Costumista e scenografo teatrale, esordì nel cinema durante gli anni del dopoguerra, affermandosi rapidamente per il suo estro, per la sua preparazione ed originalità. Tali doti emersero soprattutto nei molti spettacoli allestiti in collaborazione con Luchino Visconti, per il quale lavorò con assiduità. Tra le sue realizzazioni più significative con questo regista, notoriamente esigentissimo, dotato di una profonda cultura e di un senso estetico molto raffinato, dobbiamo ricordare i costumi opulenti e curatissimi di Senso (1954); quelli de Le notti bianche (1957), di gusto lievemente decadente, quelli di Rocco e i suoi fratelli (1960), ispirati realisticamente alla condizione e all'ambiente culturale e sociale dei vari personaggi; quelli de Il gattopardo (1963), sontuosi e splendenti di un prezioso colorismo, con i quali Tosi offrì una delle sue realizzazioni migliori. Di significato figurativo altrettanto notevole e di grande efficacia spettacolare appaiono i costumi per alcuni film di Mauro Bolognini, tutti tratti da opere letterarie, come Il bell'Antonio (1960), La viaccia (1961), Senilità (1962). In essi Tosi riuscì perfettamente nel non facile compito di raggiungere una perfetta corrispondenza fra testo e visione, adeguando scenografia e costumi all'atmosfera un poco decadente, raffinata e intellettualistica dei film. Dotato di un vivo gusto pittorico e figurativo, di profonda cultura e di originale fantasia, Tosi si collocò, insieme a Pietro Gherardi e pochi altri, tra i più significativi costumisti italiani, la cui opera contribuì a valorizzare esteticamente uno dei più interessanti settori della nostra cinematografia: i film di ispirazione letteraria.