Anno | 1993 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Nanni Moretti |
Attori | Nanni Moretti, Silvia Nono, Renato Carpentieri, Antonio Neiwiller, Giulio Base Jennifer Beals, Antonio Petrocelli, Moni Ovadia, Riccardo Zinna, Marco Paolini, Giampiero Albertini, Elena Safonova. |
Uscita | lunedì 12 ottobre 2020 |
Tag | Da vedere 1993 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,63 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 dicembre 2023
Dopo la crisi ideologica di Palombella rossa, Moretti abbandona il suo alter ego Michele Apicella e porta sullo schermo se stesso, senza filtri. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello, In Italia al Box Office Caro diario ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 300 mila euro e 80 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Il film è suddiviso in tre parti. Nel 1° capitolo "In Vespa" Moretti percorre strade e quartieri romani in estate. In uno dei pochi cinema aperti viene proiettato Henry pioggia di sangue che lui trova orribile e di cui rilegge recensioni encomiastiche. L'episodio si conclude nel luogo in cui Pier Paolo Pasolini è stato ucciso. Il 2° capitolo è "Isole". Qui Moretti va a trovare alle Eolie l'amico Gerardo e con lui inizia un tour tra le isole per trovare un luogo in cui lavorare in pace. L'amico, convinto detrattore dei programmi televisivi, troverà il modo per convertirsi a 'Beautiful' e a 'Chi l'ha visto?' Il 3° capitolo "Medici" fa esplicito riferimento agli innumerevoli tentativi compiuti da Moretti per risolvere un problema di intenso prurito che lo tormentava. I molti medici interpellati non sono riusciti a trovare una soluzione che avrebbe potuto essere sotto ai loro occhi.
Quattro anni dopo Palombella rossa e tre dopo La cosa Nanni Moretti tornava sullo schermo (vincendo la Palma d'oro a Cannes per la miglior regia). Cinque anni dopo con Aprile sarebbe tornato a parlare direttamente di sé. Si sostanzia quindi la definitiva separazione da Michele Apicella che fino ad allora aveva consentito a Moretti di fingere di nascondersi dietro ad un personaggio che portava il cognome della madre, che variava di età e professione ad ogni film al quale poteva far esprimere pensieri suoi ma anche farlo agire in maniera difforme a quella per lui usuale. Ora comunque il diaframma è infranto ed è Giovanni Moretti nato a Brunico il 19 agosto del 1953 ad esporsi in prima persona. Lo fa misurandosi con tre forme narrative differenti la cui unitarietà è legata alla sua persona e al suo modo di rapportarsi con la realtà.
In "In Vespa" traccia una mappa del tutto personale di Roma percorrendola con quella moto, quegli indumenti e quel casco che saranno non solo l'immagine del film ma diventeranno anche il logo della sua produzione a cui si aggiungerà, dopo la nascita avvenuta nel 1996, il disegno del figlio Pietro seduto dietro. Non si tratta però solo di uno sguardo, talvolta critico ma più spesso ammirato di una capitale vista nei suoi aspetti meno turistici ma più vissuti ma anche l'occasione per togliersi qualche classico sassolino dalle scarpe sui critici cinematografici e su un particolare tipo di cinema nonché sul cinema italiano impegnato ad osservarsi l'ombelico e su un'esistenza tragicamente interrotta come è stata quella di Pasolini.
Dall'on the road in "Isole" si passa alla commedia che non dimentica il contesto geografico (le Eolie sono coprotagoniste) ma si diverte (lui ancora distante dall'essere padre) a lanciare strali contro la figlio-dipendenza di molti genitori nonché a suggerire una riflessione sul potere attrattivo della televisione.
Con "Medici" si passa direttamente a quella che forse all'epoca ancora non si chiamava docu-.fiction. Strutturandolo come un flashback e documentandolo con le immagini delle prescrizioni mediche, Moretti ricostruisce il tortuoso e fortemente improduttivo percorso compiuto da un medico all'altro per venire a capo di una malattia che sarebbe stato semplice definire sin dall'inizio. L'ironia fintamente passiva che domina l'episodio è in realtà il veleno nella coda di un film in cui Moretti e Molière si ritrovano accomunati da una fondamentale sfiducia nei medici.
Diviso in tre momenti distinti, il film di Moretti è giunto nelle sale a distanza di quattro anni da Palombella rossa. Nel frattempo ha interpretato Il portaborse e diretto il film-documento La cosa. Nella prima parte di Caro diario, intitolata In vespa, siamo a Roma nel mese d'agosto. Il personaggio-protagonista girovaga, cercando quartieri e luoghi inusuali. Va al cinema e vede, oltre a un film italiano minimalista sulle sconfitte presunte della sinistra e del '68, Henry-Pioggia di sangue. Trovandolo brutto e troppo violento, decide di fare un terzo grado a un critico, che ne ha scritto le lodi con un linguaggio pseudo-colto e incomprensibile (piccola apparizione di Carlo Mazzacurati). Dopo aver osservato delle coppie ballare il merengue, incontra Jennifer Beals. Infine visita il luogo dove è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Nella seconda parte, Isole, la più disimpegnata e divertente, incontra un amico che non ama la televisione. Insieme girano le isole Eolie fino a quando la tranquillità e la solitudine non fanno esplodere l'amico, che si converte a Beautiful e a Chi l'ha visto?e fugge verso il continente. La terza parte, Medici, è invece la cronistoria, con una ripresa iniziale autentica, della lunga malattia che Moretti aveva contratto. Diagnosi e medicine sbagliate, medici poco disposti ad ascoltare. Poi il paradosso finale: quella che sembrava una malattia della pelle era un tumore benigno e i sintomi erano riportati da una semplice enciclopedia medica. Lineare e semplice, questo film di Moretti conferma l'originalità e la suggestiva visione cinematografica dell'autore. Bravo Renato Carpentieri. Il regista ha ottenuto la Palma d'Oro al Festival di Cannes.
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CARO DIARIO (IT/FR, 1993) diretto da NANNI MORETTI. Interpretato da NANNI MORETTI, RENATO CARPENTIERI, ANTONIO NEIWILLER, CLAUDIA DELLA SETA, LORENZO ALESSANDRI, RAFFAELLA LEBBORONI, MONI OVADIA, MARCO PAOLINI, RICCARDO ZINNA ● Tre episodi: 1.) "In Vespa": traversata di Roma a bordo di uno scooter, semideserta in agosto, accompagnata da riflessioni sul paesaggio urbano e sul cinema [...] Vai alla recensione »
In Caro Diario Nanni Moretti mette in scena tre storie della sua vita, e raccontate come tratte dal suo diario. Nella prima storia la vena autobiografica è data dalle riflessioni personali che emergono dalle visite in vespa per la citta di Roma; un episodio molto interessante anche la qualità della fotografia e per il dispositivo narrativo che vede il regista in sella alla sua vespa percorrere [...] Vai alla recensione »
Dopo la lacerante riflessione sulla crisi della sinistra italiana in Palombella rossa, Moretti si dedica nel nuovo film all’autobiografismo fin dal titolo. Ma lo fa a modo suo: realizza tre episodi di diverso tagilio ed intenzione, ma che nel parlare (e nello scrivere) di vicende personali, narrano in realtà il presente con il consueto sguardo lucido: su Roma e soprattutto [...] Vai alla recensione »
Tre capitoli di un ipotetico diario di Moretti: una deriva situazionista in vespa per Roma, un viaggio per le isole Eolie per trovare la concentrazione in compagnia di Gerardo, studioso dell'Ulisse che si scopre teledipendente, un'odissea fra professoroni di medicina incapaci di diagnosticare l'origine di un misterioso prurito del Moretti medesimo.
Il film di Moretti più "egocentrico", in cui il regista mette a nudo il proprio punto di vista e le proprie ansie, attaccando certi stereotipi e simboli, quali alcuni quartieri romani, alcune isole siciliane, le persone fintamente distaccate dalla tv, i medici e la loro (spesso solo presunta) sapienza. Nonostante l'obiettivo che si prefissa, il film è piacevole e scorrevole.
scusate ma ho letto bene? "isole" sarebbe l'episodio più "disimpegnato e divertente"? be' allora ho una notizia per voi: "isole" non parla di un uomo in crisi d'astinenza da beautiful. non basta tenere le palpebre alzate per "vedere" e "sentire" un film. "Isole" è una metafora dell'esistenza, le varie diverse isole che compongono l'arcipelago delle eolie rappresentano ognuna una possibile scelta, un [...] Vai alla recensione »
Nanni Moretti in scooter (anzi, Vespa!) tra le strade di una Roma estiva e assolata è divenuto l'icona di questo film e, tutto sommato, una specie d'immagine simbolo del popolare attore-regista. Come spesso capita i 'marchi di fabbrica' non nascono per caso: "Caro Diario" non è il film più importante di Moretti, ma sicuramente è il più fresco, personale e godibile.
la mia non è una recensione ma nuna precisazione. Nanni Moretti non ha vinto la "Palma d'oro" per Caro diario, bensì per La stanza del figlio. Per Caro diario ottenne un riconoscimento per la regia. Trattandosi di un film insigne della nostra cinematografia, mi sembrava una doverosa precisazione
rivisto oggi dopo oltre 20 anni, a quell'epoca studiavo lettere e filosofia all'università ed era candidato a diventare un capolavoro intramontabile, devo ammettere invece che il film ha ceduto il passo ai tempi risultando oggi davvero di poco interesse ed a lunghi tratti noioso. Nulla a che vedere con i capolavori di Allen ad esempio che risultano ancora oggi molto attuali.
Non si capisce tanta ammirazione per Nanni Moretti: ha una voce impossibile, non sa recicitare, si prende troppo sul serio. C'è un abisso fra la storia è il suo svolgimento (in questo caso, le storie). Moretti è un campione di vuoto esibizionismo a favore di una morale terra terra. La proposta si regge su pilastri traballanti, tipo camouflage.
Moretti gira il film più personale della sua carriera,forse potremmo dire il più narcisisista.Certo qui l'unico protagonista è proprio Moretti uomo,raccontato alla guida della sua vespa o alle prese con i suoi problemi di salute,insomma è sempre al centro della scena.Nel complesso la pellicola è scorrevole e frizzantina,però sembra girata con la mano sinistra. [...] Vai alla recensione »
Moretti è un campione di narcisismo, di vuoto esibizionismo, recita come un cane, con una voce irritante; la sua morale è terra terra, rivela una terribile mancanza di idee. Del film mi è piaciuto solo il brano tratto da “The Köln Concert" di Keith Jarrett, mentre la cinepresa insegue, parossisticamente, la Vespa.
La messa sembra finita, anche se solo Otto anni dopo il film che ne dava l’annuncio. Ricordate don Giulio, protagonista appunto di La messa è finita (1985)? A lui Nanni Moretti affidava il compito di farne i conti con il passato. La sua crisi era religiosa in senso lato. La fede che vacillava, e di cui s’intravvedeva la fine, era quella nel cinema come veicolo d’amore politico universale, come strumento [...] Vai alla recensione »
Tre film in uno, collegati da un diario (definito ironicamente “caro” come quello delle fanciulle ottocentesche) e scritti, diretti, interpretati da Nanni Moretti, non più nascosto sotto il personaggio di Michele Apicella, ma pronto, in prima persona, e con nome e cognome, a rivelarci i suoi pensieri, i suoi scontri con la gente, i suoi fatti più privati, come una malattia da cui, di recente, è guarito. [...] Vai alla recensione »
Andate a vederlo, per vedere (o rivedere, si dice sempre così con i classici) le scene belle e famose. Non son tutte, il viaggio in Vespa per visitare i luoghi dove hanno ammazzato Pasolini è solo per nannimorettiani al cento per cento, quelli che gli perdonano perfino la svista suprema, sotto forma di invettiva "Ve lo meritate Alberto Sordi" (va bene essere ribelli e iconoclasti, ma la bravura è bravura). [...] Vai alla recensione »
Si possono scoprire tante cose bighellonando per Roma, d’agosto, su una vecchia Vespa. Nessuna macchina in giro, niente chiasso, possibilità di osservare con calma alberi e palazzi, senza preoccuparsi di intralciare il traffico. Nasce così In Vespa, il primo episodio di Caro diario di Nanni Moretti. Una lunga carrellata per le vie della capitale, con il tenue filo conduttore dello sguardo che si lascia [...] Vai alla recensione »
IlCaro diario di Nanni Moretti continua inAprile, registrando una crisi creativa o un blocco dell'ispirazione seri, una mancanza d'interesse ormai insormontabile verso la politica e i problemi sociali generali, un'appassionata concentrazione sugli affetti famigliari, sulla nascita e la crescita del primo figlio di Silvia Nono e suo, Pietro, nato nella primavera del 1996 come il governo di centrosinistra. [...] Vai alla recensione »