La ragazza del metro

A Roma per cercare fortuna nel mondo della musica, il napoletano Nino va a stare a casa dell'amico Donato, sedicente playboy. Dopo una serata in un locale, sul metrò, si avvicina ad una ragazza in lacrime, con l'intento di consolarla. L'agendina dell'aspirante cantante, dimenticata sul sedile, sarà l'occasione per un nuovo incontro, da cui poi sboccerà un sincero amore. Ma Valentina non è, come dice di essere, una modesta giovane che abita presso una vecchia zia, ma la rampolla di una ricchissima famiglia.
Gli anni Ottanta del cinema napoletano di cassetta appartengono a Nino D'Angelo come i Settanta furono di Mario Merola. E la cine-sceneggiata cambia in base al nuovo beniamino, invero, discostandosi dal tradizionalismo religioso, dalla lacrima facile e dall'onore tradito per incentrarsi sull'amore e le sue pene. Come negli altri titoli interpretati dal cantante col caschetto d'oro, presente nelle sale con cadenza annuale, il meccanismo è quello di una limpidissima storia sentimentale contrastata da motivi che, alla fine, si riveleranno del tutto superabili dall'impeto del cuore. Anche qui si comincia da un viaggio, da Napoli a Roma con tanto di raccomandazioni della mamma alla finestra, e da un sogno, quello di diventare qualcuno.
L'incontro fortuito, poi, farà il resto. Ma il genere ha pur sempre le sue regole da rispettare e l'entrata in scena dell'elemento malavitoso non tarderà ad arrivare. Dopo una quarantina di minuti di tira e molla, infatti, intervengono i raggiri del personaggio malintenzionato che vuole solo approfittare della posta in gioco, la ricchezza della ragazza. Chi decide di avventurarsi in un cinema tanto codificato sa cosa aspettarsi: Romano Scandariato, già al lavoro con D'Angelo in L'ammiratrice e in Quel ragazzo della curva B, si limita a mettere la macchina da presa nei punti più o meno giusti, seguendo i prevedibilissimi sviluppi di una storia di cui sappiamo già l'esito. Mentre le note di colore spettano a Ninetto Davoli, impegnato in un personaggio che all'inizio ricorda il verdoniano Manuel Fantoni, ad un clochard in metropolitana con funzione di ironico coro alle vicende dei due innamorati e ad una serie di minori caratteri come l'impresario omosessuale o l'ambulante africano.
Da antologia del bizzarro le sequenze ambientate nel locale in cui si esibisce Nino, messe in scena con un gusto che più anni Ottanta non si può. Stando ai titoli di coda, le canzoni di D'Angelo presenti nella pellicola sono Cuore, Meza canzone, Il cammino dell'amore e Per sempre tua. 