
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svezia, Francia |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Tarik Saleh |
Attori | Fares Fares, Cherien Dabis, Lyna Khoudri, Zineb Triki, Sherwan Haji Hassan El Sayed, Pedram Hajigholi, Suhaib Nashwan, Mohammed Nehmi. |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,05 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 20 maggio 2025
Il più famoso attore egiziano si trova costretto ad accettare un ruolo che detesta.
CONSIGLIATO SÌ
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George El-Nabawi è la star più famosa del cinema egiziano. Proprio per questa ragione gli viene chiesto con modalità ricattatorie di interpretare il Presidente Abdel Fatah al-Sisi in un film che inneggi alle sue gloriose gesta nella fase che ha preceduto il suo insediamento. George non può rifiutare anche perché metterebbe in pericolo la vita del figlio ma la sua accettazione non è destinata a semplificargli la vita.
Un regista di origini egiziane ma nato in Svezia ci racconta con coraggio e con conoscenza dei generi l'Egitto di oggi.
Molti probabilmente non sanno che Tarik Saleh ha avuto un genitore che aveva lasciato l'Egitto dopo la Guerra dei sei giorni e che realizzava film d'animazione di orientamento pacifista. Questa figura paterna deve aver lasciato un notevole imprinting perché il figlio non trascura nulla nella denuncia di un regime violento in cui l'incutere timore grazie a pressioni e ricatti è questione di ordinaria amministrazione. L'attore feticcio di Saleh, il libanese Fares Fares, si presta perfettamente al gioco nei panni di una star che vive separato dalla moglie e ha un'amante che viene scambiata per sua figlia ma nonostante questo viene attratto da una donna sposata con un ministro di quello Stato che vuole usarlo per la propria propaganda. Saleh sa come alternare la commedia a situazioni in cui dominano l'intrigo politico e la denuncia esplicita operando sul cinema nel cinema e mostrandoci come in un regime gli attori possano diventare pedine non intercambiabili ma sicuramente subornabili ai voleri del potere.
La scritta finale classica che fa riferimento a fatti frutto della fantasia è una salvaguardia ma non cancella la messa al centro della narrazione di un presidente dittatore di cui si fa nome e cognome. Magistrale è la scena di metacinema in cui George E-Nabawi deve spiegare ai colleghi attori che in una riunione in cui Al Sisi è ancora un ufficiale che propone agli altri militari un'azione davvero pericolosa loro non debbono trattarlo con deferenza. Al momento non è ancora il Presidente dittatore ma il timore domina incontrastato anche nel mondo in cui la finzione dovrebbe dettare le regole. La pervasività delle Aquile del regime anche nelle vite private ad ogni livello è d'uso quotidiano così come le torture qui non mostrate ma evocate. A quel punto, ma anche prima, il pensiero non può non andare per traslato a un nome e a un cognome: Giulio Regeni.
Il cinema come atto politico è al cuore narrativo e poetico del film dello svedese di padre egiziano Tarik Saleh: a un divo del cinema nazionalpopolare viene chiesto di interpretare l'attuale presidente al-Sisi in un film di sfacciata propaganda celebrativa, e per essere sicuri che non si sottragga all'impegno il regime minaccia la sua famiglia e fa di lui un burattino, costretto a recitare non più [...] Vai alla recensione »
George Fahmy è il più grande attore d'Egitto, il faraone dello schermo, veste indumenti di seta, ha una casa lussuosa, una ex moglie che lo detesta parcheggiata in un appartamento popolare, un figlio che lo tollera e un'amante molto più giovane. È all'apice della carriera, il pubblico lo adora, il suo volto tappezza la città, e per questo viene scelto per interpretare il Presidente Abdel Fattah al-Sissi [...] Vai alla recensione »
Il capitolo finale della trilogia del Cairo di Tarik Saleh, dopo Omicidio al Cairo e La cospirazione del Cairo è "un noir puro, con al centro una domanda esistenziale fondamentale: Devo inchinarmi a questo sistema?". A fare la differenza il fatto che la storia è ambientata nel mondo del cinema egiziano, con la star George El-Nabawi al centro di una profonda trasformazione che coinvolgerà il suo personale [...] Vai alla recensione »
L'attore famoso George Fahamy, che ha da poco lasciato la moglie per una nuova compagna assai giovane, è ingaggiato per un biopic celebrativo del presidente egiziano al-Sisi. Dapprima tentenna, poi quando capisce che non può rifiutare, accetta senza entusiasmo. Durante la lavorazione del film, verrà in contatto con tutta la corruzione del Potere, fino alla parata finale, dove terrà un intervento esaltante [...] Vai alla recensione »
I vincitori del passato deludono. Lo svedese d'origini egiziane ex graffitaro Tarik Saleh porta una goffa fantapolitica con Eagles of the Republic in cui il divo spilungone George El-Nabawi (Fares Fares) viene costretto a interpretare in un film di propaganda l'attuale Presidente Al-Sissi. Pellicola indecisa tra commedia, noir e provocazione politica.
Pare che Tarik Saleh, regista nato in Svezia 53 anni fa, sia giunto al termine della cosiddetta "trilogia del Cairo", città a lui cara così come il Paese di cui è capitale essendo Saleh di origine paterna egiziana. Dopo il bel noir poliziesco Omicidio al Cairo e l'interessante intrigo religioso de La cospirazione del Cairo, con Eagles of the Republic dovremmo esser giunti al capolinea e non sarebbe [...] Vai alla recensione »
Tarik Saleh a Cannes 2025 con Le aquile della Repubblica si conferma regista atipico, imprevedibile, firmando un film a metà tra commedia e denuncia civile, in cui i toni della allegri si mischiano al thriller politico con eleganza e anche un po' di cinismo. Per carità, siamo distanti da Omicidio al Cairo e La cospirazione del Cairo, ma questo film è comunque una bella prova di talento, coerenza, di [...] Vai alla recensione »
Arte e potere, ovvero coscienza: ci sono proposte, e ruoli, che non si possono rifiutare, e quando li si accetta che succede? Domande sottese alla conclusione della trilogia del Cairo diretta dallo svedese di origini egiziane - il padre regista di animazioni pacifiste lasciò il Paese all'indomani della Guerra dei Sei Giorni - Tarik Saleh: Eagles of the Republic è in Concorso a Cannes 78.
George Fahmy è una delle più celebri star del cinema egiziano al punto da essersi guadagnato il soprannome di Faraone dello schermo. Ma la sua vita, sia privata che pubblica, è nel caos più totale. Anche perché il regime stringe sempre più le maglie del controllo sul mondo del cinema. Gli viene comunque offerta un'opportunità importante, il ruolo da protagonista in un biopic sul presidente Abdel Fattah [...] Vai alla recensione »