Mario Gromo
La Stampa
Se per qualche anno il cinema francese ebbe qualche suo dirito, lo dovette a Clair. Se tornano i ricordi di Sotto i tetti di Parigi e del 14 luglio, le preferenze vanno pur sempre a I due timidi, a Il cappello di paglia di Firenze, a Il milione, alla prima parte di A noi la libertà. Eppure, questo artista che ha dato al cinema del suo Paese quelle che finora ne sono le pagine più genuine, si è visto compensato da diffidenze e incomprensioni, per qualche tempo ha persino creduto di dover abbandonare il cinema, quantunque gli giungessero da Hollywood parecchie offerte. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (4799 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957
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