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Alice Terry

Alice Terry (Alice Taafe Vincennes) è un'attrice statunitense, è nata il 24 luglio 1899 ad Indiana, Pennsylvania (USA) ed è morta il 22 dicembre 1987 all'età di 88 anni a Burbank, California (USA).

La giovanissima Alice Taafe, che assieme a un'amica stava visitando uno stabilimento cinematografico, non immaginava certo che un regista le avrebbe offerto di interpretare una piccola parte nel film che si stava girando. Ebbe così inizio la carriera cinematografica di Alice Terry, un'attrice dalla bellezza serena e purissima, un volto angelico incorniciato da una coroncina di capelli castano chiari, occhi turchini che illuminavano un tenero sguardo. Tra il 1915 ed il 1920, Alice appare in una miriade di film della Triangle e della Vitagraph; le parti sono a volte anche di una certa consistenza, ma l'attrice non riesce a fare significativi passi avanti; tenta anche il teatro, anche qui qualche applauso, il nome appena citato nelle critiche. Bisogna anche dire che, malgrado la delicatezza dei lineamenti, Alice aveva un carattere molto poco docile e non accettava quei compromessi che le avrebbero facilitato la carriera; per questo, quando si assegnavano le parti migliori, restava spesso a bocca asciutta.
Le cose cambieranno quando all'orizzonte appare un personaggio singolare, un irlandese chiamato Rex Ingram, il quale, nel corso degli anni Venti, con film realizzati per la maggior parte off Hollywood per conto della Metro, saprà dare diverso lustro allo smalto troppo patinato dei film del leone ruggente.
Innamoratosi di Alice - la sposerà nel 1921 - ne fa la compagna di Valentino in The Four Horsemen of the Apocalypse (1921), una coppia perfetta, lui gagliardo e aitante, lei pacatamente raffinata; e li rimette insieme in The Conquering Power (1921), adattamento non indegno da La Comédie Humaine di Balzac. In entrambi i film, a parte l'idolatria che si scatenerà per Rodolfo Valentino, Alice viene ammirata dal pubblico e apprezzata dalla critica per il suo leggiadro charme. Ingram le impose una parrucca bionda che le rimase in tutto il prosieguo di carriera.
Alice fu protagonista femminile di film come The Prisoner of Zenda (1922), una storia «ruritana» più volte portata sullo schermo, Scaramouche (1923), al fianco di Ramon Novarro come il precedente e Confession of a Queen (1925), diretto da Sjöström; sulle splendide scenografie di questi lavori ambientati in regni di favola, ben si stagliava la regale avvenenza dell'attrice.
Meno felici furono The Arab (1924) e Lovers? (1927), entrambi con Ramon Novarro, lezioso «ersatz» di Valentino; a questi film si intersecarono però opere migliori come Mare Nostrum (1926), The Garden of Allah (1927) e The Three Passions (1929), dove l'estro di Ingram si sbizzarrì nel raccontare con dovizia di mezzi e insolite locations le fantasiose trame di questi romanzi all'epoca tanto esaltati.
Con la fine del muto, Alice e Rex lasciarono il cinema dopo aver firmato insieme un ultimo film girato in Marocco, Baroud (1932), viaggiarono molto, si volsero verso altri interessi.
Ad Albret Bonneau di «Cinémagazine», che le chiedeva se non le dispiacesse lasciare il cinema, Alice rispose candidamente: «Oui, je regretterai le cinéma, certes, c'est le milieu où j'ai connu Rex, où j'ai travaillé de toute mon âme... Mais j'ai vu un trop grand nombre d'étoiles célèbres qui, après avoir connu le succès, sont tombées peu à peu et dont les triomphes de jadis sont oubliés...».

Da Le dive del silenzio, Le Mani, Genova, 2001.

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