wyler aveva continuato a girare e rimase stupefatto dell’adesione della bella sconosciuta al personaggio, esclamando: “E’ lei!” E con molta galanteria Gregory Peck scommise sull’Oscar alla miglior attrice protagonista fin da subito: seconda statuetta. E terza statuetta (oltre alle nomination per Wyler stesso e per la sua regia) alla mitica costumista Edith Head: questo film è una summa dell’eleganza degli anni Cinquanta. Vitino davvero minimo, pochi incredibili centimetri, camicette con le maniche rimboccate, foularino al collo, ballerine e per la scena finale, un meraviglioso abito di pizzo macramè. E capelli corti, tagliati in una barberia che fu per molti anni meta turistica, come tutto in questa pellicola: quando la principessa Anna, richiesta di quale città abbia ammirato di più nel suo giro, risponde “Roma”, da sola sarà ed è valsa più di mille depliant. Audrey poi sarebbe stata maestra di eleganza, fin dal ritiro di quel primo Oscar, con un abito a fiori di cui si serba ancora memoria. E l’appartamento da single del giornalista Joe Bradley, in via Margutta 51, dove lo mettiamo? E il fascino di una professione, quella del paparazzo, interpretato da Eddie Albert (ed ebbe la nomination per questo film, davvero segnalatissimo nella premiazione del 1953) che anticipa di molto gli anni della dolce vita? Così “Vacanze romane” è un film universale, lo si vede da giovani e ha un senso, lo si vede anni dopo e ha ancora un altro senso. Resta il fatto che è un capolavoro, in un bianco e nero memorabile. E non dimentichiamo la musica, deliziosa, a firma di una grande compositore come fu il francese Georges Auric (1899-1983), con echi di note mitteleuropee, quella cara vecchia ciciltà di cui questo film è leggermente intriso.
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luigi chierico
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giovedì 7 maggio 2015
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film epocale
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La Seconda Guerra Mondiale in Italia è finita da appena 8 anni ma a Roma gli americani ci tornano in vacanza, fra i tanti il regista William Wyler con gli attori Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power.
Il regista, forse affascinato dal Colosseo e dai Fori Romani girerà pochi anni dopo Ben Hur, il colossal che collezionerà 11 Oscar. In questo bellissimo film invece prenderà l’Oscar soltanto Audrey Hepburn. A loro completo agio si trovano tutti i protagonisti con particolare rilievo Gregory Peck e Audrey Hepburn, rispettivamente nelle parti del giornalista americano Joe Bradley e della principessa Anna, la stessa che sarà contessa Natascia Rostova in Guerra e Pace, un Oscar.
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La Seconda Guerra Mondiale in Italia è finita da appena 8 anni ma a Roma gli americani ci tornano in vacanza, fra i tanti il regista William Wyler con gli attori Gregory Peck, Eddie Albert, Audrey Hepburn, Artley Power, Hartley Power.
Il regista, forse affascinato dal Colosseo e dai Fori Romani girerà pochi anni dopo Ben Hur, il colossal che collezionerà 11 Oscar. In questo bellissimo film invece prenderà l’Oscar soltanto Audrey Hepburn. A loro completo agio si trovano tutti i protagonisti con particolare rilievo Gregory Peck e Audrey Hepburn, rispettivamente nelle parti del giornalista americano Joe Bradley e della principessa Anna, la stessa che sarà contessa Natascia Rostova in Guerra e Pace, un Oscar. Il film è tra la commedia,la farsa,il romantico,il patriottico,il sentimentale. Nessuna coppia all’epoca avrebbe potuto fare meglio.
La protagonista che conduce la strana coppia per le vie, i monumenti, i borghi,i bar della nostra capitale, è veramente speciale. E’ una Vespa Piaggio nata proprio con la fine del conflitto. Joe si troverà a suo totale agio nel circolare per le strade di Roma conducendo il due ruote più famoso nel mondo con a bordo Anna,principessa sbarazzina, con la gonna svolazzante ed il sorriso e la gioia che sprizza da tutti i pori. Quella Vespa ha fatto poi il giro del mondo con Joe ed Anna. Ottima la sceneggiatura, per la scenografia Roma è insostituibile, tuttavia si sono aggiunte scene spettacolari quale quella fotografata e da pubblicare come “la principessa incoronata”. Il rapporto tra i due protagonisti è dolcissimo, anche se il giornalista ce la mette tutta per fare lo scoop giornalistico con le foto imbarazzanti per la principessa Anna che vive un sogno. I bellissimi occhi della giovanissima attrice ventiquattrenne recitano la parte migliore, dalla malinconia alla felicità, dalla tristezza alla gioia, dalla sicurezza di sé all’abbandono, dalla fierezza al terrore della verità nascosta. Joe è il più attento accompagnatore nelle scorribande della bellissima e felice Anna libera dai vincoli della casta, degli obblighi imposti dal rango, libera nella sua giovinezza all’aperto sotto “er sole ed er venticello de Roma”, piuttosto che in camere d’albergo, saloni per feste,cerimonie e colloqui. Indisturbata può gustare un cono gelato sulla scalinata di Trinità dei Monti in piazza di Spagna, o urlare di spavento dinanzi alla Bocca della Verità. La rassegna stampa è la fine del sogno, non più bagordi, non più “er vino dei Castelli” che è “mejo de lo sciampagna” ed “er venticello de Roma che aiuta a sognà”. Lo scandalo è nelle mani di Joe e del suo fotografo Irving Radovich, un ottimo Edddie Albert, sempre pronto a scattare con l’accendino da immortalare momenti scandalistici che possono fruttare una fortuna, ma anche le mani sono comandate dal cuore e l’amore lo si esprime anche col silenzio.
Film epocale dunque.chibar22@libero.it
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dariotto
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mercoledì 8 aprile 2015
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pietra miliare dei film d amore sui regnanti
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un film d amore senza tempo , peccato che non abbiano fatto un secondo film come si usa ora con un lieto fine .mi sono innamorato della hepburn quanto era brava e bella grande pek. bellissimo film divertente con sapore amaro nel finale
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il befe
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sabato 14 febbraio 2015
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grande cult
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emmylemmon xd
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mercoledì 31 luglio 2013
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delizioso giro in vespa con gregory peck
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Durante uno dei suoi numerosi viaggi diplomatici, la principessa Anna (Audrey Hepburn) giunge a Roma. Una notte però, sfinita dai numerosi obblighi che la sua posizione richiede, fugge da palazzo desiderosa di libertà... Mentre vagabonda per Roma sotto l'effetto di un sedativo, Anna s'imbatte in Joe (Gregory Peck), un affascinante giornalista, che, provando tenerezza per lei, la ospita a casa sua, ignaro della sua vera identità. Il giorno dopo viene a scoprire che la fanciulla è effettivamente la famosa principessa e,promettendo un' intervista esclusiva al suo direttore, passerà una magnifica giornata con lei, finendo per innamorarsene... Diretto da William Wyler, "Vacanze Romane" è una splendida commedia romantica, che ha fatto conoscere al mondo un'attrice impareggiabile, dallo sguardo docile e gli occhi da cerbiatta: la straordinaria Audrey Hepburn.
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Durante uno dei suoi numerosi viaggi diplomatici, la principessa Anna (Audrey Hepburn) giunge a Roma. Una notte però, sfinita dai numerosi obblighi che la sua posizione richiede, fugge da palazzo desiderosa di libertà... Mentre vagabonda per Roma sotto l'effetto di un sedativo, Anna s'imbatte in Joe (Gregory Peck), un affascinante giornalista, che, provando tenerezza per lei, la ospita a casa sua, ignaro della sua vera identità. Il giorno dopo viene a scoprire che la fanciulla è effettivamente la famosa principessa e,promettendo un' intervista esclusiva al suo direttore, passerà una magnifica giornata con lei, finendo per innamorarsene... Diretto da William Wyler, "Vacanze Romane" è una splendida commedia romantica, che ha fatto conoscere al mondo un'attrice impareggiabile, dallo sguardo docile e gli occhi da cerbiatta: la straordinaria Audrey Hepburn. Destinata a diventare una delle star più amate di tutti i tempi, la Hepburn ha reso il personaggio di Anna talmente realistico e commuovente da vincere la preziosa statuetta d'oro. Anche Gregory Peck è bravissimo, riuscendo a non dar peso alla differenza di età con l'attrice; molto bravo anche Eddie Albert, che aggiunge un pizzico di ironia al film, interpretando l'amico fotografo squattrinato. "Vacanze Romane" è un film stupendo, che fa sognare, sorridere, commuovere. Una pietra miliare del cinema sentimentale. Un inno alla felicità e alla libertà. Semplicemente indimenticabile. Celeberrimo il giro in Vespa.
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*claire*
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mercoledì 25 maggio 2011
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magnifica audrey...
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Un film semplicemente bellissimo ed emozionante.
Gregory Peck e Audrey Hepburn formano una coppia eccezionale.
Tutti dovrebbero, almeno una volta, vedere questo capolavoro!
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