
Titolo originale | Past Future Continuous |
Anno | 2025 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Iran, Norvegia, Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Morteza Ahmadvand, Firouzeh Khosrovani |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Zalab Film |
MYmonetro | 3,17 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 1 settembre 2025
Passato e presente si mescolano nel racconto di una ragazza fuggita dall'Iran. In Italia al Box Office Gli uccelli del Monte Qaf ha incassato 528 .
CONSIGLIATO SÌ
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Dagli Stati Uniti Maryam fa installare delle telecamere nella casa dove è cresciuta, in Iran, e dove ora vivono i suoi genitori. È un modo per star loro vicina, e per tenerli d'occhio nelle difficoltà della vecchiaia. La donna aveva dovuto infatti lasciare il paese natale da giovane, in seguito alla rivoluzione islamica del 1979. Da allora non ha più fatto ritorno, e le immagini digitali e sezionate dell'abitazione sono l'unico punto di contatto con la propria storia familiare. Un legame flebile, soggetto non soltanto agli umori e alla salute dei genitori ma anche ai tumultuosi eventi esterni.
Struggente riflessione sulla memoria dei luoghi e sulle implicazioni più granulari e domestiche della diaspora iraniana, questo particolare ibrido di tecniche documentaristiche ed elementi di finzione è in linea con la grande vitalità e capacità inventiva del cinema iraniano, alla cui tradizione aggiunge una chiave formale inedita.
Lo firmano a quattro mani Morteza Ahmadvand e Firouzeh Khosrovani, quest'ultima già autrice
del documentario Radiograph of a Family, che era animato da simili movimenti di metonimia
affettiva: lì una donna che sposa il marito <em>in absentia</em>, utilizzando una sua fotografia;
qui una figlia che reinventa la sua partecipazione alla vita familiare attraverso l'occhio della
sorveglianza digitale.
Dalle foto ai video, da una migrazione a un esilio - cambiano le epoche, ma le distanze e le
separazioni forzate rimangono una parte integrante della cultura iraniana, che sa raccontarle
con malinconia senza pari. In questo caso, la dissezione della geografia domestica diventa un
tema ricorrente, con l'esperienza della casa che è segmentata in vari compartimenti a seconda
di quale telecamera prende possesso dello schermo. Gli spazi del padre, quelli della madre, gli
scorci di un esterno che da "fuoricampo" assume a volte un ruolo più centrale e minaccioso, con
le guerre e gli attacchi ripetuti su Teheran che incombono appena fuori dall'inquadratura.
E poi il giardino interno, su cui più di tutto si nota il passare degli anni. Già, perché se il punto di
vista sullo spazio resta fisso - avvitato lì in alto, negli angoli vicino al soffitto - il tempo invece
scorre e lascia i suoi segni, che il montaggio mette in parallelo con brutale nettezza. Lo stato
fisico dei genitori si affievolisce di pari passo con le condizioni delle mura e dell'arredamento:
c'è nel film un dialogo aperto tra oggettivo e soggettivo, tra intimità e distacco, che tocca corde
profonde.
È un altro modo di intendere il concetto di "valore sentimentale" di un luogo. Il lavoro di
Ahmadvand e Khosrovani è del resto contemporaneo a quel Sentimental value di Joachim Trier
che è un film di stampo diversissimo eppure in fondo riflette su un nodo comune, ricordandoci
quanto della vita familiare siano intrise le mura dei nostri ricordi.
Presentato in concorso alla ventiduesima edizione delle Giornate degli Autori, Past Future Continuous è il secondo lungometraggio della regista iraniana Firouzeh Khosrovani che, come già accaduto col suo primo film, sceglie ancora una volta di parlare di famiglia e di politica, di una storia privata e della storia collettiva, del passato e del presente.
Ci sono case che diventano archivi viventi: mura che respirano con chi le abita, corridoi che trattengono voci e silenzi, finestre che ricordano ciò che hanno visto passare. In Past Future Continuous, seconda regia di Firouzeh Khosrovani (affiancata da Morteza Ahmadvand), la casa dell'infanzia diventa il vero personaggio del film: fragile, ostinata, in procinto di scomparire sotto i colpi di un'autostrada [...] Vai alla recensione »
La conferenza degli uccelli, un poema allegorico persiano del XII secolo, narra di un viaggio mistico verso il monte Qaf alla ricerca di Dio. Il titolo italiano, preferito a quello internazionale Past Future Continuous, suggerisce una prima linea di comprensione nella poesia dell'esistenza, assecondando le due voci, una femminile ed una maschile, che ci raccontano la storia.