Anno | 1929 |
Genere | Cortometraggio |
Produzione | Francia |
Durata | 16 minuti |
Regia di | Luis Buñuel |
Attori | Simone Mareuil, Pierre Batcheff, Luis Buñuel, Salvador Dalí, Robert Hommet Marval, Fano Messan, Jaume Miravitlles. |
Tag | Da vedere 1929 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,28 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 2 aprile 2010
Ideato a quattro mani con Salvator Dalì, è l'opera d'esordio del grande Buñuel. Avvenimenti legati da una sorta di relazione onirica, senza un apparente nesso. Diventato celebre per alcune sequenze chiave.
CONSIGLIATO SÌ
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Ideato a quattro mani con Salvator Dalì, è l'opera d'esordio del grande Buñuel. Avvenimenti legati da una sorta di relazione onirica, senza un apparente nesso. Diventato celebre per alcune sequenze chiave. L'occhio tagliato da un rasoio, la mano piena di formiche e le mani del protagonista che carezzano i seni e le natiche della donna. Viene anche trascinato un pianoforte con due asini morti e due preti legati a delle funi. Uno dei due è Dalì.
Un uomo taglia l'occhio di una donna con un rasoio da barba. Un altro uomo, vestito con un abito da suora, percorre una strada a bordo di una bicicletta, ma improvvisamente crolla a terra; poco dopo, lo stesso uomo si incontra con la propria amante nell'appartamento della donna. Nel frattempo, una donna cieca spinge una mano amputata servendosi di un bastone e viene investita da un'auto.
Leggendario esordio cinematografico di Luis Buñuel, Un chien andalou è un cortometraggio della durata di sedici minuti realizzato dal grande regista spagnolo insieme al suo intimo amico di gioventù, il celebre pittore Salvador Dalí. Proiettato per la prima volta nel giugno 1929 allo Studio des Ursulines di Parigi, dove fu accolto da un inaspettato consenso, Un chien andalou rappresenta un autentico manifesto del cinema surrealista e dei movimenti d'avanguardia parigini. L'idea stessa del progetto deriva da alcune immagini apparse in sogno a Buñuel e Dalí, mentre il bizzarro titolo ("Un cane andaluso") è ripreso da quello di una raccolta di prose e poesie pubblicata da Buñuel due anni prima.
Un chien andalou si apre con una delle sequenze più macabre e scioccanti nella storia del cinema: un uomo (interpretato da Buñuel stesso) recide trasversalmente l'occhio di una donna (in realtà, si tratta dell'occhio di un vitello morto) con un rasoio. Tutto il resto del film è costituito da una serie di scene oniriche e misteriose, prive di qualunque apparente connessione: un uomo va in bicicletta vestito da suora; una donna cieca trascina una mano amputata lungo la strada; due pianoforti contengono al proprio interno le carcasse putrefatte di due asini, le tavole dei Dieci Comandamenti e due sacerdoti (uno dei quali è interpretato da Salvador Dalí); sul palmo di una mano si materializzano decine di formiche. Il cortometraggio si conclude con i due coniugi dell'incipit sepolti sotto la sabbia, dopo un imprevedibile susseguirsi di episodi in cui la violenza si fonde con una sotterranea vena erotica. Il risultato è un'opera disturbante e ricca di suggestioni, il cui principale motivo di fascino risiede proprio nell'assenza di uno sviluppo narrativo ben definito, a favore di immagini oniriche che si richiamano alla dimensione dell'irrazionale e dell'assurdo.
Nonostante gli innumerevoli tentativi di interpretazione da parte dei critici (in particolare dal punto di vista della critica sociale ed anticlericale), Buñuel ha dichiarato che l'unica logica rintracciabile nel film è quella del sogno e delle libere associazioni di pensiero; in tal senso, i vari simbolismi presenti provengono dal subcosciente e possono essere letti solo in chiave psicanalitica. L'impatto rivoluzionario di Un chien andalou è dovuto appunto alla sua totale rottura rispetto alle convenzioni del linguaggio cinematografico: il film non offre alcuna spiegazione, e allo spettatore non resta che abbandonarsi a un delirio fantasmatico ed impenetrabile che ha le sfumature dell'incubo. Nel 1960 alla pellicola è stata aggiunta una colonna sonora scelta da Buñuel, composta da estratti di Liebestod e di Tristan und Isolde di Richard Wagner e dal tango argentino Ole guapa. I due protagonisti, Simone Mareuil (la Donna) e Pierre Batcheff (l'Amante), sono entrambi morti suicidi: Batcheff si è ucciso con un'overdose di Veronal nel 1932, mentre la Mareuil si è data fuoco in pubblico nel 1954.
UN CHIEN ANDALOU (SP, 1929) diretto da LUIS BUñUEL. Interpretato da PIERRE BATCHEFF, SIMONE MAREUIL, JAIME MIRATVILLES, SALVADOR DALì, LUIS BUñUEL, MARVAL, FANO MESSAN, ROBERT HOMMET Esordio nel cinema di L. Buñuel, da lui prodotto con il denaro della madre, sceneggiato in collaborazione con Dalì e diretto. Vi appare nel primo piano-sequenza come l’uomo [...] Vai alla recensione »
Un uomo che affila il rasoio ,si prepara, osservando una luna tagliata dalle nuvole a operare all'occhio di una donna un taglio netto.Da questo momento il film e ilpersonaggio principale del film prende vita.Il taglio incisivo sull'occhio della donna e' pari ad un parto cesareo,e pertanto ad un partorire dell'occhio e far uscire cio' che e' dentro l'occhio(appunto l'incons [...] Vai alla recensione »
Il primo film di Buñuel, girato nel 1929, costituisce il tentativo di tradurre in linguaggio cinematografico, con la collaborazione decisiva di Salvador Dalì nel ruolo di co-sceneggiatore, il Primo Manifesto Surrealista di André Bréton, cinque anni dopo la sua pubblicazione. E’ preceduto da un prologo, celeberrimo e choccante, nel quale appare lo stesso [...] Vai alla recensione »
Definito dalla storia del cinema il film - manifesto del movimento surrealista, prodotto e diretto da Luis Buñuel assieme a Salvador Dalí. Il film si abbandona completamente al tentativo d'intrepretare i sogni (incubi) e quindi anche l'inconscio, non vi è quindi una trama ben definita...forse si può tentare di vedere un amore impossibile tra due persone, [...] Vai alla recensione »
Il surrealismo su pellicola ad opera di Bunuel e Dalì, i quali, però, hanno dato risultati migliori lavorando da soli, uno al cinema, l'altro sulla tela.
a me non è piaciuto, una raccolta di immagini sensa alcun filo logico tra loro, un'accozzaglia di scene,alcune decisamente incongruenti e senza alcun significato. Dov'è il capolavoro?
Torna in dvd Un cane andaluso, opera prima del regista spagnolo. Entusiasmò Picasso e Breton, ma offese il poeta Garcia Lorca. Parigi, 6 giugno 1929. Nella sala dello Studio des Ursulines, la crème della cultura francese è in fermento. Con Le Corbusier e Pablo Picasso, prende posto in platea il gruppo surrealista al gran completo. Ci sono Man Ray e André Breton, i pittori Max Ernst e René Magritte, [...] Vai alla recensione »