
Anno | 2024 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 114 minuti |
Regia di | Halina Reijn |
Attori | Nicole Kidman, Harris Dickinson, Antonio Banderas, Sophie Wilde, Esther McGregor Vaughan Reilly, Jean Reno, John Cenatiempo, Leslie Silva, Anoop Desai, Victor Slezak, Gabriela Torres, Maxwell Whittington-Cooper, Robert Farrior, Alex Anagnostidis, Bartley Booz. |
Uscita | giovedì 30 gennaio 2025 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,56 su 29 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 4 febbraio 2025
Una donna intraprende una relazione con il suo giovane assistente mettendo a repentaglio la sua vita professionale. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, a National Board, In Italia al Box Office Babygirl ha incassato 1,3 milioni di euro .
CONSIGLIATO NÌ
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Romy è una donna di grande successo, a capo di un'importante azienda di New York e al tempo stesso moglie e madre di famiglia. Il rapporto con il marito Jacob, molto diverso da lei e dall'indole più artistica lavorando come regista teatrale, è solido ma dal punto di vista sessuale Romy rimane insoddisfatta. In ufficio incontra Samuel, un giovane stagista che sembra intuire qualcosa sul desiderio della donna ed è felice di prendere il controllo. Ne nasce una relazione eccitante ma rischiosa, in cui i due giocano sul filo del rasoio di una dinamica di potere ambigua.
Con l'intento dichiarato di aggiornare il genere del thriller erotico secondo una prospettiva contemporanea, integrando temi di femminismo, parità di diritti e molestie sul lavoro, la regista olandese Halina Reijn continua in realtà un lavoro iniziato già nel 2019 con il suo primo film Instinct, di cui Babygirl riprende anche una dinamica di gioco di potere intrecciato, per il quale parte dell'appeal sensuale nasce dal pericolo reciproco per i due amanti.
Nel frattempo Reijn si è avvicinata al mondo statunitense con la commedia Bodies bodies bodies, prima di incassare l'interesse di un nome come Nicole Kidman a lavorare insieme. Ciò ha portato alla scrittura del personaggio di Romy, a cui Kidman dà vita con entusiasmo e trasporto, e che conferma la ricerca attoriale non banale della diva, sempre aperta a sfide rischiose. Aperto al rischio è anche il suo personaggio, che sa di star mettendo a repentaglio sia carriera che famiglia (non immune dalla sottile carica satirica del film, e ben tinteggiata dal marito Antonio Banderas e dalle due figlie della coppia), e che si lancia in un torrido affaire con il giovane Samuel in cerca di una dinamica sessuale diversa, esplorativa del mondo kink e improntata alla sottomissione; un contrasto spiccato (ma in realtà molto comune) con ogni altro aspetto della sua quotidianità che la vede in controllo e al comando. Da questo punto di vista è quasi superfluo il tentativo di radicare il percorso di Romy con i piccoli rimandi all'infanzia, come a dovergli trovare una spiegazione sovrabbondante in un mondo in cui il kink stesso è ormai ampiamente sdoganato.
Ciononostante la scrittura offre le sfumature più interessanti dell'opera, trattando i confini e lo sviluppo del rapporto tra i due in modo molto più autentico di quanto siamo abituati a vedere in prodotti simili. Franca e fresca, la sceneggiatura ci mostra tutte le incertezze e il livello di negoziazione richiesto da un esperimento del genere, che non arriva sullo schermo già irrealisticamente formato ma deve passare attraverso l'imbarazzo, il ridicolo e le tantissime variabili della situazione, così facendo onorando il desiderio stesso nella sua persistenza. Reijn tratteggia anche un profilo intrigante per Harris Dickinson (che nella sua ancor giovane carriera ha già lasciato il segno per registi come Eliza Hittman, Joanna Hogg, Ruben Östlund e Xavier Dolan), emblema di una mascolinità sfaccettata come richiesto dai nostri tempi, attenta al consenso eppur desiderosa di giocare con i ruoli e le aspettative di genere - e soprattutto non disfattista di fronte all'inevitabile confusione che tali contrasti ogni tanto comportano. Insomma, il thriller erotico che si risveglia agli anni venti (attraverso la prospettiva da outsider nelle rigide logiche statunitensi di una donna olandese, oltre che sotto l'egida modaiola di A24) è un po' meno thriller di come lo ricordavamo, e più buffo e autoironico. Senza mai scivolare nel kitsch o nel camp, inietta nel genere quanto basta di consapevolezza di sé, con alcune venature meta nell'accompagnare le verissime auto-finzioni che si inseguono sulla scena.
Una terrificante galleria di chlichè, trattati molto meglio in decine di altri film del genere. Erotismo di maniera, thriller non pervenuto. L'unica novità del film è l'ossessione per il politicamente corretto e l'inclusione (donne, donne di colore, gay). Non si capisce bene se chi ha scritto la sceneggiatura lo sostenga o, più probabilmente, voglia evidenziarne [...] Vai alla recensione »
Babygirl è sorprendentemente superficiale. Si avvicina a un sacco di argomenti – i desideri delle donne mature, la sessualità repressa, la complessità delle relazioni di potere – senza offrire mai una vera disamina o un punto di vista compiuto. Spesso è senza senso disquisire sulle intenzioni dell’autore, ma nel caso di Babygirl è davvero [...] Vai alla recensione »
Una ricca signora, spostata con un regista teatrale e madre di due figlie, conosce casualmente un giovane stagista che lavora nella stessa azienda dove lei svolge una carica prestigiosa e gradualmente, avviano una relazione segreta nella quale lei è la figura femminile passiva, mentre lui è la figura maschile attiva. Chiaramente, questa relazione segreta deve rimanere tale, sia per la [...] Vai alla recensione »
Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti [...] Vai alla recensione »
Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti [...] Vai alla recensione »
Da un thriller erotico ci si aspetta coinvolgimento ed approfondimento della psicologia dei personaggi. Un approccio introspettivo che manca completamente a questo film, in cui Nicole Kidman, CEO di una hi-tech company, dimostra da subito la mancanza totale di leadership e stabilit?, cadendo dopo cinque secondi tra le braccia del primo stagista che la tratta con modo superficiale.
... della Kidman al minuto 44. I lobi ipertrofici delle orecchie della Kidman a 1 ora e sette minuti. Mi ricordo questa dea quando si guardava allo specchio in Eyes Wide Shut, INDIMENTICABILE E ULTRATERRENA, INAVVICINABILE, e mi viene addosso tutta la tristezza del mondo. Come se adesso, come attrice non avesse più niente da perdere. E' terribile pensare al tempo che passa, ai cigni che [...] Vai alla recensione »
simile ai film diel genere,rispecchia la società d'oggi,niente di straordinario come sceneggiatura....imbarazzante come attori apprezzati accettino copioni così cadendo molto in basso...non ci sono più i film di una volta
Il film è purtroppo dominato dalla faccia mostruosa di Nicole Kidman, che rende ipso facto del tutto improbabile la vicenda. La performance dell'attrice, che ce la mette veramente tuttta! viene totalmente vanificata da questo dato ormai prevaricante rispetto ai suoi sforzi. Per il resto la vicenda, in una regia patinata ed efficace, contiene qualche spunto interessante, specie rispetto all'er [...] Vai alla recensione »
Mi spiace fare la voce fuori dal coro ma ne ho sentite di stupidaggini su questo spazio a proposito di questo film che tratta finalmente e in maniera intelligente e originale una problematica oggi poco trattata e fuori dai consueti schemi a causa di un femminismo di maniera oggi molto diffuso e trabordante di misandria. In buona sostanza il film tratta di una donna che a seguito di certi [...] Vai alla recensione »
una specie di soap opera farcita di luoghi comuni
RIDICOLO all'inverosimile... ridicole le situzioni, le psicologie, gli atteggiamenti, le motivazioni, le scene , i dialoghi.... imbarazzante
Una dirigente di alto livello (la CEO di un'azienda di robotica) intreccia una relazione focosa con un suo giovane stagista e trova un intenso piacere nel ribaltamento dei ruoli, accettando, lei boss che comanda si impone ed esige, un ruolo passivo che accetta i comandi, anche quelli più umilianti che la riducono, a quattro zampe, a leccare la ciotola del latte.
Ma tanto brutto, una storiella esile prevedibile e scontata.
Film squallido ! Caotico e ripetitibo di cliché che in molti punti umiliano le donne! Doppiaggio pessimo. Non si capisce perché dovrebbe essere un thriller!!!
Film squallido ! Caotico e ripetitibo di cliché che in molti punti umiliano le donne! Doppiaggio pessimo. Non si capisce perché dovrebbe essere un thriller!!!
Film squallido ! Caotico e ripetitibo di cliché che in molti punti umiliano le donne! Doppiaggio pessimo. Non si capisce perché dovrebbe essere un thriller!!!
Già alla scena iniziale si intuisce il genere ovvero una storia tra persone con delle pulsioni particolari per non dire malate. La protagonista benché ancora bella dimostra purtroppo i suoi anni...
Avete presente, ricordate più o meno 9 settimane e mezzo, il celebre film diretto da Adrian Lyne ed interpretato da Mickey Rourke e Kim Basinger che nel 1986 fece grande scandalo? Con Babygirl dovremmo o meglio vorremmo essere da quelle parti ma purtroppo non è così, anche perché i tempi sono tanto cambiati. L'opera hot era stata presentata in Concorso della Mostra di Venezia 2024 e aveva fatto parlare [...] Vai alla recensione »
Donna in smagliante carriera non ha mai avuto un orgasmo e, quando uno stagista ci prova, resiste un po' pro forma ma ben contenta di farsi dominare, rischiando e il lavoro e la famiglia. II gran ritorno del thriller erotico? Sarà per un'altra volta: Lyne è un puntino lontano, Verhoeven non ne parliamo, la scena più hot, con bicchiere di latte al bar, è tutta vestita, mentre durante le sequenze nella [...] Vai alla recensione »
Dove, e quando, l'avevamo già visto? Absit iniuria verbis, è la Storia del Cinema quella che scomoda Babygirl, e dunque: vi ricordate La cagna di Marco Ferreri? E Attrazione fatale di Adrian Lyne? E il sadopolpettone Cinquanta sfumature, e American Psycho, e Wall Street? E molto, se non tutto, Brian De Palma? E proprio lei, Nicole Kidman, che sussurra a Tom Cruise "Se solo sapessi" nel lascito kubrickiano [...] Vai alla recensione »
Quante storie! Avete voluto fare del sesso un tema di conversazione o di pettegolezzo censorio, una pratica punibile con l'arresto? Guardate che bel risultato: un film con qualche scopata, moderatamente sadomaso, diventa "50 sfumature di Nicole". Ma quanto è coraggiosa la Kidman a prestarsi per il personaggio - molto più coraggio, in verità, ci vuole per mettere in mostra certe terribili ginocchia [...] Vai alla recensione »
Non sembrerebbe aver motivo per essere insoddisfatta. Romy è una top manager di un'importante azienda newyorchese, ha un marito (regista teatrale) affettuoso quanto focoso, una dimora magnifica e due figlie adolescenti. Invece, viene turbata dall'ammiccante stagista Samuel, con cui poi intesse una relazione ambigua e clandestina. Il rischio di perdere tutto non scoraggia Romy, anzi la eccita.
Senza paura, oltre che senza vestiti: per nulla frenata dal moralismo della porta accanto, priva di remore nel mettere in gioco il suo divismo, Nicole Kidman, che nella sua carriera lunga quasi 100 film non ha mai usato una controfigura (il cosiddetto «body double») per le scene di nudo, si spoglia nuovamente sullo schermo a 57 anni, diretta da una donna - la regista olandese Halina Reijn -, facendosi [...] Vai alla recensione »
Anche se parla di relazioni ed è vivace e divertente, Babygirl non è una commedia. Il film ruota intorno a Romy (una tra- volgente Nicole Kidman), una donna sposata che si avventura in una relazione di dominazione-sottomissione che la consuma. È una storia di donne, di corpi, di regole e di cosa significa quando una donna rinuncia al suo io più segreto.
Potere e controllo, sesso e desideri repressi. Non è chiaro il colore da mettere sullo sfondo, ma attraverso Babygirl, Nicole Kidman affronta le sue personali «cinquanta sfumature», premiate con una (generosa) Coppa Volpi a Venezia, dove la diva australiana si era mostrata per la prima volta senza veli in Eyes Wide Shut di Kubrick, nel 1999. Questo melò erotico non trae però ispirazione dalla fortunata [...] Vai alla recensione »
Fa quasi sorridere ogni volta ricorrere nel lancio di un film con la quasi certezza di uno scandalo, a maggior ragione se il tema è quello sessuale. Davvero in una società invasa da immagini erotiche e pornografiche, facilmente reperibili in rete, pensiamo ancora ci possa essere qualcosa che possa ragionevolmente turbarci? Anche i festival non disdegnano queste attese e infatti a Venezia, qualche mese [...] Vai alla recensione »
Se fosse firmato da un regista maschio, finirebbe al rogo tra lo sdegno degli esperti. Invece "Babygirl" scritto, diretto e prodotto dall'attrice e regista olandese Halina Reijn è stato in gara per il Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia -dove Nicole Kidman ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile-, ha ottenuto la candidatura per la (stessa) migliore attrice in un film [...] Vai alla recensione »
Il tema, declinato al maschile è noto, meno se visto dalla sponda femminile: Romy (Nicole Kidman), una potente amministratrice delegata (è la CEO di un'azienda di robotica a New York) mette a repentaglio la carriera e la famiglia quando inizia una torrida relazione con Samuel (Harris Dickinson), uno stagista molto più giovane. La riappropriazione del corpo femminile al cinema data da un paio di decenni. [...] Vai alla recensione »
Ritorno benvenuto al cinema anni '80 quando Adrian Lyne (9 settimane e 1/2 e Attrazione fatale) portava l'erotismo in sala prima del silenziamento hollywoodiano. Ma la regista olandese Haalina Reijn firma un'opera concentrata sull'estetica patinata senza scavare nella storia della donna d'affari che mette in pericolo la sua vita per una relazione sessuale estrema con uno stagista.
Cronaca edificante di liberazione erotica d'una donna di potere in giochi di potere sessuale o mediocre galleria in versione thriller di qualche sfumatura grigia, per citare il rovinoso bestseller / bestmovie patinato a cui rischia di allinearsi la «babygirl», già nel look dell'immagine? Orgasmando le vie emancipanti #MeToo, Nicole matura fa la maturanda con boccuccia, impegno e doti (Coppa Volpi a [...] Vai alla recensione »
Impariamo a conoscere Romy Mathis (Nicole Kidman), potente protagonista di Babygirl, mentre fa l'amore. Questa manager scafata laureata a Yale, guru dell'intelligenza artificiale, si produce in orgasmi artificiali anch'essi quando geme col marito attempato ma caliente latin lover (Antonio Banderas: che scelta ironica). Poco dopo la vedremo incontrare un cane rabbioso per le strade di New York, magicamente [...] Vai alla recensione »
Già attrice di lungo corso fra cinema e teatro - spesso recitando nella compagnia del belga Ivo Van Hove, nome di spicco della scena internazionale - l'olandese Halina Reijn alla terza regia è assurta a notorietà. In concorso a Venezia, Babygirl le ha conquistato il plauso della critica assicurando la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile a Nicole Kidman, che meriterebbe un premio anche [...] Vai alla recensione »
Romy ha tutto: un marito focoso che la adora, due figlie, una villa da sogno, una posizione di CEO di successo. Amore, soldi, potere, bellezza. Quel che le manca, però, è il piacere: non raggiunge l'orgasmo col passionale marito, perché non ha il coraggio di chiedergli di attuare le fantasie di dominazione e di umiliazione che accendono il suo desiderio.
Arriva un certo momento in cui attrici di comprovata esperienza, popolarità e una lunga carriera alle spalle, decidono di mettersi una volta per tutte in gioco per esplorare corde mai toccate prima, mostrare nuove versioni di sé rispetto all'immaginario e alla visione che il pubblico e gli addetti ai lavori hanno di loro o per indossare i panni di personaggi in grado di spingerle oltre i propri limiti. [...] Vai alla recensione »
Per parlare di Babygirl potremmo dire che non è un film di Halina Reijn (la regista) né tantomeno di Nicole Kidman, ma che è un film di Lizzy Talbot. Ora voi, come Don Abbondio su Carneade, potreste domandarvi: Lizzy Talbot, chi era costei? Risposta: è una importante "Intimacy Coordinator", nuova professionalità ormai indispensabile che nei film e nelle serie si occupa di "coreografare" le scene di [...] Vai alla recensione »
Romy ha la classica vita perfetta (famiglia amorevole, marito focoso, posto di CEO) che nasconde sempre un buco, e nel suo caso quel vuoto ha la forma di un desiderio inesprimibile tra le lenzuola coniugali: quello di essere dominata, schiacciata, umiliata. Un giovane stagista le annusa addosso questa imperiosa necessità e si accende una passione i cui rischi fanno parte del gioco, perché di gioco [...] Vai alla recensione »
Inizialmente previsto per il 20 dicembre prossimo, con lo spostamento della data di uscita al 25 dicembre 2024 (almeno negli States, da noi sarà distribuito da Eagle Pictures), il Babygirl di A24, scritto e diretto da Halina Reijn, promette di essere un inusuale film natalizio. Alla 81. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia è arrivato come "thriller erotico", ma la storia interpretata da Nicole [...] Vai alla recensione »
Davvero qualcuno si stupirebbe nel sapere che una donna in carriera, affermata e potente, senta nella sua intimità il bisogno di farsi chiamare «my babygirl» e si abbandoni completamente all'altro? Tutto già visto in molte storie con protagonisti maschili: il potere e le responsabilità possono far emergere il bisogno di invertire i ruoli e liberarsi, per gioco e temporaneamente, del peso che si ritrovano [...] Vai alla recensione »
Questione di controllo: di se stessi, degli altri, delle proprie ambizioni e delle proprie perversioni. Nulla di nuovo nella sfera della sessualità, ma Babygirl di Halina Reijn giunge in Concorso a Venezia81 griffato A24 e con la diva Nicole Kidman all'opera sulla duplice linea tematica che tiene insieme sesso e potere in versione femminile. Qualcosa di più delle solite menate sui problemi di sesso [...] Vai alla recensione »
"Se solo voi uomini sapeste..." pronunciava sibillina Nicole Kidman al marito (anche nella vita reale, all'epoca) Tom Cruise in un passaggio-chiave di Eyes Wide Shut, facendo riferimento al desiderio femminile, alla sua rimembranza nel tempo, e alle dinamiche psicologiche ed erotiche che il maschio spesso non arriva a comprendere in tutta la loro possanza e stratificazione.
I fantasmi continuano a infestare Venezia 81: fantasmi dei tempi perduti di arte e amore nel notevole Maria di Pablo Larrain; fantasmi come proiezione di oscuri desideri in BabyGirl, scritto e diretto dall'olandese Halina Raijn che già con l'opera prima Instinct - dove una psicoterapeuta intrecciava un morboso rapporto con un serial killer - aveva scelto di addentrarsi nel pericoloso, ambiguo terreno [...] Vai alla recensione »
Un film sul sesso. E sui desideri più intimi: segreti, famiglia, consenso. È questo nella parole della sua protagonista Babygirl che si apre con su una coppia che fa sesso; sembrano godere, lei e lui, «ti amo» le sussurra l'uomo prima di addormentarsi, lei sorride e poi corre frenetica al pc per masturbarsi davanti a un porno. La donna è Nicole Kidman sbarcata al Lido nella folla plaudente che si mette [...] Vai alla recensione »
Romy (Nicole Kidman) e Jacob (Antonio Banderas) sono sposati da circa vent'anni, entrambi affermati nelle rispettive professioni, appaiono, insieme alle due figlie, una famiglia perfetta. Soprattutto Romy pare voler rasentare la perfezione, tanto da non apparire una "persona normale": la donna infatti, insoddisfatta del rapporto fisico col marito, nasconde e reprime le sue fantasie.
Dietro la semantica grottesca dei dialoghi che destrutturano il dramma, Babygirl è un film che racconta le dinamiche del potere. Di quel tema, sdoppiato su un doppio binario, in ambito lavorativo e sessuale, la figura interpretata da Nicole Kidman, Romy, racchiude l'essenza, vestendo i panni di amministratore delegato di un'azienda di robotica di successo.
Vi ricordate La cagna di Ferreri? E Attrazione fatale di Lyne? E Cinquanta sfumature, e American Psycho, e Wall Street? E De Palma? E la Kidman che sussurra a Cruise "Se solo sapessi..."? Ecco, dimenticateveli. Ma insieme rimandateli a memoria, perché Babygirl un po' ci è e un po' li (ri)fa': il potere è del cane, con questa declinazione maschile, ché Nicole Kidman è brava, bravissima, non ci provate. [...] Vai alla recensione »