
Anno | 1971 |
Genere | Giallo, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Dario Argento |
Attori | Mimsy Farmer, Michael Brandon, Aldo Bufi Landi, Jean-Pierre Marielle, Oreste Lionello Renzo Marignano, Stefano Oppedisano, Calisto Calisti, Corrado Olmi, Sandro Dori, Marisa Fabbri, Fabrizio Moroni, Jacques Stany, Fulvio Mingozzi, Francine Racette, Guerrino Crivello. |
Uscita | lunedì 14 luglio 2025 |
Distribuzione | CG Entertainment |
MYmonetro | 3,25 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 giugno 2025
Alla ricerca di un assassino vendicativo che prende di mira un ragazzo che ha ucciso per legittima difesa.
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CONSIGLIATO SÌ
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Roberto Tobias è un componente di un gruppo rock ed è felicemente sposato con Nina, ricca ereditiera. La sua vita è però improvvisamente sconvolta: affronta infatti uno sconosciuto che lo pedina da giorni e, accidentalmente, lo uccide. Spaventato, fugge dalla scena del delitto e torna a casa, ma sa che qualcuno, nascosto dietro una strana maschera, ha visto il delitto. Nei giorni successivi, Roberto riceve messaggi e scopre foto dell'omicidio in mezzo ai suoi dischi: il testimone del delitto pare volerlo ricattare, ma in realtà non gli chiede nulla. Solo, sembra voler rendere la sua vita impossibile. Nina si rende conto che qualcosa non va e lui, messo alle strette, le racconta quello che è successo. Per cercare di venirne fuori, Roberto, su consiglio dell'amico Diomede detto Dio, incarica un investigatore privato di scoprire la verità, ma la situazione si ingarbuglia sempre più e i morti si moltiplicano.
Terzo e conclusivo capitolo della trilogia "animalesca" di Dario Argento, mostra sin dai titoli di testa un autore animato da una spavalda inventiva, con le inquadrature dall'interno della chitarra e la mosca spiaccicata dai piatti della batteria: si nota la voglia di stupire e di innovare.
La qualità della regia resta su livelli di eccellenza per gran parte del film, con un'esuberanza stilistica che valorizza le scene di tensione e fa superare qualche forzatura, inevitabile, della trama. I delitti, che restano il pezzo forte del cinema argentiano, sono tutti girati con abilità e maestria, dando luogo talvolta a citazioni molto appropriate e visivamente efficaci, come il richiamo a Val Lewton nel delitto ambientato nel parco chiuso, con il muro di cinta a separare inesorabilmente la vittima dai possibili soccorritori, al tempo stesso vicini e lontanissimi.
Mirabile è anche, per come è strutturato e presentato, l'assassinio nella metropolitana, tutto giocato attraverso lo sfruttamento visuale dei luoghi - da estremamente popolosi a del tutto solitari - senza l'utilizzo dei dialoghi (se non nella beffarda chiusa), ma solo con la forza evocativa delle immagini. Non mancano anche momenti onirici e surreali, come l'incubo ricorrente della decapitazione che prefigura in modo inquietante la realtà. E anche le iperboli quasi fantascientifiche, come l'utilizzo a fini investigativi dell'immagine impressa nella retina di una delle vittime, sono funzionali e rese credibili dal clima complessivo, da incubo a occhi aperti, in cui è immersa la storia. Argento, con questo film, evidenzia la sua "necessità" autoriale di abbandonare il terreno del thriller razionale per abbracciare quello più emotivo e irrazionale dell'orrore a tutto tondo che, dopo l'ulteriore passo di avvicinamento con Profondo rosso, incontrerà pienamente con Suspiria.
Il colpo di scena finale è, per così dire, affetto dai classici psicologismi pretestuosi tipici dello psycho-thriller, ma svolge perfettamente ed efficacemente la sua funzione di rivelazione a sorpresa, dando una chiusa memorabile a una pellicola di notevole suspense e qualità drammatica.
Risulta peraltro un po' stridente, in questo film, la concomitanza di anime che sembrano diverse, con i momenti di suspense che si accompagnano a sequenze che paiono appartenere alla commedia all'italiana del periodo, come nel caso dei siparietti affidati a Bud Spencer e Oreste Lionello, peraltro ben scritti e interpretati, o nella piuttosto banale macchietta del postino: tutti elementi che sembrano voler stemperare i toni, probabilmente in modo da enfatizzare maggiormente i momenti di tensione.
Anche la figura dell'investigatore privato gay che non ha mai risolto un caso e sembra quasi vantarsene è giocata sul filo dell'umorismo, retta molto bene dalla sottile interpretazione di un grande attore come Jean-Pierre Marielle, che evita di ridurre a stereotipo il suo personaggio. Se Michael Brandon è un protagonista un po' inerte, infatti, il film è sorretto da un buon cast di contorno. Oltre ai già citati, si devono segnalare le incisive prove della sempre brava Mimsy Farmer, icona del thriller-horror di quegli anni, e di Francine Racette, futura moglie di Donald Sutherland, nei panni dell'avvenente cugina di Nina.
Roberto Tobias è un musicista che da qualche tempo è vittima di pedinamento. Una sera, trovandosi faccia a faccia con l'ignoto persecutore, lo affronta e nella colluttazione che ne segue lo pugnala a morte. Ma qualcuno ha assistito alla scena e ha fotografato Tobias. Il musicista, terrorizzato, si confida con la moglie Nina e con un amico filosofo, "Dio", che lo indirizza a un investigatore privato.
Come nel suo gioiello d'esordio,anche qui Argento ci mette subito davanti ad una sequenza fuorviante,dove addirittura la morte é simulata. La narrazione procede celando il colpevole ed in parte l'atto criminoso stesso. La suspence nasce dal clima,dal non visto e dal ricorso ad un montaggio innovativo. Magistrale in questo caso l'omicidio della colf che,improvvisamente,si trova isolata [...] Vai alla recensione »
4 mosche di velluto grigio è uno dei film meno conosciuti di Dario argento in primis per via di rarissimi passaggi televisivi avvenuti negli anni '80 e primi anni '90 e per essere rimasto inedito a livello di distribuzione in videoteche e in dvd se non recentemente. Detto questo il film che chiude la trilogia dedicata agli"animali" è a mio avviso una delle opere più inquietanti e disturbanti del regista [...] Vai alla recensione »
Ultimo della trilogia Zoologica( o degli animali), Se "l'uccello dalle piume di Cristallo" è stato un vero e proprio classico giallo all'italiana, "Il gatto a nove code" più poliziesco in stile americana, di certo "le Quattro mosche di velluto grigio", si vede una cosa ancora più differente; un giallo con una leggera comicità&n [...] Vai alla recensione »
Rivisto ieri dopo quaranta anni capisco il motivo per cui risulta archiviato nel cestino della mia memoria tra i file da cancellare. Uno dei peggiori thriller mai realizzati nella storia del cinema e uno dei peggiori film di Argento, una caduta di stile rispetto ai due precedenti, soprattutto se paragonato al primo, universalmente considerato un capolavoro.
Dario Argento esordisce nelle sale cinematografiche nel 1970 col giallo L’Uccello dalle Piume di Cristallo, che ha subito un grandissimo successo, così il regista, spinto dall’entusiasmo del pubblico, decide di proseguire su quel filone realizzando nell’anno successivo ben altri due film a cui decide di dare un titolo teriomorfo, Il Gatto a Nove Code e Quattro Mosche [...] Vai alla recensione »
Sarà il tempo che passa (per certi film più che per altri, a dire il vero). Ma ho trovato questo film davvero deboluccio. Sia nella trama, sia nella recitazione. Lo spettatore deve lavorare molto di fantasia per riempire i buchi e molto di empatia per accettare la inverosimilità delle situazioni. Insomma, come si dice per le commedie che il miglior ingrediente per ridere è [...] Vai alla recensione »
A questo film sono particolarmente legato,era il 1971 quando l'ho visto al cinema Augusteo di Napoli, la prima volta,avevo 14 anni e rimasi affascinato da questo giallo assolutamente originale per l'epoca.Tratteggiatto da musiche eccellenti di Morricone, rappresenta insieme a Profondo rosso ma più di questo, la vetta massima raggiunta dal regista prima di virare verso forme espressive [...] Vai alla recensione »
Solito giallo alla Dario Argento con lunghe scene di suspance e storie che tendono all'inverosimile. Personaggi un pò più dettagliati. La presensa di Bud spencer è gradevole ed è un buon diversivo al film che tende ad annoiare. L'investigatore privato muore con il sorriso perchè a risolto il suo primo caso.
Non avevo mai visto 4 Mosche Di Velluto Grigio finora e, dopo aver colmato questa lacuna, posso dire di esserne rimasto affascinato. Dario Argento, in questa sua terza opera, si dimostra regista dal grande occhio, ma soprattutto, autore in grado di sperimentare. La trama, come spesso capita all'Argento del primo periodo giallo, risulta un po' raffazzonata, piena com'è [...] Vai alla recensione »
Sarà il tempo che passa (per certi film più che per altri, a dire il vero). Ma ho trovato questo film davvero deboluccio. Sia nella trama, sia nella recitazione. Lo spettatore deve lavorare molto di fantasia per riempire i buchi e molto di empatia per accettare la inverosimilità delle situazioni. Insomma, come si dice per le commedie che il miglior ingrediente per ridere è [...] Vai alla recensione »
3 film di Argento. Riuscito all'80%, qualcosa in più si poteva fare. Gli attori forse troppo emotivi, ma la sceneggiatura è buonissima, e gli attori sono coinvolgenti. Parti di comicità qua e là. L'assassino si capisce solo a 20 minuti dalla fine per quanto mi riguarda. La vicenda dell'uomo mascherato da pupazzo per me è una genialata.
Fra il visionario e il narrativo, fra il serio e il faceto, questo film è una via di mezzo. Ultimo capitolo di una trilogia iniziata con "L'uccello dalle piume di cristallo" e "Il gatto a nove code" termina con stile e perfino con pochi effettacci grandguignoleschi che deluderanno i suoi fan iniziali dei suoi gialli "classici", all'incirca da "Suspir [...] Vai alla recensione »
SALVE A TUTTI, E' VERO CHE QUESTO TRA I PRIMI TRE CAPOLAVORI ARGENTIANI E' STATO UN PO' DIFFICILE DA REPERIRE MA QUESTO FORSE CE LO FA APPREZZARE DI PIU'. PER ALTRO HO SENTITO DIRE CHE IL FATTO DELLA IRREPERIBILITA' ERA DOVUTO AD UN PROBLEMA LEGATO AI DIRITTI D'AUTORE NON CONCESSI DA UNO DEGLI ATTORI, ORA PERO' HO SENTITO DIRE CHE ADDIRITTURA SI TROVAVA ALCUNI MESI OR [...] Vai alla recensione »
con questo film dario argento entra nell'immaginario collettivo come maestro del genere giallo. la vicenda si svolge intorno ad una coppia in crisi, che ne entra ancora di più dopo che il marito si mette nei guai... ottime le sequenze della decapitazione che segnalano una minaccia incombente per il protagonista...e come sempre un applauso ad ennio morricone
Morandini dice bene quando parla di incoerenza narrativa che, in questo lungometraggio è presente molto piu' che nel successivo "Profondo Rosso" e nel precedente "Il Gatto A Nove Code", ma parlare di lazzo e ridicolo per questo film mi fa ricordare quanto i critici cinematografici e nondimeno quelli musicali siano solo degli mediocri professionisti semi-falliti.
E' sempre piacevole riguardare un Argento vintage piuttosto che un volgare Covid-Splatter.Film che sarebbe ottimo se:il movente iniziale fosse credibile (si sposa una persona solo per torturarla e ucciderla a piacimento?non è necessario sposarla,anche per una mente deviata criminale);l'attore protagonista risulta poco espressivo nell'evoluzione della storia,Tomas Milian o Giulio [...] Vai alla recensione »
Thriller di Dario Argento dai ritmi un pò compassati ma con una storia interessante che specie nel finale acquista maggiore convinzione attraverso il modo in cui viene individuato il possibile assassino psicopatico di turno. Musiche di Morricone, nel cast presente anche Bud Spencer nei panni di "Dio".
Non lo avevo mai visto fino a ieri e mi ha affascinato. L' atmosfera tipica da primissimi anni '70 aggiunta a molte tipiche caratteristiche dei classici di Dario Argento. Oltre a godibili divagazioni nella commedia, ottimi i personaggi interpretati da Bud Spencer e Oreste Lionello, ed anche qualcosa del sexy all'italiana.
Questo film che raramente passano in tv, è stato uno dei thriller preferiti del mio periodo adolescenziale.Forse un pò snobbato dalla critica, ritengo invece sia un sofisticato, suggestivo e riuscito congegno artistico, che riesce a impressionare,spaventare e catturare lo spettatore. Affianca ad una trama originale ed intrigante,scenografie e musiche di grandissimo effetto.
Questo film aveva tutti gli elementi per superare Profondo Rosso! Peccato! La sceneggiatura non è all'altezza! Prima di vedere il film lessi in un volume mondadori la rivisitazione della sceneggiatura originale e rimasi allucinato della bellezza. Peccato che nel film Argento stesso abbia eliminato un pò di roba che avrebbe senz'altro contribuito a rendere più godibile [...] Vai alla recensione »
dopo aver aspettato anni per la masterizzazione di questo film, mi sono accorta di aver visto a suo tempo tutto un altro film. la trama toccava la shoa. L'attrice italiana di mezza età era Bianca Tocafondi. Il thriller riguardava una vendetta contro un delatore che aveva denunciato la famiglia di rifugiati ebrei. Le quattro mosche apparivano una ad una vicina alla prossima vittima.
Se non fosse di Dario Argento, questo film non sarebbe nemmeno menzionato dai siti cinefili, relegato in un doveroso oblìo. Sceneggiatura,dialoghi, attori, tutto è stucchevole e senz'anima in questo film. Si nota più la presenza di uno sprecato Bud Spencer che tutto il resto. E ciònonostante è chiaramente visibile la mano di Argento in molte tracce che [...] Vai alla recensione »
Musicista di una rock band si accorge di essere spiato da un po’di tempo da uno sconosciuto signore, così un giorno lo insegue fino a dentro un teatro vuoto dove accidentalmente lo uccide, o almeno questo è quello che lui pensa. Intanto che avveniva la colluttazione, qualcuno appostato fra gli spalti più in alto gli scatta delle compromettenti foto.