La dolce vita

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Un film di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg, Anouk Aim?e, Yvonne Furneaux, Alain Cuny.
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Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 173 min. - Italia, Francia 1960. - Cineteca di Bologna MYMONETRO La dolce vita * * * * 1/2 valutazione media: 4,64 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
nathan giovedì 26 aprile 2007
l'amara vita Valutazione 5 stelle su cinque
79%
No
21%

Il genio di Fellini.Fellini dal coraggio straordinario nel raccontarci un'Italia che uscita dalla guerra,dopo gli anni 50,perde la sua innocenza.Fellini amaro come Pasolini nel prevedere in anticipo l'involuzione morale del nostro paese e della società in generale.La "dolce vita" è il modello capitalistico tipicamente americano,esportato in Europa,nell'Italia "salvata" dai soldati americani,la "dolce vita" è l'alienazione totale dell'individuo,l'alienazione dalla realtà per un mito fragile,per una gioia breve e senza passioni,così come si comportano i protagonisti delle folli notti romane,tra prostitute e donne annoiate,tra lo sguardo disincantato dello straordinario ed intenso Mastroianni.Il mito è straniero,così come Anita Ekberg. [+]

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tomdoniphon sabato 17 maggio 2014
c'era una volta l'italia del boom Valutazione 5 stelle su cinque
83%
No
17%

Affresco soggettivo - dipinto attraverso il giornalista di cronaca rosa Marcello (Mastroianni) - della società altoborghese romana nel momento di massimo splendore di Cinecittà. Il film più famoso del cinema italiano, l'opera che divise come nessun'altra pubblico e critica. Rilevava, con la straordinaria fantasia cinematografica del regista, un momento di svolta della storia del nostro paese, intravedendo un decadimento dei costumi. Il film, tuttavia, non aveva alcun intento moralistico: l'affresco era, come sempre avviene in Fellini (si veda "Amarcord), distaccato ma non troppo. Il film fu talmente importante (Palma d'oro a Cannes) che bloccò lo stesso Fellini: "adesso cosa farò?!". [+]

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parsifal lunedì 11 dicembre 2017
edonismo e maliconia Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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Fellini, artefice del cinema onirico e visionario, nel 1960 , con l'ausilio di Flaiano , Pinelli, Rondi e Pasolini ( pur se non accreditato) al suo più grande capolavoro. IL più discusso, il più amato , il più odiato, il più visto, il più osteggiato, il più osannato. Ambientato nella Città eterna, nei confronti della quale il  Maestro ha sempre provato forti sentimenti , molto contrastanti tra di loro, narra delle vicende alterne di Marcello Rubini, giovane ed affascinante cronista rosa, dalla vita assai movimentata, sia a causa dell'indole che della professione svolta. Ciò diventa il pretesto per squarciare il velo sugli eterni altarini nascosti dell'Urbe, con tutto il suo fascino decadente, i lustrini e le paillettes che infiocchettano ed addobbano le poche virtù ed i molti vizi delle persone che fanno parte, per  una notte o per la vita, della frastagliata esistenza di Marcello. [+]

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il cinefilo martedì 2 novembre 2010
via vittorio veneto:epicentro dei bagordi infiniti Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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Si tratta,a livello internazionale,di una delle opere più famose della nostra cinematografia e contribuì alla diffusione,anche all'estero,di neologismi come"paparazzo"riferendosi a quei fotoreporter esperti nei servizi scandalistici.
Federico Fellini(anche sceneggiatore insieme a Ennio Flaiano,Tullio Pinelli e Brunello Rondi)decide di utilizzare Roma(e in particolare l'immagine della famosa via sopra citata)per descrivere una realtà in cui ogni cosa assume,ridicolmente,un certo ruolo di spettacolo che oggi si definirebbe meramente"voyeuristico"(dalla religione alla cronaca nera e resta esemplare la scena in cui la madre dei bambini uccisi viene ignobilmente circondata dai fotoreporter)e,nell'altro ruolo,quello interpretabile in vizi e bagordi riferiti,prevalentemente,all'alta società romana. [+]

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cimosa domenica 12 maggio 2013
una dolce vita un'amara morte Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Sicuramente,quest'opera,implicitamente è un film di un realismo frammentato,che non mi ha dato solo una analisi su la Roma del tempo,ma qualcosa in più.Fellini qui è aiutato a creare un disegno di una società ricca di specchi,che attraversa non solo le classi sociali,nel decadentismo agiato alla ricerca di una nuova sensazione,che si rivela per quella che è,un progresso della banalità e della noia di questa vita;ma anche su le varie età letterali della vita di queste classi.Marcello è perfetto come simbolo di questa nascita di progresso dell'immagine radiosa,venduta e comprata,senza un valore reale.Il donnaiolo sulla spider,non è altro che un ragazzino agli autoscontri,che riesce a primeggiare per la sua bellezza e affabilità e una carriera di giornalista da nulla,consapevole di ciò. [+]

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shiningeyes sabato 25 maggio 2013
croce e delizia del cinema italiano Valutazione 4 stelle su cinque
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Sguardo sulla Roma in pieno boom economico ed edilizio, meta preferita di famose star cinematografiche e punto nevralgico dell'alta società italiana. Lo sguardo felliniano sulla Roma fine anni 50 è passato attraverso l'ottica disincantata di Marcello, giornalista scandalistico che ama immergersi nella mondanità e spassarsela con molte donne diverse. A parte la famosissima scena della fontana con la maggiorata Anita Eckberg, “La dolce vita” è un caleidoscopio di immagini simboliche, fatte con delle soggettive impressionanti, fatte così bene che non puoi fare a meno di non respirare quell'aria libertina e dinamica di quella Roma. Nei sette episodi c'è spazio anche per storie di medio ceto, come quello del fanatismo religioso esploso per uno scherzo di due bambini che appurano di aver visto la Madonna, che è indicatore dei mass media che ingigantiscono le notizie pur di avere qualcosa di cui scrivere. [+]

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paolino77 giovedì 18 agosto 2016
ca..o che film Valutazione 5 stelle su cinque
100%
No
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Qualche critico disse che questo non era degno di chiamarsi cinema, ma forse è qualcosa di più che cinema. E' una parte della vita di chi guarda, e riesce a modificare qualcosa nei suoi spettatori. In questo senso, soprattutto per quest'ultimo aspetto, è un film assolutamente eccezionale, forse unico, forse davvero il film del secolo (del XX secolo). Una tecnica di una presisione millimetrica, un calcolo freddo per quello che doveva sembrare un resoconto a caldo, un lavoro di alto artigianato, calcolato ma frutto anche di illuminazioni tanto da sacrificare sequenze e personaggi e aggiungerne invece altri, a causa di quella visione delle cose tipica di Fellini di saper essere ad un tempo dentro e insieme fuori dal film, con una narrazione, una descrizione che nei dettagli e nelle sfumature coglie e rappresenta umori, sensazioni, timori, speranze, velleità di una società che stava (in ogni cosa questo è il momento migliore per vedere tutto, per capire tutto, o per accettare tutto) trasformandosi negli anni di passaggio al "boom", col rapporto uomo-donna che stava cambiando (le case chiuse erano state abolite da poco), con l'ascesa della borghesia, volgare e arrivista (i nobili non contano più nulla e vivono come in un universo parallelo), con la pagana deificazione delle star dello spettacolo, con personaggi venuti non si sa da dove (nella scena dell'"orgia" finale ne incontriamo molti per la prima volta) sfatti nel ripetere riti fino alla noia e alla ricerca di emozioni surrogate giocando a nascondino con la morale e con la morte (chiara l'allusione al "caso Montesi" - che ha rivelato agli italiani dei begli altarini - nella scena dell'ingenua ubriaca e addobbata come una grossa gallina). [+]

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pacittipaolo venerdì 10 aprile 2020
fellini apre la strada al cinema moderno Valutazione 5 stelle su cinque
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Nella sua convinzione che la realtà esista nel rapporto personale, individuale con la stessa, i film di Fellini sono insieme un diario intimo e pubblico. Partendo dalle abitudini mondane di una grande città, di cui il protagonista è cronista con al suo seguito i fotoreporter ("paparazzi")  il film si allarga in un vasto affresco con una personale riflessione dell'autore sulla condizione umana contemporanea. Preceduto da un attesa altettanto abnorme e dilatata, il film ebbe un emorme, inaspettato successo internazionale considerando la sua originalità formale e la sua spregiudicatezza contenutistica. In futuro Fellini accentuerà la sua maniera di procedere per potenti visioni, che qui appaiono legate nel loro insieme da personaggi e luoghi ricorrenti e dallo scandire giorno/notte/mattino: albeggia sette volte e le sette sequenze intorno alle quali è costruito il film si verificano tutte di notte o in gran parte di notte. [+]

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max martedì 10 maggio 2005
la dolce vita Valutazione 5 stelle su cinque
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No
50%

Recensione cinematografica: “La dolce Vita”, regia di Federico Fellini, Italia, 1960, con Marcello Mastroianni, Anita Ekberg. Paparazzi che con i loro scatti immortalano le gesta di sedicenti attricette, all’uscita di locali alla moda, auto di lusso che sfrecciano su e giù per Via Veneto cariche di ricchi personaggi famosi in compagnia di splendide soubrette, che esternano con vanità la speranza di farsi notare dai curiosi passanti. Federico Fellini “fotografa” ,con esemplare talento e con il suo magico e inconfondibile stile disincantato, l’alta aristocrazia romana e internazionale che trova il suo apogeo nella Roma dei primi anni 60’. Lasciatosi alle spalle un lungo e difficile dopoguerra adesso la società romana è alle prese con il boom economico che renderà partecipi attivamente tutti gli strati sociali della popolazione a nella quale confluiranno ogni sorta di strani personaggi alle prese con situazioni che sfiorano il grottesco. [+]

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lady libro giovedì 7 luglio 2011
roma 1960 Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Roma, 1960. Il protagonista è Marcello Rubini, giornalista di gossip, un uomo affogato interamente nella dolce vita della società italiana.
Il divertimento, l'ozio, ma soprattutto le donne, sono il pane quotidiano di Marcello che, desideroso di trovare un lavoro che lo soddisfi e abbandonare l'ossessivo ed egoista mondo dei paparazzi e dei rotocalchi, si aggrappa appunto a quella corda invisibile che ogni notte lo porta in un mondo completamente diverso da cui non vorrebbe mai uscire.
In quel dolce eppure fragile mondo, Marcello incontra e ama tante persone: Maddalena, una prostituta che lo attrae profondamente, Sylvia, bionda e bellissima attrice americana che danza soavemente nella celeberrima scena della Fontana di Trevi, Steiner, suo grande amico e intellettuale alquanto sensibile riguardo l'esistenza umana, Emma, fidanzata di Marcello perdutamente innamorata di lui e desiderosa che egli la sposi per poter vivere insieme per sempre. [+]

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