Alberto Moravia
Il melodramma, soprattutto quello dell’Ottocento, è fatto come una stanza che abbia pareti di specchi. Nella stanza avviene qualche cosa di drammatico; ma gli specchi non sono fedeli. Sono specchi deformanti nei quali il dramma, riflettendosi, diventa commedia. Degli specchi parodistici e involontariamente critici. Insomma il melodramma è composto di una parte serissima, la parte musicale e vocale, e di una parte parodistica, la parte scritta. Musica e canto si levano fino ad altezze sublimi nell’opera, tanto per fare un esempio, di Verdi; ma i libretti, affatto privi di valore artistico e spesso ridicoli, sembrano una parodia delle grandi passioni che si esprimono nella musica e nel canto. [...]
di Alberto Moravia, articolo completo (3830 caratteri spazi inclusi) su 1975