Dopo la lacerante riflessione sulla crisi della sinistra italiana in Palombella rossa, Moretti si dedica nel nuovo film all’autobiografismo fin dal titolo.
Ma lo fa a modo suo: realizza tre episodi di diverso tagilio ed intenzione, ma che nel parlare (e nello scrivere) di vicende personali, narrano in realtà il presente con il consueto sguardo lucido: su Roma e soprattutto sulla stele abbandonata in memoria di Pasolini ad Ostia; sulle isole Eolie e sull’invasione turistica che le aggredisce; sulla classe medica che non sa diagnosticare una grave malattia.
Il tutto con stile leggero ed ironico, originale come sempre.
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lunedì 26 giugno 2023
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un ironia di genere surreale.
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Scrive De Bernardinis nel datato opuscolo sul regista che "la poetica di N. Moretti ruota spesso attorno all''esigenza, avvertita violentemente da alcuni personaggi dei suoi film, di trovare una risposta concreta a una realta'' circostante, che conduce alla paralisi dei rapporti umani". E nel primo episodio, "In vespa", e'' proprio Nanni a gettarsi sul primo sconosciuto che trova ad un semaforo per poter rompere la corazza della solitudine che i viaggi in moto creano attorno a lui. Si fa quindi guidare dall''intuito cinematografico, visitando i quartieri romani cari a P.P. Pasolini, come nel successivo "Isole" campeggia la memoria degli sfondi di Antonioni.E nel finale "Medici" e'' una malattia seria, non un''allergia a spingere Nanni a chiedere aiuto a numerosi medici per poter liberarsi dalla sofferenza.
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Scrive De Bernardinis nel datato opuscolo sul regista che "la poetica di N. Moretti ruota spesso attorno all''esigenza, avvertita violentemente da alcuni personaggi dei suoi film, di trovare una risposta concreta a una realta'' circostante, che conduce alla paralisi dei rapporti umani". E nel primo episodio, "In vespa", e'' proprio Nanni a gettarsi sul primo sconosciuto che trova ad un semaforo per poter rompere la corazza della solitudine che i viaggi in moto creano attorno a lui. Si fa quindi guidare dall''intuito cinematografico, visitando i quartieri romani cari a P.P. Pasolini, come nel successivo "Isole" campeggia la memoria degli sfondi di Antonioni.E nel finale "Medici" e'' una malattia seria, non un''allergia a spingere Nanni a chiedere aiuto a numerosi medici per poter liberarsi dalla sofferenza. Diretto con distacco ironico di genere surreale, questo film conferma il regista quando afferma: "Mi sono trovato a mettere in scena, a prendere in giro un gruppo omogeneo a me (da un punto di vista sociale, generazionale, politico) se non addirittura me stesso".
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un ironia di genere surreale.
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Scrive De Bernardinis nell''opuscolo sul regista che "la poetica di Nanni Moretti ruota spesso attorno all''esigenza, avvertita violentemente da alcuni personaggi dei suoi film, di trovare una risposta concreta a una realta'' circostante, che conduce alla paralisi dei rapporti umani". E nel primo episodio, "In vespa", e'' proprio Nanni a gettarsi sul primo sconosciuto che incontra ad un semaforo, per poter rompere la corazza della solitudine che i viaggi in moto creano attorno a lui. Si fa quindi guidare dall''intuito cinematografico, visitando i quartieri romani cari a P.P.Pasolini, come nel successivo "Isole" campeggia la memoria degli sfondi di Antonioni. E nel finale "Medici" e'' una seria malattia, non un''allergia a spingere Nanni a chiedere aiuto a numerosi medici per poter liberarsi dalla sofferenza.
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Scrive De Bernardinis nell''opuscolo sul regista che "la poetica di Nanni Moretti ruota spesso attorno all''esigenza, avvertita violentemente da alcuni personaggi dei suoi film, di trovare una risposta concreta a una realta'' circostante, che conduce alla paralisi dei rapporti umani". E nel primo episodio, "In vespa", e'' proprio Nanni a gettarsi sul primo sconosciuto che incontra ad un semaforo, per poter rompere la corazza della solitudine che i viaggi in moto creano attorno a lui. Si fa quindi guidare dall''intuito cinematografico, visitando i quartieri romani cari a P.P.Pasolini, come nel successivo "Isole" campeggia la memoria degli sfondi di Antonioni. E nel finale "Medici" e'' una seria malattia, non un''allergia a spingere Nanni a chiedere aiuto a numerosi medici per poter liberarsi dalla sofferenza. Diretto con distacco ironico di genere surreale, questo film conferma il regista quando afferma: "Mi sono trovato a mettere in scena, a prendere in giro un gruppo omogeneo a me (da un punto di vista sociale, generazionale, politico) se non addirittura me stesso".
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