La sottile linea rossa |
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Un film di Terrence Malick.
Con Sean Penn, Jim Caviezel, Nick Nolte, Elias Koteas, Ben Chaplin.
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Titolo originale The Thin Red Line.
Guerra,
Ratings: Kids+16,
durata 170 min.
- USA 1998.
MYMONETRO
La sottile linea rossa
valutazione media:
3,28
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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La morte secondo Malickdi StarbuckFeedback: 335 | altri commenti e recensioni di Starbuck |
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lunedì 2 luglio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"La sottile linea rossa" è un film sulla morte, sulla sua ineluttabilità, sul diverso grado di consapevolezza che ogni essere umano ha di essa. Nel trattare questa delicata materia, Terrence Malick raggiunge probabilmente l'apice della sua bravura. Quale miglior contesto, per parlare della morte, di uno scenario di guerra? E allora, con sullo sfondo la conquista di Guadalcanal, ecco sfilare uno stupefacente catalogo di personaggi che si interrogano sul senso delle loro vite nella pressante prospettiva che esse si possano concludere da un momente all'altro. Il soldato Witt è un traghettatore, un sorta di "Caronte buono" che si pone come interfaccia fra la vita e la morte, propria e della persone che lo circondano. Egli ricorda la morte della madre, avvenuta in modo sereno e naturale, vorrebbe che fosse sempre così, ma la violenza e l'assurdità della guerra gli dicono che le cose stanno diversamente: la guerra non solo rende dolore e disperazione inevitabili, ma fa anche strame delle coscenze lasciando che l'uomo si abbandoni alla barbarie. Tuttavia Witt continuerà a fare da angelo custode ai suoi compagni - basti pensare alla scena nella quale assiste il sergente Keck morente interpretato dal bravissimo Woody Harrelson e gli dice: "va tutto bene anche se muori", un incoraggiamento davvero sorprendente, che scalza in maniera oserei dire scandalosa il consueto "vedrai che te la cavi" - fin'chè la sua ossessione non lo porterà a cercare fino alle estreme conseguenze quell'esperienza che sente fondamentale. Le diverse figure psicologiche vengono delineate con eccezionale efficacia, in realtà il soldato Witt è forse la meno riuscita di queste, salvo riconoscergli il ruolo fondamentale di colui che in sostanza traccia "la sottile linea rossa". Uno strepitoso Nick Nolte nei panni del tenente colonello Tall ci descrive il dramma di un uomo a cui la vita ha assegnato un ruolo che non sente suo ma che è costretto suo malgrado ad interpretare coerentemente, se non fose per quei pochi ed essenziali pensieri rivelatori in viva voce fatti ascoltare allo spettatore, Tall apparirebbe come il solito militare cinico e tutto d'un pezzo. Anche il capitano Staros è una persona lacerata: se da una parte non vuole sfuggire alla responsabilità impostagli dal suo ruolo di condottiero, dall'altra sensibilità e formazione culturale gli impediscono di non prendersi cura dei suoi uomini e di mandarli al massacro senza nessuna precauzione. Questo porterà Staros a scontrarsi con il tenente colonello Tall, che essendo perfettamente capace, come abbiamo visto, di non scendere a compromessi con la propria coscenza, non esiterà a metterlo da parte. Davvero straziante la vicenda del soldato Bell, sostenuto esclusivamente dall'amore per la sua fidanzata, la quale lasciata sola oltre oceano, finirà col darsi ad un altro uomo. Il sergente maggiore Welsh, contrappone al disgusto per i meccanismi della guerra la maschera del duro, sempre lucido ed efficente ma mai sottomesso. Nella seconda parte il film perde di originalità: Malick sembra voler strafare nel descrivere la mattanza dei giapponesi nella giungla mostrandoci un'improbabile avanzata alla baionetta dove i nemici vengono colpiti e cadono come pupazzi. I bravi ragazzi americani sembrano scaricare solo così la loro paura e la loro frustrazione. Quanto meglio, solo per fare un esempio nostrano, la tragedia della guerra ci è stata raccontata da film come "La grande guerra" o "Uomini contro"? I giapponesi passano dal consueto stereotipo di freddi e feroci assassini, ad apparirci, dopo essere stati sopraffatti, come degli spettri, degli alieni, dei figli di un dio minore. Ci sarebbe voluto l'immenso Clint Eastwood per ridare dignità al popolo del sol levante con il capolavoro "Lettere da Iwo Jima". Nel complesso "La sottile linea rossa" è un film affascinante, tecnicamente ben eseguito con un cast d'eccezione e un'eccellente colonna sonora.
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