...ma non dinamizzata.
Questa è la prima impressione della pellicola che dura ben 164 minuti ed è la prima di una seconda trilogia, il prequel dell'epopea di Frodo, Aragorn e Saruman. Desta qualche preoccupazione e scetticismo il fatto che materialmente Lo Hobbit sia meno di un terzo del Signore degli Anelli come numero di pagine ed infatti la storia viene molto allungata, con delle parti che sembrano brani di documentari della BBC, per quanto sono lenti e didascalici.
Tecnicamente, il film è girato in 3D con HFR (High-frame Rate, 48 frame al secondo, invece dei soliti 24 fps), con una fluidità d'immagine incredibile, risorsa fondamentale, visto l'uso smodato di Dolly, steadycam, elicotteri e Computer Grafica in questo film. Pochissime inquadrature statiche e primi piani, tutto si snoda ATTORNO ai personaggi, con l'impressione di poter vedere la scena a 360°, un 3D nel 3D. Scordiamoci Avatar o I tre moschettieri, da questo punto di vista. Il problema è che non tutti i cinema hanno la possibilità di proiettare il film in HFR e molti hanno ricevuto la chiave di accesso al film in ritardo, le misure antipirateria stavolta sono state rigidissime. Per contro, l’impressione di stare giocando a un videogame sparatutto col proprio Joystick, a volte è innegabile.
Per quanto riguarda la storia, come si diceva all'inizio procede molto lentamente, andando addirittura a ripescare i canti epici, importantissimi nella Trilogia, ma lì tralasciati per questione di tempo (quante cose sono state tagliate!), mentre qui nello Hobbit abbastanza marginali, ma riportati nel film. L'unico sussulto lo ritroviamo quando appaiono i vecchi cari personaggi in una sorta di cameo, Frodo, Bilbo anziano, (uno Ian Holm tirato a lucido digitalmente, nemmeno avesse vent'anni), Galadriel con una Cate Blachett ahimè botulinizzata..
Ma da un certo momento in poi, nel frattempo è passata un'oretta, il film finalmente decolla e ci si abbandona al mondo visionario di Peter Jackson con una perfezione e una ricerca dei particolari incredibile. Riprese volanti in stile montagne russe che dovrebbero rendere al massimo nei cinema Imax con lo schermo avvolgente. E finalmente torna lui, Gollum, con una mimica espressiva assolutamente impensabile dieci anni fa, perfetto. Si vede il momento in cui Bilbo potrebbe farla finita con lui, ha l'anello al dito, è invisibile, l'essere immondo non può vederlo, eppure qualcosa lo trattiene, ancora non sa che Gollum in realtà era Smeagol, un hobbit come lui, non conosce il potere oscuro di Sauron, l'occhio della seconda Torre è ancora spento, eppure.. qualcosa lo muove a pietà e Gollum è salvo. È da questo punto preciso che scaturisce tutta la Trilogia successivae giustamente il regista si sofferma in un momento di assoluto silenzio, quasi mistico. Poi tutto ricomincia veloce e rutilante, fino alla fuga finale sugli alberi, rincorsi dai lupi mannari, che vengono beffati dall'arrivo delle aquile amiche di Gandalf il Grigio (la battuta di uno spettatore laziale in sala ci stava tutta..).
Qui termina "Un viaggio inaspettato". Ho lasciato apposta alla fine il commento sui protagonisti. Bilbo: l'attore che lo impersona non ha nulla in comune col "vecchio" Bilbo, si muove come un caratterista, più che come un personaggio epico. In effetti nel libro, almeno all'inizio, Bilbo è davvero così, imbranato, lento e pacioccone, ma la sensazione di "nota stonata" nell'insieme del cast permane. Martin Freeman qualcuno lo ricorda nella parte dell'attore porno impacciato in Love Actually.
I Tredici Nani sono un gruppo abbastanza unito e amalgamato di attori, ma a volte si fa difficoltà a capire quanto reali e quanto frutto di CG. Il Capo Thorin fa venire in mente il Sandokan di Kabir Bedi nelle movenze, ma è bello vederlo mentre si guadagna il soprannome di Scudodiquercia in battaglia.
Infine Gandalf, un Ian McKellen in perfetta forma, deciso a tutto pur di tenersi il suo personaggio (ha pubblicamente ammesso che ha accettato una nuova Trilogia, perché non avrebbe sopportato un altro attore nel suo ruolo). Gandalf è il nodo di tutta la storia, il deus ex machina di molte situazioni, il vero eroe del film. Il suo doppiatore storico della prima Trilogia, il bravissimo Gianni Musy, è purtroppo morto l'anno scorso. Al suo posto stavolta troviamo Gigi Proietti, molto "di scuola", rigido e profondo come timbro. Ci faremo l'abitudine. Un cenno con grande affetto a Christopher Lee che festeggia quest'anno 90 anni e 271 film (con altri 4 in post-produzione!). Come nel caso di Gandalf - McKellen, Saruman può essere ormai solo lui.
Piccolo particolare geografico su una scena centrale del film, tutta in CG, ma molto bella. La Battaglia dei Giganti di pietra, dove due montagne si fronteggiano scagliandosi massi e rocce, è una leggenda presente davvero nel nord dell'Irlanda, dove esiste la Passeggiata dei Giganti (Giant's Causeway), un cumulo di rocce laviche perfettamente esagonali, che, si narra, sono i resti di un epica battaglia tra un gigante irlandese e uno scozzese.
Riassumendo: bieca operazione commerciale per avere una seconda trilogia o nascita di un nuovo tipo di cinema in 3D? Presto per dirlo. Sicuramente una durata minore avrebbe migliorato il giudizio, ma rivedere la Terra di Mezzo, Gran Burrone, gli Orchi, gli Elfi e i Nani ripaga tutti i fan di Tolkien da qualsiasi eventuale delusione.
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