Titolo originale | Takva su pravila |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Croazia, Francia, Serbia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Ognjen Svilicic |
Attori | Emir Hadzihafizbegovic, Jasna Zalica, Hrvoje Vladisavljevic, Ljubomir Bandovic, Mira Banjac Slaven Spanovic, Goran Bogdan, Ana Begic, Daria Lorenci, Stjepan Peric. |
Tag | Da vedere 2014 |
MYmonetro | 3,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 settembre 2014
Dopo il pesteggio dei figli, una coppia di genitori mette in discussione i principi su cui hanno sempre regolato la vita della famiglia.
CONSIGLIATO SÌ
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Zagabria, oggi. Jozic e Maja sono due coniugi di mezza età e di media condizione socioeconomica. Un giorno il figlio adolescente Tomica torna a casa dopo aver subito un pestaggio. Da quel momento la tranquilla esistenza della famigliola è sconvolta e si trasforma gradualmente ma inesorabilmente in un girone infernale: ospedali, scuole, uffici amministrativi fanno a gara per venire meno alla loro responsabilità di servizi sociali e mostrare il volto ottuso della burocrazia. Ma Jozic e Maja sono abituati a seguire le regole, e non sanno come reagire a tanta umana indifferenza. Sono abituati a chiedere scusa e per favore, non a reagire ai soprusi.
These Are the Rules, opera seconda del regista croato Ognjen Svilicic, è un dramma quietamente devastante, giocato sulle non-reazioni dei due protagonisti (e del figlio, prima vittima della violenza) nonché sulla quotidianità della loro odissea. Girato con un budget minimo e totalmente privo di velleità registiche, è però terribilmente (in tutti i sensi) efficace nel raccontare una storia surreale nella sua concretezza e riconoscibile nella sua qualità di incubo contemporaneo.
Jozic e Maja seguono le procedure e le prassi convinti che quello sia il modo appropriato per convivere in una società che è invece solo apparentemente civile. Il fatto che quella società sia la Croazia del nuovo (relativo) benessere, emersa dal conflitto più sanguinoso della storia europea recente, aggiunge ulteriori livelli di lettura a questa storia che si rivela, a sorpresa, orwelliana.
Svilicic ci porta dentro questa normalità allucinata e allucinante con grande economia di mezzi e di inquadrature, lasciando ai due straordinari interpreti la possibilità di negare le loro emozioni fino all'epilogo. Un potente ritratto di come la modernità abbia sacrificato la solidarietà umana con una brutalità senza volto e senza spiegazione.
Zagabria, oggi. Una coppia di mezza età e di umili origini si ritrova ad affrontare un dramma famigliare: il figlio unico adolescente è stato vittima di un brutale pestaggio in strada e i genitori devono fare i conti con emozioni che credevano di aver superato, come la paura per la propria incolumità e la riluttanza verso una società violenta in cui domina il principio della sopraffazione.
These Are the Rules è l'opera seconda di Ognjen Svilii, regista e sceneggiatore croato quarantenne che con il suo primo lungometraggio, Armin, presentato al Festival di Berlino nella sezione Forum, ha vinto l'East of West Award al festival di Karlovy Vary. Svilii viene da una famiglia di giornalisti e ha dimostrato anche in passato uno spiccato interesse per le dinamiche sociali nella Ex Jugoslavia che ha subìto grandi cambiamenti. E anche Armin metteva a confronto la generazione dei padri con quella dei figli, mostrando le loro reazioni radicalmente diverse all'occidentalizzazione del Paese.
These Are the Rules, coprodotto da Croazia, Francia, Serbia e Macedonia, si preannuncia duro, drammatico, intransigente, con una sensibilità narrativa simile a quella di Un borghese piccolo piccolo, ma ambientato nel contesto straniante di una sorta di burocrazia "orwelliana". These Are the Rules è in concorso alla 71° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, dedicata ai film che sperimentano nuovi linguaggi e ricominciano a interrogare il mondo. Orizzonti è in streaming su MYMOVIESLIVE.
Crediamo di conoscerli e non li conosciamo bene i nostri figli di 17-18 anni, ci sembrano ancora i bambini di ieri – in tanti momenti così li vediamo e sprovveduti o puerili appaiono – ed invece loro vogliono una vita a parte, autonoma, senza troppe spiegazioni: ci tocca restare un passo indietro, lasciarli crescere, non possiamo voler sapere troppo.
Ho visto il film che mi ha lasciato sconcertato. La prima parte è commovente e ti passano davanti le emozioni che passano tra padre/madre e figlio, tra speranze e disillusioni la seconda parte dalla vendetta in poi, premeditata appunto, mi ha atterrito. Un film che fa piazza pulita di regole morali e quello che doveva essere supremamente umano, la morte di un figlio, è divenuta vendetta [...] Vai alla recensione »