Titolo originale | Yasamin kiyisinda |
Anno | 2007 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Turchia |
Durata | 122 minuti |
Regia di | Fatih Akin |
Attori | Baki Davrak, Nursel Köse, Hanna Schygulla, Tuncel Kurtiz, Nurgul Yesilcay Patrycia Ziolkowska. |
Uscita | venerdì 9 novembre 2007 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,77 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 novembre 2020
Le vite di alcune persone si intrecciano (a volte senza incontrarsi) tra Turchia e Germania. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Ai confini del paradiso ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 462 mila euro e 105 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Nonostante la contrarietà del figlio Nejat, Ali, un anziano turco che vive a Brema, decide di vivere con Yeter, una prostituta anch'essa turca che fa il mestiere per aiutare negli studi la figlia Ayten che vive a Istanbul. Ali causa accidentalmente la morte di Yeter e Nejat, che le si era affezionato, lascia il suo lavoro di docente e si reca in Turchia per cercare Ayten. La quale invece, ricercata perché appartenente a un gruppo antigovernativo accusato di terrorismo, ha raggiunto la Germania. Qui trova la solidarietà e l'amore di una studentessa, Lotte, la quale la segue nel suo ritorno da prigioniera in patria dandosi da fare per liberarla.
Autore di questo gioco complesso (e spesso artificioso) di incastri è Fatih Hakin, che nel 2004 ci aveva regalato La sposa turca. Hakin non abbandona il tema che più lo interessa: il rapporto tra la Turchia e quella che ha finito con il divenire la patria di adozione di numerosi turchi: la Germania.
Lo fa però con una vicenda che risulta senz'altro interessante sul piano della lettura dell'attuale complessità della realtà sociale di uno Stato che chiede di entrare in Europa. L'interesse finisce però col perdersi a causa delle tante (troppe) coincidenze forzate che costellano il film e di alcune relazioni tra le persone che sembrano tratte da un melodramma. L'accoglienza entusiastica da parte di Lotte nei confronti della totalmente sconosciuta Ayten suona falsa, anche se poi giustificata con un amour fou lesbico. Così come la figura della madre di lei (un'Anna Shygulla comunque sempre all'altezza dei ruoli che le vengono affidati), che finisce con il divenire oggetto di un troppo poco giustificato mutamento di pensiero sulla figlia e sul mondo. Massimo Troisi dichiarava di non voler fare il secondo film dopo Ricomincio da tre e di voler passare direttamente al terzo. Akin ha già girato prima di questo un documentario che pertanto non contiamo. Lo attendiamo al terzo film di fiction. Perchè la stoffa c'è.
Questo film è straordinario per i temi che apre che sono davvero importanti ed attuali. Il caso, la casualità vi gioca un ruolo beffardo. Il regista lo sottolinea con la morte simboleggiata nelle bare, allez -retour, Germania, Turchia. Come in "Babel" di Alejando Innarritu è possibile vedere qui in piccolo i mondi paralleli di Inarritu.
A Brema, Ali, anziano vedovo, offre ad una prostituta di lasciare il lavoro e vivere con lui, stipendiata. La donna è turca come Ali, e ha una giovane figlia in Turchia, Ayten, che ha fatto perdere le tracce di se.Il figlio di Ali, Nejat, cerca di rintracciare la giovane ragazza; parte per la Turchia dove una serie di avvenimenti, legati alle proteste dei movimenti di sinistra stanno creando [...] Vai alla recensione »
Film drammatico poco interessante nella trama ma con una buona interpretazione che salva il film che nel complesso e' discreto poiche' scialbo nella trama.Voto 6
Seduto sulla sabbia, rivolto al mare, Nejat (Baki Davrak) è in attesa del padre. Il vento si sta alzando, e presto la barca di Ali (Tuncel Kurtiz) si mostrerà da dietro il molo del piccolo porto di Trebisonda. Su questa immagine, pacificata e quieta, si chiude Ai confini del paradiso (Germania e Turchia, 2007, 122'). Auf der anderen Seite, così suona il titolo tedesco del film scritto e girato da Fatih [...] Vai alla recensione »
E Fatih Akin, turco nato ad Amburgo, ha 34 anni. Tre anni fa ha vinto l'Orso d'oro di Berlino con La sposa turca. Quest'anno si è aggiudicato a Cannes un meritatissimo premio per la miglior sceneggiatura con Ai confini del paradiso, che esce oggi in Italia. È un giovane su cui il cinema europeo può contare. Sì, abbiamo scritto «europeo»: Akin è il vero artista turco moderno, simbolo di una Turchia [...] Vai alla recensione »
Due donne non giovani scandiscono Ai confini del paradiso di Fatih Akin, bel film del giovane regista turco-tedesco autore del premiato La sposa turca. Una bruna e una bionda, una turca e una tedesca, Nursil Kase e Hanna Schygulla, simboleggiano il rapporto complesso tra i loro due Paesi (ostile ma anche solidale, comunque necessario per l'intensità del flusso migratorio da Turchia a Germania).
Neter, prostituta turca a Brema, va a convivere con Alì, un suo cliente. La figlia di Neter, Ayten, attivista per i diritti turchi, clandestina, viene ospitata da Lotte, che s'innamora di lei ma ha una madre che non approva (una ben ritrovata Hanna Schygulla). Fatih Akin, classe 73, si è fatto un nome nel panorama arthouse col suo La sposa turca, premiato a Berlino nel 2004, e col documentario musicale [...] Vai alla recensione »
Tra Germania e Turchia. Tra Turchia e Germania. Amburgo, Brema, Istanbul, Trabzon (Trebisonda). Un'Europa che si allarga e si unisce, che è ancora divisa e diversa; si integra e si scopre incerta e paurosa, attraversata e tagliata da confini ufficialmente invisibili, in realtà ancora profondi. A Brema, il vecchio turco Ali decide di vivere con una prostituta, Yeter, che fa il mestiere per aiutare negli [...] Vai alla recensione »
Dalla Germania alla Turchia. Fatih Akin, acclamato autore di La sposa turca (sugli immigrati turco-tedeschi di seconda generazione), ora allarga le ambizioni con un racconto corale che abbraccia entrambi i paesi. In Ai confini del paradiso, premiato per la sceneggiatura al Festival di Cannes, s'intrecciano le storie di sei personaggi, tra cui Nejat (Baki Davrak), professore turco-tedesco che dalla [...] Vai alla recensione »
Un padre e un figlio. Due madri e due figlie. Un intreccio di destini che lega Germania e Turchia in un nodo inestricabile e doloroso. Dopo il memorabile La sposa turca, Fatih Akin torna alle identità divise e al gioco di specchi fra immigrati di prima e seconda generazione, ma ribalta il problema. Stavolta la dipendenza dalla cultura e dalle tradizioni turche non rovina la vita a due giovani immigrati [...] Vai alla recensione »
Storie intrecciate fra Germania e Turchia, seguendo il percorso parallelo di Nejat (Davrak), professore turco di tedesco, che arriva a Istanbul per cercare una donna che non conosce, e di Ayten (Yesilcay), attivista in un gruppo di giovani ribelli, che fugge invece da Istanbul in Germania per non essere arrestata. Dentro una storia, già di per se stessa piuttosto ingarbugliata, Akin abbina elementi [...] Vai alla recensione »
There are six principal characters in “The Edge of Heaven”: two mothers, two daughters, a father and a son, all arranged in more or less symmetrical pairs. In the course of this extraordinary film by the German writer-director Fatih Akin (which won the best screenplay award in Cannes last year) children are lost, lost parents are never found, and generational and geographical distances grow wider. Vai alla recensione »
Near the beginning of Fatih Akin’s captivating “The Edge of Heaven,” a lonely widower (Tuncel Kurtiz) trolls Bremen, Germany's red-light district before settling on a middle-aged prostitute called Jessie (Nursel Köse). Kurtiz's Ali is Turkish but raised his now-grown son in Germany. Jessie, whose real name is Yeter, has a college-aged daughter back home in Istanbul to whom she sends money for school. [...] Vai alla recensione »
L'Europa superba dell'euro merita di entrare in Turchia (troppi genocidi noi, e non tutti confessati; un genocidio rimosso, il loro)? E perché è solo la Turchia conservatrice e paraislamista a volersi unire all'Europa neo-colonialista e teocon in una mega Sarkozia? O siamo ancora allo scontro tra «paradiso della democrazia» e «inferno del dispotismo asiatico»? Racconta questo «conflitto d'interessi» [...] Vai alla recensione »
Il doppio a confronto. Il titolo originale di "Ai confini del paradiso" è infatti "Dall'altra parte", per vite (e morti) che si passano accanto senza sfiorarsi, tragedie che ne spostano i baricentri, incontri indiretti e per vie traverse. Turchi e tedeschi tra Berna, Amburgo, Istanbul e coste del Mar Nero. Un vedovo (bevitore e puttaniere) padre di un docente universitario, una madre prostituta, un'altra [...] Vai alla recensione »
Con la prima parte di Auf anderen Seite (Dall'altra parte) Fatih Akin poteva aspirare a un premio a Cannes, dove è stato presentato ieri. Ma, mettendo prostituzione, integralismo islamico, guerriglia curda, lesbismo studentesco nello stesso calderone, fa solo confusione. La trovata dei destini che si sfiorano, e a lungo non s'incontrano, tipica da festival, fa il resto.
Giustamente apprezzato per l'aspro e ispirato «La sposa turca» (Orso d'oro a Berlino), Fatih Akin conferma d'essere un regista di nerbo. In «Ai confini del Paradiso», però, la sua propensione al puzzle esistenziale procede un po' troppo a ruota libera e finisce col comunicare sensazioni di compiacimento e di retorica. L'aspetto migliore del film sta nel taglio melò - chiaramente debitore del grande [...] Vai alla recensione »