La dolce vita |
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Un film di Federico Fellini.
Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aimée, Yvonne Furneaux.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+16,
b/n
durata 173 min.
- Italia, Francia 1960.
- Cineteca di Bologna
uscita lunedì 7 ottobre 2024.
MYMONETRO
La dolce vita ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
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Gli anti-eroi
di paolopacitti67Feedback: 300 | altri commenti e recensioni di paolopacitti67 |
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domenica 2 novembre 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Fellini pensava che mostrare le cose come sono senza sovrapporre giudizi fosse l'unico contributo che un autore può dare alla comprensione della realtà e al rapporto individuale con essa. Sebbene riconoscesse l'importanza degli intellettuali per la comprensione e l'interpretazione dialettica della realtà la sua opera non è intellettualistica; si ricollega piuttosto all'alto artigianato illuminato dal genio. Fellini aveva il senso della parabola, e trasfigurava la realtà nella fiaba e nel mito. Egli aveva la consapevolezza della tragicità immanente sul destino umano nonostante la vena scherzosa e sorridente che costituisce un aspetto fondamentale della sua poetica. Per lui l'umorismo era la massima aspirazione dell'essere umano, i comici benefattori dell'umanità. Fellini si sentiva animato da una curiosità esistenziale; i suoi film sono sempre stati un diario insieme pubblico e privato, con la potenza espressiva di visioni, senza i legami della drammaturgia tradizionale. Questo procedere a blocchi si manifestò in modo sconcertante e nuovo ne “La dolce vita”, che Pasolini paragonò al “Satyricon” di Petronio e che, come quest’ultimo, arriva a mettere in causa un’intera civiltà. Attraverso la mediazione del protagonista, il regista conduce lo spettatore da un ambiente all'altro e compone in una specie di affresco. Il film interpreta anche figurativamente umori e sensazioni di una società in trasformazione. La sua singolarità è che una visione apocalittica del destino umano è mostrata nel suo aspetto allegro, con la dolcezza che la vita conserva sempre; questo intendeva Fellini col titolo del film. Il suo sguardo è spesso impietoso ma non è mai indignato né aspramente critico.Qualcuno, specie all'estero, comprese quanto Fellini era avanti rispetto al dibattito sociopolitico convenzionale. Una delle chiavi più autentiche per la comprensione del film è quella del rapporto dell'uomo con la donna, una delle cose che in quel periodo stava cambiando. La donna è per Fellini un essere superiore alle convenzioni maschili. Quanto al prezioso apporto dei collaboratori, Nino Rota è come sempre la consustanza uditiva di Fellini, Ennio Flaiano aiuta con la sua ironia a evitare il sentimentalismo mentre Tullio Pinelli da un contributo decisivo alla trasfigurazione fantastica e metafisica, così come con le scenografie e i costumi Piero Gherardi, non a caso premiato con l'Oscar. Il fotografo Otello Martelli diede alle immagini una morbida raffinatezza, soprattutto negli interni. Con la sua straordinaria intelligenza e sensibilità Mastroianni intuì perfettamente le intenzioni di Fellini, che lo scelse per la sua faccia da bravo ragazzo, in modo da aiutare lo spettare accompagnandolo nella giungla del film. La civiltà appare in piena decadenza, con le tradizioni, i valori in stato fatiscente. Ad eccezione di Emma, l'amante possessiva e materna – che il protagonista sente come una castrazione -, i personaggi sono tutti spettrali. Sui riti del film aleggia la morte. Il protagonista è ambiguo, confuso, pieno di contraddizioni; si muove in una allegra apocalisse da uomo insieme crudele e sensibile, ingenuo e cinico. Il personaggio più rappresentativo di questo mondo è Maddalena, la ricca ereditiera, simbolo di una civiltà che può avere tutto e non sa, o non capisce, o riconosce, quello che vuole.
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