Come pietra paziente |
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Un film di Atiq Rahimi.
Con Golshifteh Farahani, Hamid Djavadan, Massi Mrowat, Hassina Burgan
Titolo originale Syngué Sabour.
Drammatico,
durata 103 min.
- Francia, Germania, Afghanistan 2012.
- Parthénos
uscita giovedì 28 marzo 2013.
MYMONETRO
Come pietra paziente
valutazione media:
3,43
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Recensione: Come pietra pazientedi RfmcenciFeedback: 328 | altri commenti e recensioni di Rfmcenci |
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venerdì 3 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Analizzando la resa il primo aspetto che risalta è il mutare dei colori dall’inizio alla fine del film: nella parte iniziale le tinte sono di un pallido verde/azzurro, colori che indicano speranza, in questo caso la speranza della moglie che vuole indietro suo marito, la speranza riposta nella fine delle ostilità o nel cambiamento della situazione femminile nella cultura araba. Nella seconda parte invece, da quando la donna inizia a prendere “possesso” del suo corpo, a decidere della sua vita, si passa ad un rosso acceso, colore che notoriamente indica determinazione, sicurezza, autostima. Il dialogo con il marito è un lungo monologo nel quale la donna tradisce le intenzioni del regista: se il marito è la pietra paziente, perché la moglie gli racconta avvenimenti che egli già conosce? Da ciò si deduce che il dialogo con il marito, che infatti a tratti risulta forzato, è solo un espediente: la protagonista sta palesemente parlando al pubblico per introdurlo nella narrazione e per guidarlo attraverso di essa. La regia non brilla, indugiando sovente sul volto dell’uomo in coma invece di far provare compassione fa provare disgusto, le scene di sesso fulcro del film sono solo accennate, quasi il regista si vergognasse. Le riprese in movimento sono spesso ripetitive come lo sono quelle paesaggistiche che si limitano a pochissimi secondi di inquadratura di tetti e baracche. Il film è intervallato da una manciata di flashback che sarebbero potuti essere interessanti, ma sono talmente tanto caricati di pathos che risultano grotteschi. Sebbene il film conceda alcuni spunti di riflessione, la sensazione che si prova è di arrampicarsi su uno specchio: analizzandolo si cerca di salvare il salvabile poiché la storia racconta una situazione di emarginazione, povertà e guerra notoriamente fonte di sdegno per un occhio occidentale, ma ciò che non emerge è la bravura del regista/sceneggiatore né la bravura degli attori o la resa della drammaticità della situazione. Per questi motivi il giudizio non può essere sufficiente. Voto: 5 su 10
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