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Due giorni, una notte |
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Un film di Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne.
Con Marion Cotillard, Fabrizio Rongione, Pili Groyne, Simon Caudry.
continua»
Titolo originale Deux Jours, Une Nuit.
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 95 min.
- Belgio 2014.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 13 novembre 2014.
MYMONETRO
Due giorni, una notte   
valutazione media:
3,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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IL LAVORO OGGI
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| sabato 29 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Un film dalla bellezza struggente ed amara che tratta il problema della precarietà del lavoro mettendo da parte, giustamente, i sindacati e lasciando da soli i lavoratori e la loro eventuale solidarietà! E’ un film che sembra girato negli anni cinquanta ed invece è attuale, lo squallore del rapporto di lavoro e del potere illimitato dei datori di lavoro è di oggi e noi ne sappiamo qualcosa grazie ai continui ritocchi fatti ai diritti dei lavoratori. Qui c’è una donna che può essere licenziata, ma il “bravo padrone” lascia decidere agli altri operai, che possono rinunciare al bonus di 1000 e far tornare al lavoro la collega che è stata assente in quanto colpita da depressione! Dopo una prima votazione, che sancisce la netta maggioranza a favore del bonus, senza che la donna è presente, la ragazza grazie all’interessamento di una collega riesce ad ottenere una nuova votazione, è venerdì sera, per il lunedì mattina. Da qui il titolo che si riferisce ai due giorni che la donna passerà ad andare da ciascuno dei colleghi per vedere se riesce a fargli cambiare il voto. La storia è triste, brutale, squallida e angosciante ma mette a nudo una situazione di disperazione che non è solo nella candidata al licenziamento ma che passa attraverso tutti gli operai che nel bene o nel male rappresentano una classe sociale ormai spremuta e sola, ed infatti ognuno dovrà decidere da solo cercando tra i pro e i contro la spinta per cambiare il voto. Sintomatico è che tra coloro che si dimostreranno solidali ci sono tutti gli immigrati, quasi a sottolineare che il dolore e la precarietà di questa gente li rende più umani e disposti ad aiutare chi si ritrova in difficoltà. Il film ha un finale che oltre a dare metaforicamente un meritato schiaffo in faccia al padrone fintamente umano, lascia uno spazio alla speranza! La tristezza è che il film è belga, mentre nella patria del neorealismo si girano gli squallidi film di Natale!
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