antonio tiberio
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sabato 1 febbraio 2025
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n? thriller, n? erotico
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Una terrificante galleria di chlichè, trattati molto meglio in decine di altri film del genere. Erotismo di maniera, thriller non pervenuto. L'unica novità del film è l'ossessione per il politicamente corretto e l'inclusione (donne, donne di colore, gay). Non si capisce bene se chi ha scritto la sceneggiatura lo sostenga o, più probabilmente, voglia evidenziarne l'esasperazione, aderendo alla linea dell'ultimo Trump (o del Trump de noantri, ovvero Cruciani). La terrificante ricerca della correttezza del linguaggio da parte di tutti i personaggi, anche quando la situazione richiederebbe un po' di sana franchezza, risulta veramente irritante, e, se la cosa è voluta, colpisce nel segno.
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Una terrificante galleria di chlichè, trattati molto meglio in decine di altri film del genere. Erotismo di maniera, thriller non pervenuto. L'unica novità del film è l'ossessione per il politicamente corretto e l'inclusione (donne, donne di colore, gay). Non si capisce bene se chi ha scritto la sceneggiatura lo sostenga o, più probabilmente, voglia evidenziarne l'esasperazione, aderendo alla linea dell'ultimo Trump (o del Trump de noantri, ovvero Cruciani). La terrificante ricerca della correttezza del linguaggio da parte di tutti i personaggi, anche quando la situazione richiederebbe un po' di sana franchezza, risulta veramente irritante, e, se la cosa è voluta, colpisce nel segno. Provate a contare quante volte viene pronunciata la frase "va tutto bene", anche quando è evidente che non va bene niente. Peccato averlo visto doppiato, probabilmente nella versione originale questi aspetti si colgono meglio. Però, come contributo originale al tema, ci pare un po' poco.
La Kidman è quasi credibile nel ruolo della supermanager sempre impeccabile ma con il desiderio di essere dominata, peccato che a volte, soprattutto quando sgrana gli occhioni azzurri, scivoli in qualche esagerazione macchiettistica. Lo stagista Dickinson ci risulta simpatico, più che per i meriti attoriali, per la sfacciataggine con la quale è capace di vendicare senza timore le migliaia di ragazzi costretti a sopportare le angherie di manager frustrati, e di aziende che li pagano una sciocchezza per lavorare come muli. Banderas è ridotto ad umile comprimario, ci si aspetta solo che da un momento all'altro compaia la gallina Rosita a confortare il suo ego ferito. Insomma, un pasticcio, che non merita il prezzo del biglietto nè il successo che sta registrando nei primi giorni al botteghino.
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[+] delusione totale! cliché che umilia la donna
(di stefania ferrari)
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valentina russo
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domenica 23 febbraio 2025
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un film con una visione tutta al maschile
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Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti comanda, perché comunque tu rimani una "baby". E da qui tutte le scene dal sapore umiliante, brutale verso la protagonista. C'è questo un ragazzino, uno stagista, che tratta la sua mentore e responsabile come un cane, una bestiola da sopraffare, a cui dare il biscottino se si comporta bene.
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Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti comanda, perché comunque tu rimani una "baby". E da qui tutte le scene dal sapore umiliante, brutale verso la protagonista. C'è questo un ragazzino, uno stagista, che tratta la sua mentore e responsabile come un cane, una bestiola da sopraffare, a cui dare il biscottino se si comporta bene. Per tutto il film la protagonista viene umiliata: prima dall'amante, poi dal marito moralista. E la donna che invece di ribellarsi e denunciare piange e dice: è colpa mia, sono io sbagliata! Poco importa se il suo "affair" è una violenza sessuale, se c'è una costante manipolazione, un ricatto che costringe la vittima a piegarsi sempre di più al suo carnefice.
E poi c'è la sua assistente (nera, ma guarda un po') che usa la torbida relazione per prendere il suo posto.
Un fim perfetto per descrivere la parabola misogina, e razzista dei tempi americani che corrono. Un film in linea con Trump e l'America Maga.
Brutto e sgrazziato come la dottrina reazionaria e moralista che c'è dietro.
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valentina russo
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domenica 23 febbraio 2025
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un film con una visione al maschile retrogrado
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Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti comanda, perché comunque tu rimani una "baby". E da qui tutte le scene dal sapore umiliante, brutale verso la protagonista. C'è questo un ragazzino, uno stagista, che tratta la sua mentore e responsabile come un cane, una bestiola da sopraffare, a cui dare il biscottino se si comporta bene.
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Un film brutto, offensivo verso la donna, scontato nella sceneggiatura. Il tema centrale è: non importa quanto tu sia intelligente, o capace, o indipendente. Non importa neanche quanto "in alto" tu sia arrivata nella tua professione. Il punto è che se sei donna comunque ami essere sottomessa. Per provare piacere devi avere un uomo che ti dica cosa devi o non devi fare, che ti comanda, perché comunque tu rimani una "baby". E da qui tutte le scene dal sapore umiliante, brutale verso la protagonista. C'è questo un ragazzino, uno stagista, che tratta la sua mentore e responsabile come un cane, una bestiola da sopraffare, a cui dare il biscottino se si comporta bene. Per tutto il film la protagonista viene umiliata: prima dall'amante, poi dal marito moralista. E la donna che invece di ribellarsi e denunciare piange e dice: è colpa mia, sono io sbagliata! Poco importa se il suo "affair" è una violenza sessuale, se c'è una costante manipolazione, un ricatto che costringe la vittima a piegarsi sempre di più al suo carnefice.
E poi c'è la sua assistente (nera, ma guarda un po') che usa la torbida relazione per prendere il suo posto.
Un fim perfetto per descrivere la parabola misogina, e razzista dei tempi americani che corrono. Un film in linea con Trump e l'America Maga.
Brutto e sgrazziato come la dottrina reazionaria e moralista che c'è dietro.
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matteo
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sabato 8 febbraio 2025
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superficiale e poco coinvolgente
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Da un thriller erotico ci si aspetta coinvolgimento ed approfondimento della psicologia dei personaggi. Un approccio introspettivo che manca completamente a questo film, in cui Nicole Kidman, CEO di una hi-tech company, dimostra da subito la mancanza totale di leadership e stabilit?, cadendo dopo cinque secondi tra le braccia del primo stagista che la tratta con modo superficiale. Le belle scenografie ed il super cast fanno da cornice ad una storia scritta in un modo sciatto, in cui la tensione erotica dei due amanti non arriva mai davvero allo spettatore, mentre arriva un continuo senso di critica bigotta verso quella che dovrebbe essere una storia trasgressiva. Il politically correct, in contrapposizione con le vicende peccaminose dei protagonisti, ? costantemente presente, in modo quasi fastidioso.
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Da un thriller erotico ci si aspetta coinvolgimento ed approfondimento della psicologia dei personaggi. Un approccio introspettivo che manca completamente a questo film, in cui Nicole Kidman, CEO di una hi-tech company, dimostra da subito la mancanza totale di leadership e stabilit?, cadendo dopo cinque secondi tra le braccia del primo stagista che la tratta con modo superficiale. Le belle scenografie ed il super cast fanno da cornice ad una storia scritta in un modo sciatto, in cui la tensione erotica dei due amanti non arriva mai davvero allo spettatore, mentre arriva un continuo senso di critica bigotta verso quella che dovrebbe essere una storia trasgressiva. Il politically correct, in contrapposizione con le vicende peccaminose dei protagonisti, ? costantemente presente, in modo quasi fastidioso. Non convince nemmeno l?incolpevole Banderas, al quale viene affibbiato il ruolo di regista ispanico di teatro senza tempra, un personaggio dalla personalit? appannata che reagisce in un unico momento melodrammatico degno della maschera di Zorro. Il film ? un tripudio di clich? e non c?? mai un colpo di scena, non si entra mai davvero in empatia con i personaggi, che non risultano mai autentici, cos? come il finale, tirato via come se fosse finita la pellicola. Una buona regia ed un cast capace, cos? come una buona fotografia ed una colonna sonora interessante (a tratti) non bastano a risollevare le sorti di un soggetto mancante di spessore. Bocciato
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