Il ragazzo invisibile

Io ho avuto la sensazione di un film diviso in due parti. Con la seconda nettamente inferiore alla prima.

L'ambito familiare e scolastico che osserviamo nella prima metà del film è credibile, gradevole, anche divertente. L'evoluzione psicologica del ragazzo è curata, in particolare la paura e la voglia di essere invisibile e poi il passaggio dal principio di piacere a quello di realtà, caro al cinema di Salvatores. Non li ho trovati affatto scontati e gli attori hanno dato buona prova.

La seconda parte zoppica da vari punti di vista.
La sceneggiatura risolve quasi subito alcuni nodi, senza emozionare. Inoltre dialoghi un po' telefonati e lunghe spiegazioni rendono il tutto un po' noioso. E qui il budget non c'entra niente.
Discorso diverso per le scene d'azione, che paiono davvero troppo semplicistiche a un occhio scaltro come quello dello spettatore di oggi.
È qui che temo sia visibile il drammatico divario tra la produzione nostrana e quelle d'oltreoceano.

Nel complesso l'ho trovato un film interessante, anche se purtroppo richiede molta fantasia e buona volontà da parte dello spettatore, che si trova a dover perdonare fin troppe sbavature per dare credito a una storia che comunque ha qualche cosa da raccontare. Un vero voto sarebbe 2 emmezzo, ma assegno un 3 per il coraggio di un regista che ama osare e che, come con Nirvana, ha provato ad appropriarsi di un linguaggio diverso. Anche in questo caso dobbiamo ammirare Salvatores per la sua capacità di mettersi in una posizione scomoda, per il desiderio di aggiungere qualche cosa di nuovo. E questo non è poco.