Aquadro |
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Un film di Stefano Lodovichi.
Con Ilaria Giachi, Maria Vittoria Barrella, Alessandro Tonda, Pascal Holzner, Lorenzo Colombi.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 2013.
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Recensione: Aquadrodi RfmcenciFeedback: 328 | altri commenti e recensioni di Rfmcenci |
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venerdì 3 maggio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film parla di quell’età frastagliata tra i 15 ed i 17 anni, in cui si cerca di conoscersi e di conoscere gli altri, la scoperta di se stessi va di pari passo alla scoperta della società, degli amici, degli amori, dei valori. I sociologi direbbero che si sta attraversando una tempesta ormonale, il periodo in cui un adulto parlando con te non sa se sei un ragazzino o se sei un uomo, non sa se“certe cose” sai come vanno, il periodo in cui stai i difficoltà e metti in difficoltà chi ti circonda, il periodo in cui devi lasciare il nido natio e volare da solo.
La trama lascia trasparire una profonda riflessione nella sua stesura, tanti sono gli spunti che si possono trarre. La paura di mettere in scena un “tre metri sopra il cielo” deve essere stata così tanta che spesso i giovani protagonisti parlano da adulti, quantizzando le parolacce a tal punto che risultano innaturali ed inappropriate.
Per quanto riguarda la resa si apprezza molto la raffinatezza delle immagini e l’affermazione di uno stile particolare: utilizzare la telecamera o il microfono non solo per registrare qualcosa, ma come se anche loro stessero raccontando la stessa storia per il modo con il quale riprendono o registrano. Durante il film la telecamera lascia il passo alla foto-camera dello smartphone e spesso l’audio anticipa la scena o continua nonostante la storia si sia trasferita altrove – forse per simboleggiare la spensieratezza dell’età presa in analisi - o si interrompe bruscamente per utilizzare il silenzio come se fosse un sottofondo, quando non servono parole o musica per raccontare quello che si sta vedendo, lo si vede e basta.
La protagonista nonostante l’età riesce ad emozionare, cosa che non riesce al ragazzo che ha un ruolo più difficile - per più di metà film ricorda Fassbender in Shame -. La scenografia è ricercata specie per quanto riguarda l’arredamento degli interni. Non si apprezzano particolari giochi di luce o di colori.
Una trama interessante che racconta “i giovani d’oggi” in un altro modo, una resa all'altezza. Voto: 7
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